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Autore: Terra    29/07/2013    0 recensioni
L'amico è come potremmo essere noi se scegliessimo un'altra strada da quella che il destino ci ha indicato.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                            La fuga.


<< Che faccio, rispondo?>> domandò Alice con un filo di voce.
Raphael le strappò il cellulare di mano e lo gettò lontano, oltre la collina.
<< Ma che fai?>> si lamentò Laura. Giorgio ridacchiava. La pioggia aveva smesso di scrosciare, improvvisamente com’era cominciata. Raphael si guardò intorno, preoccupato.
<< Siete deboli. Dobbiamo nasconderci.>>
<< Riportaci a casa.>> ordinò Elisa a Giorgio.
<< Non credo che mister Universo sia d’accordo.>> replicò il ragazzo.
Raphael scosse la testa, continuando a scrutare il buio intorno a loro. Udiva un rumore di passi, di foglie calpestate, qualcosa si stava avvicinando.
<< Siete morte per il mondo.>> disse, guardando verso un boschetto di pini poco distante << I vostri amici sono al sicuro senza di voi. Voi, adesso, siete prede, prede facili.>>
Dal boschetto sbucò un cane di mezza taglia, candido e soffice, con le orecchie alzate e il muso rivolto verso le streghe.
<< Uh, un cagnolino! Che dolce!>> cinguettò Alice. Il cane abbassò le zampe anteriori e mostrò i denti, in posizione di difesa. Lo raggiunsero sette cani enormi, neri come la notte. Ringhiavano, con la bava alla bocca.
<< Scappate!>> urlò Raphael. Sollevò Alice come fosse una bambola e se la mise sulla spalla. Iniziò a correre verso la macchina, seguito da Giorgio che trascinava Alessandra per mano. I cani scattarono verso di loro e Laura ed Elisa corsero come non avevano mai immaginato di poter fare. Laura si voltò un istante, profferì parole che non conosceva e le pozzanghere spruzzarono muri d’acqua che rallentarono per qualche secondo la carica delle bestie, il tempo necessario per distanziarli di qualche metro. Raphael raggiunse la macchina e sistemò Alice nel sedile dietro.
<< Ci vediamo alla casa al mare di Laura.>> disse. Le fece una carezza sullla testa poi si voltò a sentire l’ululato rabbioso dei cani che avanzavano. Giorgio si fiondò dentro, mise in moto, incitò le altre a salire in fretta e partì, mentre Raphael combatteva contro i cani e gli spezzava il collo, uno ad uno, con mosse veloci e precise. Dal bosco ne stavano uscendo molti altri ma le ragazze videro solo sagome scure che correvano sulla collina: la macchina era ormai lontana, sparata a folle velocità verso il paese.
<< Dove dobbiamo andare?>> chiese Giorgio.
<< Alla casa al mare di Laura.>> rispose Alice.
<< Ma non ho le chiavi.>>replicò Laura.
<< In qualche maniera faremo, no?>> disse Elisa, guardando fuori dal finestrino le nuvole che si stavano aprendo, mostrando un cielo blu scuro.
<< Non rivedremo più le nostre famiglie?>> domandò Alessandra, spegnendo il cellulare. Dopo qualche secondo di indecisione, Giorgio ammise che no, non l’avrebbero più riviste. Non in breve tempo, almeno.
<< Al momento cerchiamo di rivedere il nuovo giorno.>> disse gravemente, prima di accendere la radio. Presero il bivio per Nettuno mentre i Queen cantavano Who wants to live forever. Nessuno osava parlare. Troppi dubbi ronzavano nelle menti delle ragazze. Alessandra osservava l’espressione di Giorgio ma i suoi occhi erano misteriosi, indecifrabili.  Fissava la striscia nera della strada immerso nei suoi pensieri.
<< Meglio non fermarsi all’autogrill.>> disse Giorgio, d’un tratto << Se dovete... Ehm… fare pipì ci sono le zone di sosta. Ma è meglio non fermarsi proprio!>>
<< Perché è meglio non fermarsi?>> domandò Laura. Da lontano avvistarono un lampeggiante della polizia. Giorgio aumentò la velocità ma una donna in divisa si piazzò in mezzo alla strada con la paletta bianca e rossa. Giorgio fu costretto a una frenata d’emergenza.
<< Ecco, appunto!>> mormorò. Si ravvivò i capelli nello specchietto, indossò il suo sorriso migliore e quando la donna bussò al finestrino, lui la salutò come fossero vecchi amici.
<< Come va, fatina? Che ne dice di questa aria… Frizzantina?>>
La donna rimase impietrita. Il suo primo amore la chiamava fatina… Scosse la testa e assunse un’aria seria.
<< Lei andava troppo veloce!>>
<< Hai ragione, perfettamente! Ma che ne dici di lasciarci proseguire lo stesso dopo i controllucci?>
La donna annuì. Afferrò la patente e il libretto che il ragazzo faceva penzolare dal finestrino semiaperto senza staccare gli occhi da Giorgio. Dalla boscaglia, oltre il guardrail, sbucò una figura alta e magra, la maglietta bianca striata di rosso e un paio di jeans strappati all’altezza dell’inguine: era Raphael. Elisa sobbalzò, le altre non si accorsero di nulla, rapite dallo strano teatrino a cui stavano assistendo. Il ragazzo rimase ad osservare il controllo, aveva il volto e le braccia graffiati. La poliziotta annuì tre o quattro volte mentre fissava il primo foglio del libretto dell’auto. Il suo collega non era neppure sceso dalla macchina di servizio, intento a scrivere qualcosa su un foglio.
<< Bene, può andare.>> disse la donna con voce meccanica.
<< Grazie tante!>> ridacchiò Giorgio, recuperando i documenti dalle mani di lei << Ora, però, vai a casa. Si vede che non stai bene!>>
La donna annuì e si diresse verso la macchina. Il collega si affacciò dal finestrino e le fece un segno: si era accorto che qualcosa non andava. Voltò la testa e vide Raphael in piedi in  mezzo ai cespugli. Anche le altre ragazze lo videro. Fu una frazione di secondo, perché subito dopo il ragazzo era sparito.
<< Ma…Era Raphael quello…>>
<< Era lui. Ma adesso via di qui!>> disse Giorgio, mettendo in moto. Aveva appena inserito la retromarcia quando dalla boscaglia si riversarono sulla strada un gruppo di alci spaventate. Raphael uscì dal buio, schizzò verso la poliziotta, l’afferrò e la spinse in macchina. Un alce gli si avventò contro e lui lo stese con un calcio. Poi saltò dentro il bosco e scomparve, mentre un animale saettava sul cofano dell’auto di Giorgio che stava prendendo velocità. Con la testa urtò il cristallo, formando una ragnatela sul vetro. Cadde a terra con tonfo che fece urlare Laura di terrore e di pietà.
<< Cazzo cazzo cazzo!>> gridò Elisa.
<< Mi hai tolto le parole di bocca!>> fece Alessandra, voltandosi a guardare l’auto della polizia che, a sirene spiegate, era riuscita ad allontanare gli animali che avevano circondato la vettura. Sembrava che le stessero inseguendo, invece stavano solo scappando. Sorpassarono in fretta il taxi di Giorgio, mentre Laura commentava:
<< Io la pipì me la tengo fino a casa!>>
Alessandra si  rivolse al ragazzo.
<< Ma che potere hai?>>
<< Si chiama persuasione.>> rispose lui << Funziona solo con le persone normali,però. Se hai posseduto o possiedi la forza di un Elemento, non posso convincerti a fare niente. Tutti gli altri sono come… Marionette.>>
<< E il potere di guarigione che hai applicato su di me?>> domandò Alice.
<< Io non ho fatto niente. E’ stato il bastone e il potere della Terra a guarirti. Io… Ho fatto solo scena!>>
<< Avevo ragione io.>> borbottò Elisa <<  Sei un imbroglione!>>
Giorgio sogghignò. << Il migliore!>>
Alzò il volume della radio. Il notiziario diffuse la notizia della tomba profanata alle mura di Alatri e della presenza di animali selvatici sulla strada statale 148. Giorgio disse che erano già sulle loro tracce e non aggiunse nient’altro fino all’arrivo alla casa di Laura.
Parcheggiò in un luogo appartato, dove un taxi ammaccato non avrebbe destato troppi sospetti.
<< Chi è sulle nostre tracce?>> domandò Alice, mentre Elisa l’aiutava a scendere dall’auto.
<< I figli di Satana.>> farfugliò Giorgio, armeggiando con la serratura della villetta a ridosso del mare.
Mezzanotte era passata da un pezzo quando tornò Raphael. Non chiese come avessero fatto ad aprire la porta né se avessero avuto altri problemi lungo la via. Lasciò sul tavolo della cucina delle mele che le ragazze mangiarono in fretta e con gusto: erano stanche ed affamate.
<< Non accendete la luce.>> ordinò, mentre si spogliava << E non uscite. Lasciate qui i vostri cellulari spenti. Buonanotte.>>
Laura trasalì: il suo cellulare era ancora acceso. Si sbrigò a spegnerlo senza farsi vedere e lo depositò nel cassetto che aveva indicato Raphael. Non sapeva quale fosse il potere del Guardiano, sperava solo non fosse la lettura del pensiero. In quel caso l’avrebbe scoperta in fretta e sgridata. E avrebbe scoperto anche che il suo cuore batteva all’impazzata ogni volta che lo vedeva. Che non riusciva a sostenere il suo sguardo e quando lui mostrava il petto nudo le mancava il fiato.
La ragazza corse a sdraiarsi sul letto accanto a Elisa. L’abbraccio della Sorella calmò il suo cuore impazzito.
<< Tu mi devi spiegare un mucchio di cose.>> commentò Alessandra puntando l’indice contro Giorgio. camera da letto.
<< Ai suoi ordini, signora.>> disse il biondino, scattando sull’attenti. Lei chiuse la porta sostenendo lo sguardo del ragazzo, annuendo lentamente.
In pochi secondi la casa piombò in un profondo silenzio.
  
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