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Autore: Give_me_only_kiss    30/07/2013    3 recensioni
Lui non era niente. Era nero. Questo pensava un piccolo Scorpius di appena undici anni, fissando le gocce di pioggia che bagnavano il vetro della finestra di camera sua. Si alzò sbuffando e si mise davanti allo specchio, scompigliandosi i capelli con la mano destra.
Tutto quello che vide fu la luce più assoluta: capelli biondi, quasi bianchi, da angelo e carnagione lattea, labbra sottili e lineamenti taglienti, occhi azzurro lucente eppure slavato, con picchiettature grigie.
Assomigliava ad un angelo.
Scorpius ghignò, ricordandosi un detto che aveva letto in un libro babbano.
L’apparenza inganna.
Perché per quanto Scorpius fosse bello fuori, dentro era marcio. Nero.
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Draco Malfoy, Hermione Granger, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 19

L’odore della disperazione

I quattro atterrarono vicino all’accampamento magico dei maghi, che si trovava a circa quaranta chilometri da Hogwarts. Il fronte sembrava stranamente tranquillo, ci doveva essere stata una battaglia e in quel momento c’era una tregua. Nonostante però quella calma surreale, c’era qualcosa di strano nell’aria, che non sfuggì a nessuno di loro.

Rose strinse forte il manico dei suoi coltelli, mentre tentava, con parole sussurrate, di erigere uno scudo intorno a sé. Scorpius lo fece invece quasi inconsapevolmente, mentre le sue mani, chiuse a pugno, fremevano di luce azzurra, emettendo bagliori incandescenti.

Albus aveva stretto a sé il giglio simbolo dei Venerabili, e si preparò a colpire. Diana eresse uno scudo e preparò alcune delle sue palle di magia verde spettrale, mentre il suo An fremeva. La sua rabbia e la sua sete di vendetta non potevano contenersi davanti allo spettacolo che aveva davanti.

Più si guardavano intorno, più si chiedevano come si poteva disperdere tanta desolazione. Nel grande spazio che divideva il fronte dei maghi da quello dei Demoni (che si erigeva lontano, dove spiccavano tende rosse come il sangue) il terreno era arido e deserto.

Qua e là, riluceva di rosso. Macchie di sangue. Magico, sicuramente, perché i Demoni avevano il sangue nero. Erano ovunque. L’odore metallico del sangue riempiva l’aria, stordendo, offuscando i sensi dei quattro. Mischiato a un altro odore.

Immaginate di provare disperazione, paura, di vedere la morte concretamente per la prima volta. Poi provate a dare a tutto questo un odore. Ecco. Quel campo di battaglia odorava di rassegnazione, disperazione, paura, morte. E sangue.

Stavano perdendo. Diana approfittò del momento di tregua per dare un’occhiata in giro.

Corpi di maghi erano sparsi dappertutto. Alcuni avevano gli occhi aperti e imploravano pietà, il viso costretto per l’eternità in una smorfia d’orrore. Alcuni invece erano messi a pancia in giù, trafitti da lance, spade, e chi più ne ha più ne metta. Rose sbiancò dall’orrore. Albus strinse i pugni e le piccole saette rilasciate dalla sua magia nera riempirono l’aria.

Gli unici che non parevano impressionati erano Scorpius e Diana. Certo, quello spettacolo era orribile sotto tutti i punti di vista conosciuti e sconosciuti. Ma loro conoscevano la morte. Conoscevano l’impatto devastante che aveva. L’avevano provato sulla loro pelle.

L’uno aveva perso la propria madre, per una stupida regola. In quei volti terrorizzati, privati della gioia di un sorriso, rivedeva quello del padre, nei giorni in cui gli raccontava di sua madre piangendo, per poi rinchiudersi nelle sue stanze per giorni, senza mangiare né parlare.

L’altra aveva perso il proprio padre, morto in un incidente stradale prima di raggiungere l’ospedale dove l’avrebbe vista appena nata. E poi ancora il volto contratto dal dolore di sua madre, del suo sorriso stanco. Il suo ultimo sorriso, quello che le aveva rivolto poco prima di togliersi la vita.

-Scorpius! Rose! Albus! – i rispettivi genitori dei ragazzi corsero fuori dalle tende, andando ad abbracciare i propri figli. Una piccola folla si formò intorno a loro. Ovunque i ragazzi guardassero vedevano sorrisi rassicuranti ma al tempo stesso dispiaciuti. Forse per quei quattro ragazzi che erano stati coinvolti in una guerra ingiusta e causata dalla voglia di potere di quelle creature mostruose.

Fen si fece avanti tra la folla e, tra gli occhi sbalorditi di tutti, fece un inchino a Scorpius e a Diana.

-Miei Angeli, non so come esprimere la felicitò di vedervi. Signorina Diana, sono lieto che lei abbia deciso di appoggiare la nostra causa – disse, rivolgendosi alla ragazza dark. Quelle parole fecero scattare come un clic nella mente di Diana, scatenando nell’Angelo una sorta di reazione a catena.

Rivide tutta la sua vita, fino al momento in cui Fen gli aveva rivolto, tempo prima, le stesse identiche parole.   Rivide la sua infanzia, il suicidio di sua madre, le sue fughe da un orfanotrofio all’altro, la felicità nel ricevere la sua lettera per Hogwarts. E poi ancora il treno, lo Smistamento, che le aveva regalato una famiglia blu-nero, i suoi anni ad Hogwarts. Infine, vide la nascita della sua amicizia con Seira, Fen che le spiegava la sua natura, lei che l’accettava. E poi Fen che pronunciava quelle parole.

“Grazie per aver appoggiato la nostra causa”. Certo, come se avesse avuto scelta. Poi c’era stato Luis, che le aveva dato finalmente un motivo per vivere, altro che quella stramaledetta causa, l’amore della sua vita.         ma poi i Demoni gliel’avevano portato via. Vide i loro disperati tentativi (suoi e di Seira) di riportarlo indietro, invano. E infine la morte più dolorosa della sua vita, dopo quella di sua madre.

Quella della sua quasi-sorella. Vide Seira mentre le urlava di mettersi in salvo, di correre via, mentre scagliava il suo ultimo incantesimo contro un Demone. Quest’ultimo aveva riso. Riso del debole tentativo della sua meravigliosa Custode di darle un po’ di tempo per fuggire. L’aveva visto evocare una fiamma e scaraventarla contro la figura esile di Seira, di cui non era rimasta che un mucchietto di cenere.

Voltò il viso, cercando di nascondere gli occhi lucidi. Fino ad allora non aveva più avuto un motivo per combattere. Ma ora vedeva tutte quelle persone che guardavano lei e Scorpius speranzose, e sentiva tornare in sé la forza, come un fiume che tornava a scorrere dopo il gelido letargo dell’inverno.

E sorrise. Dopo tanto tempo, sorrise. Sorrise perché aveva ritrovato una ragione di vita, anche se era scaturita da quell’orrenda guerra.

Si voltò verso Albus e vide che anche lui le stava sorridendo, gli occhi verde smeraldo che rilucevano di felicità. Guardò Scorpius, che fissava Rose, come se stesse tentando di trovare in quella rossa tutto pepe la migliore strategia di guerra. E infine rivolse il suo sguardo alla rossa in questione, che guardava Scorpius sorridendo e arrossendo.

Quei tre le avevano fatto ritrovare la forza, per quanto li conoscesse da così poco tempo. Certo, Albus era un conto. Teoricamente, lei lo aveva già conosciuto e l’aveva amato. Ma Rose e Scorpius. L’amore che univa quei due la faceva sentire come se al mondo fosse rimasto qualcosa di buono, qualcosa per cui valeva la pena lottare.  Si guardò di nuovo intorno ed esclamò:          

-Andiamo a vincere questa guerra.

 

-Abbiamo perso molti maghi nell’ultima battaglia – illustrò Harry, che di guerre ne sapeva qualcosa – e i Demoni ci stanno costringendo ad arretrare di giorno in giorno. Di questo passo, sarebbero arrivati ad Hogwarts nel giro di pochi giorni.

Sarebbero, pensò Scorpius, stringendo la mano di Rose, perché adesso c’erano loro e non li avrebbero fatti passare.

-Quanti sono i Demoni? Sono sempre stati più numerosi di noi Angeli, ma ora dovrebbero essere diminuiti nettamente anche loro, no? – chiese Scorpius.

-Una decina, più o meno – rispose Draco. Scorpius sgranò gli occhi.

-E quanti ne avete fatti fuori, fino ad ora? – chiese Albus, passandosi le mani tra i capelli, segno evidente che era agitato. Hermione sospirò.

-Uno. E con l’aiuto di Fen – Rose deglutì rumorosamente e strinse in una morsa ferrea la mano di Scorpius. Diana si mordicchiò il labbro inferiore. 

Draco in realtà, mentre stringeva Hermione, si sentiva un po’ stupido. Stavano praticamente affidando la sorte di quella battaglia (e quindi, la loro vita) a quattro ragazzini. Senza il ben che minimo battito di ciglio. E il fatto che, tra questi ragazzini ci fosse anche suo figlio, lo rendeva anche un po’ orgoglioso.

-Ma come mai non c’è sangue nero sul terreno di battaglia? Insomma, non potrete distruggerli, ma almeno riuscite a ferirli, spero – intervenne Rose, isterica. Sua madre la fulminò con lo sguardo.

-Chi ha mai detto che i Demoni agiscono direttamente in battaglia? Guardate voi stessi.

 

Quella sera ci fu un’altra piccola battaglia. Niente di grave, non ci furono morti, solo un paio di feriti, nemmeno troppo gravemente. Ma l’orrore che si presentò davanti agli occhi dei quattro ragazzini fu davvero troppo.

I Demoni che si presentarono in battaglia erano solo due, più che sufficienti a fare fuori una ventina di Auror esperti. Ma quegli omaccioni di due metri dalla carnagione rossastra e il volto deforme, dall’aspetto orribile e vagamente simile a uno schizzo stilizzato di Satana, non fecero assolutamente nulla.

Semplicemente, si godettero lo spettacolo.

Lo spettacolo di un esercito di un centinaio di maghi urlare di dolore davanti a zombie. Esatto, zombie.

Per quanto ne sapeva Albus (e lui di magie proibite ne sapeva abbastanza) quella era di alto livello, pericolosa e, soprattutto, super proibita. Ma a quanto pare, i Demoni non avevano problemi come quello di farsi trovare in flagrante da Gazza in piena notte, nel Reparto Proibito, sotto il Mantello dell’Invisibilità.

Avevano evocato la magia dello Zombie del Dolore. Può sembrare una cosa stupida a sentirlo dire così, e in realtà un po’ lo è. Ma è orribile da vedere. Non appena un mago si avvicinava a uno degli zombie, per schiantarlo o roba simile, questi si trasformava nella persona morta al mago più cara.

Scorpius assistette paralizzato al combattimento impari tra suo padre e la versione zombiesca di Astoria Greengrass. Rose vide sua madre mentre cercava di fare qualcosa davanti a un Silente dagli occhi vacui.  Vide suo zio in lacrime mentre tagliava la testa di uno zombie con le fattezze di Fred Weasley.

Albus non ci vedette più quando suo padre gettò a terra la bacchetta davanti a uno zombie con le fattezze del suo padrino, Sirius Black. Il moro corse davanti a suo padre ed evocò la sua magia, incurante dello zombie che aveva perso le sembianze di suo nonno Arthur. In pochi secondi, una decina di saette nere spezzarono il collo di altrettanti zombie-nonno Arthur, che si erano radunati intorno ad Albus.

Diana si gettò nella mischia. Esitò incerta quando i quattro-cinque zombie davanti a lei assunsero le sembianze gentili di una ragazza con i capelli castani e gli occhi scuri, poi si fece coraggio ed evocò una decina di sfere verdi, con cui tagliò la testa ad ognuna di loro.

Rose guardò Scorpius e tirò fuori i coltelli. Il biondo si voltò verso di lei e appoggiò le mani sulle lame, impregnandole della propria magia. Le lame assunsero una tonalità azzurrina. Rose sorrise, per poi lanciarsi nella battaglia.

Non vedeva nulla intorno a lei, era tutto sfocato. Udiva in lontananza incantesimi urlati, fragorio delle lame e il tuono inconfondibile delle saette di Albus. Per il resto, vedeva solamente gli zombie che le si presentavano davanti, assumendo la stessa forma di quelli di Albus, per poi staccar loro il collo con un movimento netto dei coltelli.

Domenique, che combatteva poco lontano con una spada a doppio filo in una mano e la bacchetta nell’altra, la guardò fiera. Rose non sarebbe mai stata un asso nella magia manuale, ma era una vera e propria macchina da guerra.

Scorpius guardò la battaglia dall’alto, sentendo il mostro dentro di sé che fremeva per uscire. Non aveva nessuna voglia di tagliare la testa a uno zombie con il viso di sua madre, perciò chiuse gli occhi.

Visualizzò il suo An, il mostro di sé, e nient’altro. Sorrise quando vide che il mostro aveva la stessa forma del suo Patronus: una volpe a nove code. Solamente che questa era infinitamente più mostruosa e decisamente molto lontana dall’essere adorabile, come Rose aveva definito il suo Patronus.

Fammi prendere il possesso del tuo corpo, gli ordinò la volpe con voce roca, e di quei mostri non ne rimarrà nemmeno l’ombra.

Già, e la stessa fine farai fare ai miei amici, non è vero?, ironizzò Scorpius, no, ho solo bisogno del tuo potere.

Sei strano, Scorpius Malfoy, oppure semplicemente ipocrita, sbuffò la volpe, contrariata, non vuoi concedermi il tuo corpo ma vuoi il mio potere. E va bene, attingi. Dopotutto, è il tuo.

Detto questo, gli occhi di Scorpius si spalancarono, risplendendo di luce azzurra. Come gli aveva spiegato Diana, visualizzò il suo An intorno a sé, come una gigantesca ombra, e indirizzò il suo potere verso i due Demoni. Sentì quell’energia spaventosa scorrergli nelle vene, mentre tutti gli zombie svanivano e i Demoni gridavano terrorizzati, tentando di sfuggire all’enorme tornado di energia che la volpe stava creando vorticando le code.

I Demoni cercarono di difendersi, evocando fiammate, scudi e quant’altro, ma nulla riuscirono a fare, e di loro non rimase nulla.

Scorpius si afflosciò su sé stesso, esausto ma sorridente.

Meno due, pensò, forse possiamo vincerla questa guerra.

Sorrise ancora, prima che Morfeo lo accogliesse tra le sue calde e morbide braccia.

Salve a tutti! Al diavolo il mio pessimismo, l’ispirazione è tornata! Purtroppo però starò via circa venti giorni, andrò in montagna dai miei nonni e, indovinate un po’, niente connessione internet!                                      

                                                                                  Ma come farò a sopravvivere??                                                                                                                               Comunque, cercherò di scrivere qualcosa su carta mentre sono lì, per velocizzare i ritmi.                                     

Mi dispiace, a tutti coloro che seguono anche il giglio nero, per non essere riuscita ad aggiornare in tempo.     
                                                                           Mi rifarò, almeno spero.                                                                                                                          
Quando torno voglio vedere tante recensioni, tante tante! Me lo fate questo regalo? Dai, tra pochi giorni è anche il mio compleanno! Please!

Un bacione, a presto, Nihal Potter

  
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