Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: _Pikadis_    30/07/2013    0 recensioni
Un mondo futuro, sconvolto da una dittattura 'improbabile'.
Una civiltà che sta per essere distrutta da una guerra senza scampo.
Cinque ragazzi strappatti da morte certa per crearne altrettanta.
Ma la storia non si svolgerà come si era previsto.
[Quattro mani con CheshireCat_]
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                2

                                                                “dei mostri come voi dove verranno accettati?”
 
 
- Scusa, ma perché devo stare legato? - la guardia gli rivolse uno sguardo duro.
- Non ti è dato saperlo. Pe ora gli ordini sono di tenerti legato -
- Non lo sai neppure tu, vero? - chiese con ironia. Il calcio del fucile della guardia gli colpì lo stomaco, facendolo ritrovare a terra.
- Finché restiamo su questo camion, tu, per me, sei un semplice condannato, chiaro? - gli sussurrò con disprezzo, tirandolo a sedere. Dopo essersi risvegliato, Dante, si era comportato come un bambino iperattivo per un paio di giorni e, visto che non c’era verso di calmarlo, avevano deciso di stenderlo con gas esilarante: aveva riso tanto da svenire. Non era qualcosa di cui andava molto fiero, ma non riusciva a togliersi dalla testa l’anormalità della cosa. Dopo aver passato un altro giorno incosciente, si era risvegliato, lo avevano ammanettato a mani e piedi, l’avevano caricato su quel camion ed erano partiti, senza una spiegazione. Certo, non gli dispiaceva cambiare aria, ma si sentiva strano. Da quando gli avevano iniettato quel siero si sentiva indifeso e vulnerabile, ma non solo; l’insana idea che gli era passata per la testa, lasciarsi morire, ora gli sembrava una follia; la colpa che si sentiva addosso ora era pura e semplice consapevolezza di aver fatto qualcosa di giusto. Insomma, si sentiva rinato a nuovi ideali, come se il lavaggio al cervello che aveva subito fosse sparito del tutto. Guardò il panorama che riusciva a scorgere dalla finestrella del camion: una sterpaglia sterile e bulla. Si erano allontanati da Jackson, ed anche di parecchio.
- Tra quanto arriviamo? - oltre alla sanità mentale, Dante, aveva ritrovato anche lo sprezzo del pericolo e la sua allegria. La guardia che prima lo aveva colpito, lo guardò truce, pronto per un altro colpo, mentre l’altro, sbuffò, spazientito.
- Tra meno di mezz’ora arriveremo al Big Machine - sul tettuccio del camion cominciò a tamburellare qualche goccia di pioggia.
 
Il carcere Big Machine era stato costruito successivamente all’insediamento della nuova Presidente: ultramoderno e impregnato di una cattiveria primordiale, era il più temuto da chiunque dovesse scontare una qualsiasi pena; se finivi al Big Machine non avevi scampo. Le guardie lo trascinarono fuori, sotto la pioggia, e, lo lasciarono ad altri due, molto più robusti dei carcerieri di Jackson, perfino le sue guardie sembravano esserne spaventate. Lo fecero entrare nel recinto del carcere, molto simile ad un monastero, con un cortile interno dove i condannati lavoravano e il resto delle sale distribuite intorno. Ma era stranamente vuoto. Non si sentiva nemmeno una mosca, sembrava che tutto fosse morto e vuoto e che, oltre alle guardie che lo stavano scortando, il carcere fosse disabitato. Eppure avrebbero fatto lavorare i detenuti anche sotto la pioggia, perché non c’era nessuno? Le guardie lo scortarono nelle stanze interne, non nelle celle, ma direttamente agli appartamenti dei dirigenti, fino ad una porta bianca. Gli tolsero le manette e le cavigliere e gli dissero di entrare, poi, sparirono. Dante, un po’ incerto, bussò e dischiuse la porta. Gli si presentò una sala d’attesa, l’ennesima, circolare, con ampie finestre, piante d’appartamento e poltroncine. All’interno c’erano altre quatto persone.
-Buongiorno…-esordì timidamente Dante, mentre otto occhi si posavano su di lui, per poi tornare a perdersi nel vuoto. Una ragazza, con i capelli biondi dalle punte verdi, continuò a tenere lo sguardo su di lui, forse anche perché era bagnato, ma poi anche lei tornò a guardarsi le unghie. Si sedette sulla prima poltroncina che trovò e si diede all’osservazione dei suoi compagni. Di fianco a lui, alle prese con una cerniera mal funzionante, c’era un ragazzo smilzo e un po’ pallido, con un paio di occhiali sulla punta del naso e i capelli rossi, sembrava il classico nerd. Affianco a lui, con in mano una rivista di moda, stava un’altra ragazza: lunghi capelli ondulati, fisico proporzionato, portamento nobile; sembrava stonare con l’atmosfera di rigore e monotonia di quella sala. Di fronte a lui c’era la ragazza che prima lo guardava, capelli lunghi, forse un po’ troppo. Rispetto all’altra ragazza, lei era robusta e dava l’impressione di essere una tipa abbastanza irrispettosa, forse, per il pesante trucco nero che le circondava gli occhi e le labbra pallide che luccicavano ai riflessi del lampadario. Affianco a lei c’era un tizio che dava l’aria di essere un normale ragazzo di una grande città, capelli biondi e lunghi, legati in una coda bassa, una mezza frangia incurata che teneva buttata a destra e qualche ciocca più lunga sfuggita alla coda, che cadeva ai lati del volto, un po’ di barbetta e il tipico abbigliamento da bad boy metropolitano.
L’atmosfera che si era creata non gli piaceva, c’era troppa tensione.
- Bè…il tempo sembra migliorare, che dite? - in quel momento un tuono vece vibrare i vetri. - Ah…mi sbagliavo… - e tornò nel suo mutismo, mettendo fine a quel patetico tentativo di conversazione. Anche se quest’imbarazzo non durò molto. La porta da cui era entrato, si spalancò, mostrando un uomo sulla quarantina, brizzolato e ben piantato, con indosso un camice.
- Buongiorno, ragazzi miei! - esordì allegro - Come avete trascorso il viaggio? Rilassante? Oppure le guardie non sono state molto educate? - All’improvviso, il ragazzo più normale si alzò.
- Perché ci avete portato qui? Che fine hanno fatto i miei compagni? - il tizio sorrise, accondiscendente.
- Dovrete fare solo degli esami, niente di che… -
- L’ultima volta che mi avete detto che erano ‘solo degli esami’, mi avete iniettato chissà cosa, i miei compagni sono spariti e io mi sono ritrovato qui - il tizio sorrise e tirò fuori dalla tasca del camice una pistola e la puntò sul ragazzo.
- Vuoi sapere perché sei qui, giusto? - e con uno strano ghigno fece fuoco, colpendo il ragazzo in pieno petto. I ragazzi nella stanza erano scioccati, non tanto per lo sparo, ma perché il ragazzo non era morto, ma lì, in piedi, che guardava la pallottola che gli era letteralmente rimbalzata addosso.
La ragazza dai capelli verdi impallidì. La pallottola cadde sul pavimento con un ticchettio sinistro. Dante si strofinò gli occhi, incredulo.
- C-che diamine…? - esclamò il ragazzo colpito.
- Ecco perché siete qui. Ora non siete più semplici detenuti, dopo quell’iniezione siete stati elevati di rango, siete stati portati ad un livello superiore. Ora siete, oltre che proprietà dello stato, anche una sua risorsa - disse il tipo in camice, con un sorrisetto - Dovrete solo imparare a gestirvi e poi potrete essere utili allo scopo per cui siete stati creati -
- Ci avete trasformati in cavie da laboratorio? - esclamò il tipo dai capelli rossi. –Modifiche a livello genetico…dovevo capirlo…ma non è contro i diritti dell’uomo? - Il professor Kuozz si girò a guardarlo.
- Diritti? Avete rinunciato ad essere considerati uomini quando avete infranto la legge, quindi non dovreste lamentarvi del trattamento che vi viene riservato, anzi, ringraziateci per non avervi ucciso - fece una pausa e passò lo sguardo sui ragazzi. - Ora venite con me - detto ciò si girò e proseguì per il corridoio. La ragazza dai capelli verdi emise un fischio. Invece il ragazzo colpito dalla pallottola cadde a terra ritto. Il dottor Kuozz tornò da loro e vedendo il ragazzo che si rialzava a fatica, rise un po’- Hehe, cose che capitano! - guardò gli altri - Quando si riprende venite tutti nella camera alla fine dei corridoio - e si girò ancora. I ragazzi, che erano rimasti tutti muti restarono così fermi a riflettere per un altro po’. La ragazza dai capelli verdi con fare mascolino tese la mano a quello per terra.
- Non mi piace vedere la gente a terra - quello a terra la guardò in faccia, ma non prese la mano.
- Eh? Non ti imbambolare dai! - la ragazza alzò gli occhi al cielo. La sua mano fu allora presa e lo alzò con forza.
- Safira - disse poi, - questo è il mio nome - continuando a stringere la mano al ragazzo che rispose -Andrew Havan - e si lasciarono le mani.- Il rosso li fissò e poi disse:
- Jeremy Scribbleman -
Dante si sedette - Slversword Dante -
La mora sbuffò, mentre tutti la guardavano, aspettando che anche lei si decidesse a pronunciare il suo nome.
- Daphne SaintMichael -
Jeremy, notando che Andrew s’era ripreso, si avvicinò alla porta da dove era uscito il dottor Kuozz - Allora? Vogliamo andare a vedere cosa sta succedendo? -
Dante si alzò pronto, annuì con vigore si diresse verso la porta, spostò Jeremy, che gli rivolse un uno sguardo di traverso da dietro gli occhiali, e seguì spedito il corridoio.
Safira fece un verso di disprezzo- Ma chi si crede di essere quello? - e lo seguì.
Gli altri si limitarono ad uscire assieme, così rimasero bloccati sull’uscio e a strattoni riuscirono ad liberarsi.
 
Il dottor Kuozz li stava aspettando in uno studio completamente bianco. Dante si chiese come in tutto il tempo passato lì non fosse impazzito. Sembrava una stanza di contenimento per pazzi, dopo un po’ lì dentro tutti avrebbero dato di matto.
- Ehi ragazzo, tutto bene? Ti sei ripreso? - chiese Kuozz ad Andrew che annuì leggermente guardando a terra. - Sedetevi, su - e gli indicò cinque sedie, tutte bianche. I ragazzi si sedettero titubanti, tutti tranne Jeremy, che fisso il dottore, sovrappensiero,- Potrebbe spiegarmi perché? Insomma, il motivo di questa mutazione genetica, perché solo noi…questo, questo siero, è talmente potente che distrugge la metà degli individui testati, a che scopo, quindi, lo state sperimentando? -
Il dottore, avvicinò la sua sedia alla scrivania, anch’essa bianca - Se mi fai la cortesia di sederti e calmarti, cercherò di fugare ogni tuo dubbio, altrimenti… - poi aggiunse con tono più basso – Sai, ho guardie addestrate a competere con mostri come voi -. In quel momento Daphne puntò uno sguardo sprezzante sul dottore- Mostri…? - mormorò. Dante sussultò sulla sedia, incredulo, sentendo quella parola. Come un rigetto, non sentiva di dover essere considerato tale, ma doveva capirlo, lo era, era un mostro, come quelli nei film, con l’unica differenza che loro lo erano solo per finzione.
- Dicevo… - continuò Kuozz appoggiandosi liberamente sulla poltrona girevole e incrociando le dita - Due, tre mesetti fa, la Rani ha notato, per Grazia di Iddio… - sollevò gli occhi al cielo - che le carceri erano piene. Come saprete anche voi, ultimamente i delinquenti si sono moltiplicati, nessuno capisce più le regole, al giorno d’oggi! - disse ridendo.
Corrotto! pensò Dante, Le leggi di oggi non sono tali, sono pazze!
- Comunque, sapete, la campagna contro la Germania ci sta prendendo da troppo. Pensavamo fosse facile e invece…come credo che tutti voi sappiate, la Germania, dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha avuto l’obbligo di non potersi armare, quindi tutti pensavano che l’avremmo sconfitta subito, invece si sono messi in mezzo quei bastardi dei francesi, dicendo che stavamo ricadendo nell’errore, blaterando di pace, libertà e principi che al giorno d’oggi non valgono più…devono morire tutti questi europei…ma non perdiamoci in chiacchiere. Dicevo, la Rani ha avuto la brillante idea di risolvere ben due problemi in una sola mossa: il sovraffollamento delle carceri e il fronte europeo immobile da mesi. In poche parole ha voluto usare il Virus RVII, creato artificialmente bombardando di radiazioni un retrovirus a doppio filamento di DNA, sai cos’è, vero quattrocchi? -
Jeremy si aggiustò gli occhiali – Certo. Il retrovirus a doppio filamento di DNA, retrovirus del gruppo VII in poche parole, appartiene alla famiglia degli Hepadnaviridae e degli Caulimoviridae. Quando entra nel citoplasma diventa tutt’uno col genoma dell’ospitante, e il DNA viene usato per produrre RNA che a sua volta serve per le proteine virali e quindi per la riproduzione del retrovirus, ritrasformando poi l’RNA in DNA -
- Ottimo! - esclamò il dottore - Ma, essendo stato modificato tramite radiazioni, il retrovirus, non fa solo questo: nel momento in cui l’RNA deve ritrasformarsi in DNA il retrovirus modifica le caratteristiche base del DNA dell’individuo, quindi potrai anche capire che il vostro potenziale è in continua crescita. Ci vorranno settimane per potervi definire progetti perfettamente compiuti. In questo momento il retrovirus dentro di voi sta modificando costantemente il vostro DNA, fino a quando il sangue non sarà completamente rivoluzionato -
Gli altri ragazzi, che a stento seguivano il discorso, sembravano parecchio spaventati. Si potrebbe dire, in termini più semplici, che l’iniezione fatta giorni prima abbia portato dentro i loro corpi un virus che lentamente li trasforma in mostri da guerra.
- Però c’era un problema, non sapevamo se avrebbe veramente funzionato, perché l’abbiamo testato su parecchie cavie: i topi non riuscivano a sostenere neanche l’iniezione, i cavalli morivano dopo uno, due giorni senza mostrare nulla di strano, solo le scimmie avevano dato dei risultati minimamente soddisfacenti; anche resistendo solo una settimana, durante questo lasso di tempo sembravano sviluppare un’intelligenza molto più evoluta. Quindi abbiamo pensato di testarlo sui carcerati, così, se malauguratamente il virus non avrebbe fatto il lavoro per cui è stato creato, almeno avrebbe pulito le carceri piene. Be’, in effetti, così è stato, nessuno ha retto il Virus che invece di modificare ha letteralmente divorato il DNA della maggior parte degl’individui. Voi siete gli unici a essere sopravvissuti al Virus. Reputatevi fortunati, oppure, meglio ancora, migliori, rispetto agli altri voi siete fisicamente più forti, no?-
- Io non sarei così felice… - mormorò Andrew - Felice di essere un mostro? Di essere schiavo di Dogma? -. Dante guardò il compagno, peraltro seduto alla sua destra, con ammirazione, aveva avuto il coraggio di chiamare per nome la Rani, la loro Dittatrice.
Kuozz si sporse dalla scrivania per avvicinarsi al biondo - Io non farei così lo spavaldo, chiamando così la nostra Rani - Si riappoggiò alla poltrona - Ora, come ho già detto voi siete proprietà dello Stato, che voi lo vogliate o no. Quindi, quando sarà il momento sarete i primi sul campo di battaglia e porterete la gloria a questo Paese. Diventerete i membri più importanti dell’esercito! Ognuno di voi avrà un assetto di cento uomini, la gente vi acclamerà come eroi, scriverete la storia dei vincitori! Questo non vi fa fremere? -
- No - Dante era freddo gli occhi semichiusi che fissavano il dottore. Lui era stato fra le prime linee in guerra, aveva avuto un assetto di uomini e il ripetersi di tutto ciò non gli faceva altro che schifo, l’odio verso quelle persone che l’avevano accusato di tradimento, solo per aver aiutato un gruppo di uomini e le loro famiglie. Ora che ci pensava, il dottor Kuozz poteva essere uno dei suoi accusatori. Se ora stava fremendo, era per l’odio per quell’uomo, e se veramente ora era un mostro, se veramente aveva dei “poteri” come quello andava profetando, non gli sarebbe costato nulla alzarsi ed ammazzarlo. Ma non lo fece, Non è il momento, a tempo debito si disse.
Il dottore, facendo finta di non sentire l’acida risposta del ragazzo chiuse gli occhi e continuò - Ora però, c’è un piccolo problema. Cioè, noi studiosi pensiamo che il comportamento del retrovirus cambi a seconda del DNA che gli si presenta davanti. In poche parole, non avrà su tutti lo stesso effetto, ognuno avrà una caratteristica diversa dall’altro. Quindi avrete da fare altri esami, per dirottare bene il retrovirus in tutto il corpo e per studiare la caratteristica fisica o psicologica che quest’ultimo vi ha modificato. Inoltre avrete due mesi di allenamenti, fisici e psicologici per prepararvi bene alla guerra. Avrete a vostra disposizione un personal trainer che vi seguirà passo per passo e registrerà ogni vostro miglioramento ed evoluzione. Intesi? -
I ragazzi annuirono, non molto entusiasti però, si alzarono tutti, pur non sapendo cosa fare dopo.
Daphne guardò pensierosa il dottore - Non abbiamo scelta, vero? -
Il dottor Kuozz sorrise benevolo - Se pure guadagnereste la libertà, dei mostri come voi, dove verranno accettati? - e detto ciò li congedò – Qui fuori ci sono delle guardie, seguitele senza opporre resistenza, vi porteranno nell’ala dove passerete questi due mesi. Mi raccomando, senza opporre resistenza. Insieme al Virus RVII abbiamo anche creato un siero in grado di farlo impazzire, così che divori il vostro DNA. Basta una pallottola a base di siero e voi passerete all’altro mondo -
I cinque uscirono senza dire niente, in quel preciso momento tutti avevano capito come stavano i fatti, avevano capito la loro posizione sociale.
- Le nostre vite sono completamente stravolte, cioè, la normalità per noi, non esisterà più - mormorò Safira mentre si incamminavano accompagnati dalle guardie, guardando il soffitto.
Andrew continuò a camminare - Renderemo questa la nostra normalità



- - - - - - - - - - - - - - -
 

Salve gente :3
Hahahahaa avevamo promesso un capitolo a settimana e invece non aggiorniamo da parecchi mesi hahahaa
*fa un minuto di vergogna*
Be’, non saprei che dire lol Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, perché ho dovuto studiare un bel po’ di scienze per ,sto fatto dei virus dei retrovirus ecc.
E spero anche che i personaggi presentati vi piacciano :3 Io e Pika ci abbiamo messo anima e corpo per definire il loro aspetto e il loro carattere (ma io non mi ricordo bene il carattere dei miei pg ç.ç)
In questi due capitoli la descrizione si incentra sui pensieri di Dante, come se il vero protagonista fosse lui, ma non è così, dal prossimo capitolo la descrizione sarà diciamo neutrale.
Spero che apprezziate questo capitolo e la trama in generale :3
Grazie per aver letto! *sbaciucchia tutti*

 
Buonsalve, parla Pika!
Oltre al discorso di Cheshire non è che si possa dire molto sul capitolo o sul nostro ritardo, quindi mi limito ad aggiungere una curiosità:
vista la carenza di fantasia per il titolo del capitolo, la prima opzione era stata ‘Mostro c’iu chiamm a sorta (‘Mostro ci chiamerai tua sorella’)’ o al limite la registrazione del mio latrato disperato dopo l’ennesima testata data al muro in cerca d’ispirazione.
Un’ultima cosa: a differenza di Cheshire io ricordo il carattere dei miei personaggi, e Jeremy NON è un nerd/sfigato/secchione come può sembrare, è solo un piccolo psicopatico incompreso(più o meno come Daphne):3
Bene, abbiamo finito, alla prossima!
Pika&Cheshire
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: _Pikadis_