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Autore: Dudy    30/07/2013    1 recensioni
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA: lo so che sono una bastarda e che manca solo un capitolo, scusate. Cercherò di pubblicarlo entro gennaio; intanto, per rispetto, inserisco questo avviso per avvertirvi. Scusate ancora, mi dispiace moltissimo, vi prometto che l'ultimo capitolo sarà sensazionale e molto, molto lungo. Imploro la vostra pietà e la vostra pazienza.
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*dal primo capitolo:
"Io sarò il primo a baciarti, e anche l’ultimo."
Oddio, era fuori di sé.
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*dal capitolo 13:
Fu semplice, fu profondo. Come l’azione stessa del respirare, come l’acqua cristallina che scorre gioiosa in un ruscello fresco di montagna.
Semplice e profondo.
Come l’amore.
Non era un vero bacio. Era piuttosto uno sfiorar di labbra, un tocco che per troppo tempo era stato loro proibito dalle convenzioni sociali, l’immagine tenera e densa si calore di due bambini che, tenendosi per mano, si scambiano un dolce e leggero segno di amore.
No, decisamente, non era un vero bacio.
Genere: Drammatico, Fluff, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La tribuna urlava in un unico e potente suono, mentre il cielo nuvoloso riempiva il pomeriggio di minacce fin troppo convincenti riguardo il buon esito della manifestazione. 
Quando la preside, diversi anni prima ma solo dopo una moltitudine di richieste da parte degli studenti, aveva consentito la formazione di squadre sportive, era stata chiara: ogni evento di qualsiasi tipo sarebbe stato annullato in caso di pioggia o di qualunque altra tipologia di maltempo.
Una piccola riscossa personale che si era presa per far capire che era ancora lei a comandare, nonostante avesse assecondato i ragazzi. 
Ed era per questo motivo che in quel momento la maggior parte degli alunni della Rooney Hight School speravano ardentemente che quelle nuvole si diradassero in fretta.
Nel frattempo, l’incontro poteva avere inizio. 
Molti nomi furono chiamati. 
Abbot George.
Anderson Michael.
Bones Dave.
Tutti in ordine alfabetico. Si posizionavano in file ordinate mano a mano che venivano nominati, aspettando la fine dell’elenco.
Brown Justin.
“Senti, io non ci sto capendo nulla, e sai che ti dico? Adesso vado a prendermi un frullato o comunque qualcosa da bere, mandami un messaggio quando è il turno di Harry”
Maya sorrise nel constatare la svogliatezza della sua amica, che, a giudicare dalla smorfia annoiata comparsa sul suo volto, non era del tutto contenta di trovarsi lì. Basket? Per lei era solo una perdita di tempo. Sport? Certo, se significava stare seduta a spiare i ragazzi carini-single-possibili fidanzati-molte possibilità. E Harry, benché non si potesse mettere in dubbio la sua bellezza, non rientrava in questa categoria. 
Per lei era già un grande sforzo assistere alla seconda frase della selezione per diventare capitano della squadra, se avesse avuto anche solo un’altra insignificante cosa con cui impiegare il tempo l’avrebbe senza dubbio sfruttata ampliamente, per cui non aveva la minima intenzione di stare anche seduta ad annoiarsi prima che arrivasse il suo turno. Si alzò, senza aspettare che Maya potesse dirle qualcosa, e si allontanò in fretta. 
Lasciando un posto libero tra quest’ultima e Zayn, che ben presto il moro si trovò ad occupare. O almeno queste erano le sue intenzioni. Si stupì non poco, infatti, quando vide un altro paio di gambe e un altro viso sedersi su quella vecchia postazione blu consumata dal tempo e dalle larve - ma no, non poteva essere così, non poteva essersi accomodato accanto a lei, non lui, non quel corpo già conosciuto, non quegli occhi così simili ad altri, non Ryan. 
Digrignò impercettibilmente i denti, irrigidendosi e sentendo un formicolio alla base del collo, lì dove quella stessa persona aveva lasciato una cicatrice inguaribile. 
Maya si voltò improvvisamente ritrovandosi davanti le iridi azzurre del fratello. 
No, non lui, non lì, non in quel momento. 
Ryan, vattene, che cosa ci fai qui, ti prego, lasciami in pace, fallo per me, per Zayn, per Harry, per tutti, ti prego, vattene, ti prego, dimmi che ti sto solo immaginando, è passato solo un giorno da quando sei arrivato, non puoi rientrare nella mia vita così bruscamente, non puoi, vattene…
Ma lui non se ne andò. Non avvertiva i pensieri che turbinavano confusi nella mente della ragazza. La osservava soltanto, fissava i suoi occhi nei suoi, la ingabbiava in una cupola di caos immobile, cristallizzato. 
“Ryan”
Quel nome era uscito dalle labbra di Maya come un coltello che trafigge l’aria, come una pietra che scalfisce il vetro. 
Lui si limitò ad annuire. 
Silenzio. Opprimente, pesante, affilato.
“Senti, io…”
Ma lei non lo lasciò finire.
“Vattene”, ordinò, “Vattene”, ripeté, “Vattene”, sussurrò, scrutando il fratello che si allontanava con un’aria sconsolata e affranta.
Il moro, spostandosi finalmente al fianco della ragazza, lasciò che le sue dita la stringessero. Lei lo osservò incerta.
“Tu sai come la penso, vero?”
Annuì.
“Zayn, sei troppo buono. Non rendi giustizia a te stesso.” Non rendi giustizia a te stesso.
Nel frattempo, diverse file sotto di loro, senza che se ne accorgessero, Harry segnava un canestro dopo l’altro.
 
Quando Maya bussò alla porta di casa, si era completamente dimenticata del fatto che i suoi genitori erano ripartiti quella mattina. Solo quando non vide nessuno arrivare ad aprirle se ne ricordò, affrettandosi a ripescare le chiavi disperse nella borsa. 
L’ingresso era immerso nella penombra e nel silenzio, solo un biglietto scritto frettolosamente da sua zia svettava candido in contrasto col legno scuro del tavolo su cui era stato gettato con noncuranza. 

Tesoro, scusaci, il direttore del giornale ci ha obbligati a rimanere in redazione fino a tardi. Credo che riusciremo a tornare per cena, in caso contrario ho lasciato l’arrosto nel forno. 

I suoi zii lavoravano per una rivista di poco conto, sconosciuta alla maggior parte dei londinesi, a cui il direttore stava cercando di far assumere un maggiore rilievo, ordinando a tutti di lavorare parecchie ore in più del necessario, ma senza ottenere i risultati sperati.  Con un sospiro, la ragazza si diresse verso il salotto, con solo la vaga intenzione di studiare.
Pochi minuti più tardi, si ritrovò a inviare un messaggio a Zayn, chiedendogli di andarla a trovare per trascorrere un po’ di tempo insieme. 
Non se la sentiva di rimanere a casa da sola. O meglio, non se la sentiva di rimanere da sola con Ryan, che chissà quando sarebbe arrivato. O forse era rientrato nella dimora molto prima di lei, ma non si era degnato di farsi vedere. 
Ripensò a ciò che Zayn le aveva detto il girono prima. E se avesse avuto ragione? Se veramente suo fratello si fosse sentito perso quando lei l’aveva trattato in quel modo, se davvero lei fosse stata la sua unica possibilità di poter contare su qualcuno? E se rifiutando un approccio con lui avesse realmente rifiutato di tirare fuori da una voragine un ragazzo con cui, nonostante tutto, aveva un legame di sangue più che valido, facendolo invece precipitare sempre più in basso? Se si fosse dovuta comportare in modo diverso, se avesse dovuto avere pietà di quel biondo dalle iridi tanto azzurre quanto spente?
Scosse la testa con foga, dandosi della stupida. Lui non era suo  fratello. Lui era un mostro, semplicemente. Una belva. Lui era la stessa persona che aveva quasi ucciso il suo fidanzato. La stessa persona che le aveva impedito di avere un’infanzia normale con tutti i problemi creati alla famiglia già di per sé poco stabile. 
Non era affatto suo fratello. 
La melodia familiare del campanello si incastrò tra i suoi pensieri.
Nel silenzio teso in cui era immersa la stanza, riuscì a riconoscere - non senza certo sollievo - il ritmo della scarpa che batteva pazientemente a terra.
“Zayn”, sussurrò a sé stessa, e si affrettò a spalancare la porta. 
 
Si erano seduti sul divano a guardare un film, ma nessuno dei due prestava attenzione alle scene. Lui era immerso nel dolce profumo dei lunghi capelli ricci della ragazza, sparpagliati disordinatamente sulla sua palla. Assaporava con calma quei boccoli un po’ arruffati, giocherellandoci simpaticamente tra le dita, respirando la delicatezza con cui ricadevano sulla sua maglietta avvertendo che senza di essi non avrebbe più potuto vivere. E ad ogni tocco, ad ogni respiro, sentiva crescere nel petto ciò che provava per lei.
Lei… Lei, si cullava nel tocco delle sue mani che le accarezzavano dolcemente il braccio finendo per stringere la sua mano. Chiudeva gli occhi dedicando tutta sé stessa al tocco del respiro del ragazzo sul suo collo, alle labbra del moro che di tanto in tanto si posavano sulle sue. 
E si sentiva bene. Perché al di là di tutti i problemi, c’era lui, c’era l’amore che pian piano si stava costruendo, creando tra di loro un legame indissolubile, una catena alata che li imprigionava nei sentimenti che provavano l’uno per l’altra, portandoli a volare in una nuova magnifica dimensione di semplice e pura felicità, semplice e pura poesia. 
“Zayn…”
Il mormorio di Maya fu appena udibile, ma penetrò nelle orecchie del ragazzo come una stupenda melodia. 
“Sì?”
“L’altra volta, ti ricordi? Durante il gioco della bottiglia… Hai detto che ti piace cantare”
Si accorse vagamente del leggero rossore che si accingeva a salire sulle guance del moro, e temette per un attimo di averlo messo a disagio. Ma questo sospetto fu subito annullato del suo sorriso. 
“Beh, è la mia più grande passione” Dopo di te.
Lei incurvò leggermente gli angoli della bocca, spronandolo a dirle qualcosa in più.
“Da piccolo mia madre mi ha costretto a seguire delle lezioni di canto. All’inizio ero contrariato, avrei preferito passare il tempo a giocare, ma poi ho scoperto di avere un vero talento… E non sono più riuscito a smettere”
Maya si strinse più forte al suo petto.
“Canta qualcosa per me” 
Lui sobbalzò. Era pronto per una cosa del genere? Il solo pensiero di sbagliare qualcosa, il solo pensiero di deluderla…
“Happy together. La conosci?”
Sobbalzò di nuovo. Sì, la conosceva. E mentre ripensava al testo della canzone, non riusciva a staccare gli occhi da quelle iridi di ghiaccio che gli stavano trasmettendo la forza di emettere quei suoni. Forse perché, cercando di ricordare ogni singola parola di quel brano, l’unica figura che riusciva a entrare nella sua mente, nei suoi pensieri, era proprio quella ragazza accoccolata tra le sue braccia. 
 
Imagine me and you, i do, 
I think about you day and night, it`s only right 
To think about the girl you love and hold her tight, 
So happy together 
 
Sì, lui non smetteva mai di pensare a lei, la amava, o almeno stava imparando a farlo, ma in ogni caso non voleva perderla. Perché loro erano così: felici insieme. 
 
I can't see me lovin` nobody but you 
For all my life 
When you`re with me, baby, the skies will be blue 
For all my life 
 
No, non avrebbe mai potuto amare qualcuno che non fosse lei: ne stava avendo la certezza proprio in quel momento, mentre le dichiarava i suoi sentimenti attraverso una canzone. Lo sentiva, sarebbe sempre stato così, per sempre, per tutta la sua vita: lei avrebbe sempre reso le sue giornate migliori.
 
Me and you and you and me, 
No matter how they toss the dice, it has to be 
The only one for me is you, and you for me, 
So happy together, so happy together 
 
Già. Non importava cosa la vita li avrebbe portati ad incontrare, né cosa avrebbero fatto gli altri per cambiare le cose: loro ci sarebbero stati sempre, lui per lei, lei per lui,  perché insieme stavano bene, insieme erano felici. 
 
So happy together 
How is the weather 
So happy together 
We're happy together 
So happy together 
Happy together 
So happy together 
So happy together

Chiuse gli occhi mentre terminava anche l’ultima nota. Era un’abitudine che aveva preso fin dalle prime lezioni di canto: ogni qualvolta si trovava alla fine di un brano, scopriva di avere gli occhi chiusi. Forse ciò lo aiutava a concentrarsi meglio, o semplicemente ad entrare a far parte del testo, della musica, alienandosi dal mondo esterno. Solo che in quel mondo esterno si trovava la sua vita. 
Sollevò lentamente le palpebre, scontrandosi con lo sguardo commosso ed emozionato di Maya, colmo di lacrime di gioia. 
“Sei… sei bravissimo”
“Non lo sarei se non avessi te”
E, forse, era vero: a volte, il solo talento non basta.
D’un tratto, la ragazza si alzò di scatto, scatenando lo stupore del moro, che non tardò a chiedere spiegazioni.
“In cantina dev’esserci una pianola, e poi qualche vecchio disco che… oh, lascia perdere, ti spiego dopo”
Zayn non ebbe il tempo di ribattere: un attimo dopo aver pronunciato quelle parole, Maya si trovava già sui gradini che portavano al piano inferiore, e lui fissava la sua schiena che si allontanava impaziente. 
Sentì il rumore dei passi della ragazza scendere le scale, poi quello di una porta che sbatteva: ma non sentì l’esclamazione di orrore, le grida di rabbia. Non vide la scena che si stava svolgendo in cantina, i cui protagonisti erano Ryan, Helen, e, da quel momento, anche Maya. 



No, non sono morta. 
Lo so che probabilmente avete pensato qualcosa del genere, dato che non aggiorno da quanto? Boh, ho perso il conto delle settimane...
Mi dispiace, davvero, ma stavo in vacanza in un luogo sperduto del mondo dove la parola "wifi" è usata come abbreviazione di "we! che fai?" (?)
Inoltre adeso me ne esco con questo schifo di capitolo. Cioè, nella mia testa doveva essere una cosa jkbhubh, ma a quanto pare non sono riuscita a scriverlo come volevo. 
Ecco, appuno, parliamo del capitolo. 
Dopo la breve introduzione, in cui capiamo che la sitazione Ryan/Maya è ancora messa piuttosto male, ho voluto inserire un momento "Mayn" (o Zaya? Quale preferite?). La canzone "Happt together" è dei Turtles, ma è stata cantata dai Simple Plan nella colonna sonora del film "Quel pazzo venerdì". Nel capitolo non ho inserito tutte le strofe, ma vi consiglio di andare a leggere tutto il testo perché è davvero bellissimo *-*
E arriviamo al finale: cosa sarà successo? 
Lo so, sono cattiva a lasciarvi così in sospeso. Ma che ci posso fare? Non ho potuto resistere :3
Vabè, aspetto con ansia i vostri pareri!
Al prossimo capitolo! 
:)

Ah, scusate, dimenticavo: ho pubblicato una OS, che stranamente mi piace, eccola
QUI
Passate e lasciuate una recensioncinuccia! (?)
Ok, ora me ne vado davvero.

 
  
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