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Autore: Evelyn Doyle    30/07/2013    9 recensioni
Non potevamo starcene qui, in Irlanda, tranquilli e buoni?
[...]
Qui ho Doreen, Candace, Hattie, Lauren e altri... Irlandesi quanto me fino alla punta dei capelli.
Qui posso parlare l’irlandese, lì dovrò parlare sempre e solo inglese doc.
Qui le campagne sono verdeggianti e floride.
Qui non ci sono le onde bazzicanti di surfisti ogni giorno dell’anno, il mare è freddo e le coste alte e rocciose.
In ogni caso, dovrò abituarmi all’idea.
Dovrò abituarmi all’idea di dire: “Io abito a Sydney, la conosci?” e non “Io abito in Irlanda, sono irlandese, non vedi?”

[...]
Non posso ancora capacitarmi che questo sarà un biglietto di sola andata, non una vacanza leggera di un paio di settimane.
Io andrò in Australia e non tornerò.

* * * *
Questa storia mi frullava da un bel po’ in testa e, nonostante non credo sia delle più originali volevo comunque scriverla, un po’ per sfizio.
Detto questo, spero di avervi incuriosito anche solo in minima parte e, ovviamente, buona lettura!
Se vi va lasciatemi anche qualche recensione, ci tengo a sapere il vostro parere ;)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 2.

Dopo altre due ore di biologia, sono qui, in mensa, con il panino al salame e formaggio preparato amorevolmente da mia madre.

Tengo il cestino del pranzo in mano, mentre mi diletto a cercare uno straccio di posto libero in questa immensa mensa, piena di tavoli e di alunni intenti a mangiare e chiacchierare.

Ad un tratto, quando ormai ho perso ogni speranza di poter trovare un posticino in un tavolo, sento qualcuno chiamarmi.
«Brooke, vieni pure qua!» è una voce femminile già sentita, questa... mi volto nella direzione da cui proviene: è Dawn, l’unica che si è dimostrata molto simpatica e affabile nei miei confronti, fino ad ora.
Mi dirigo allora nel tavolo dov’è seduta e prendo posto.
«Non preoccuparti, è sempre così incasinata la mensa» mi informa dopo aver bevuto un sorso d’acqua.
«Per questo odio le mense scolastiche» scrollo le spalle, tirando fuori il mio panino.
«Non dirlo a me! Ah, ecco Sum!» dice, mentre una ragazza dai lunghi capelli castani mossi, occhi nocciola e poco più bassa di Dawn, si siede di fianco alla bionda.
«Sum, lei è Brooke. È irlandese» la informa, mentre io guardo la scenetta con aria interrogativa.
«Ah, tu sei quella irlandese, eh? Io sono Summer, piacere» mi sorride, mentre tira fuori dal suo cestino... un’insalata?
Sì, è proprio un’insalata.
«Summer è vegetariana» bisbiglia Dawn, vedendo la mia espressione interrogativa, mentre Summer guarda con un’altrettanta strana espressione il mio panino.
«Oh, poveri suini!» indica poi il mio panino al salame con una faccia tra il ribrezzo e il dispiacere.
«Non farle caso, fa sempre così» mi informa Dawn mentre addenta il suo panino.
All’improvviso un pensiero si fa spazio nella mia mente: sbaglio o Summer mi ha chiamato anche lei “quella irlandese”?
Non è la prima a farlo, anche quei due ragazzi biondi che ho “incontrato casualmente” all’intervallo hanno detto così... insomma, da quando si parla di me in giro?!
«Uhm, ora che ci penso io ti ho visto a ricreazione... ma certo! Oddio, Dawn, conosce Nathan Harris! Cioè, è solo il suo primo giorno e già lo conosce!» non so, sarà la sfortuna di arrivare a metà anno, ma qui io ci sto capendo ben poco...
Chi accidenti è questo Nathan Harris?!
Come faccio io a conoscerlo?
Dawn tossicchia, poi si rivolge a Summer: «Non dire cazzate, Sum, come fa a conoscerlo?»
«L’ho vista parlarci» scrolla le spalle Summer.
«Ti sarai confusa, allora» risponde Dawn alzando un sopracciglio.
«Suvvia, Dawn, non dire idiozie!» dopo questo piccolo battibecco di cui la sottoscritta ha capito poco o niente, finalmente si rivolgono a me, forse vedendo la mia faccia stranita e interrogativa.
«Allora, vediamo se è vero... a ricreazione stavi parlando con Nathan Harris?» mi chiede Dawn.
«Oddio, non so nemmeno chi sia questo Nathan Harris!» sbotto, dando voce ai miei pensieri.
«Uhm... alto, palestrato, biondo, occhi tremendamente blu...?» la breve e vaga descrizione di Summer mi fa tornare alla mente qualcosa... o, meglio, qualcuno... ma certo! Il tipo strano, “Nat”! Ora capisco perché Drew lo ha chiamato così.
«In realtà non sapevo nemmeno il suo nome...» alzo le spalle.
«In condizioni normali ti direi di stargli alla larga il più possibile, ma ormai...» anche Dawn scrolla le spalle, mentre io non capisco assolutamente nulla.
«Perché mai?» in realtà non è che voglia nuovamente averci a che fare, solo non capisco perché Dawn dica così.
«Tsk, frequenta compagnie che non sono esattamente sinonimo di “affidabilità”, ma nonostante questo le ragazze gli corrono dietro assiduamente... meglio starci alla larga» risponde con un tono alquanto stizzito.
Annuisco, mentre termino il panino.
Da quanto ho capito, Dawn è una molto ben informata sugli studenti della East Coast High School, mentre Summer è una di quelle ragazze che si iscrive nelle più svariate squadre sportive, difatti fa parte di quella di atletica, nuoto, karate e direi altre due che non ricordo.

Dopo aver terminato del tutto il panino, vado a prendere una bottiglietta d’acqua al bancone dove c’è il cibo, per chi non lo vuole portare da casa.
Prendo la bottiglia e la apro all’istante, dato che quel panino mi ha fatto venire una sete tremenda, ma proprio mentre porto alla bocca la bottiglietta, qualcuno ha la brillante idea di venirmi contro, facendomi perdere per due secondi netti l’equilibrio.
Già, ma due secondi sono più che sufficienti per far rovesciare buona parte del contenuto della bottiglia sulla mia divisa.
«Idiota, sta’ più attento. Vorrei vederti io con la divisa gocciolante!» sbotto piuttosto irritata.
Mi volto così per vedere in faccia l’autore di quel misfatto: è un ragazzo dai capelli corvini spettinati e gli occhi scuri, non molto alto, non palestrato.
«Oddio, scusami, non ti avevo visto» le sue inutili scuse vengono però interrotte da un secondo ragazzo.
«Tom, quanto ci stai mettendo a...? » si interrompe, vedendo il disastro causato dal suo amico.
In un primo momento non faccio molto caso al secondo ragazzo, ma poi riconosco quegli occhi tremendamente blu, quei capelli biondi, quel viso... è “Nat”, o, meglio, Nathan Harris.
«Ehi, guarda un po’: la rossa irlandese» dice «Il mare è da quella parte, comunque» aggiunge con quello che sembra un ghigno divertito.
«Divertente, molto divertente. Il tuo amico mi ha fatto una bella doccia fredda con la mia bottiglietta d’acqua» lo informo piuttosto acida.
«Mi sono già scusato...» scrolla le spalle come se nulla fosse.
«E sai cosa me ne faccio delle tue scuse?!» gli punto il dito contro.
Okay, avrò io qualche complesso strano in testa, ma se c’è una cosa che detesto categoricamente è essere bagnata in questo modo.
«Ehi, calma, piccoletta, ti ha solo bagnato» sono certa che mi sta prendendo per i fondelli, con quel suo tono beffardo e quel ghigno perennemente stampato in faccia.
«Solo bagnato? Come pensi che faccia ora? Certo, ovvio, vado in classe con la divisa fradicia. Perché non ci ho pensato?» dico con sarcastica amarezza.
«Tom, l’hai fatta grossa eh. Ora questa verrà a maledirti la notte» bisbiglia al moretto, che mi guarda alquanto allarmato.
«Maledirò entrambi, se non la finisci! E non credere che non ti senta» me ne vado al tavolo, senza bottiglietta.

Quando torno al tavolo, Dawn e Summer mi guardano con aria interrogativa.
«Che è successo?» mi chiede Summer.
Inizio così a raccontare della mia spiacevole disavventura con la bottiglietta e dell’intervento di “Superman Nat”, che non ha migliorato la situazione.
«Non ti preoccupare! La prudenza non è mai troppa, per me. Per questo tengo sempre nell’armadietto una seconda divisa di ricambio! Se vuoi te la presto, anche se forse ti starà un tantino grande» propone Summer.
Acconsento, così quando finiamo di pranzare, va a prendere la sua divisa di ricambio e me la porge.
Dopo essermi cambiata in bagno, metto la divisa bagnata in una busta di plastica che tengo nello zaino (non si sa mai, potrebbe servire sempre).
In realtà Dawn aveva ragione: mi sta un pochino larga ai fianchi e sulla vita, non che Dawn sia grassa, anzi, è piuttosto magra, ma io ho una corporatura più minuta della sua.
«Dai, non si nota così tanto che non è della tua misura» commenta Summer.
Alzo le spalle rassegnata e andiamo in classe.

* * *

Alla fine delle lezioni, è ora di tornare a casa.
Nonostante avessimo in comune queste due ore, non ho ancora visto Summer uscire.
Peccato, vorrà dire che andrò a casa da sola.
A piedi, già.
Mio padre stamattina, prima che andasse a lavorare, ha detto che dato che la scuola è abbastanza vicina, muovere le gambe non mi farà di certo male.
Mia madre inizialmente si è opposta, poi a malincuore ha acconsentito.
Quindi, ora, mi ritrovo qua, poco fuori dal cancello principale, per tornare a casa.
«Eccola, è lei» alzo lo sguardo e mi ritrovo tutt’un tratto quattro ragazzi davanti.
Ma chi è che ha parlato?
«Scusate, dovrei passare» dico, notando che uno dei quattro ragazzi è il signorino dagli occhi blu.
«Attenti, ragazzi, questa ci maledice la notte, eh» ancora questa storia della maledizione? Ma cos’ha di sbagliato?
«Non sforzarti, non sei divertente. Punto e stop» roteo gli occhi incrociando le braccia per mostrare loro che sono piuttosto scocciata.
Noto che uno dei quattro sta fumando.
Anzi, no, una sigaretta ce l’hanno in mano tutti, ma sembrano consumate.
Ciò che mi da più fastidio è l’orribile odore di fumo proveniente da esse.
«Simpatica e carina come ci avevi detto» dice uno a “Nat”, sempre abbastanza palestrato, capelli scuri con ciuffo all’insù e occhi di un verde poco definibile.
Un attimo, però... ho sentito bene? Ha detto “come ci avevi detto”?
Ciò vuol dire che il signorino occhi blu ha parlato di me alla sua cricca “non esattamente sinonimo di affidabilità”?
«Ehi, Cole, vacci piano. Avrà sì e no dodici anni» lo schernisce Nathan ridendo.
Cosa? Dodici anni? Forse non hanno ben chiaro che è una scuola superiore...
«Mi spiace deluderti, ma avrei un paio di accorgimenti per una povera mentecatta come te. Punto primo: ho quasi quindici anni. Punto secondo: sveglia! Siamo in una scuola superiore e non potrei avere dodici anni, dovresti saperlo. C’est clair?» rispondo con tono beffardo.
Quelli che dovrebbero essere i suoi amici ridono alla mia affermazione, nonostante non mi sembri una battuta così divertente.
«Molto divertente, rossa. Davvero molto divertente» risponde, con un tono piuttosto irritato, probabilmente dal momentaneo “tradimento” dei suoi compari.
«Nat, finiscila di rompere le palle alla nuova arrivata, è il suo primo giorno e già ti fai detestare» entra in scena Drew, sbucato da chissà dove.
«Oh, ma guarda chi abbiamo, il salvatore degli innocenti. Superman, ottimo tempismo» lo schernisce Nathan.
«Finiscila di sparare cazzate, Nathan Harris. Perché non vai a divertirti con le tue amiche, invece?» a quella domanda, Nathan scoppia in una lauta risata, tanto che la sigaretta ormai consumata gli cade dalle dita.
«Senti senti chi parla di “amiche”... ti prego, Drew, non spararle te le cazzate» lo canzona l’altro biondo.
«Finiscila Nat, sei detestabile a volte – poi si rivolge a me – Come ti ho già detto, Brooke, è solo un deficiente, fa sempre così con i nuovi arrivati» dice Drew.
«Brooke? Bel nome...» commenta Nathan con il solito ghigno «Io sono Nathan, ma l’avrai già capito, dato che questo individuo – indica Drew – ha fatto la spia prima del dovuto»
Annuisco, per poi prendere ed andarmene alla prima occasione disponibile.

Guardo l’orologio: accidenti! Sono le quattro!
Ho perso mezz’ora buona a “chiacchierare allegramente” con Nathan e la sua combriccola di fumati.
Bene, il primo giorno è andato.
Diciamo che mi aspettavo esattamente qualcos’altro, che so, gente accogliente e premurosa... non chiedo un banchetto, per carità.
Beh, chissà come se la passano Doreen e Hattie in Irlanda.
Meglio di me, sicuramente.


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Note autrice:

Eccomi qua con il nuovo capitolo.
Come avrete sicuramente capito, serve ad introdurre per lo più nuovi personaggi come Summer o Tom.
Vi siete già dimenticati di Tom?
Spero di no, perché non avrà un ruolo così marginale più avanti.
Bene, ringrazio innanzitutto chi ha messo la storia nelle preferite e seguite, mi fa davvero piacere :)
Aspetto qualche recensioncina, per sapere cosa ne pensate ;)
Per qualunque tipo di domanda sulle mie storie o altro, ho un profilo interamente dedicato alle mie storie di EFP su Facebook (http://m.facebook.com/poppy.annieefp?refid=18).

Ho anche aggiunto il banner, vi piace?
Sono sicura che l'avrete capito, ma la ragazza in mezzo è Brooke, il ragazzo alla sua destra è Drew, mentre quello a sinistra (quello a "testa in giù" diciamo xD) è Nathan.
Ringrazio Krystal Darlend per averlo realizzato *-*
Ecco il link della sua pagina Facebook dedicata alla creazione di banner, dateci un'occhiata ;)
> Peerless graphic <
(Cliccate sul nome e vi si aprirà la pagina)

Detto questo, spero continuerete a seguire la storia :)


Annie.
   
 
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