Draw another
picture
Of the life you could have had
Follow your instincts
And choose the other path
(Hoodoo, Muse)
Nel tuo
vocabolario stanno comparendo termini che voi due avevate sempre definito
noiosi, da uomini d’affari vecchio stampo, ai quali assolutamente non volevate
assomigliare.
Lemmi come: organizzazione, pianificazione, lungimiranza ed il terribile...
Ottimizzazione.
Non solo
sul lavoro ma anche nella vita privata.
L’equilibrio
sta, prima di tutto, nel non concederti neanche un momento di tregua. Se
iniziassi a convincerti che non ti rimane che continuare a contare giorno dopo
giorno da quant’è che siete divisi, ti troveresti in un circolo vizioso capace
di uccidere qualsiasi spirito d’iniziativa.
A cominciare dallo stesso aprire gli occhi ed affrontare un'altra giornata
senza di lui.
No, hai già dato e non è certo servito a restituirti Fred.
Perciò t’assicuri d’avere da fare dal momento in cui ti alzi a quello in cui
vai a dormire, scolandoti la tua fidata pozione ogni sera. Ora che hai un serio
obbiettivo da portare a termine non puoi più permetterti notti in bianco o di
restare attaccato ad effimeri sogni.
Anche se l’imporsi un sonno che ne sia privo è un sacrificio che pesa come un
macigno. Ti eri sempre concesso almeno un’ora con un paio di Sognisvegli
Brevettati, durante la settimana, con la scusa che apportandoci qualche
miglioria ti assicuravi che il prodotto non passasse di moda.
In fondo era pur sempre un’opportunità per vederlo ancora, per farsi due
chiacchiere con lui, seppur quella che incontravi non fosse che una penosa
imitazione della sua persona.
Non puoi più. Ogni minuto sprecato ti allontana dalla riuscita del tuo
progetto, tutto dev’essere organizzato e seguito a puntino affinché tu possa
riabbracciarlo prima possibile.
Cosa ti costa, allora, rinunciare a quello inesistente se ciò ti facilita il
riaverlo in carne ed ossa? Seguire un rigido programma, anche se solitamente il
concetto stesso ti fa venire l’orticaria?
Questo ti domandi, ogni volta, rimescolando il denso liquido nel calderone.
Nulla, ti
rispondi, e bevi.
Nonostante
la tua ammirevole dedizione, però, le cose procedono a rilento.
Per il negozio è inevitabile, una volta iniziata la scuola gli studenti sono
troppo lontani ed i lavoratori salariati passano solo finito il turno.
Con i tuoi fratelli presenti non puoi neanche occupare i tempi morti in maniera
veramente produttiva. Al massimo puoi chiuderti a creare qualche ordigno
pericoloso abbastanza da tenere la tua mente sgombra da ricordi, rimorsi,
rimpianti o elucubrazioni di alcun genere.
Ciò ti
rende ancor più impaziente sull’altro fronte. Non avevi mica calcolato che non
ti sarebbe bastato schioccare le dita, per aver tutto a portata di mano.
Anche se
non si tratta d’ingredienti dalla dubbia esistenza come ali di fata, scaglie di
drago piumato o crine di centauro albino Scandinavo, piuttosto che del Circolo
Polare Artico, vanno raccolti con meticolosa pazienza, a meno di non volersi
scrivere in fronte ‘Sto praticando Arti Oscure’.
Si tratta più che altro di radici e polveri di non difficile reperibilità,
contattando persone già conosciute in certi ambienti, ma devi anche stare
attento che nemmeno loro vengano a sapere delle tue intenzioni o del contatto
con Plum.
Eviti, quindi, di rivolgerti ad ognuno di loro più di una volta e richiedi un
solo componente.
Te ne procuri la maggior parte di persona, inventando ogni volta una nuova
scusa per mandare a casa Ron e Percy con un po’ di anticipo sull’orario di
chiusura.
Oltretutto,
ogni decotto dev’essere preparato in coincidenza con particolari fenomeni
astrologici, a cominciare dal solstizio d’autunno, per poi coincidere con le
quattro fasi della luna.
Hai i minuti contati a dir poco.
La tua tensione è palpabile e in una botta di follia, evidentemente non
contento di aver già abbastanza magagne di cui preoccuparti, compri proprio il
locale di Zonko.
Fosse
finita qui sarebbe stato solo questione di rivenderlo a qualcun altro. No,
macché! Hai pure la sciaguratissima idea di comunicarlo al primo pranzo con
tutta la famiglia alla Tana.
Uno scivolone bello grosso. Senza esagerare, lo potresti definire plateale.
Cade il
silenzio a tavola, le forchette si fermano a mezz’aria, e tua madre è tesa come
se volesse alzarsi a toccarti la fronte per vedere se hai la febbre.
“Sei sicuro di poterti occupare di due negozi?” Chiede tuo padre, così pacato
da tranquillizzare tutti.
“Ho abbastanza soldi da poter pagare del personale anche a Hogsmeade, se è
questo che intendi.” Resti sul vago, benché tu sappia che si riferiva più alle
tue possibilità psicofisiche di starci dietro.
“Potresti aspettare…” Suggerisce la mamma, esitando di fronte al tuo stoicismo.
“Che cosa? Che lo acquisti Madama Piediburro per farci una casa
d’appuntamenti?” Ribatti, fingendo confusione. Se fino a poco fa lo consideravi
un madornale errore, ora si tratta di una sfida aperta ai tuoi genitori per
fargli vedere che sei capace di gestirli entrambi senza alcuna fatica.
“George, mi spiace contraddirti, ma quel genere di attività non potrebbe mai
svolgersi nei pressi della Scuola, sai per la legislazione - ” Percy viene
interrotto da Ginny che, sospirando, lo contraddice immediatamente.
“Se conosci i luoghi giusti tra le mura, ne succedevano anche di peggio.”
Scherza, facendo prima sbiancare e poi saltar su Molly.
“George, Ginevra! Smettetela di dire sciocchezze. Madama Piediburro è una
persona perbene, così come la vostra Scuola è un esempio di rettitudine.”
Ricordandosi poi di aver mandato a Ron una Strillettera all’inizio del secondo
anno, e in generale di tutte le volte che ogni convitato – escluso Percy,
naturalmente – ha infranto le regole della suddetta scuola aggiunge “Con
qualche dovuta eccezione che non mette certo in dubbio la sua moralità.”
“L’importante è crederci.” Dite all’unisono tu, Ginny e Ron, scrollando le
spalle.
La crisi rientra, ma sai che ora ti terranno più che mai d’occhio. Si sono
convinti che tu stia cercando di ammazzarti di lavoro, a discapito della tua
salute, per non sentire il vuoto nell’anima e nel cuore.
Il che è pericolosamente vicino alla verità, certo. Ma la vita è tua, diamine!
E poi dovrebbero essere già contenti che tu non stia considerando l’idea di
togliertela definitivamente.
È sempre stato sfiancante far fronte alla loro contraddittorietà; vorresti solo
essere lasciato in pace ad occuparti delle tue faccende.
Glielo grideresti in faccia ad ognuno, con il dito ben puntato davanti alle
loro facce pateticamente addolorate e preoccupate, se non servisse solo a farti
avere un nuovo gemello, uno siamese stavolta, attaccato a te ventiquattro ore
su ventiquattro.
Non ti resta che limitare i contatti al minimo, stanandoli e facendo venire
loro da te.
Questo li porta direttamente alla tua bottega, dove li puoi elegantemente
evitare dicendo di essere occupato con dei clienti, o indietro con delle
consegne. Quando la mamma viene a farti visita di sera è soddisfatta nel vedere
che la tua casa non è un disastro, che te ne prendi cura così come di te
stesso, mangiando e dormendo quanto basta. Sembra soddisfarla.
Papà
aspetta fiducioso, mandando ogni tanto in ricognizione qualcuno che non debba
temere il licenziamento, se nota qualcosa d’insolito nella bottega o nel tuo
comportamento. Ciò nonostante non ne cava un ragno dal buco.
Mantenendo con sempre maggior difficoltà l’apparenza di aver accettato il
lutto, o almeno di conviverci, stringi i denti.
Hai ancora le tue piccole soddisfazioni ad alleviarne il peso, dopotutto. A
porte chiuse, esulti silenziosamente, quando tracci una riga su un ingrediente,
di settimana in settimana.
Stracciando le carte ormai inutili e buttando via i libri polverosi, hai reso i
vecchi nascondigli posti perfetti dove stipare sacchetti di terre, radici e
piante.
L’achillea, il penultimo, è per assurdo il più difficile da trovare.
È
specificato nero su bianco che debba essere una varietà appena colta, ma ai
bordi dei fiumi e delle strade non ce n’é traccia.
Nel mondo magico pare quasi sia passato apposta uno squadrone a farne sparire
ogni esemplare, e quelle dei Babbani non si trovano per il troppo smog.
Avresti quasi riso del fatto che fosse più semplice trovare una Mandragola
ballerina a pois fosforescenti che della vera e propria sterpaglia, sennonché
non ne eri grado. Nemmeno per amarezza, come se la tua risata fosse morta quel giorno
con la tua metà più spensierata.
Inoltre Plum ti ha dato una scadenza. E meno male che, pochi giorni dopo il
vostro incontro, avevi pensato di chiederglielo; per pura curiosità.
“C’è mica un tempo massimo entro cui devo essermi procurato tutto?” avevi
scritto una mattina.
La sera avevi trovato un “Ogni cosa dev’essere sistemata entro l’ultimo giorno
di Ottobre. Ed intendo che quella notte saremmo già lì, dove il primo atto
della nostra opera avrà luogo.”
Sul libro non c’è annotato nulla del genere, ma non è il caso di rischiare di
dover rimandare tutto di un anno.
Ragion per cui l’irreperibilità di quella dannatissima achillea ti manda quasi
nel panico, e quando te ne ritrovi un bel mazzetto sul tavolo di casa non stai
a chiederti chi possa avertelo fatto avere. Lo interpreti come il tentativo di
uno scherzo da parte del vecchio, e ti riprometti che gliela farai pagare non
appena non avrai più avuto bisogno di lui.
Consideri solo qualche giorno dopo che potrebbe anche trattarsi di qualcun
altro. Qualcuno che sappia a cosa ti serva, che sia a conoscenza delle tue
macchinazioni. L’ipotesi è ancora più assurda di quella della beffa.
Perché mai
quel qualcuno avrebbe dovuto agire nell’ombra, piuttosto che avvisare le
autorità o confrontarsi con te a viso aperto? Può darsi che attenda di avere
abbastanza prove per incastrarti, che abbia teso l’esca per poterti
incriminare.
Anche se così fosse, s’accorgerà che ormai è troppo tardi per fermare
l’inesorabile corso degli eventi. La reclusione ad Azkaban è una pena
irrisoria, perfino se si trattasse di ergastolo: non c’è minaccia della legge
che possa convincerti a non sfidare
L’ultimo
componente elencato dev’essere aggiunto nella mistura delle quattro pozioni la
sera stessa dello svolgersi del rituale, in aggiunta ad uno di cui non hai
tenuto conto perché n’eri già in possesso.
“Giusto in tempo!” Appare vicino alla riga tracciata sopra all’achillea. “Ci
vediamo la sera del trentuno da Fred, vedi di non mancare.” Conclude con una
faccina sorridente, nemmeno si trattasse di andare ad un party piuttosto che in
un cimitero.
Che sappia
dove è sepolto non ti turba. Notizie del genere non sono difficili da ottenere,
specie quando si ha una prozia che chiacchiererebbe anche con degli Schiopodi
Sparacoda.
Rimane un solo, mastodontico, dettaglio che può mandare tutto a scatafascio.
Una parola che per te e Fred aveva sempre significato il divertimento più
assoluto, la magnifica possibilità per far rizzare i capelli al prossimo dalla
paura e per questa gloriosa impresa passare come gli eroi della serata:
Halloween.
Non ricordi
bene come e quando, fatto sta che s’è deciso di tenere aperto tutta la sera per
la clientela in età pre-scolare che andava a fare il giro di ‘dolcetto o
scherzetto’ e per quei bambinoni dei loro genitori.
Percy, tra l’altro, che dello spirito dei Tiri Vispi non ne capiva nulla ma per
il marketing aveva lo stesso fiuto di famiglia, aveva pensato anche di
pubblicizzare la prossima apertura a Hogsmeade regalando agli avventori
articoli che sarebbero stati l’esclusiva di quel negozio.
Il che significa dover sputare sangue fino alla mattina del sabato ma,
azzerando del tutto le ore di riposo, sei riuscito ad avere il negozio pronto
per l’evento e i gufi diretti al Castello nel pomeriggio.
Entrambe le
idee si sono rivelate piuttosto buone, e se veramente te ne fosse fregato
qualcosa degli affari andresti pure a comprare qualcosa per celebrarne la
riuscita.
L’unico tuo pensiero, invece, è che hai un appuntamento cui non puoi mancare.
Se scomparissi nel nulla avresti uno dei tuoi fratelli che ti segue a ruota,
fermandoti ad un passo dall’incontrarti con l’uomo che per loro è solo un
barbone delirante. Il cimitero sarebbe il primo luogo in cui ti cercherebbero,
a rigor di logica, ma se apparissi da tutta altra parte per sviarli arriveresti
oltre tempo massimo.
Alla tua recita serve un salto di qualità. Ti si richiede sofferenza, un volto
scavato e la voce stanca.
Così ti
presenti a loro, chiedendogli di occuparsi di quel che rimaneva della serata.
“Non me la sento di continuare.” È una spiegazione che non desta alcun
sospetto. Che tu abbia resistito fino a quel momento è già un bel traguardo,
perlomeno dal loro punto di vista.
Lasci loro
le chiavi, persuadendoli a proseguire senza di te. Salito al piano di sopra,
prendi carta e penna, casomai qualcuno salisse e non ti trovasse in casa.
Sono andato a prendere una boccata
d’aria, e a comprarmi del Whisky Incendiario. No, non intendo farla finita,
tranquilli. Almeno qualcuno di noi qui se ne deve andare in grande stile e non
ho avuto il tempo d’organizzarmi. Sarà il caso che lo faccia fare a qualcun
altro, ricordatemi di mettere un annuncio sulla Gazzetta quando torno. George
Prendi una vecchia borsa e raccogli l’indispensabile da ciascuno dei
nascondigli.
Poi muovi la bacchetta e in un attimo ti trovi al di fuori della tetra distesa
di sepolcri.
Non sei mai tornato qui dopo quel giorno di maggio, è un’usanza che trovi
stupida ed oltremodo masochista.
Lì non c’è più nulla di chi s’era amato, se non un corpo con cui staranno
banchettando vermi e larve.
Un’immagine idilliaca, per questo si sentiva la necessità di imprimersela
ripetutamente con visite regolari alla lapide sotto la quale si stava
consumando la decomposizione.
“C’è chi, in effetti, ha il gusto del macabro.” La luna offre poca luce, ma non
hai bisogno di un Lumos per sapere che si tratta del vecchio. La puzza d’alcool
e di sporcizia lo precede.
“Ma i più provano conforto, nel sapersi vicini ai loro cari.” Incalza,
sghignazzando tra sé e sé. “Il cui spirito se ne sta senz’altro qui, a guardare
il loro epitaffio. Sai, per ricordarsi che son morti, perché può capitare che
ce se ne dimentichi, no?”
Sì, può capitare. Ma non certo al defunto. Camminando tra le spoglie sepolture
comprendi un’altra motivazione per la quale non sei mai venuto.
Avrebbe reso tutto reale, di nuovo. Come quel giorno, con la sua testa fra le
tue mani.
Il suo nome scolpito sul freddo marmo, le date al di sotto non sono nulla al
confronto con il pugno nello stomaco sferrato dalla foto che vi è impressa.
Una dalla quale chiaramente sei stato ritagliato via tu, in cui ve la state
ridendo sotto i baffi del fotografo che si troverà una bella sorpresa nella
macchina. Dove lui è vivo.
È tanto inconcepibile che non possiate fare mai più un altro di quelle foto, da
voler scappare a gambe levate ed allo stesso tempo non riuscire ad
allontanartene. Chiudi gli occhi. Magari, riaprendoli, scompare. No, eh.
“Ehi, ragazzo, qui mica ti salta la bara in braccio.” Ti porge una pala.
Stai per compiere il primo vero reato di questa tua follia. Profanare la tomba
di tuo fratello.
Esiti a farlo, voltandoti verso di lui che t’osserva con aria di sfida. Siete
consci entrambi che questa non è che la prima prova cui sarai sottoposto, che
quanto fatto finora non è stata che una fastidiosa premessa.
“Se usassi uno dei miei non sarebbe lo stesso?” Sbuffi, piantando la vanga
nella terra fredda e dura. “Evidentemente no.” Si accomoda sulla lapide,
tamburellando le dita sulle ginocchia.
È fastidioso, sfacciato, ed ha tutta l’aria di starsi divertendo un mondo a
prenderti in giro.
“Chi mi assicura che questo serva a qualcosa?” Lo interroghi, non lasciando
però andare il manico dell’attrezzo. Le domande che non gli hai fatto allora si
presentano adesso. Ora o mai più.
“Nessuno.” La sua sincerità ti spiazza. “Tu, piuttosto, sei disposto a
convivere con il dubbio di aver sprecato l’occasione più preziosa della tua
vita?”
Inizi a scavare, e lui mormora “Come pensavo.”
L’ombra di una speranza è ciò che ti offre, e questo ti basta se paragonata
alla disperazione frutto della consapevolezza che non c’è nulla da fare, o
l’insopportabile incertezza di non aver fatto abbastanza.
Non hai bisogno di nient’altro. La fiducia in Plum è un valore aggiunto, non
una condizione necessaria.
I tuoi movimenti sono molto rallentati dal freddo, e senti le palpebre calarti
pericolosamente.
Cerchi di tenerti sveglio facendogli altre domande.
“Perché proprio stasera?” Chiedi, tirandoti un mucchietto di terra alle spalle.
“Davvero non si poteva fare in primavera?”
“Vuoi mettere, Weasley? Oggi fa molto più atmosfera.” Ammette, nuovamente, con
schiettezza.
Continuate con questo botta e risposta, tu sempre più a fondo nella fossa e lui
che si dondola sulla pietra sopra la tua testa.
Non è ricco e famoso perché richiede troppa fatica, e poi perché i soldi sono
difficili da gestire, così come la fama. Ti ha già detto che è altro che vuole.
No, ancora è presto per avanzare le sue pretese.
Sì, te le farà solo quando riavrai in carne ed ossa il tuo gemello. Non si
direbbe, ma è un tipo a posto lui.
Anche la disonestà è faticosa, e poi non c’ha tanta voglia di nascondersi dagli
altri Weasley.
T’incita a darti una mossa, promettendoti una clamorosa rivelazione a
compimento della tua impresa.
Borbotti che un cialtrone come lui al massimo può confessarti di essere stato
innamorato di zia Muriel.
Le vostre chiacchiere si spengono, quando la pala tocca il legno del feretro.
Improvvisamente ti ricordi dove sei e che diavolo stai facendo. Per la barba di
Merlino, George, non è un’allegra scampagnata! Che ti sta succedendo?
Ti blocchi, non osando aprirla per prendere ciò di cui hai bisogno.
Plum avverte la tua titubanza e si accovaccia sui bordi della fossa.
”In verità, so che funziona…” Sussurra, senza che tu possa sentirlo. “Su di me
l’ha fatto.” Stai per chiedergli di ripetere quello che ha appena detto, quando
entrambi sentite l’inconfondibile rumore di passi sull’erba umida che vi
circonda. Plum scappa, ma non ti aspettavi certo niente di diverso da lui.
Piuttosto vedi con i tuoi stessi occhi quanto questo sfregio farà male agli
altri, quando lo verranno a sapere. Che almeno sia servito a qualcosa.
Tenti l’impossibile. Disapparire la bara appresso.
L’impossibile ti è sempre riuscito bene.
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Risposta alle recensioni:
Nameless: Non è stato proprio “presto”, e conoscendomi ci metterò
sempre di più -_-
Mi auguro che, perlomeno, l’attesa sia stata ripagata da questo capitolo, a me
pare d’essere andata sempre più in fretta, ma non me la cavo granché con i
‘tempi morti’. Vabbé; ritornando alla tua recensione ti ringrazio nuovamente ;)
Buffy1991: Penso che chi sa che altri fandom seguo mi taccerà già di
plagio, o comunque palese scopiazzatura XD! Però non riesco a credere che se hai avuto la prova, seppur in un mago malvagio come
Voldemort, che le regole di vita/morte possono essere piegate al volere
dell’uomo, non tenti neanche di riavere chi t’è stato strappato così
ingiustamente. Poi George è sempre stato per iniziative sul filo del rasoio,
anche se quando c’era Fred avevano il solo scopo di farsi due risate.
SakiJune: George mi dà l’idea di qualcuno che
prima di disperarsi le tenta tutte. Per cui l’impossibile non esiste, per
questo ho deciso di sottolinearlo con la fine di questo capitolo.
Sull’originalità non saprei, c’è anche chi è riuscito a legarla al canon molto
meglio di me, ma io volevo dargli una tonalità ben più dark. Volevo che si
capisse che la natura di quello che sta considerando non è
lontana dargli Horcrux, da alcuni degli ideali che animavano lo stesso
Voldemort, e spero di esserci riuscita :D
Un Magi-psicologo non sarebbe una brutta idea, comunque. Prima, però, dovrebbe
ammettere che non sta reagendo al lutto, lo sta ignorando.
Lilla4eva: È
voluto, è una scelta stilistica. Potrebbe non essermi riuscita molto bene, ma
volevo provare a lasciare la sicurezza di un “terza persona e tempo passato” che
rende meglio il tono narrativo, sicuramente.
Però l’ho usato da quando ho iniziato a scrivere fanfic: o quella o la prima persona
singolare. Quest’ultima l’ho esclusa perché m’avrebbe costretto ad essere troppo lenta e l’OOC sarebbe
stato ancor più evidente.
La terza è troppo impersonale. Anche io l’ho vista per la prima volta solo quando ho cominciato a leggere in
lingua inglese, ma dopo averci fatto l’abitudine secondo me rende.
Sempre sul tema dell’out of character, ho cercato di
giustificarlo in qualche modo.
Doremichan: Grazie
anche a te, soprattutto per lo spirito di adattamento! Forse dall’intrigante
sto sfociando proprio nel malato, ma vabbé XD!
Mi auguro questo capitolo non abbia tradito le tue aspettative
;)