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Autore: Akira14    08/02/2008    5 recensioni
Una storia nata mesi fa, quando finii di leggere il SETTIMO LIBRO. Il percorso che ti porta a dare risposta alla domanda non é facile. Si tratta di mettere in discussione te stesso, le convizioni per cui ha combattuto...
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il tuo equilibrio sta tutto nel non concederti neanche un momento di tregua

Draw another picture
Of the life you could have had
Follow your instincts
And choose the other path

(Hoodoo, Muse)

 

Nel tuo vocabolario stanno comparendo termini che voi due avevate sempre definito noiosi, da uomini d’affari vecchio stampo, ai quali assolutamente non volevate assomigliare.
Lemmi come: organizzazione, pianificazione, lungimiranza ed il terribile... Ottimizzazione.

Non solo sul lavoro ma anche nella vita privata.

L’equilibrio sta, prima di tutto, nel non concederti neanche un momento di tregua. Se iniziassi a convincerti che non ti rimane che continuare a contare giorno dopo giorno da quant’è che siete divisi, ti troveresti in un circolo vizioso capace di uccidere qualsiasi spirito d’iniziativa.
A cominciare dallo stesso aprire gli occhi ed affrontare un'altra giornata senza di lui.
No, hai già dato e non è certo servito a restituirti Fred.
Perciò t’assicuri d’avere da fare dal momento in cui ti alzi a quello in cui vai a dormire, scolandoti la tua fidata pozione ogni sera. Ora che hai un serio obbiettivo da portare a termine non puoi più permetterti notti in bianco o di restare attaccato ad effimeri sogni.
Anche se l’imporsi un sonno che ne sia privo è un sacrificio che pesa come un macigno. Ti eri sempre concesso almeno un’ora con un paio di Sognisvegli Brevettati, durante la settimana, con la scusa che apportandoci qualche miglioria ti assicuravi che il prodotto non passasse di moda.
In fondo era pur sempre un’opportunità per vederlo ancora, per farsi due chiacchiere con lui, seppur quella che incontravi non fosse che una penosa imitazione della sua persona.
Non puoi più. Ogni minuto sprecato ti allontana dalla riuscita del tuo progetto, tutto dev’essere organizzato e seguito a puntino affinché tu possa riabbracciarlo prima possibile.
Cosa ti costa, allora, rinunciare a quello inesistente se ciò ti facilita il riaverlo in carne ed ossa? Seguire un rigido programma, anche se solitamente il concetto stesso ti fa venire l’orticaria?
Questo ti domandi, ogni volta, rimescolando il denso liquido nel calderone.

Nulla, ti rispondi, e bevi.

 

Nonostante la tua ammirevole dedizione, però, le cose procedono a rilento.
Per il negozio è inevitabile, una volta iniziata la scuola gli studenti sono troppo lontani ed i lavoratori salariati passano solo finito il turno.
Con i tuoi fratelli presenti non puoi neanche occupare i tempi morti in maniera veramente produttiva. Al massimo puoi chiuderti a creare qualche ordigno pericoloso abbastanza da tenere la tua mente sgombra da ricordi, rimorsi, rimpianti o elucubrazioni di alcun genere.

Ciò ti rende ancor più impaziente sull’altro fronte. Non avevi mica calcolato che non ti sarebbe bastato schioccare le dita, per aver tutto a portata di mano.

Anche se non si tratta d’ingredienti dalla dubbia esistenza come ali di fata, scaglie di drago piumato o crine di centauro albino Scandinavo, piuttosto che del Circolo Polare Artico, vanno raccolti con meticolosa pazienza, a meno di non volersi scrivere in fronte ‘Sto praticando Arti Oscure’.
Si tratta più che altro di radici e polveri di non difficile reperibilità, contattando persone già conosciute in certi ambienti, ma devi anche stare attento che nemmeno loro vengano a sapere delle tue intenzioni o del contatto con Plum.
Eviti, quindi, di rivolgerti ad ognuno di loro più di una volta e richiedi un solo componente.
Te ne procuri la maggior parte di persona, inventando ogni volta una nuova scusa per mandare a casa Ron e Percy con un po’ di anticipo sull’orario di chiusura.

Oltretutto, ogni decotto dev’essere preparato in coincidenza con particolari fenomeni astrologici, a cominciare dal solstizio d’autunno, per poi coincidere con le quattro fasi della luna.
Hai i minuti contati a dir poco.

La tua tensione è palpabile e in una botta di follia, evidentemente non contento di aver già abbastanza magagne di cui preoccuparti, compri proprio il locale di Zonko.

Fosse finita qui sarebbe stato solo questione di rivenderlo a qualcun altro. No, macché! Hai pure la sciaguratissima idea di comunicarlo al primo pranzo con tutta la famiglia alla Tana.
Uno scivolone bello grosso. Senza esagerare, lo potresti definire plateale.

Cade il silenzio a tavola, le forchette si fermano a mezz’aria, e tua madre è tesa come se volesse alzarsi a toccarti la fronte per vedere se hai la febbre.
“Sei sicuro di poterti occupare di due negozi?” Chiede tuo padre, così pacato da tranquillizzare tutti.
“Ho abbastanza soldi da poter pagare del personale anche a Hogsmeade, se è questo che intendi.” Resti sul vago, benché tu sappia che si riferiva più alle tue possibilità psicofisiche di starci dietro.
“Potresti aspettare…” Suggerisce la mamma, esitando di fronte al tuo stoicismo.
“Che cosa? Che lo acquisti Madama Piediburro per farci una casa d’appuntamenti?” Ribatti, fingendo confusione. Se fino a poco fa lo consideravi un madornale errore, ora si tratta di una sfida aperta ai tuoi genitori per fargli vedere che sei capace di gestirli entrambi senza alcuna fatica.
“George, mi spiace contraddirti, ma quel genere di attività non potrebbe mai svolgersi nei pressi della Scuola, sai per la legislazione - ” Percy viene interrotto da Ginny che, sospirando, lo contraddice immediatamente.
“Se conosci i luoghi giusti tra le mura, ne succedevano anche di peggio.” Scherza, facendo prima sbiancare e poi saltar su Molly.
“George, Ginevra! Smettetela di dire sciocchezze. Madama Piediburro è una persona perbene, così come la vostra Scuola è un esempio di rettitudine.” Ricordandosi poi di aver mandato a Ron una Strillettera all’inizio del secondo anno, e in generale di tutte le volte che ogni convitato – escluso Percy, naturalmente – ha infranto le regole della suddetta scuola aggiunge “Con qualche dovuta eccezione che non mette certo in dubbio la sua moralità.”
“L’importante è crederci.” Dite all’unisono tu, Ginny e Ron, scrollando le spalle.
La crisi rientra, ma sai che ora ti terranno più che mai d’occhio. Si sono convinti che tu stia cercando di ammazzarti di lavoro, a discapito della tua salute, per non sentire il vuoto nell’anima e nel cuore.
Il che è pericolosamente vicino alla verità, certo. Ma la vita è tua, diamine! E poi dovrebbero essere già contenti che tu non stia considerando l’idea di togliertela definitivamente.
È sempre stato sfiancante far fronte alla loro contraddittorietà; vorresti solo essere lasciato in pace ad occuparti delle tue faccende.
Glielo grideresti in faccia ad ognuno, con il dito ben puntato davanti alle loro facce pateticamente addolorate e preoccupate, se non servisse solo a farti avere un nuovo gemello, uno siamese stavolta, attaccato a te ventiquattro ore su ventiquattro.


Non ti resta che limitare i contatti al minimo, stanandoli e facendo venire loro da te.
Questo li porta direttamente alla tua bottega, dove li puoi elegantemente evitare dicendo di essere occupato con dei clienti, o indietro con delle consegne. Quando la mamma viene a farti visita di sera è soddisfatta nel vedere che la tua casa non è un disastro, che te ne prendi cura così come di te stesso, mangiando e dormendo quanto basta. Sembra soddisfarla.

Papà aspetta fiducioso, mandando ogni tanto in ricognizione qualcuno che non debba temere il licenziamento, se nota qualcosa d’insolito nella bottega o nel tuo comportamento. Ciò nonostante non ne cava un ragno dal buco.


Mantenendo con sempre maggior difficoltà l’apparenza di aver accettato il lutto, o almeno di conviverci, stringi i denti.
Hai ancora le tue piccole soddisfazioni ad alleviarne il peso, dopotutto. A porte chiuse, esulti silenziosamente, quando tracci una riga su un ingrediente, di settimana in settimana.
Stracciando le carte ormai inutili e buttando via i libri polverosi, hai reso i vecchi nascondigli posti perfetti dove stipare sacchetti di terre, radici e piante.


L’achillea, il penultimo, è per assurdo il più difficile da trovare.

È specificato nero su bianco che debba essere una varietà appena colta, ma ai bordi dei fiumi e delle strade non ce n’é traccia.
Nel mondo magico pare quasi sia passato apposta uno squadrone a farne sparire ogni esemplare, e quelle dei Babbani non si trovano per il troppo smog.
Avresti quasi riso del fatto che fosse più semplice trovare una Mandragola ballerina a pois fosforescenti che della vera e propria sterpaglia, sennonché non ne eri grado. Nemmeno per amarezza, come se la tua risata fosse morta quel giorno con la tua metà più spensierata.
Inoltre Plum ti ha dato una scadenza. E meno male che, pochi giorni dopo il vostro incontro, avevi pensato di chiederglielo; per pura curiosità.
“C’è mica un tempo massimo entro cui devo essermi procurato tutto?” avevi scritto una mattina.
La sera avevi trovato un “Ogni cosa dev’essere sistemata entro l’ultimo giorno di Ottobre. Ed intendo che quella notte saremmo già lì, dove il primo atto della nostra opera avrà luogo.”
Sul libro non c’è annotato nulla del genere, ma non è il caso di rischiare di dover rimandare tutto di un anno.
Ragion per cui l’irreperibilità di quella dannatissima achillea ti manda quasi nel panico, e quando te ne ritrovi un bel mazzetto sul tavolo di casa non stai a chiederti chi possa avertelo fatto avere. Lo interpreti come il tentativo di uno scherzo da parte del vecchio, e ti riprometti che gliela farai pagare non appena non avrai più avuto bisogno di lui.
Consideri solo qualche giorno dopo che potrebbe anche trattarsi di qualcun altro. Qualcuno che sappia a cosa ti serva, che sia a conoscenza delle tue macchinazioni. L’ipotesi è ancora più assurda di quella della beffa.

Perché mai quel qualcuno avrebbe dovuto agire nell’ombra, piuttosto che avvisare le autorità o confrontarsi con te a viso aperto? Può darsi che attenda di avere abbastanza prove per incastrarti, che abbia teso l’esca per poterti incriminare.
Anche se così fosse, s’accorgerà che ormai è troppo tardi per fermare l’inesorabile corso degli eventi. La reclusione ad Azkaban è una pena irrisoria, perfino se si trattasse di ergastolo: non c’è minaccia della legge che possa convincerti a non sfidare la Natura.

 

L’ultimo componente elencato dev’essere aggiunto nella mistura delle quattro pozioni la sera stessa dello svolgersi del rituale, in aggiunta ad uno di cui non hai tenuto conto perché n’eri già in possesso.
“Giusto in tempo!” Appare vicino alla riga tracciata sopra all’achillea. “Ci vediamo la sera del trentuno da Fred, vedi di non mancare.” Conclude con una faccina sorridente, nemmeno si trattasse di andare ad un party piuttosto che in un cimitero.

Che sappia dove è sepolto non ti turba. Notizie del genere non sono difficili da ottenere, specie quando si ha una prozia che chiacchiererebbe anche con degli Schiopodi Sparacoda.

Rimane un solo, mastodontico, dettaglio che può mandare tutto a scatafascio.
Una parola che per te e Fred aveva sempre significato il divertimento più assoluto, la magnifica possibilità per far rizzare i capelli al prossimo dalla paura e per questa gloriosa impresa passare come gli eroi della serata: Halloween.

Non ricordi bene come e quando, fatto sta che s’è deciso di tenere aperto tutta la sera per la clientela in età pre-scolare che andava a fare il giro di ‘dolcetto o scherzetto’ e per quei bambinoni dei loro genitori.
Percy, tra l’altro, che dello spirito dei Tiri Vispi non ne capiva nulla ma per il marketing aveva lo stesso fiuto di famiglia, aveva pensato anche di pubblicizzare la prossima apertura a Hogsmeade regalando agli avventori articoli che sarebbero stati l’esclusiva di quel negozio.
Il che significa dover sputare sangue fino alla mattina del sabato ma, azzerando del tutto le ore di riposo, sei riuscito ad avere il negozio pronto per l’evento e i gufi diretti al Castello nel pomeriggio.

Entrambe le idee si sono rivelate piuttosto buone, e se veramente te ne fosse fregato qualcosa degli affari andresti pure a comprare qualcosa per celebrarne la riuscita.
L’unico tuo pensiero, invece, è che hai un appuntamento cui non puoi mancare. Se scomparissi nel nulla avresti uno dei tuoi fratelli che ti segue a ruota, fermandoti ad un passo dall’incontrarti con l’uomo che per loro è solo un barbone delirante. Il cimitero sarebbe il primo luogo in cui ti cercherebbero, a rigor di logica, ma se apparissi da tutta altra parte per sviarli arriveresti oltre tempo massimo.
Alla tua recita serve un salto di qualità. Ti si richiede sofferenza, un volto scavato e la voce stanca.

Così ti presenti a loro, chiedendogli di occuparsi di quel che rimaneva della serata.
“Non me la sento di continuare.” È una spiegazione che non desta alcun sospetto. Che tu abbia resistito fino a quel momento è già un bel traguardo, perlomeno dal loro punto di vista.

Lasci loro le chiavi, persuadendoli a proseguire senza di te. Salito al piano di sopra, prendi carta e penna, casomai qualcuno salisse e non ti trovasse in casa.


Sono andato a prendere una boccata d’aria, e a comprarmi del Whisky Incendiario. No, non intendo farla finita, tranquilli. Almeno qualcuno di noi qui se ne deve andare in grande stile e non ho avuto il tempo d’organizzarmi. Sarà il caso che lo faccia fare a qualcun altro, ricordatemi di mettere un annuncio sulla Gazzetta quando torno. George

Prendi una vecchia borsa e raccogli l’indispensabile da ciascuno dei nascondigli.
Poi muovi la bacchetta e in un attimo ti trovi al di fuori della tetra distesa di sepolcri.
Non sei mai tornato qui dopo quel giorno di maggio, è un’usanza che trovi stupida ed oltremodo masochista.
Lì non c’è più nulla di chi s’era amato, se non un corpo con cui staranno banchettando vermi e larve.
Un’immagine idilliaca, per questo si sentiva la necessità di imprimersela ripetutamente con visite regolari alla lapide sotto la quale si stava consumando la decomposizione.
“C’è chi, in effetti, ha il gusto del macabro.” La luna offre poca luce, ma non hai bisogno di un Lumos per sapere che si tratta del vecchio. La puzza d’alcool e di sporcizia lo precede.
“Ma i più provano conforto, nel sapersi vicini ai loro cari.” Incalza, sghignazzando tra sé e sé. “Il cui spirito se ne sta senz’altro qui, a guardare il loro epitaffio. Sai, per ricordarsi che son morti, perché può capitare che ce se ne dimentichi, no?”
Sì, può capitare. Ma non certo al defunto. Camminando tra le spoglie sepolture comprendi un’altra motivazione per la quale non sei mai venuto.
Avrebbe reso tutto reale, di nuovo. Come quel giorno, con la sua testa fra le tue mani.

Il suo nome scolpito sul freddo marmo, le date al di sotto non sono nulla al confronto con il pugno nello stomaco sferrato dalla foto che vi è impressa.
Una dalla quale chiaramente sei stato ritagliato via tu, in cui ve la state ridendo sotto i baffi del fotografo che si troverà una bella sorpresa nella macchina. Dove lui è vivo.
È tanto inconcepibile che non possiate fare mai più un altro di quelle foto, da voler scappare a gambe levate ed allo stesso tempo non riuscire ad allontanartene. Chiudi gli occhi. Magari, riaprendoli, scompare. No, eh.
“Ehi, ragazzo, qui mica ti salta la bara in braccio.” Ti porge una pala.
Stai per compiere il primo vero reato di questa tua follia. Profanare la tomba di tuo fratello.
Esiti a farlo, voltandoti verso di lui che t’osserva con aria di sfida. Siete consci entrambi che questa non è che la prima prova cui sarai sottoposto, che quanto fatto finora non è stata che una fastidiosa premessa.
“Se usassi uno dei miei non sarebbe lo stesso?” Sbuffi, piantando la vanga nella terra fredda e dura. “Evidentemente no.” Si accomoda sulla lapide, tamburellando le dita sulle ginocchia.
È fastidioso, sfacciato, ed ha tutta l’aria di starsi divertendo un mondo a prenderti in giro.
“Chi mi assicura che questo serva a qualcosa?” Lo interroghi, non lasciando però andare il manico dell’attrezzo. Le domande che non gli hai fatto allora si presentano adesso. Ora o mai più.
“Nessuno.” La sua sincerità ti spiazza. “Tu, piuttosto, sei disposto a convivere con il dubbio di aver sprecato l’occasione più preziosa della tua vita?”
Inizi a scavare, e lui mormora “Come pensavo.”
L’ombra di una speranza è ciò che ti offre, e questo ti basta se paragonata alla disperazione frutto della consapevolezza che non c’è nulla da fare, o l’insopportabile incertezza di non aver fatto abbastanza.
Non hai bisogno di nient’altro. La fiducia in Plum è un valore aggiunto, non una condizione necessaria.

I tuoi movimenti sono molto rallentati dal freddo, e senti le palpebre calarti pericolosamente.
Cerchi di tenerti sveglio facendogli altre domande.
“Perché proprio stasera?” Chiedi, tirandoti un mucchietto di terra alle spalle. “Davvero non si poteva fare in primavera?”
“Vuoi mettere, Weasley? Oggi fa molto più atmosfera.” Ammette, nuovamente, con schiettezza.
Continuate con questo botta e risposta, tu sempre più a fondo nella fossa e lui che si dondola sulla pietra sopra la tua testa.
Non è ricco e famoso perché richiede troppa fatica, e poi perché i soldi sono difficili da gestire, così come la fama. Ti ha già detto che è altro che vuole. No, ancora è presto per avanzare le sue pretese.
Sì, te le farà solo quando riavrai in carne ed ossa il tuo gemello. Non si direbbe, ma è un tipo a posto lui.
Anche la disonestà è faticosa, e poi non c’ha tanta voglia di nascondersi dagli altri Weasley.
T’incita a darti una mossa, promettendoti una clamorosa rivelazione a compimento della tua impresa.
Borbotti che un cialtrone come lui al massimo può confessarti di essere stato innamorato di zia Muriel.
Le vostre chiacchiere si spengono, quando la pala tocca il legno del feretro.
Improvvisamente ti ricordi dove sei e che diavolo stai facendo. Per la barba di Merlino, George, non è un’allegra scampagnata! Che ti sta succedendo?
Ti blocchi, non osando aprirla per prendere ciò di cui hai bisogno.
Plum avverte la tua titubanza e si accovaccia sui bordi della fossa.
”In verità, so che funziona…” Sussurra, senza che tu possa sentirlo. “Su di me l’ha fatto.” Stai per chiedergli di ripetere quello che ha appena detto, quando entrambi sentite l’inconfondibile rumore di passi sull’erba umida che vi circonda. Plum scappa, ma non ti aspettavi certo niente di diverso da lui.
Piuttosto vedi con i tuoi stessi occhi quanto questo sfregio farà male agli altri, quando lo verranno a sapere. Che almeno sia servito a qualcosa.
Tenti l’impossibile. Disapparire la bara appresso.

L’impossibile ti è sempre riuscito bene.

 

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Risposta alle recensioni:

Nameless: Non è stato proprio “presto”, e conoscendomi ci metterò sempre di più -_-
Mi auguro che, perlomeno, l’attesa sia stata ripagata da questo capitolo, a me pare d’essere andata sempre più in fretta, ma non me la cavo granché con i ‘tempi morti’. Vabbé; ritornando alla tua recensione ti ringrazio nuovamente ;)

Buffy1991: Penso che chi sa che altri fandom seguo mi taccerà già di plagio, o comunque palese scopiazzatura XD! Però non riesco a credere che se hai avuto la prova, seppur in un mago malvagio come Voldemort, che le regole di vita/morte possono essere piegate al volere dell’uomo, non tenti neanche di riavere chi t’è stato strappato così ingiustamente. Poi George è sempre stato per iniziative sul filo del rasoio, anche se quando c’era Fred avevano il solo scopo di farsi due risate.

SakiJune:
George mi dà l’idea di qualcuno che prima di disperarsi le tenta tutte. Per cui l’impossibile non esiste, per questo ho deciso di sottolinearlo con la fine di questo capitolo. Sull’originalità non saprei, c’è anche chi è riuscito a legarla al canon molto meglio di me, ma io volevo dargli una tonalità ben più dark. Volevo che si capisse che la natura di quello che sta considerando non è lontana dargli Horcrux, da alcuni degli ideali che animavano lo stesso Voldemort, e spero di esserci riuscita :D
Un Magi-psicologo non sarebbe una brutta idea, comunque. Prima, però, dovrebbe ammettere che non sta reagendo al lutto, lo sta ignorando.

Lilla4eva: È voluto, è una scelta stilistica. Potrebbe non essermi riuscita molto bene, ma volevo provare a lasciare la sicurezza di un “terza persona e tempo passato” che rende meglio il tono narrativo, sicuramente.
Però l’ho usato da quando ho iniziato a scrivere fanfic: o quella o la prima persona singolare. Quest’ultima l’ho esclusa perché m’avrebbe costretto ad essere troppo lenta e l’OOC sarebbe stato ancor più evidente.
La terza è troppo impersonale.  Anche io l’ho vista per la prima volta solo quando ho cominciato a leggere in lingua inglese, ma dopo averci fatto l’abitudine secondo me rende.
Sempre sul tema dell’out of character, ho cercato di giustificarlo in qualche modo.

Doremichan: Grazie anche a te, soprattutto per lo spirito di adattamento! Forse dall’intrigante sto sfociando proprio nel malato, ma vabbé XD!
Mi auguro questo capitolo non abbia tradito le tue aspettative ;)



  
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