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Autore: Trillo Sbadiglio    30/07/2013    1 recensioni
Questa storia fa parte della serie "Tra i banchi".
 
“Lato destro.
Sono una persona buona.
Davvero, non scherzo.
Anche tu lo sei.
Certo, saresti più buona se non trascorressi tutto quel tempo con lui.
Ti giuro che non lo sopporto. Cavolo, tra tutte le persone con cui potevi fidanzarti hai scelto proprio quella che mi sta più antipatica.

[...]
Lato sinistro.
Ancora una volta, il mio sguardo vola veloce da lui.
Non riesco a evitare di sorridere e arrossire, quando mi lancia un bacio.
È perfetto per me.

Ti amo, Ti amo anch'io.
La felicità, in due parole. Cos'altro potrei desiderare?”
 
Dove rancore e affetto si mescolano, c'è odore di libri di scuola. A volte accade, tra i banchi.
 
                                            Sbadiglio
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tra i banchi'
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Fila di sinistra, terzo banco.

 

"L'amore, l'odio, non avete che da scegliere, dormon tutti sotto lo stesso tetto; potete, sdoppiando la vostra vita, carezzare con una mano e con l'altra colpire.”

 

P.-A.-F. Choderlos de Laclos

 

Lato destro.
Sono una persona buona.
Davvero buona, non scherzo. Non che questo interessi poi molto, agli altri.
Vengo continuamente denigrata da tutti. Quegli infami.
Mi dicono che sono stupida, che non so quando stare zitta, che avrei fatto meglio ad andare a lavorare, invece di continuare a studiare.
Tu no, però. Anche tu sei buona.
Certo, saresti più buona se non trascorressi tutto quel tempo con lui.
Ti giuro che non lo sopporto. Cavolo, tra tutte le persone con cui potevi fidanzarti hai scelto proprio quella che mi sta più antipatica.
È un idiota, borioso e pieno di sé. Si crede chissà chi e pensa di riuscire a farla franca in ogni situazione, grazie alla sua gran faccia tosta.
Se ne vanta anche! Si gloria del fatto che sia riuscito a cavarsela per cinque anni di liceo senza aprire libro.
Non come me, che mi spacco la schiena tutti i giorni e comunque riesco a malapena ad arrivare alla sufficienza.
Il mondo è così ingiusto!
Rivolgo lo sguardo all'insegnante alla cattedra.
Perché anche loro non capiscono mai nulla? A volte mi sembra di essere l'unica sana, qui dentro.
L'unica buona.
Ti osservo, accanto a me. Lanci continuamente sguardi languidi in fondo alla classe. A lui.
Attiro la tua attenzione e chiacchieriamo per un po'.
Ecco, dovrebbe essere sempre così: noi due che parliamo liberamente, senza nessuno che si intrometta.
L'unica che potrebbe aggiungersi è la ragazza seduta due banchi avanti a noi. Non quella rossa, lei no, lei è cattiva. Non la sopporto. È così fredda e distaccata.
L'altra però è buona. Non come me e te, ma è buona. È troppo vicina alla sua compagna di banco, in ogni caso.
Ti voglio tanto bene. Un po' ti odio, però.
Perché a volte vorrei essere te. Ti ho mai detto che la tua vita è perfetta? Sei ricca, i tuoi genitori sono fantastici, tua sorella ti vuole bene.
Io invece? Io non ho niente di tutto questo. Eppure non ho mai fatto nulla di male.
Vivo sola con mia nonna, perché mio padre non riesce a staccarsi dalla sua stupida fattoria lontana dalla città e mia madre non vuole lasciarlo.
Stare lontana da suo marito non va bene, ma abbandonare me, sua figlia, è più che lecito. Pensa anche di potermi tenere buona con una visita a pomeriggio, è convinta di star adempiendo ai suoi doveri di madre.
Illusa e cattiva.
Suona la campanella e subito schizzi in piedi e voli tra le sue braccia.
Sei fortunata, sai? Perché il tuo lui non è lontano, come nel mio caso.
Sono sicura che sarebbe mio, se a separarci non ci fossero chilometri e chilometri di terra e mare. Quante volte ho sognato che mi confessasse il suo amore, quante notti spese a fantasticare su noi due.
Tuttavia è impossibile, e pensarci costantemente non è che una continua sofferenza. Ma anche la sola idea di smettere mi squarcia una voragine nel petto e il cuore sembra sprofondare in un profondissimo buco nero. E allora benvenuto, dolore, compagno ben più accetto di una vita vuota e senza senso.
Un altro professore entra in classe e sei costretta a tornare vicino a me.
Mi guardo intorno. Al banco davanti al nostro, quei due si stanno tenendo la mano da stamattina.
Oggi non hanno chiacchierato molto, si sono scambiati niente più di qualche sussurrio. Comunque, quelle dita intrecciate e i loro sguardi dicono più di mille parole.
Anche secondo te un po' si piacciono, checché ne dicano entrambi. Sono carini.
Lui però è già fidanzato. Per loro non c'è futuro.
Provo compassione, per lei, mista ad un qualcosa che non riesco a spiegarmi. Sembra quasi... compiacimento? No, non può essere: dopo tanti anni, l'ho perdonata.
All'inizio del primo anno eravamo amiche. È stata la prima della classe che ho conosciuto.
Mi ha fermato prima di entrare in aula e mi ha chiesto di sedermi accanto a lei.
Poi, dopo qualche mese, la ragazza dai capelli rossi me l'ha portata via. Sono diventate migliori amiche e io sono rimasta sola.
Per fortuna ci sei stata tu.
L'anno dopo mi è sembrato di rivivere un incubo. Perché anche tu mi hai abbandonato e sei diventata loro amica.
Però poi sei tornata. Ti ci è voluto un po', ma sei tornata.
Hai capito che sono più buona.
Anche quest'anno è quasi finito. Manca poco ormai e non vedrò più ogni santo giorno molte brutte persone.
Non rivedrò quotidianamente neanche te. Mi hai promesso che non ci perderemo di vista e ti credo. Tu sei buona e non dici bugie.
Campanella dell'intervallo, finalmente.
Esco fuori, al sole. Ci sono tante ragazze intorno a me.
Gli altri mi disprezzerebbero lo stesso, se fossi magra e bella come loro?
Ovviamente no.
Chi è così, ha già metà del lavoro portato avanti. Io non sono né bella né magra.
A volte mi domando se non sia anche stupida, come dicono in molti. Mi chiedo quanto effettivamente sia utile agli altri, se quelli che mi sono più cari mi vogliano davvero bene o fingano, provando per me solo pena.
A volte lo sconforto è così grande da schiacciarmi, da farmi desiderare di non esser mai venuta al mondo. Perché deve essere sempre tutto difficile, quando si parla di me? Perché non posso essere normale, come tutti?
L'intervallo finisce e i miei pensieri si rivolgono di nuovo a te.
Non credo tu ti accorga di quanto mi sia cara. Non ti serve l'affetto di quello per essere felice. Ci sono io, qui.
Ma un giorno tutto questo cambierà.
Le persone buone sono premiate, giusto? Tutti, tutti dovranno prostrarsi ai miei piedi, chiedendomi perdono per quello che mi hanno fatto passare.
E io avrò quello che ho sempre sognato, finalmente.

 

***


Lato sinistro.
Ancora una volta, il mio sguardo vola veloce da lui.
Non riesco a evitare di sorridere e arrossire, quando mi lancia un bacio. Non posso credere di meritare una tale fortuna.
E dire che avrei potuto lasciarmela scappare. Per anni ho ignorato la persona che ora, più di tutte, mi rende felice.
Pensavo fosse sciocco e superficiale, lo credevo diverso. Ero sicura fosse il classico ragazzo sbruffone, senza un briciolo di cervello.
Ho fatto un grave errore di valutazione, ma non sono mai stata così felice di sbagliarmi.
È molto intelligente e, sebbene non sopporti granché la scuola e ciò che comporta, riesce ad arrivare a risultati incredibilmente alti, per quello che studia. Ma non è questo ciò che più amo di lui.
Mi sono innamorata della sua esuberanza, della sua gioia, del suo altruismo, della sua dolcezza, della sua lealtà. In più, è incredibilmente bello, e forte, e alto. Sembra quasi un principe.
Mai avrei immaginato di piacergli da quando ci conosciamo. Per quante ragazze lui abbia avuto, mi hai confessato di non averne amata neanche una. Si divertivano, ma non era amore. Ha conservato i suoi sentimenti solo per me. L'Unica.
Ho iniziato a provare lo stesso all'improvviso, investita da una tempesta di emozioni simile al turbinio di grandine che mi ha portato a rotolare giù da una valle innevata. Curiosa e incosciente, mi ero spinta troppo vicina al bordo. Poi ho visto molto da vicino cosa c'era in basso.
Quando sono stata in grado di aprire di nuovo gli occhi, lui mi era accanto, gli occhi grandi spalancati per la preoccupazione e l'angoscia, le mani gentili a spazzolare via dal mio viso la sporcizia.
Un bacio, ed è stato come nascere una seconda volta. Ad accogliermi, ho trovato un Mondo completamente diverso, dove il centro non era più al suo posto, ma dentro di lui, vicino a me.
Che cosa sarebbe successo, se me ne fossi accorta troppo tardi?
Istintivamente, volgo lo sguardo al ragazzo e alla ragazza davanti a me. Le loro teste si sfiorano, stamattina, illuminate dalla luce del sole. Le loro mani sono intrecciate, le loro sedie molto vicine. Troppo per due amici, ma non abbastanza per due fidanzati.
Forse sarei finita come lei, infelice e costretta ad un ruolo troppo stretto, o forse come lui, insieme a qualcuno, ma attratta inevitabilmente da un altro.
Rabbrividisco, ma subito mi costringo a respirare profondamente. Mi ripeto che sono salva, che non mi può accadere niente di male: lui è al mio fianco.
Accanto a me, attiri la mia attenzione e chiacchieriamo per un po'. Ti vedo stanca, oggi.
Chissà ieri sera fino a che ora hai studiato. Ti ho ripetuto mille volte che non puoi continuare a passare le notti in bianco, prima o poi il tuo fisico si ribellerà e cederai.
Vorrei aiutarti in qualche modo, ma non so come fare. Mi auguro che starti vicina sia abbastanza.
Lancio spesso qualche occhiata al fondo della classe. Come se fossi attratta lì dalla forza più potente dell'Universo.
Beh, probabilmente l'amore lo è.
Ogni volta che accade, i tuoi occhi mi fulminano, feriti e arrabbiati. Ogni volta mi riprometto di non voltarmi, ma, nonostante i miei sforzi, ogni volta il fallimento è inevitabile. E, con esso, il tuo rimprovero.
So che lui non ti piace. Lo credo bene, siete così diversi.
Certo, è un bel problema che tu non riesca a sopportarlo, visto e considerato che sei una delle mie più care amiche e che lui è il mio ragazzo. Anche lui non tollera granché la tua presenza, ma lo fa, per amor mio. Non sembri capire quanto lui sia importante, quanto mi faccia sentire bene.
Ti auguro con tutta me stessa di trovare qualcuno che ti faccia stare così. Sei una brava persona e te lo meriti, anche se non si può negare che tu abbia le tue stranezze e le tue fissazioni. Ma chi non ne ha?
Prima devi dimenticare il tuo lui, però. È troppo lontano e, anche se so che ti farà male sentirtelo dire, non ti ama. Non puoi continuare ad aspettarlo per sempre.
Dietro di me, sento un brusio fitto fitto. Di certo sono quelle due, che non riescono a smettere di chiacchierare neanche un secondo.
Non mi stanno troppo simpatiche, a dirla tutta. Soprattutto una, la più alta.
È ambigua. Fa la carina, ma poi non puoi mai sapere cosa vada a dire in giro sul tuo conto. Ecco, lei è il genere di persona che non mi dispiacerà affatto perdere di vista, alla fine di quest'anno.
Suona la campanella e dopo due secondi sono tra le sue braccia e i nostri cuori iniziano a intonare la stessa melodia.
Penso ai miei genitori, che sono insieme da tanti anni e si amano con la stessa intensità di quand'erano giovani. Vorrei con tutte le mie forze avere la loro fortuna, quando sarò più grande.
La campana suona ancora e, dopo un ultimo, lungo bacio, ritorno a posto.
È perfetto per me.
Quando siamo insieme, mi sento così felice, così completa. Come se avessi lasciato una parte del mio cuore per sempre a lui. Stiamo insieme da pochi mesi, ma quasi non ricordo la vita che facessi, prima, e non riesco a immaginare un futuro accettabile, senza i suoi baci, la sua voce, le sue carezze, il suo amore.
Ti amo, Ti amo anch'io.
La felicità, in due parole. Cos'altro potrei desiderare?

 

*

 

 

 

N.d.A.
Salve a tutti!
Innanzitutto, grazie mille a chi si è fermato a leggere il primo e il secondo banco ;D. Ecco a voi il terzo, spero apprezziate.
Immagino che la storia abbia abbastanza senso anche da sola, ma, a chi volesse approfondire alcuni dei personaggi citati (o a chi non ha niente da fare e volesse solo farmi tanto contenta), consiglio di dare una sbirciatina anche le altre due della serie.
Questo banco è stato... complicato: ho l'impressione di essere stata troppo cattiva con la parte destra e troppo sdolcinata con la sinistra. Beh, fatemi sapere che ne pensate, se vi va.
Un abbraccio,
Sbadiglio

  
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