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Autore: IdolsDimples    30/07/2013    12 recensioni
"Piacere, Harry Styles"
"Piacere, una ragazza che non ti cagherà per tutta la tua permanenza."
"Simpatica."
"E' una dote naturale."
***
"Perchè mi tratti così?"
"Come dovrei trattarti?"
"Beh, magari come una persona normale e non uno straccio da pavimenti."
"Io sto bene così."
"E si vede."
"Non sono tenuta a darti spiegazioni."
***
"Cosa è successo?"
"Assolutamente nulla."
"Ah no? E quel sangue sul pavimento?"
"E' ketchup!"
"Non me la dai a bere."
"Non ne avevo intenzione."
***
"Lasciami!"
"Non ci penso neanche, bellezza."
"Ok."
"Porca puttana..."
***
"Chiunque tu sia vattene, non ho nessuna voglia di parlare."
"Ma penso che dovremmo."
"Piantala Styles, ti odio, mi odi, non vedo cosa c'è da chiarire."
"C'è il fatto che odio di non odiarti nemmeno un po'."
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kimberly's P.O.V.

Niente panico, Kimberly.
Non puoi essere stata rapita dagli alieni, saresti in una stanza bianca con luci puntate su di te e teste vomitevolmente verdi che ti fissano.
Non puoi essere stata stuprata perché non ti fa male... lì!
Ok, tasta la superficie su cui sei distesa... morbida e fresca e... oh cazzo e questa cosa che cos'è?
Sobbalzo indietro impaurita.
Devo trovare una fottuta lampadina, anche un accendino o il mio cellulare, mi basta fare luce...
Aspetta...
Il mio cellulare!
Mi alzo lentamente dal letto, tenendo gli occhi spalancati nonostante il buio totale.
Avete presente quando camminate in una stanza buia, e avete l'impressione che tenendo gli occhi aperti vedrete dove mettete i piedi?
Ecco, la mia sensazione in quel momento, anche se non aiuta molto.
Allungo le mani in avanti, cercando di evitare spiacevoli spigoli.
Ma quanto diavolo grande è questa stanza?
Oh... un muro!
Ora mi basterà scorrere in orizzontale fino a trovare l'interruttore che mi permetterà di accendere la luce e scoprire cos'era quella cosa morbida cosa che la mia povera mano ha toccato su quel letto morbido e...
Ecco l'interruttore.
Lo premo e...
No, cazzo!
La lampadina non si accende!
C'è una porta in fianco ma decido di rimanere nella stanza ancora per un po'.
Pensandoci, solitamente le finestre si trovano di fronte alla porta, dall'altra parte della stanza... no?
Riprendo a camminare a tentoni verso il muro opposto.
Cado due o tre volte, inciampando sulle gambe del letto, ma riesco a rimettermi in piedi e finire la mia missione.
Apro una finestra e una luce potente mi fa intendere che l'alba è passata da un pezzo.
"Minchia." mormoro quando i raggi del sole mi bruciano al contatto degli occhi.
Una volta abituata al cambio di luminosità, mi perdo nella bellissima vista che proviene da quella finestra.
Gli alberi si estendono per parecchi metri e il paese illuminato si vede subito dopo.
E' una vista pazzesca, così limpida, così...
Questa non è casa mia!
Da casa mia non c'è questa vista!
Mi ricordo del mio cellulare solo quando comincia a suonare, mi basta sapere dove sta e il gioco è fatto.
Ora che c'è luce posso muovermi liberamente per la stanza e vedo il mio cellulare illuminarsi sul letto accando a Candice.
Ah, ecco cosa avevo toccato.
Mi sporgo per cercare di non svegliarla e afferro il telefono giusto in tempo perché non mi venga chiusa la chiamata in faccia.
Non leggo nemmeno il nome sul display...
"Pronto?"
"Come mai ci hai messo tanto a rispondere?"
"Non trovavo il telefono... scusa."
"Ah ok, mi stavo preoccupando. Ti passo a prendere che andiamo a mangiare fuori."
"Ehm... Kayte, in verità non sono a casa..."
"Cosa? Come no?"
"Già..."
"E dove sei?"
"Mi piacerebbe saperlo."
"Ti hanno rapita? Oh mio Dio, chiamo subito la polizia! Non sai proprio dove sei? Cazzo devo far rintracciare il cellulare così ti troviamo. Tieni duro arriviamo subito!"
"No aspetta, hai capito mal..."
Mi ha messo giù!
Porca troia mi ha attaccato e sta chiamando la polizia!
Ridigito velocemente il numero.
"Dimmi che non hai chiamato la polizia!"
"Non ancora, stavo facendo."
"Madonna, se non mi lasci specificare non puoi sapere cos'è successo!"
"Racconta."
"Non sono stata rapita."
"Oddio, nottata di fuoco?"
"Non sono una troia!"
"Già, scusa scusa."
"Ti voglio bene stronza, appena scopro dove sono ti chiamo."
"Daccordo, fai attenzione cogliona."
"Sono sempre attenta."
"Si... ti voglio bene, poi ne riparliamo."
"Si, ciao."
La ragazza a cui ho appena attaccato il telefono in faccia, non è altri che Kayte Ramones, alias migliore amica della sottoscritta.
E' una ragazza alta poco meno di me, capelli biondi lunghi fino a metà schiena e dei bellissimi occhioni neri.
Ci conosciamo da anni, ormai, siamo cresciute insieme.
Lei sa tutto di me e viceversa.
E' come una seconda sorella.
Ne riparleremo più avanti, comunque.
Ora devo scoprire chi è il coglione che mi ha portata in casa sua senza il mio esplicito permesso, anche se ho una vaga idea.
Prendo un lungo, davvero lungo, respiro e apro la porta di quella camera.
Mi si presenta davanti un piccolo corridoio e mi faccio guidare dalle voci che sento.
Mi blocco davanti a una stanza, probabilmente del soggiorno dato che vedo un divano, quando sento un discorso che mi riguarda.
"Harry, sta mattina sono entrata nella stanza degli ospiti per prendere il copriletto e l'ho trovata occupata. C'è qualcosa che devi dirmi?"
Ops.
"Mamma... si c'è una ragazza..."
"Dio ti prego, dimmi che non avete fatto sesso!"
"Mamma!"
"E va bene scusa."
"Non sono come mi descrivono i giornali, dovresti saperlo."
"Scusa tesoro, è che ormai ti vedo sempre meno e mi sembra di non conoscerti più."
"Lo so, scusa."
Decido di non origliare oltre e mi schiarisco la voce facendo un passo in avanti, per mostrare la mia presenza.
"Salve..." oddio Kimberly, ripigliati!
"Ciao cara, dammi pure del tu." mi dice sorridente la madre di Harry.
"Io... uhm... mi dispiace aver dormito qui, non volevo recare disturbo..." ma dai, recare?
Kim, non ti sei mai abbassata tanto!
"Tranquilla tesoro, puoi rimanere quanto vuoi!"
"Uhm... ok... Harry possiamo parlare?"
Ed è qui che morirai, tesoro!
"Certo."
E sorride pure?
Dio, che babbeo mi hai affibbiato?
Gli faccio segno di indicarmi la strada, dato che la mia è occupata da un ghiro che ha il mio stesso sangue.
Cazzo, quella bambina dorme un casino!
"Allora?"
"Allora che?"
"Perché mi hai portata in casa tua? Non mi sembra di averti detto che potevi!"
"Magari perché ti sei addormentata nella mia macchina e non so dove abiti. Non mi andava di lasciarti per strada."
"Aww ma che carino."
"Sul serio?"
"No."
Sospira pesantemente passandosi una mano sul viso.
Dio se è attraente. 
E si, non mi pento di averlo ammesso, è proprio un bel ragazzo.
Idiota, ma bello.
"Senti, come ti chiami?"
"Dovrei dirtelo?"
"Credo di si."
"Io credo di no."
"Posso sapere il perché?"
"Perché tu ora accompagnerai me e mia sorella a casa e non ci vedremo più per il resto dei nostri giorni."
"Non è detto che non ci incontreremo più."
"Invece si."
"E chi l'ha detto?"
"Io."
Segue qualche minuto di silenzio e poi si decide a parlare.
"Piacere, Harry Styles" dice porgendomi la mano.
"Che stai facendo?"
"Ricomincio da capo, no? Così avremo la possibilità di conoscerci."
Sento la mia faccia diventare sorpresa, per poi sfoggiare il migliore tra i miei sorrisi strafottenti.
"Piacere, una ragazza che non ti cagherà per tutta la tua permanenza."
Ora il suo sorriso scompare e da spazio ad un espressione abbattuta.
"Così non vale."
"Oh si che vale, vale eccome."
"Sei cattiva."
"Mai quanto te."
"E che ti avrei fatto?"
"Hai trovato mia sorella e mi hai portato a casa tua, ti sembra poco?"
"Mi sembra niente, dato che sono stato buonissimo."
"Ma che palle."
"Che c'è? Non hai la risposta pronta?"
"Non ho più voglia di sprecare il mio tempo con te, coglione."
"Ma dimmi un po', mi tratti così perché faccio parte dei One Direction?"
"No."
"Allora perché ti sto antipatico?"
In effetti non mi stà antipatico, mi piace la botta e risposta, tutto qui.
"Perché hai una faccia da schiaffi."
"Simpatica."
"E' una dote naturale."
E detto questo giro i tacchi e torno da mia sorella.

Harry's P.O.V.

La seguo con lo sguardo finché non scompare dietro la porta.
Perché le ragazze devono essere così difficili?
Ma soprattutto perché mi è capitata proprio lei?
Anzi, perché mi odia?
Che le ho fatto?
Da un lato ringrazio il cielo di aver incontrato lei e non una fan che poteva assalirmi, dall'altro l'avrei preferito.
Decido di chiamare Liam, lui è ottimo nei consigli.
Uno squillo, due squilli...
"Hey bro."
"Liam!"
"Tutto bene?" 
"Si, diciamo di si, tu?"
"Bene bene, hai bisogno di qualcosa?"
"Possibile che ogni volta che ti chiamo devi sempre pensare che ho bisogno di qualcosa?"
La risposta è chiara, c'è silenzio.
"E va bene si, ho bisogno di un consiglio."
"Lo sapevo, dimmi tutto!"
"Ecco, vedi..."
Gli racconto per filo e per segno tutto quello che mi è successo da quando ho incontrato la bambina ad ora, ricevendo di tanto in tanto dei grugniti affermativi come a dire 'si ti sto ascoltando'.
"Questa ragazza ti istiga parecchio."
"No, non è vero!"
Perché deve pensare che mi interessi?
"Si che è vero!"
"Non è questo il punto..."
"Vedi? Ti interessa! Comunque cerca di avvicinarti a lei, di essere dolce. Non pressare troppo, se ti tratta così c'è un motivo, no? Cerca di scoprirlo!"
"Grazie fratello."
"Di niente, tienimi informato, voglio sapere."
Rido.
"Senz'altro!"
"Ciao."
"Ciao."
Aspetto di sentire il 'bip' di fine chiamata e stacco il telefono dall'orecchio.
Faccio un gran respiro e esco dalla porta da cui è uscita lei qualche minuto fa.
Mi dirigo a passo felpato verso la camera degli ospiti e la trovo distesa affianco alla sorella mentre cerca di svegliarla.
Devo ammetterlo: è proprio bella!
I lunghi e lisci capelli castani sono raccolti in una coda alta e disordinata e risaltano ancora di più il viso pulito e snello.
La bocca, a intervalli irregolari, finisce a contatto con le orecchie della più piccola che, ormai sveglia, inizia a ridere per qualcosa che le dice la sorella le cui labbra si incurvano in un sorriso.
Tutto il viso è teso nella smorfia della risata che comporta: le labbra separate che sfoggiano i denti bianchissimi e dritti e gli occhi leggermente socchiusi con le rughette ai lati esterni.
Mi sento colpevole ad osservarla in un momento così intimo con la sorellina, così mi allontano dalla porta e faccio per andare in cucina ma una mano blocca in mio braccio e mi costringe a seguirla fin dentro una stanza.
"Perché la spiavi?"
"Gemma, andiamo... non sono affari tuoi."
Siamo nella stanza di mia sorella.
"Ho visto come la guardavi."
"Con gli occhi?"
"Harry..."
"E va bene ok... scusa."
"Harry, seriamente, ti piace?"
"Quella? La conosco da dodici ore, non mi piace... mi incuriosisce."
"Si beh..."
"Posso andare?"
"No..."
"Che hai?"
"Mi ha lasciata..."
Si riferisce al suo ragazzo... ex, ex ragazzo.
"Oh..."
Mi sento così impotente, nessuna parola la potrà tirare su abbastanza, così mi limito ad abbracciarla per farle sentire che io ci sono, ci sarò sempre.
"Ti voglio bene, Harry."
"Anche io, tanto."

Bene, eccomi con un nuovo capitolo.
Non è troppo lungo, ma nemmeno troppo corto dai!
Non so perché ma i "Harry's P.O.V." non riesco a farli lunghi, minchia!
Vabbè, la regola è la stessa: no recensioni, no capitolo successivo.
Sta a voi decidere quindi non mi trattengo oltre!
Vi dico solo che sono felicissima!
Motivo?
Shane Harper, Diamond White e Tess Henley mi seguono su twitter. Yeeeee!!!
Vi lascio il link del mio profilo, se volete chiedermi qualcosa riguardo alla storia
o altro. Seguitemi in tanti!
https://twitter.com/GiorgiaPulese
Un bacio.
-Giorgia.

  
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