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Autore: Astry_1971    08/02/2008    18 recensioni
"In tutto il mondo magico, non esisteva un Pozionista capace come il suo ex insegnante, nessuno era stato mai in grado di eguagliarlo.
Se c’era un mago in grado di salvare suo figlio, questo era lui, e il fatto che fosse morto non era un motivo sufficiente per rassegnarsi."
Questa storia è stata scritta sull'onda dell'emozione suscitata dagli avvenimenti dell'ultimo libro. Ho sentito il bisogno di restituire ad una persona speciale, quello che la Rowling ha voluto negargli.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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ladymarie: eheheh! Dai, non potevo uccidere il piccolino, solo la Rowling riesce a fare queste carognate. Io ho il cuore tenero.
Cosa farà Piton? Ummm! Farà la sua scelta, come dice il titolo di questo capitolo.
JDS: ammetto di non aver mai amato particolarmente il personaggio di Ginny, ma comunque credo che ogni madre, per salvare il proprio figlio, potrebbe trasformarsi in un eroina. Ginny, come Harry, farebbe qualunque cosa per Albus.
Rosy823: È andato bene il carnevale? Ahahah! Potresti provare a dare a Piton un bel bacio sul nasone, magari lo vedrai arrossire, oppure ti trasformerà in una mosca. Ma credo che sotto sotto gli farà piacere, lui è un tenerone, anche se non lo da a vedere.
Alce: credi che, se si trovassero uno di fronte all’altro, Piton e Harry riuscirebbero a farsi una sana chiacchierata? Ummmm, non saprei, intanto bisogna trovare il modo per farli sopravvivere entrambi, ahahah… vedremo. Ora comunque saprai cosa deciderà Piton.
SakiJune: allora sei tu, ihihi! Sì sì, sono stata la prima a darti il benvenuto nel Forum. Ti vergogni per aver maltrattato James? Ehm, beh, detto fra noi, nemmeno io stravedo per lui. Certo nel Forum devo rispettare le regole e non mangiarmi i suoi fan. Conviviamo pacificamente ormai da più di un anno, fan di Piton, di Sirius, di James e di qualunque altro personaggio. Magie Sinister è bello per quello. Poi in privato, piglio il bianchetto e cancello il suo nome da tutte le pagine dei libri ;-DDDD.
Dici che si nota tanto il mio amore per Piton? Ok lo confesso, sono innamorata persa.
Dracotta: ops, spaventata? Ihihih! Avevo avvertito di prendere una camomilla prima di iniziare la lettura.
Summers84: beh, magari Harry sta bene dall’altra parte, Piton non ha detto che ci si sta male, ha detto solo che dimenticherà. Credo che una volta attraversato il velo ci si immerga in una realtà completamente diversa, che però sfuma come un sogno, una volta tornati dalla parte dei vivi.
Rainsoul: grazie! Anche tu sei come me, io non riesco a leggere le storie quando devo aspettare troppo tempo tra un aggiornamento e l’altro, sono troppo curiosa.
maryrobin: Spero che continui ad interessarti.
iaco: nemmeno io vorrei che Piton se ne andasse, ma sarà lui a decidere. E’ un tipino cocciuto, sai?
brilu: anche Piton ha smesso di respirare al suono di quelle due paroline.
damnedmoon: oh caspita, lasciamo Harry e ci teniamo Piton? Non mi tentare! Comunque non dipende da me, Piton sa fare da solo le sue scelte, ha un carattere cosi forte e definito, che non sono io a decidere quello che scrivo, ma è lui. Prega per un miracolo.
bufyna: Vuoi che ti dica che non tornerà subito dietro il velo? Ummmm, vediamo… ti dirò che non lo farà in questo capitolo, quindi goditelo finché puoi. Ahahahah!
hermionex95: hai capito dove va Piton? Bene, allora non dirò altro.
Amarillide: ahahah! Come sei crudele, dai non posso lasciare Harry dov’è, Potter è ammogliato con prole, non si fa… sarebbe una cattiveria. ;-P
ferao: grazie, sì Severus è lui, ma è anche il mio personale Severus, o almeno il Severus che io immagino si possa nascondere dietro la maschera che la Rowilng gli ha incollato in faccia. Cerco sempre di far agire Piton, come farebbe il Piton canonico, ma i suoi pensieri nessuno li conosce realmente, quelli sono come li immagino io.
Vale lovegood: grazie dei complimenti. In effetti il passato è sempre lì ad influenzare le scelte di Piton, ma anche il suo destino. Ummm! Meglio se non dico altro.

Buona lettura!


Cap. 6: La scelta di Piton

C’era una vista splendida dalla guferia. Aveva sempre amato quel panorama che sembrava riservato solo ai Grifondoro.
Nel sotterraneo non esistevano finestre, solo spesse mura e metri di solida roccia sopra le teste di coloro che lo abitavano.
In fondo era molto simile ad una tomba, ma solo ora se ne rendeva conto.
Severus era in piedi sullo stretto balconcino, immobile, mentre il forte vento, che soffiava sempre a quell’altezza, scuoteva rumorosamente il suo pesante mantello.
Gli occhi neri fissavano una piccola macchia chiara oltre il lago: la tomba di Silente era appena visibile dal castello eppure il mago sembrava riuscire a coglierne persino le più piccole venature del marmo.
L’aveva immaginata così tante volte, fin nei minimi particolari. Aveva immaginato se stesso inginocchiato davanti a quel monumento funebre, la sua mano, mentre ne sfiorava la superficie levigata: un gesto affettuoso che non si era mai concesso nei confronti di Silente finché era in vita.
Era stato sempre freddo e sarcastico anche con lui, persino quando aveva accettato di ucciderlo.
Chissà se il vecchio mago si era mai reso conto di quanto gli volesse bene? Probabilmente no.
Come avrebbe potuto chiedergli di togliergli la vita, se solo avesse immaginato che, compiere quel gesto orribile, sarebbe stato per lui come strapparsi il cuore dal petto?
No, se avesse capito, Albus non avrebbe mai preteso tanto.
Non poteva, non voleva crederci o, forse, cercava solo di illudersi per non odiarlo.
Aveva giurato a se stesso che il giorno in cui si fosse trovato davanti alla sua tomba, avrebbe preteso la verità, avrebbe gridato la sua domanda rivolto alla pietra e forse quella gli avrebbe risposto.
Ma non era mai successo, non era mai andato abbastanza vicino al sepolcro di Silente, nemmeno quando era tornato alla scuola come preside: troppo rischioso visitarlo di nascosto e troppo doloroso farlo nascondendo i suoi veri sentimenti.
Così aveva preferito evitare quel luogo, persino quando aveva capito che Voldemort stesso avrebbe osato profanarlo.
Era rimasto lontano: non avrebbe sopportato anche quello, non sarebbe mai potuto restare impassibile di fronte all’ennesimo scempio perpetrato dal mostro che chiamava padrone.

Il lucido marmo sembrava brillare di luce propria sotto i raggi del limpido sole autunnale.
Forse quello era il momento giusto per andarci: ora poteva pretendere quella risposta.
Forse avrebbe potuto scegliere di visitare quella tomba l’indomani, poteva andare sulla riva del lago quando voleva: ora, finalmente, era libero di farlo.
Poteva andarci il giorno dopo e, forse, tornarci quello dopo ancora?
Scosse il capo, sospirando.
No, non ci sarebbe stato un altro giorno: il tempo che gli era stato concesso era scaduto diciannove anni prima.
Si afferrò i capelli con entrambe le mani.
Perchè doveva essere tutto così difficile?
Fissò il vuoto sotto di lui.
Le rocce aguzze ai piedi della torre erano nascoste dietro una leggera coltre di umidità: il calore del mattino stava facendo evaporare la poca acqua rimasta intrappolata nelle fessure fra i massi, dopo il temporale notturno e ciò rendeva piacevolmente irreale e fiabesco il pauroso precipizio.
Probabilmente se il Velo si fosse trovato in fondo a quel dirupo, sarebbe bastato sporgersi e lasciarsi andare. Nessun ripensamento, nessuna possibilità di fermare la caduta.
Semplice, rapido, non come ciò che lo aspettava al Ministero; come poteva essere certo che non avrebbe esitato varcando la soglia dell’Arco?
E se nel momento dello scambio le sue gambe si fossero rifiutate di muoversi?
L’amore per il proprio figlio aveva dato a Potter la forza di fare quel passo. Lui, invece, non aveva ragioni per vivere, ma nemmeno per morire.
Severus Piton non aveva nulla a parte un cuore che non ne voleva sapere di rinunciare alla sua ritmica danza, non di nuovo.
Aveva desiderato la morte così tante volte, prima di provare cosa significava sentire quei battiti diminuire lentamente, la vita scivolare via e la luce abbandonare per sempre i suoi occhi.
L’aveva desiderata e alla fine era giunta, inaspettata, violenta e crudele.
Credeva che l’avrebbe accolta come una liberazione, invece aveva provato solo disperazione e paura. Più sentiva la fine avvicinarsi e più si rendeva conto di voler continuare a respirare anche solo per un secondo in più.
Rabbrividì ricordando quell’ultima immagine: i suoi occhi verdi.
Li aveva visti sparire inghiottiti dall’oscurità.
Se solo ne avesse avuto il tempo, in quel momento avrebbe pianto, avrebbe gridato come un bambino che viene strappato dalle braccia di sua madre.
Voleva continuare a guardarla, ancora un istante, per sempre.
Invece tutto era diventato improvvisamente buio e freddo, e lei non c’era più.
Sospirò, chiudendo gli occhi.
Non era null’altro che semplice istinto di sopravvivenza, ma non credeva che il suo fosse ancora tanto forte.
Sarebbe stato capace di dominarlo? Di scegliere ciò che per natura si è portati a fuggire?
Le labbra si piegarono in un ghigno.
Cosa avrebbe scelto: il coraggio o la vigliaccheria?
Respirò profondamente: l’aria era fresca, ed era piacevole sentirla sul viso.
Aveva sempre adorato il soffio del vento: il suo tocco leggero era riservato a tutti indistintamente. Per il vento non esistevano Mangiamorte, Serpeverde, Maghi o Babbani.
Perfino lui non era mai stato tanto indegno da non meritare almeno quella carezza… finora.
Questa volta, il vento non spirava per lui, non era sua la vita che gli scorreva nelle vene, ma era la vita di Harry Potter, ed ogni istante in più che si concedeva era tempo rubato al figlio di Lily.
“Io non sono un ladro, non sono un ladro.” Il mago prese a ripetere come una litania, scivolando lentamente in ginocchio.
“Professore?”
Severus si voltò di scatto: Hermione era in piedi dietro di lui.
Era venuta a prenderlo? A dare man forte alla sua coscienza, perché si convincesse a tornare indietro?
“Ginny, mi ha detto che pensa di riattraversare il Velo.” mormorò.
Già, era questo che le aveva lasciato intendere e, magari, lei aveva deciso di mandare lì la Granger per assicurarsi che non avesse cambiato idea.
Rivolse alla strega uno sguardo carico d’odio, mentre si rimetteva in piedi, ma non le rispose.
“Non deve sentirsi in dovere di farlo.” proseguì Hermione.
Il mago spalancò gli occhi, incredulo.
“Volevo farle sapere che nessuno potrebbe biasimarla se decidesse di restare.”
Le labbra di Piton si piegarono in una smorfia.
“Nessuno…? Nemmeno sua moglie e i suoi due…”
“Tre.” lo corresse l’altra. “Ha avuto anche una bambina.” sorrise.
“Tre figli... d’accordo! Pensa che potrei guardarli in faccia se…”
“Uno di loro è vivo grazie a lei. Harry si è sacrificato per questo, lui… lui ha detto che sarebbe stato in debito con lei, professore, e che questo era il suo modo di ripagarla.”
“Oh, certo, il cuore coraggioso dei Grifondoro.” disse acido. “Dovevo aspettarmelo da lui”.
Si avvicinò fino a sovrastare la giovane donna: nonostante fosse cresciuta dall’ultima volta che l’aveva vista, il mago era ancora molto più alto di lei.
“Nel caso l’avesse dimenticato: io sono un Serpeverde.” Scandì. “Non so che farmene della sua elemosina, né della vostra pietà”.
Hermione si morse il labbro. Piton era davvero incredibile: sarebbe morto anche solo per fare un dispetto a Harry Potter.
“Dunque ha deciso?” domandò fredda.
L’altro annuì e le voltò le spalle.
“Vorrà aiutarmi, come ha fatto con Potter? Dovrà ripetere lo stesso incantesimo che ha usato per richiamare me.”
Ci fu un lungo silenzio.
“D’accordo, se è questo che vuole…”
“Sì… è questo che voglio.” sussurrò il mago, più per convincere se stesso che per rispondere a Hermione.
“L’aspetto nell’ufficio del preside fra mezz’ora, e…” Piton lanciò alla strega uno sguardo sbieco. “… preferirei che la sua amica non fosse informata della nostra partenza. Riuscirà ad allontanarsi da Hogwarts senza che l’intera scuola venga a conoscenza della cosa?” la schernì.
“Certo che posso, professore, ma credo che Ginny…”
“Non sono tenuto anche a vederla esultare per la mia… dipartita.” ringhiò.
Hermione abbassò lo sguardo: forse Piton aveva ragione, anche lei non sapeva cosa provare in quel momento. Era inutile negare che desiderava più di ogni altra cosa riavere il suo amico.
Probabilmente sarebbe stata la cosa migliore anche per Ginny non vederlo andar via. Harry l’avrebbe abbracciata, come se non se ne fosse mai andato, e loro avrebbero dimenticato.
Si voltò di scatto, mentre una lacrima scivolava rapida e furtiva sulla sua guancia.



Continua…






  
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