Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: fallintooblivion    31/07/2013    13 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
«Ti hanno scaricata?» mi chiese una voce roca all’improvviso. Sussultai e mi girai, ritrovandomi faccia a faccia con due occhi verdi che mi scrutavano senza battere ciglio.
«Pessimo modo per rimorchiare una ragazza» sbadigliai, e sul suo viso si formò un ghigno compiaciuto.
Si avvicinò a me. «Come ti chiami?» mi sussurrò all’orecchio.
Rimasi come ipnotizzata dal suo sguardo, e la sua vicinanza mi mise in soggezione. «Mi chiamo Ellie.»
«Io sono Harry.»
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



 

Chapter four: Truths
 

Quel sorriso sfacciato e quegli occhi grigioverdi che mi fissavano mi fecero venire voglia di alzarmi e andare via, senza spiccicare parola.
Ma qualcosa mi bloccò.
«Dio, no, non è possibile!» sbottai d’un fiato mettendomi le mani tra i capelli.
«Anch’io sono felice di vederti» disse con una risatina. «Allora, cosa posso portarti?» mi chiese poggiando una mano sul tavolo, mentre continuava a fissarmi insistentemente.
«Un caffè. Zuccherato. Molto zuccherato.» Muovevo la gamba destra senza sosta per la rabbia e l’agitazione, mentre evitavo di guardarlo in faccia.
Lui chinò leggermente il capo e sparì dentro il bar.
Avevo deciso che non l’avrei mai più rivisto, eppure sbucava fuori da ogni angolo come i funghi!
A questo punto era meglio rimanere sola a casa ad ascoltare musica.
Tornò fuori dopo pochi minuti, con un caffè lungo fumante, un bicchiere d’acqua, e il suo solito sorriso stampato in faccia.
«Prego» disse quasi dandosi delle arie mentre poggiava la tazza sul tavolo.
Feci per prenderla in mano, ma era bollente.
«Non avere fretta» rise lui. Alzai gli occhi, per vedere che era seduto proprio davanti a me, e mi stava guardando con la testa sorretta dalla mano destra.
«Non devi lavorare?» borbottai soffiando sul caffè caldo.
Lui scrollò le spalle. «Do solo una mano a mio zio, non è un vero lavoro.»
Sorseggiai piano il caffè, evitando accuratamente di guardarlo. «Okay, ma ci sono un sacco di clienti che aspettano di essere serviti.»
«Anch’io sto aspettando.» Sorrise e io lo guardai confusa. «Aspetto te.» sussurrò poi, e non potei far altro che rivolgergli un’occhiataccia.
«Dico davvero… sai, quel bacio… ricordi?» E come facevo a dimenticarlo? «Non sarebbe male, tipo… rifarlo.»
Stavo per strozzarmi con il caffè, e per poco non glielo sputavo in faccia.
Guardai la sua espressione, e non era compiaciuta come al solito, ma piuttosto perplessa e stranita.
«Forse tu non hai capito» esordii io. «Non lo rifarei mai.» Bugia. «Non mi è piaciuto neanche un po’.» Altra bugia. «Anzi, direi che mi ha fatto schifo!» Combo.
Iniziai a torturarmi le mani sotto il tavolo, e il mio sguardo era concentrato a fissare le variazioni di marrone della bevanda scura.
Seguirono degli interminabili attimi di silenzio, e non sapevo cosa aspettarmi.
«Stasera hai da fare?» Ma allora era stupido?
«Ma mi hai ascoltato?!» sbottai in preda all’isterismo.
«Non ti sto chiedendo un appuntamento» sospirò. « È un giorno importante per me.»
«Oh…» Tornai a guardare la mia tazza di caffè. «È il tuo compleanno?» chiesi ingenuamente.
Lui sorrise amaramente. «Una cosa simile.»
Che diavolo significa?!
«Dai una festa?»
«Più o meno» rispose vago, guardando il cielo. «Allora, ci sarai?»
Annuii appena. «Ci proverò. Dove andremo?» gli domandai.
Lui mi rivolse un enorme sorriso, e sembrava sinceramente felice.
«Ti vengo a prendere io alle 19.» Si alzò prendendo il vassoio in mano.
«Che storia è questa? Posso venirci anche da sola!»
Continuò a sorridermi. «A stasera» sussurrò appena, per poi allontanarsi e sparire del tutto dentro l’edificio.

 

__________


 

Erano ancora le 18, ma io ero pronta già da un pezzo. Ero sola in casa - come sempre, o quasi - e stavo seduta sul divano del grande soggiorno, a guardarmi all’enorme specchio di fronte a me.

Avevo pensato di lisciarmi i boccoli ribelli, farmi un bel trucco e indossare un vestito elegante.
Ma alla fine optai per qualcosa di più semplice: tenni i capelli ricci, lasciai il viso fresco e senza trucco, e indossai un paio di leggins e una maglietta larga, senza separarmi dalle mie amate converse.
Tanto mica devo fare colpo su di lui Pensai aggiustandomi una ciocca di capelli che non voleva saperne di starsene dietro l’orecchio.
18:14
18:15
18:16

Il tempo trascorreva lentamente e decisi di sdraiarmi un po’ e chiudere gli occhi.
Quando li riaprii, non fui contenta di cosa vidi guardando l’orologio.
19:26
Scattai all’impiedi trattenendomi dall’urlare, e mi diressi verso la porta.
«Oh Dio.» Ciò che trovai fu un Harry Styles seduto con la schiena poggiata ad uno stipite della porta, con una gamba distesa fino a toccare l’altro, e l’altra piegata con il ginocchio sotto il mento.
Si girò verso di me, salutandomi con un cenno della mano.
«Come… come diavolo hai fatto a…?» Guardavo la porta aperta, e lui seduto per terra come se niente fosse.
«La chiave sotto lo zerbino, un classico.» Sembrava assente, come se stesse parlando da solo.
«E perché sei…?»
«Ho suonato, ma non rispondevi. Mi sono preoccupato. Ma quando ho realizzato che stavi dormendo, mi sono rilassato. Tranquilla, non sono entrato.»
«Ah no?» gli chiesi con diffidenza. «E dimmi un po’, come hai fatto a capire che stavo dormendo allora?»
«Russavi» si limitò a dire, senza spostare gli occhi dal pavimento.
All’inizio non realizzai la cosa, ma dopo alcuni istanti sentii le guance andare in fiamme.
«Cosa? No, io… io non russo!» urlai più imbarazzata che mai.
«Oh, eccome se russi. E parli anche nel sonno.»
«Che ho detto?» gli domandai pareoccupata con un filo di voce.
«Oddio, Harry è proprio un figo, quanto me lo farei, mmh…» disse cercando di imitare la mia voce, dopodichè mi guardò e finalmente mi sorrise. Il suo solito sorriso.
Mi infuriai tantissimo, e non so cosa mi trattenne dal prenderlo a calci.
«Che cazzo dici, coglione!» Sentivo ancora le guance in fiamme, ma per la rabbia.
Almeno credevo.
Presi la borsa e lo guardai con insistenza, fino a quando lui non si alzò, dirigendosi verso l’Audi nera proprio di fronte alla staccionata bianca di casa mia.
Durante il tragitto gli chiesi molte volte dove mi stava portando, se la festa si svolgesse a casa sua o in un locale, se non mi stesse soltanto prendendo in giro, ma lui rispondeva sempre con un “vedrai”. Così chiusi gli occhi e misi le cuffie, senza però addormentarmi.
Quando lui fermò l’auto e accostò mi resi conto che eravamo arrivati. Aprii gli occhi e mi guardai attorno, e quel paesaggio meraviglioso mi avvolse. Eravamo nel bel mezzo di un bosco, e su, nel cielo, stava morendo il sole in un tramonto incantevole.
Senza accorgermene strinsi appena il braccio di Harry. «È bellissimo» dissi in un sussurro.
«Non hai visto niente» mormorò lui proprio accanto al mio orecchio, dopo essersi avvicinato a me.
Avrei voluto rimanere a guardare quello spettacolo per sempre, ma soprattutto avrei voluto farlo insieme a lui. E ammetterlo a me stessa era straziante. Ma era così, e non potevo farci niente.
Dopo poco lui scese dalla macchina e mi aprì lo sportello. Scesi anch’io guardandolo perplessa.
«Dove stiamo andando? E la festa?» chiesi seguendolo in quel sentiero fitto, «Lasci l’auto lì?»
«Una domanda alla volta.» Lo sentii ridere appena. «Conosco questo posto, so di poter stare tranquillo.»
«Non hai risposto alla prima domanda» gli feci notare, cercando di non inciampare.
Lui si girò verso di me. «Lo vedrai.» Mi sorrise e continuò a camminare.
Quando il sentiero finì e, non riuscivo a crederci, ma sbucammo in una bellissima spiaggia. Il mare incorniciava perfettamente quello splendido tramonto.
Rimasi sbalordita. Ci incamminammo verso la riva, e lui si buttò sulla sabbia, lasciandovi l’impronta del suo corpo.
Inaspettatamente anche per me, feci lo stesso senza pensarci.
Sapevo che non stava smettendo di guardarmi, ma sapevo anche che non sarei riuscita a reggere il suo sguardo, quindi evitai anche di provarci.
«Sei mai stata… innamorata?» cominciò ad un tratto, rivolgendo il suo sguardo verso il mare calmo.
Aprii la bocca per rispondere, ma la richiusi subito dopo, non sapendo bene cosa dire.
«Due anni fa, in questo giorno, venni qui con la mia ragazza» disse dopo qualche minuto di silenzio.
Evitai anche quella volta di guardarlo, quindi non so che espressione avesse di preciso, ma parlava con una certa amarezza nella voce. O forse era dolcezza. O entrambe.
«Ci divertimmo un sacco. Poi io mi buttai in acqua e la trascinai con me.» Si prese una pausa. «Fu l’ultima volta che la vidi.»
A quel punto non potei evitare di girarmi di scatto verso di lui, cercando di incontrare il suo sguardo; cosa che non accadde, visto che era ancora diretto verso l’oceano.
«Non sapeva nuotare… ma io insistetti.» Continuò. «Le dissi di fidarsi di me e lei lo fece. Ma all’improvviso un’onda particolarmente violenta ci investì entrambi. Ricordo di essere svenuto. Al mio risveglio, lei era accanto a me, priva di sensi. Aveva sbattuto la testa. Era morta.» Mi raccontò tutto fermandosi tra una frase e l’altra. La sua voce aveva assunto un tono piatto, e sembrava quasi impassibile.
Io non sapevo cosa dire. Ero spiazzata. Mi uscii dalla bocca solo un flebile “mi dispiace” di nessun valore.
«Dovevi amarla molto» mi azzardai a dire in un sussurro colmo di tristezza.
«Vedi, forse è proprio questo il problema. Io non l’amavo» disse a denti stretti. «Lei mi amava da morire, ma anche se era così dolce e gentile, non sono mai riuscito ad innamorarmi di lei. Non sono mai stato innamorato di nessuno. E lei non si meritava di stare con uno come me. Non si meritava quello che le è successo. Ed io non mi meritavo di… non me la meritavo.» Quando finii di parlare, vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime. Un oceano molto più bello di quello che avevamo di fronte. Tanto bello quanto straziante.
«Puoi… puoi insegnarmelo tu? Puoi insegnarmi ad amare?» Mi guardò con gli occhi pieni di dolore, dolore vivo.
Lo abbracciai senza pensarci, e lo feci talmente forte che mi mancò il fiato, ma non mi importava.
Non ci conoscevamo quasi affatto, ma si era appena confidato con me. Mi aveva aperto il suo cuore. Stava piangendo davanti a me.
E quello che gli era successo era terribile. Sentivo gli occhi pesanti, e temevo che se li avessi chiusi avrei iniziato a piangere anch’io.
E così fu.
Subito mi strinse tra le sue braccia, e mi sentii così al sicuro.
«Ehi, non piangere.» Mi baciò piano sulla testa, accarezzandomi la schiena dolcemente.
La situazione si era ribaltata: adesso era lui che consolava me, e non era giusto.
Mi allontanai piano da lui. «Scusami, sono davvero ridicola.»
Mi sorrise, asciugandomi le lacrime con il pollice. «È colpa mia. Non so perché te l’ho detto. Mi dispiace. Non volevo rattristarti.»
Mi rannicchiai sulle ginocchia, guardando in basso. «Invece sono contenta che tu me l’abbia detto» mormorai. Mi girai a guardarlo: fino a qualche minuto prima mi era sembrato così indifeso, e adesso era lì, davanti a me, che mi sorrideva con sicurezza.
I nostri occhi si posarono sulle labbra dell’altro e, senza pensarci, ci avvicinammo di nuovo. Lui poggiò la sua mano grande e calda sul mio viso, e poi le sue labbra morbide sulle mie. Fu un bacio così diverso da quello dell’altra sera alla festa: quello era stato fugace, dettato dal desiderio e dall’attrazione fisica. Questo era… dolce, appena accennato, uno di quelli che ti fa venire la pelle d’oca, che ti fa emozionare. Uno sincero. Uno di quelli che non avevo mai ricevuto.

 



 






larrysfeels
 
Oddio, questo è in assoluto il mio capitolo preferito fino ad ora.
Mi auguro che piaccia anche a voi, e che in qualche modo riusciate ad immedesimarvi.
Lo spero davvero.
Non so perché sto aggiornando così presto a dire il vero, non ve lo meritate, lol.
Spero di ricevere qualche recensione in più, inviatemi anche soltanto un vostro parere, ve ne prego! 

 
Baci, Lauren.
 
   
 
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: fallintooblivion