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Autore: ILoveItBaby    31/07/2013    1 recensioni
Quando gli angeli si chetano
Quando il ciel si rabbuia
Quando il sussurro del vento svanisce
Quando la terra smette di tremare
Quando tutto tace e c'è solo il silenzio di chi attende
è il momento di correre.
********************
Dal Capitolo 1:
"Era evidente che gli dolesse, ma il ragazzo smise di massaggiarle e fece segno di no, poi perfido disse “Non è che ti sei innamorata di me e tentavi di stare un po' sola con il sottoscritto. Mi spiace ma dovrai metterti in fila, anche se...per te potrei anche fare un'eccezione!”. Greys lo fisso con il suo sguardo da Bestia Incarognita®."
[...]
"Una lieve brezza le mosse i capelli rossi e lei rabbrividì. Draco le passò il braccio intorno alle spalle e la strinse per scaldarla, con grande stupore di Greys. Non si sarebbe mai aspettata di vedere quel ragazzo così romantico, o semplicemente gentile. Gli tolse la mano e si raddrizzò. Infatti, era troppo dolce, e sinceramente non ci credeva, stava tentando di farla diventare uno dei suoi trofei."
********************
Bhe............spero con tutto il cuore che vi piaccia!!!!
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Capitolo 5
 
 
 


«L'inferno è una città che somiglia molto a Londra.
Una città con tanta gente e tanto fumo.»
P. B. Shelley
 
Era da un mese o più che cercava informazioni su di lei, ma quegli stupidi commercianti non erano riusciti a scoprire nulla della ragazza più che il colore dei capelli: rosso come le fiamme.
Grande aiuto, ma avevano idea di quante rosse venissero dall'Irlanda a Londra?!
Aveva setacciato, controllato e torturato ogni singola persone che avrebbe potuto sapere qualcosa di lei, ma a quanto pareva era brava a nascondere le proprie tracce e, gli unici da cui aveva comprato qualcosa erano stati cancellati come nastri mangiati dal mangianastri: inutilizzabili.
Perciò non sapeva nemmeno da chi fosse andata. Poteva solo dedurre che avesse cancellato loro la memoria, ma la conosceva abbastanza bene da sapere come agisse.
Ma non si sbagliava facilmente.
Non aveva idea di cosa ci facesse a Londra, né se fosse ancora lì.
Aveva perciò deciso verso metà Settembre di andare nella comunità magica dei dintorni e si era ritrovata così a DiagonAlley, un posto da far accapponare la pelle.
La guerra, certo lo aveva imbruttito, ma doveva essere un posto brutto anche originariamente, di certo niente a che vedere con le meravigliose luci di New York, cittadina da lui prediletta fra tutte quelle umane e comunque ben migliore dalla polverosa Londra, patria del cielo nero.
Comunque aveva torchiato molte persone, non riuscendo mai a trovare uno straccio di pista.
Questa ragazza non doveva fidarsi molto degli esseri umani di quel secolo, e a ragione, riteneva lui.
Finita Diagon Alley, dopo circa due settimane aveva perso ogni speranza e così aveva tentato come ultima povera risorsa la malfamata NotturnAlley. Questa era semplicemente squallida, non poteva dire di più.
Entrò in alcuni negozi e indagò, ma questi erano molto peggio di quelli che popolavano l'accesa DiagonAlley, questi erano semplicemente truffatori, rigattieri da quattro soldi e rifiuti della società che tentavano di spacciargli del rosmarino per pericolosissimi artefici.
Stava perdendo la pazienza.

Ormai era il 17 Ottobre e l'unica cosa che era riuscito a fare era stato arrivare fino a NotturnAlley, e basta.
Stupidissima donna, perché doveva nascondersi tanto e tanto bene?!
Entrò in un altro negozio, «Cimeli D'OgniParte». Suonava bene, chissà se venivano realmente da ogni parte.
Spinse la porta e suonò un vecchio ed arrugginito campanello.
Che rumore fastidioso, pensò.
Si mise allora a girare attorno agli scaffali, tra cui svettavano pile e pile di robaccia inutile, contraffatte o che semplicemente non interessava a nessuno, come la parte inferiore di una bacchetta che aveva l'etichetta di «Parte dell'impugnatura della preziosissima Bacchetta di Sambuco».
Idiozie, quella non era la bacchetta di Sambuco.
Si mise a ridere, e ad ogni scaffale la sua ilarità aumentava. Questi umani si inventavano un po' di tutto. Finito il giro aveva notato solo pochissimi oggetti degni di note, che però lui possedeva già tutti, e nemmeno tra i più preziosi della sua collezione.
Arrivò fino al bancone, dove un vecchietto troneggiava, leggermente gobbo su uno sgabello da bar anno '50.
“Buongiorno” disse l'ometto, stupendo il giovane. Era il primo che in quell'infausta via mostrava un minimo di cortesia.
“Buongiorno” ricambiò. E cominciò ad osservare gli oggetti dietro al bancone.
Solo una cosa lo colpì particolarmente: una lunga piuma bianca con riflessi argentei.
Quando li vedeva, sapeva riconoscere gli oggetti appartenuti ad un angelo, ed era proprio quello il caso. Come c'era finita laggiù? Sembrava un pezzo nuovo, visto che lì dentro era tutto vecchio e impolverato, tranne quella, che era tenuta con particolare cura.
Che il vecchio conoscesse l'angelo che gliela aveva donata? Molto probabile.
Il vecchio seguì il suo sguardo e disse “Non è in vendita, è solo una riproduzione”. Bugia.
Quell'uomo aveva seguito esattamente ogni suo singolo pensiero, e aveva capito che lui sapeva.
Sorrise. “Ne è certo?”
L'uomo si drizzò sulla sedia e lo fissò, senza rispondere. Non era stupido come la media del resto degli umani.
“Dove l'ha presa?” chiese. Non aveva voglia di incantarlo.
“Eredità.” Bugia. Di nuovo.
“Non mi menta” lo avvertì l'altro. Era divertente giocare con quel povero vecchio, erano gatto e topo, e il povero topolino scappava senza rendersi conto che era già in trappola dal primo momento in cui lui era entrato.
“Se ne vada.” sussurrò l'altro.
Lui non si mosse.
In un secondo prese per il collo l'uomo, lo sbatté contro al muro e gli puntò la bacchetta contro.
 
Un'ora dopo aveva tutte le informazioni che gli servivano. Finalmente tutto quel duro lavoro aveva ripagato.
“Ah, mio povero August, ti sei affezionato alla persona sbagliata!” sussurrò sparendo in un vicolo.
Prima di uccidere il vecchiaccio (di quei tempi nessuno mago ci avrebbe dato troppo peso, in fondo c'era una guerra in corso) si era fatto scrivere una bella lettera per la dolce Greys, in cui gli raccontava una versione della storia leggermente fantasticata.
Era un messaggio: lui la stava per prendere.
Non era divertente se il topo non sapeva di essere tale.
“Hogwarts, eh, mia principessa rossa?” rise “Hai senso dell'umorismo a prender in giro il buon vecchio Riddle, lo ammetto. Nascosta sotto al suo naso”
Spedì la lettera con un gufo e si concentrò finalmente sul paesaggio. Gli passarono accanto un gruppo di studentesse londinesi che lo fissavano e ridacchiavano. Ah, si sarebbe divertito in quella città in fondo.
E poi sarebbe andato a prendere il suo dolce fringuello di fuoco, magari torturandolo un poco prima.
Si voltò e seguì le tre ragazze sculettanti.
 















Angolino dell'Autrice
Hey, buongiorno a tutti!
Come promesso oggi ho postato un altro capitolo.
Questo è un po' corto, come anche il prossimo perché sono solo di passaggio, e, questo in particolare, per aggiornarvi sulle imprese del nostro affascinante e misterioso cattivone riccio ()!!
Coomunque purtroppo per la nostra rossa l'uomo l'ha scovata, nonostante con qualche problema (e, già, mica potevo permettergli di trovarla dopo appena due giorni stitici di ricerchina! Doveva farsi un bel mazzo, mica gliela davo vinta, io!).
Vabbé lasciamo perdere i miei sproloqui, e veniamo alla nostra coppia Dreys (o preferite Graco? XC a me questo nome nn piace, ma vabbè), dovrete pazientare ancora un pochino per ritrovare nuovamente i nostri due piccioncini, anche se sarà col botto ;]!
Ccccmmmmqqqq, ora vi saluto e noi ci ritroviamo Venerdì (o Sabato, dipende), ma cmq presto.
Tanti Baci dalla vostra IloveItBaby!!!
   
 
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