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Autore: ale146    09/02/2008    1 recensioni
Harry se ne va da Privet Drive, va alla tana al matrimonio di Bill. Rivede Ginny, non riesce a stare lontano da lei. Resiste. Dopo il matrimonio il trio parte alla ricerca degli Horcrux. Tornano un'anno dopo, hanno distrutto tutti gli Horcrux e Harry è pronto ad affrontare Voldemort. Pronto ad avere un futuro migliore. Senza morte, dolore. Nel frattempo Ginny l'ha aspettato o ha trovato un'altro? Ron e Hermione? Sono finiti insieme? Che fine ha fatto Draco Malfoy? Vuoi scoprire tutto questo? Leggi la mia storia. è la prima Ron/Hermione che scrivo, di solito non scrivo su questa coppia ma ho voluto provare. Spoiler del sesto libro. Metto rating R solo per precauzione.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alla ricerca di una vita migliore'
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Era passato un mese da quando i tre ragazzi avevano lasciato la Tana. Durante quel mese si erano allenati, avevano studiato nuovi incantesimi ma soprattutto avevano fatto ricerche su gli Horcrux e su RAB.

Finalmente avevano elaborato una teoria. Su entrambe le cose. In primis chi era RAB? Perché conosceva il segreto di Voldemort? E soprattutto, perché voleva eliminarlo?

Dopo attente ricerche e un paio di escursioni al ministro della magia, sezione archivi magici, e una buona dose di polisucco consumata, avevano scoperto chi era. O almeno speravano fosse lui. Con quelle tre sigle i nomi trovati erano tanti. Solo alcuni, però potevano collegarsi al periodo di ascesa di Voldemort.

Romulus Arthur Bell, Rudolph Adolf Baker e Regulus Arcturus Black, il fratello di Sirius. Avevano controllato l’origine di tutti e tre, è l’unico che aveva a che fare con Voldemort era Regulus. La conclusione? Lui era RAB. Domanda? Perché voleva eliminare Voldemort quando era dalla sua parte?

Hermione concluse che Regulus si fosse stancato di stare dalla parte di Voldemort, forse perché sapeva che Voldemort dava la caccia ai membri dell’ordine, tra i quali c’era Sirius, suo fratello. Ora la cosa che premeva ai tre ragazzi era sapere se il medaglione era andato distrutto, e se Regulus avesse trovato altri Horcrux.

Ron quella volta ebbe un’intuizione da genio, che tra parentesi se usasse anche con Hermione sarebbe magnifico. Quando Harry tirò fuori il falso medaglione, Ron disse:

“Che strano, io questo l’ho già visto, è lo stesso medaglione che abbiamo provato a gettare via casa di Sirius. Ve lo ricordate? Quando stavamo pulendo? Avevamo anche provato ad aprirlo ma non ci siamo riusciti, e l’abbiamo gettato”

“è vero, ora ricordo, noi l’abbiamo gettato, ma Kreacher l’ha recuperato” esclamò Harry.

“Harry, sai cosa significa questo?” chiese Hermione

“Si, lo so. Dobbiamo tornare a Grimmauld Place”

“Non possiamo tornare. Piton ormai può rivelare dov’è il quartier generale e di sicuro ci sarà qualche mangia morte ad aspettarci!” disse Ron

“Non è detto, e poi chi gli dice ai mangia morte che ci vedranno? Non mi sembra che abbiamo studiato per niente in questo mese, Ronald. Ti devo ricordare che non più tardi di quindici giorni fa abbiamo imparato un incantesimo dell’invisibilità? Potremo usare questo. Ci intrufoliamo li e diamo un occhiata in giro, invisibili se ci sono mangia morte, altrimenti annulliamo l’incantesimo”

“Beh Hermione, se in quel ci intrufoliamo, diamo un occhiata in giro e annulliamo l’incantesimo, sei compresa pure te non se ne parla. È pericoloso, tu non vieni. È meglio se stai a casa, andiamo io e Harry.”

“Ronald Weasley, brutto idiota, ma cosa credi? Che non sappia cavarmela da sola? Sono più intelligente di te e di certo non ho paura. Io verrò con voi e se insistete, andrò sa sola, sono stata chiara?” urlò la ragazza volgendo la testa verso Harry.

“Si Hermione” rispose a malincuore il moro. Lo sapeva anche lui che Hermione era brava e sarebbe servita, ma sapeva anche che era pericoloso. Doveva scegliere tra lasciarla a casa incazzata e portarla con loro. Certo che andare senza di lei sarebbe stata dura, era meglio di lui e Ron messi insieme. Sospirò e si rivolse a Hermione:

“Hermione, ascolta, per quanto mi riguarda preferirei che tu stessi a casa” la ragazza fece per ribattere ma Harry continuò “però so anche che sei molto importante per noi. Senza di te dubito andremo molto avanti. Quindi verrai. A una condizione però. Se dovessimo essere in pericolo, te ne dovrai andare. Smaterializzati subito qua e non uscire per nessuna ragione, ti prego, se ti dico vattene, lo farai, siamo d’accordo?”

Hermione non rispose subito, stette in silenzio per un attimo che ai due ragazzi sembrarono secoli, poi finalmente decise di parlare “Va bene, se ti farà stare più contento e tranquillo, se saremo in pericolo me ne andrò, e starò sotto incantesimo dell’invisibilità durante tutta la missione. Nessuno saprà che sono con voi!” mentre parlava stava dando loro le spalle, appena si voltò videro i suoi occhi, lucidi e lei in procinto di scoppiare a piangere. Harry si avvicinò e le passò un braccio intorno alle spalle, lei si strinse a lui e scoppiò a piangere. Anche Ron si avvicinò e si unì a quell’abbraccio, un abbraccio che comunicava insieme, amicizia, stima e il volersi bene. Hermione dal canto suo piangeva non per la missione, ma perché aveva paura. Aveva paura di perdere i suoi amici, aveva paura di morire e non dire a Ron che l’amava, aveva paura per i suoi genitori. Semplicemente era una ragazza che aveva paura di questa guerra.

Si sedettero sul divano e la cullarono. La cullarono per quelli che sembravano secoli, ma che in realtà erano attimi. Hermione si addormentò. Decisi a non svegliarla, Harry la prese in braccio e con l’aiuto di Ron, che apriva le porte, la portarono nella sua camera, la distesero delicatamente sul letto e dopo averla coperta, uscirono dalla camera.

Hermione quella notte dormì come mai aveva dormito da un anno a quella parte.

Quella mattina, dopo un’ abbondante colazione e dopo aver recitato l’incantesimo dell’invisibilità, i tre ragazzi si smaterializzarono davanti l’ingresso di Grimmauld Place. Si guardarono intorno e quello che videro non fu piacevole. Nella piazzetta di fronte la casa si trovavano molte persone. Che c’è di male? Alcuni erano cadaveri, altri erano mangia morte. I mangiamorte avevano ucciso gli abitanti di Grimmauld Place, forse perché babbani, e ora stavano li, in piedi a fissare la congiunzione tra il numero undici e il numero 13. Nessuno di loro sapeva però, che il numero dodici appariva solamente davanti ai membri dell’ordine.

I tre ragazzi, cercando di ricacciare indietro urla e vomito, per lo spettacolo, e cercando di fare il meno rumore possibile, si piazzarono tra l’11 e il 13 e attesero. Dopo pochi istanti il numero dodici apparve in tutta la sua maestosità. Si voltarono timorosi in direzione dei mangiamorte, per vedere se si erano accorti di qualcosa. Quando videro che i mangiamorte, nonostante guardassero verso la casa, non si erano accorti di niente tirarono un sospiro di sollievo. Potevano stare tranquilli, i mangiamorte non sarebbero mai entrati. O almeno così speravano. Entrarono in casa e si guardarono attorno. La casa era buia, era cupa. Ancor più cupa dell’ultima volta che l’avevano vista. Harry si fece coraggio e seguito dai suoi amici salì le scale che portavano alla cucina. Entrò e non vide nessuno, nemmeno Kreacher.

Harry era indeciso se chiamare l’elfo domestico oppure lasciarlo dov’era, a Hogwarts. Dopo aver riflettuto, a gran voce chiamò: ”Kreacher, Dobby”.

Pochi istanti passarono e davanti a loro comparvero due elfi, Dobby che sembrava essere appena tornato dalle Hawaii, indossava una veste hawaiana, e al collo portava una collana di fiori, l’altro, Kreacher, invece sembrava ancora più orrendo del solito, e non molto felice di dover ubbidire a Harry.

“Harry Potter signore, cosa può fare Dobby per lei?” chiese il piccolo elfo, facendo un inchino che quasi gli fece toccare il pavimento con il naso.

Harry non fece nemmeno in tempo a salutare l’elfo che una voce gracchiante quanto antipatica parlò:

“Harry Potter, come mai il mio sudicio padrone mezzosangue mi chiama? Cosa ci fa lui qui, nella casa della mia padrona? Insieme a un traditore del suo sangue e a una sporca mezzosangue?”

“Basta Kreacher…” lo interruppe Harry, vedendo scendere sulle gote di Hermione delle lacrime, le faceva male essere chiamata mezzosangue “Ora io sono io padrone, e ti ordino di smetterla immediatamente di chiamare Hermione sporca mezzosangue e Ron traditore” poi abbandonando lo sguardo duro, si rivolse a Dobby con un sorriso “Ciao Dobby, grazie per essere venuto qui subito, ho bisogno di un favore, da parte di entrambi”

“Certo Harry Potter, signore, Dobby farà qualsiasi cosa per lei”

“Kreacher non vuole, ma è costretto a ubbidire al ragazzino Potter, il suo nuovo padrone, bleah…” disse schifato l’elfo.

“Kreacher è maleducato a parlare così al suo padrone, Kreacher è un cattivo elfo domestico” urlò Dobby in faccia a Kreacher e poi si rivolse a Harry “Mi scusi, Harry Potter, signore, Dobby non voleva urlare contro il suo elfo, Dobby si punirà”

“No Dobby, non devi punirti, non hai fatto nulla di sbagliato, Dobby è stato bravo. E poi, puoi chiamarmi solo Harry, non Harry Potter, per favore Dobby!”

“Grazie Harry, signore, Dobby è felice di poterla servire, lei è il miglior padrone che Dobby abbia mai avuto!” rispose l’elfo

“Grazie Dobby, ora che siete qui devo chiedere una cosa a entrambi, specialmente a Kreacher” disse Harry guardando verso l’elfo che ora lo guardava con curiosità “Ti ricordi Dobby, l’estate scorsa, quando noi insieme alla signora Weasley abbiamo pulito tutta la casa? Ricordi che buttammo via parecchie cose? Tra queste c’era un medaglione, un medaglione chiuso, che non si apriva. Ricordo Kreacher che tu hai preso e nascosto quel medaglione. Mi puoi dire dove si trova adesso? È una cosa molto importante, perché vogliamo finire ciò che aveva iniziato il tuo padrone, Regulus!”

“Il mio padrone Potter vuole sapere dov’è il medaglione? Beh, Kreacher non sa. Il medaglione è scomparso, mentre Kreacher si trovava a Hogwarts. Il medaglione del figlio della mia padrona non c’è più. È sparito!”

“Come sparito? Kreacher, mi stai mentendo?”

“Non sto mentendo, non posso, lei mi ha ordinato di ubbidire e Kreacher anche se non vuole lo fa. Kreacher ubbidisce agli ordini di Potter.”

“Sai chi l’ha preso?” chiese Ron

Kreacher restò in silenzio. Harry ripeté la domanda, e l’elfo rispose che qualcuno era stato lì.

Harry osò fare un nome: “Per caso Kreacher, quell’uomo era Mundungus Fletcher?”

“No, non era Fletcher:”

“Kreacher, per favore, mi vuoi dire chi era?”’

“Albus Silente. Il medaglione l’ha preso Albus Silente, poco prima di morire”

I tre ragazzi fissavano l’elfo esterrefatti. Come Silente? Non era possibile che Silente avesse rischiato la vita per un Horcrux falso, quando in mano aveva quello vero.

“Kreacher, sei sicuro?”

“Si Harry Potter, Kreacher è sicuro”

Quasi timorosamente Dobby si intromise: “Kreacher dice il vero, Harry, signore. Il professor Silente l’ha detto anche a Dobby, il professor Silente aveva fatto giurare a Dobby che non le avrebbe rivelato nulla, Harry, signore. Ha fatto promettere a Dobby che l’avrebbe rivelato se lui fosse morto”

“Dobby, tu sai dove si trova il medaglione?”

“è sicuro di volerlo sapere Harry?”

“Si certo che voglio saperlo, perché non dovrei volerlo?”

“Albus Silente ha affidato il medaglione nella mani del suo assassino, il medaglione ce l’ha Severus Piton!”

Harry rimase di sasso, non riusciva a credere che Silente avesse consegnato il medaglione nelle mani di Piton. Quindi secondo la teoria di Harry, ora il medaglione era nelle mani di Voldemort.

Questa rivelazione cambiava tutto. O almeno cambiava il loro piano. Tutti i programmi fatti fino ad ora erano andati in fumo.

“Non è possibile” urlò Harry “Non è possibile che Silente l’abbia lasciato a lui. Non è possibile che Silente si sia indebolito per un falso” continuò poi voltandosi verso i suoi amici “Lo cercheremo, e lo troveremo. Insieme a Nagini, lo troveremo quando troveremo lei. Ora la cosa più importante è distruggere gli altri, prima che Voldemort decida di tenerli vicino a se.”

Hermione, che era rimasta in silenzio per la sorpresa si dichiarò d’accordo con Harry.

Dopo aver interrogato i due elfi, per ottenere ulteriori informazioni, i tre ragazzi si smaterializzarono con delusione a Godrick’ Hollow.

Quella sera nessuno di loro aveva voglia di parlare, si ritirarono in camera quasi subito, a riflettere sulle informazioni ricevute ed a elaborare un nuovo piano.

************************************************************

La Tana, un mese dopo.

Era passato un mese da quando Draco era arrivato alla Tana. In un mese il ragazzo era cambiato. Era cambiato il suo modo di vedere, di pensare. Aveva scoperto cosa voleva dire avere una famiglia, avere qualcuno che ti vuole bene, che ha a cuore il tuo interesse. Questo per Draco era tutto nuovo. O almeno lo era in parte, i suoi genitori gli volevano bene, ma volevano che lui seguisse la strada che avevano deciso. Sapeva di averli delusi, ma diventando mangiamorte avrebbe deluso molto di più sé stesso.

Durante quel mese aveva conosciuto meglio Ginny, e in lei aveva trovato una vera amica.

Poco dopo il suo arrivo alla tana, anche Luna era venuta a passare li le vacanze.

Inizialmente la ragazza era rimasta diffidente verso di lui, poi con il passare dei giorni si era sciolta. Aveva trovato in Draco un confidente, una persona con cui parlare e con cui sfogarsi.

La signora Weasley trattava Draco come un figlio, per lei era diventato l’ottavo figlio maschio, il nono figlio in generale, il settimo era Harry.

I tre ragazzi passavano le loro giornate in casa. Giocavano a carte o si raccontavano delle storie. Spesso erano Ginny e Luna, raccontavano le avventure di Harry, Ron e Hermione. Raccontarono a Draco l’avventura al ministero. Quella volta Draco si commosse, era il giorno in cui suo padre era stato arrestato.

Draco era impaziente, aspettava con ansia il ritorno di Harry, Ron e Hermione, voleva parlare con loro, voleva chiedere scusa, ma soprattutto aveva paura di non venire accettato. Ginny continuava a ripetergli di stare tranquillo, che i ragazzi avrebbero capito.

Ogni volta che toccavano l’argomento però, Ginny diventava triste, le mancava Harry, il suo ex-ragazzo e le mancavano suo fratello e una delle sue migliori amiche.

Ginny aveva anche paura della guerra, aveva paura di perdere la sua famiglia e di perdere i suoi amici.

Effettivamente tutta la famiglia aveva paura. Molly spesso veniva vista piangere davanti la porta della camera di Ron. Avrebbe voluto essergli vicina, essere vicina a Harry, essere vicina a Hermione. Avrebbe preferito che i ragazzi fossero rimasti a casa, avrebbero potuto continuare le loro missioni da casa, vicini alla famiglia.

La domanda che tutti in famiglia si ponevano era, quando sarebbero tornati?

Il resto della famiglia era tornato a vivere alla tana. I gemelli avevano chiuso il negozio, per paura di essere colpiti per la loro vicinanza con Harry. Bill aveva lasciato momentaneamente il suo lavoro di banca, perché? Alcuni folletti erano passati dalla parte di Voldemort e lui li era in pericolo più di molti altri.

Charlie era rimasto in Romania, perché Voldemort ancora non aveva assoldato paesi stranieri.

Percy invece era rimasto al ministero, ancora non era tornato a casa.

Il tempo passava lentamente per tutti, e tutti speravano che la guerra sarebbe terminata presto.

ECC QUA IL QUARTO CAPITOLO DELLA STORIA.

VOLEVO RINGRAZIARE CHI HA RECENSITO IL CAPITOLO SCORSO: harryEly, cecy94 e Jerada.

Spero che anche questo capitolo piaccia, recensite…

Ale

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So che sulla parte della tana ho scritto poco ma volevo incentrare tutto sul trio. Ci saranno sviluppi più avanti su Draco e ..... alla prossima....

  
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