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Autore: Gan_HOPE326    09/02/2008    8 recensioni
ATTENZIONE: se siete membri del MOIGE, non leggete questa fanfiction!
Preparatevi a venire a conoscenza di una verità così sconvolgente che Kishimoto preferirebbe fare harakiri, piuttosto che raccontarvela. La storia segreta che nessuno aveva mai avuto il coraggio, o la faccia di bronzo, di mettere per iscritto. Almeno fino ad ora.
Dopo la guerra con il Suono e la Sabbia, a Konoha Tsunade ha appena assunto il ruolo di Quinto Hokage. La pace è finalmente tornata; ma, chiuso nel suo covo buio e segreto, Orochimaru sta già cercando di mettere in atto un nuovo, diabolico piano per distruggere il Villaggio della Foglia…
Azione, suspence, colpi di scena, e soprattutto una demenzialità che non risparmierà niente e nessuno! Tremate, ninja della Foglia, perché state per affrontare il più potente e pericoloso nemico che abbia mai minacciato il vostro villaggio…
…la dottoressa ELVIRA GALIMBERTI!
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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3 – Donne sull’orlo di una crisi di nervi

3 – Donne sull’orlo di una crisi di nervi

 

-         Madamigella Tsunade, non è che per caso ha visto Tonton?

Sulla scrivania dell’ufficio dell’hokage stavano, perfettamente allineati, uno accanto all’altro, lucidi come se fossero stati appena sfornati dalla fabbrica, tre telefoni: uno rosso, uno blu e uno giallo. Erano l’unica cosa che avesse un aspetto ordinato e pulito, in quella stanza. Altrove, regnava il caos. Il pavimento era cosparso di cartacce e documenti di importanza vitale per il futuro del villaggio, mescolati senza criterio ed abbandonati allo stesso misero destino. Non c’era mobilio, fatto salvo per la scrivania, coperta anch’essa di fogli; c’erano però, accatastate in un angolo, diverse tavole di legno larghe e piatte, tutte spezzate a metà. Delle dieci finestre, solo sei avevano vetri ancora intatti; dalle altre il forte vento che soffiava già dalla mattina entrava nella stanza e contribuiva a scompigliare ancor di più le preziose carte dell’hokage.

In generale, lo studio era ridotto come se Gamabunta ci avesse passato la notte a ballare la breakdance. I lettori più attenti, però, comprenderanno facilmente che le cose non potevano essere andate così: com’è noto, infatti, Gamabunta non sa ballare la breakdance.

-         Madamigella Tsunade

Shizune stava per ripetere la sua domanda, quando uno dei telefoni, quello rosso, squillò. Tsunade le fece cenno di attendere e sollevò la cornetta, per rispondere con fare affabile e voce quasi squillante:

-         Buongiorno, qui è il Quinto Hokage di Konoha! Cosa desidera? Cosa… ah…

Il suo sguardo si rabbuiò; la voce si fece un po’ meno squillante.

-         Sì, è lei. Bene, dobbiamo parlarne un pochino, dell’ultima fornitura che mi ha mandato. Che significa, un difetto di produzione? Diecimila kunai senza punta sarebbero un difetto di produzione? Capirei dieci kunai; cento kunai; ma diecimila…

Squillò il telefono blu.

-         …sì, attenda in linea un momento, pronto, chi parla? Ah, sei tu, Akira, benissimo, benissimo! Com’è andata alle corse? Ti dispiace? Non volevi? Ci rifaremo? Un momento, tu avevi parlato di dritta sicura! Che è ‘sta storia? Io ti do i miei soldi… no, ora tu mi ascolti… io ti do i miei soldi perché me li punti su qualche cavallo decente, e tu… lo sai che dovrei fare?

Squillò il telefono giallo.

-         …aspetta che devo rispondere, poi ne riparliamo, io e te. Chi rompe? Ah, sei Monica, e chi se ne fotte. Cosa? No, non lo voglio Sky. Non mi interessa. Non guardo la TV. No, nemmeno se me lo date a venti euro al mese, decoder regalato e in più mi comprate anche il televisore al plasma. Non ho il tempo per… un momento… quanto a lei, lo sa che deve farci con i suoi schifosissimi kunai? Che poi, spuntati come sono, non si farà nemmeno abbastanza male… E ce n’è anche per te, Akira. Come dici? Stavolta è sicura sul serio? Centoventi percento? E va bene, ma se per caso va a finire di nuovo male non ti conviene farti più vedere. Allora punta tutto su questo cavallo, come hai detto che si chiama, “Sky Warrior”? Cosa? No, non dicevo a lei, ho detto che non lo voglio, Sky!

L’atmosfera si scaldava sempre di più. Con discrezione, Shizune arretrò di qualche passo. Piano, per maggior prudenza.

Tsunade teneva contemporaneamente tre cornette, si sbracciava, ogni tanto prendeva appunti su qualche foglio pescato a caso, e accompagnava con gestacci vari tutti gli improperi che lanciava sempre più sonoramente ai suoi tre interlocutori.

Shizune non era certa di capire bene come facesse a fare tutto ciò con due sole mani.

-         No, Sky non mi interessa nemmeno a dieci euro! Che cosa, non parlavo con lei! Dieci euro per quei kunai di merda se li sogna! Oddio, sta già cominciando la corsa? Informami, Akira, fammi la telecronaca! Che c’entra lei, adesso? SI’, L’HO CAPITO CHE SU SKY TROVO LA TELECRONACA DI TUTTI I GRANDI EVENTI SPORTIVI, MA LE HO DETTO CHE NON MI INTERESSA! E lei, poi, oltre ai kunai, mi aveva mandato anche le katane, ricorda? Cento per le squadre speciali ANBU. E lo sa cosa ci facciamo con quelle katane? No? Bene, glielo dico io: NIENTE! No, non è che non possiamo usarle in guerra, non  possiamo usarle e basta! Abbiamo provato a riciclarle in cucina, ma nulla! Si piegano! Non vanno bene come trincianti, non vanno bene per sbucciare la frutta! Non spalmano nemmeno il burro! In che posizione sta “Sky Warrior”? PRIMO? Evvai! Come sarebbe, “quasi” primo? Che cazzo stai cercando di dirmi, Akira? Fammi sentire la cronaca della radio! La radio! Avvicina la radio al telefono! No, carissima Monica, lo so che la televisione satellitare è molto meglio della radio, MA A ME INTERESSA LA RADIO!! E lei non provi a scappare alla chetichella… non provi a riattaccare, o giuro che le mando i miei ninja assassini. Oddio, non è possibile, “Ottimo Affare” passa in testa? E dietro c’è “Coltello Affilato”? No, non le stavo facendo i complimenti all’improvviso! I SUOI COLTELLI NON SONO AFFATTO AFFILATI, E COL CAZZO CHE SONO UN OTTIMO AFFARE!!! Terzo “Bonbon”… e dov’è finito “Sky Warrior”? ORA BASTA, NON PARLAVO CON LEI, NON VOGLIO SKY!!! Allora, Akira, dove sarebbe “Sky Warrior”? QUINTO?!? E questa la chiami una dritta sicura? “Quinto” come me… dovrebbe essere una battuta? Perché io non ho affatto voglia di ridere. Mi hai appena fatto perdere almeno un milione! Due? Peggio! No, lei no, lei non mi ha fatto perdere nulla perché io non le darò NEMMENO UN CENTESIMO PER I SUOI KUNAI! Akira, brutto stronzo, mi hai rovinata! E NON MI INTERESSA NEMMENO SAPERE CHE SU SKY TROVO UN’AMPIA OFFERTA DI CANALI ECONOMICI CHE MI INSEGNERANNO A GESTIRE MEGLIO I MIEI RISPARMI! Lo so io come gestire i miei risparmi! No, i kunai non glieli pago e tu sta’ zitta odiosissima centralinista e ricordati questo Akira io ora mi trovo un altro bookmaker e a te ti ammazzo sta’ sicuro che ti ammazzo ma di certo non con i suoi merdosi kunai che non ammazzerebbero nemmeno una mosca e insomma state zitti tutti e tre E ORA MI SONO INCAZZATA!

Lo spaventoso urlo della Quinta Hokage fece esplodere tre delle sei finestre ancora intatte; seguì uno schianto fragoroso quando Tsunade sbatté giù tutte e tre le cornette. Alla fine, i telefoni erano distrutti, la scrivania spezzata a metà. Le carte che c’erano sopra volarono ovunque.

Tsunade suonò un campanello, gettandosi sulla sedia con un sospiro; degli speciali addetti entrarono, raccolsero i resti dei telefoni in appositi sacchi neri, poi accatastarono il piano spezzato della scrivania assieme alle altre tavole già ammucchiate nell’angolo. Subito giunsero altri due inservienti che trasportarono al centro dell’ufficio una nuova scrivania, con tanto di telefoni ordinatamente disposti sopra. Dopo pochi secondi, lo studio era come prima, e Tsunade, sorridente e serena, attendeva di udire la richiesta di Shizune.

La cui attenzione però era stata catturata da qualcos’altro.

-         Cosa sono quelli? – chiese la donna, additando i tre variopinti apparecchi che stavano sulla scrivania.

Li osservava da lontano, con prudente sospetto.

-         Telefoni. – rispose Tsunade meravigliata. Era sempre stata convinta che Shizune fosse un po’ scema, ma fino a questo punto…

-         Capisco. E cosa sarebbero questi…

Shizune esitò un po’, cercando di ricordare la parola.

-         tefelfoni?

-         Te-le-fo-ni. – sillabò con pazienza Tsunade – Apparecchi per comunicare a distanza con le altre persone. Pronto? Ci sei?

-         Non li avevo mai visti. Siamo sicuri che abbiamo davvero delle cose del genere?

L’hokage sospirò.

-         Shizune, abbiamo telecamere a circuito chiuso. Abbiamo teleschermi. Abbiamo radiotrasmittenti. Abbiamo persino un computer che sorteggia i concorrenti per le sfide della prova di selezione dei Chunin. Mi spieghi perché diavolo non dovremmo avere dei telefoni?

 Sembrava sensato. L’assistente di Tsunade, però, restava perplessa.

-         Ha indubbiamente ragione; ma allora, se esistono apparecchi del genere, perché continuiamo a usare falchi ammaestrati per inviare i dispacci e…

-         Discussione chiusa, Shizune.

-         Però i messaggeri…

-         Discussione chiusa.

-         Ma…

-         HO DETTO DISCUSSIONE CHIUSA!!

I vetri intatti si ridussero a due.

 - Ora, ShizuneTsunade parlò con la massima calma, come se non fosse successo nulla – mi dici cosa volevi da me?

 - Certo. – balbettò l’altra.

Si ravviò un po’ i capelli scompigliati e fece la sua domanda, con la cautela di un artificiere che cerca di disinnescare una bomba.

Atomica.

-         Stavo cercando Tonton. Lei, per caso, l’ha visto?

-         Tonton?  - fece l’altra, pensierosa - Non ricordo… Ieri c’era, ma poi…

E la stanza fu travolta da un nuovo cataclisma: ma stavolta Tsunade non c’entrava. La porta si spalancò con tanta violenza da far tremare le pareti, e dall’uscio, avvolto da una zaffata di profumo dolciastro, entrò a grandi passi un uomo alto e magro, vestito elegantemente. Aveva lineamenti affilati e un paio di baffetti impomatati; tra le labbra stringeva una sigaretta sottile.

-         Tsunadé, ma chèrie! – esclamò gioiosamente, spalancando le braccia.

-         René, che bella sorpresa!  – lo salutò l’hokage, dopodichè si voltò per fare le presentazioni:

-         Shizune, questo è René Palaçon, l’architetto di fama mondiale. René, ti presento Shizune.

-         Enchanté. – fece quello, accennando un inchino.

-         A-ha. – rispose Shizune, con un sorrisino pallido e gli occhi sgranati.

Poi, dopo qualche secondo (quanto le servì per riprendersi):

-         Architetto? – chiese.

-         Sì, Shizune, architetto. Gli ho commissionato qualche lavoretto da poco. Innanzitutto la realizzazione del mio volto in pietra da aggiungersi alla montagna degli Hokage…

-         I disegni sono quasi finiti. – confermò sorridente Palaçon.

-         …poi, col tempo, la ristrutturazione dell’intero villaggio di Konoha. Edifici e pianta stradale, tutto.

-         Ristrutturazione? – esclamò Shizune – E perché mai? Konoha non ha niente che non va! E’ perfetta! E’ già un bellissimo villaggio, e non vedo per quale motivo…

Guardò fuori da una delle finestre rotte. Tra i tetti malfatti di lamiera e argilla zompettava un grosso ratto. L’animale proseguì la sua corsa infilandosi tra cavi elettrici che penzolavano stracciati da pali di legno marcio, correndo su una tubatura arrugginita, quindi saltando tra le macerie di una soffitta sfondata; ma per fortuna la sua esistenza, che tanto nuoceva al decoro e all’igiene del villaggio, terminò poco dopo. Quando due tegole, precipitate da un solaio vicino, lo schiacciarono.

-         Ok, forse ha bisogno di qualche ritocco. – ammise Shizune – Ma non vedo perché preoccuparsene proprio ora. Ci sono cose più importanti, con tutti i nemici che abbiamo.

-         Shizune, Shizune… - sospirò Tsunade – Tu proprio non capisci. Ora ti spiego. Ecco, guarda a terra, accanto alla scrivania, dovrebbe esserci una lettera: raccoglila e leggila.

Shizune obbedì diligentemente e cominciò:

-         “Brutta stronza, dammi subito i diecimila ryo che ti ho vinto alla roulette, altrimenti…”

Tsunade lanciò un kunai (uno di quelli che la punta ce l’avevano) che si infilzò nel foglietto, strappandolo di mano a Shizune, per poi finire a conficcarsi contro una parete. Dopodichè si limitò a sibilare:

-         L’altra lettera, Shizune. Quella con l’intestazione dell’Istituto di Statistica.

-         Sissignora.

La donna si chinò, trovò il foglio e lo lesse sbrigativamente. Erano i risultati di un sondaggio commissionato dal villaggio di Konoha, su un campione di individui scelto in modo del tutto casuale.

-         Ti riassumerò il contenuto. – bofonchiò Tsunade – Alla domanda “Chi è la principessa Tsunade?”, il 15% del campione risponde che non sa.

-         Beh, se vediamo il bicchiere mezzo pieno – osservò Shizune, cautamente ottimista – vuol dire che l’85%, invece, la conosce.

-         Il 20% del campione risponde “La Leggendaria Babbea”.

-         E’ un nomignolo un po’ impertinente ma simpatico, in fondo. – suggerì l’assistente.

-         E il restante 65% dice semplicemente “Quella con due tette così”, in diverse e anche più colorite varianti!

Stavolta Shizune non riuscì a trovare niente da obiettare.

-         Capisci, Shizune? Nessuno che dica “Oh, Tsunade, il Quinto Hokage, la donna che ha cambiato la storia del Villaggio della Foglia!”. Nessuno! Mi conoscono solo perché gioco d’azzardo…

-         e perde… - aggiunse Shizune, prima di dover schivare un altro kunai, che stavolta puntava al cuore.

-         e per le misure del mio petto! Questo è intollerabile, non credi? Perciò devo distinguermi, devo fare qualcosa per il villaggio, qualcosa di cui la gente si ricorderà, qualcosa che mi renda famosa come più di una semplice babbea tettona! Devo consolidare la mia gloria, innanzitutto con il volto scolpito, e poi ricostruendo per intero il villaggio.

-         Mais oui! – confermò entusiasta l’architetto, che aveva assistito impassibile all’intera discussione – Certamente, grazie ai miei progetti lei entrerà nella Storia, che dico, nella Leggenda! Mi creda, io me ne intendo.

Con fascino e charme ipnotici, Palaçon si lanciò in un’appassionata perorazione del grande potere persuasivo dell’architettura. Tsunade e Shizune ascoltavano rapite, incantate dalla sua parlantina.

-         Sarà qualcosa di grandioso, di spettacolare, di immenso! Già lo vedo, già ce l’ho in mente – parfait, semplicemente: perfetto! A una donna come lei, mademoiselle Tsunadé, io so esattamente cosa serve. So cosa lei desidera; so cosa lei cerca.

-         Sì… - mormorò la ninja leggendaria, ammaliata.

-         Lo so, perché lo capisco al volo. E lei, mademoiselle Shizuné? Lei, che cosa desidera?

Si avvicinò all’assistente, che lo fissava con occhi spalancati e tratteneva il respiro.

-         Lei… che cosa cerca? – chiese con un ultimo alito di voce, quasi un sospiro, sensuale e irresistibile.

-         Tonton. – soffiò Shizune.

-         Parbleu!

René Palaçon si ritrasse un po’ scandalizzato, poi, squadrando con sospetto la donna, disse:

-         Mademoiselle, se lei ha inteso insultarmi nella mia lingua madre, sappia due cose: primo, che le sue contumelie non mi tangono, e secondo, che il suo francese è davvero orripilante.

-         No, dicevo… - balbettò l’altra, incapace di articolare frasi sensateTonton… maiale.

-         PRIMA MI DA’ DEL TONTO E POI DEL MAIALE?!? – saltò su inviperito l’architetto.

Tsunade intervenne a calmarlo, prima che finisse male. Spiegò che si trattava solo di un deplorevole equivoco, la ragazza era inesperta, un po’ tarda ma in fondo simpatica, poi accompagnò frettolosamente l’architetto alla porta e lo congedò, rassicurandolo sul fatto che avrebbero parlato nuovamente dei progetti, ma adesso doveva scusarla, c’era davvero tanto da fare.

Quando finalmente Palaçon se ne fu andato, Tsunade si gettò sulla propria sedia con aria distrutta. Restò un momento pensierosa, poi, all’improvviso, saltò su:

-         Shizune! Ora ricordo dove ho visto Tonton, ieri!

-         Oh, meno male, madamigella Tsunade! Mi dica!

-         Dunque… ricordi che ieri sera non sapevamo cosa preparare per cena?

-         Sì, madamigella Tsunade.

-         E che tu hai detto che avresti avuto tanto voglia di un piatto di pasta all’amatriciana?

-         Sì, madamigella Tsunade.

-         E che io ti ho detto che non si poteva, perché avevamo finito la pancetta?

-         Sì, madamigella Tsunade.

-         E che poi invece ho detto che avevo risolto il problema?

-         Sì, mada

Shizune si fermò a metà frase. Lentamente, si portò le mani prima al ventre, poi alla bocca. Ebbe un conato di vomito. Le salirono le lacrime agli occhi.

-         TONTON! – strillò, piangendo a fiotti.

 

 

 

 

E così finì il maialino che tutti amavano (tranne me, che lo trovavo odioso) XD. Per la mia “politica”, devo subito sottolineare che Renè Palaçon è un altro personaggio inventato da me, pura fantasia, e vorrei ben vedere un architetto con un nome simile… Allo scorso capitolo le recensioni sono state numerose e piene di risate! Grazie a tutti, spero proprio di continuare a divertire voi, e qualcun altro che magari si aggiungerà strada facendo, per tutta la durata della fic! Prima di passare alle risposte ai singoli commenti, però, vi dico un piccolo “backstage” della storia. I primi due capitoli li ho scritti più di un anno fa (ho controllato ora la data: gennaio 2007!), lasciandoli poi abbandonati “nel cassetto” per tutto questo tempo. Quindi, da questo capitolo in poi, leggerete una parte della fic realizzata a grande distanza di tempo. Le idee di base sono sempre le stesse, ma forse potreste notare qualche differenza di stile. Ok, e adesso…

X xari-chan (e per chiunque altro si sia fatto la sua stessa domanda): ma NATURALMENTE i tre fratelli della Sabbia ci saranno! Noi non ci vogliamo far mancare niente, no? XD Bisogna solo pazientare un po’, ancora un paio di capitoli… avranno un ruolo anche abbastanza importante. Non solo: prenderà parte alla storia anche un altro personaggio, non appartenente a Konoha, che di certo è tra i più amati dal pubblico… non dico nient’altro. Scommetto che avete già capito!

X Gaa-Chan (aka MartaSaru): come vedi, avevi indovinato a metà. Elvira non scomparirà certo dalla storia, ma ho preferito non dilungarmi troppo sulla sua visita a Konoha per passare a situazioni comiche diverse. Ho pensato che vederla annotare difetti su difetti nel suo taccuino dopo un po’ avrebbe finito per annoiare; quantomeno, avrebbe annoiato me.

X Urdi: Grazie dei complimenti, e ti terrò presente se avrò problemi legali con il MOIGE! M’è giusto giusto arrivata una querela… XD Sono felice che la gag sulla fiction del Terzo Hokage ti sia piaciuta, è stata una delle prime che ho ideato in assoluto e una delle mie preferite. Quanto alla scelta di Massimo Ghini: all’epoca andava in onda “Raccontami”, e allora mi è venuto in mente lui. Che in effetti, con un po’ di trucco, ci andrebbe alla perfezione! Una lode per aver notato la citazione di “Ajeje Brazo”. Qualcuno ha colto invece quella nel titolo della fanfiction? Come ho già spiegato a Gaa-Chan non vedrai più Elvira Galimberti in giro per Konoha. Questo non ti farà desistere dal seguire la mia fic, VEROOOO *sorrisone smagliante*?

X Martyx: ah, secondo te con Sakura sono stato crudele? E con Tonton? E aspetta di vedere cosa succederà dopo… *risata sardonica tipo scienziato pazzo che ha appena ideato il piano perfetto per distruggere l’universo*

X Fantafresh: certamente vero quello che dici a proposito delle “crociate anti-manga”, e chiaramente proprio questo genere di fenomeni sono il mio bersaglio principale in questa fic che io non avrei osato definire “satira” (ma grazie per averlo fatto tu: lo considero un vero complimento). La cosa bella è che però, se, come succede nella storia, Konoha fosse un luogo reale, la dottoressa Galimberti in fondo avrebbe DAVVERO ragione a criticarla! Tutto sommato, voglio prendere in giro tutte e due le cose: chi prende troppo sul serio i cartoni e li accusa di portare il male nel mondo, ma anche i cartoni stessi, che a volte ci presentano come normali e condivisibili, o anche divertenti,  situazioni che nella realtà troveremmo disumane.

X ayachan: grazie grazie grazie dei complimenti! Ma ti suggerisco una strategia: non infastidire le tue amiche con le mie battute mentre stanno guardando un film. Piuttosto, registrale su un lettore MP3 e poi piazzaglielo sotto il cuscino mentre dormono. Le parole resteranno impresse nella loro memoria per effetto subliminale e loro non potranno fare a meno di connettersi ad EFP per aspettare, implorare il seguito della mia storia… *risata sardonica tipo scienziato pazzo che ha appena messo in atto la prima parte del suo piano perfetto per distruggere l’universo: riunire la setta dei ‘Seguaci di Gan’.*

Ringraziamenti anche a Eden 89, lady vampire, Himawari (spero di non aver dimenticato nessuno) e arrivederci alla prossima volta, con un capitolo… molto particolare!

  
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