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Autore: _keys_    31/07/2013    1 recensioni
-"Ma io ti amo Phoebe!"- mi disse Zayn.
-"Ti amo anche io Zayn, ma il nostro è un amore proibito!"-.
-"E come faremo?"- disse stringendomi le mani e guardando verso il basso.
-"Ci rincontreremo un giorno. Ci rincontreremo nei nostri sogni!"-.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quinto giorno.
Quinto giorno a Boston, quinto giorno sola, quinto giorno triste, quinto giorno senza Zayn, quinto giorno di lacrime amare, scese dai miei occhi e colate sul mio viso. Quinto giorno di attesa e di agonia, quinto giorno di depressione, quinto giorno di falsità.
La mia filosofia di vita non era mai stata una delle migliori. Ma in quel periodo andava declinando sempre verso il pessimismo. Alla fine a cosa serviva piangere o sfogarsi. Forse era meglio ridere e sembrare una matta, che disperarmi e sembrando depressa. Ma di cosa dovevo ridere? Non c’era niente di divertente della mia vita. Era tutto uno schifo, quindi preferivo darmi addosso, che ridere senza motivo.
Le lettere continuarono ad arrivare da parte di Zayn e io di certo non smisi di scrivergliele.
Ogni giorno la nostra “storia” andava avanti a lettere, ma per quanto tempo sarebbe potuta continuare così?
Erano ormai ventidue giorni senza di lui, e nonostante le parole di Tim, mi dicessero tutti i giorni di tornare da lui, non conoscendo mio padre, non sapevo fino a che punto potesse arrivare.
Zayn mi diceva nelle sue lettere che voleva che io tornassi.
Ci furono alcune frasi delle sue lettere, che permisero alle mie lacrime di bagnare la carta.
Aveva scritto:”Quanto tempo io possa resistere senza di te io non so. Spero solo di non aspettare per sempre, perché non so come si conta fino a quel punto!”.
“Qui a Londra piove spesso. Vedi anche le nuvole piangono per te. Sono consapevoli di non vedere tutti i giorni il tuo sorriso, e per questo mi accompagnano con le lacrime”.
“Tutti mi chiedono di te, che fine tu abbia fatto, se sei in vacanza o che cosa. Io rispondo solo che ovunque tu sia, prima o poi tornerai da me!”.
Zayn mi aveva anche detto che aveva scelto di andare ald un college di New York, a cui lo avevano preso, ma che ci avrebbe studiato solo al secondo semestre.
New York era vicino a Boston.
Quante lacrime cadute in ventidue giorni. Ventidue giorni che si sarebbero trasformati in poco tempo in ventitre, ventiquattro, un mese, un mese e mezzo, due mesi, tre mesi e poi chi sa per quanto altro tempo.
Avevo parlato con Carl, e mi aveva detto che ero stata promossa. L’unico che non voleva la mia promozione era il professore di educazione fisica, ma il Signor Perez, aveva insistito così tanto che si era fatto quasi licenziare, dato che aveva quasi scaturito una lotta tra docenti.
Mi aveva raccontato che aveva trovato la sua anima gemella, che era la ragazza che ci aveva fatto il corso di pittura, che gli mancavo, e che spesso mettendosi d’accordo con Liam, organizzavano qualche uscita con Zayn per tirargli su il morale, ma che lui immancabilmente, o non accettava, o si fingeva malato, o diceva di avere un altro impegno. Mi raccontava di vederlo molto triste. Mi diceva che studiare senza di me in classe, sarebbe stato noioso e che gli sarei mancata tantissimo. Mi raccontava inoltre, che aveva legato con Zayn e con Liam, grazie all’organizzazione di quelle gite che venivano rifiutate.

Chiacchieravo spesso anche con Clare. Mi raccontava di essere rimasta sola, di non aver trovato un anima gemella, e di aver lasciato Claudia. Mi diceva di non avere tanti amici, tranne Mary, che aveva cominciato a guardarla con occhi diversi, e che aveva apprezzato molti dei suoi pregi. Diceva anche che aveva fatto amicizia con Zayn, e che gli prestava il nome sulle buste delle lettere. Mi raccontava che spesso si ritrovava a consolarlo, e che lui era molto cambiato da quando io non ero più a Londra con lui. Diceva anche che, lui non ci provava più con nessuna, nonostante qualche ragazza flirtasse con lui. Lui respingeva qualunque ragazza gli chiedesse di uscire. Si era molto legato alla nonna, e spesso faceva la spesa per lei. Mi aveva detto che raccontava a tutti la storia d’amore della nonna e che tutti si commuovevano.  Spesso parlava anche di Danielle e del fatto che chiedeva a tutti i miei amici se avevano notizie di me
immancabilmente mi diceva che le mancavo.
Poi  parlavo con Mary. Anche lei mi raccontava tutte cose riguardo a Zayn, e del fatto che si crucciava ogni volta che sentiva parlare di te, e che una lacrima gli rigava sempre il volto. Diceva che tutti i professori lo seguivano e gli dicevano di raggiungermi presto. Anche lei glie lo diceva, ribattendo sempre il fatto che un amore così forte, non può avere una fine struggente.
C’era anche Liam con cui parlavo,che vedeva in prima persona la sofferenza di Zayn. Anche lui mi raccontava le stesse cose, e poi dopo l’argomento “Zayn” mi parlava di Mary, di quante fosse bella e di quanto fosse innamorato di lei. Io gli dicevo di buttarsi e poi lui diceva ogni volta di pentirsi a raccontarmi dell’amore che provava per  Mary, perché tu provavi qualcosa di peggiore di quello che capitava a lui.
Poi tutti quanti mi chiedevano come stavo.
Rispondevo a tutti che stavo bene, nascondendo i miei veri sentimenti per non essere giudicata o essere ritenuta depressa.
Odiavo che qualcuno mi considerasse depressa, perché depressa voleva dire essere fragile, e come ribadivo da tanto, odiavo essere vista da tutti quanti fragile.
Mentre scrivevo che stavo bene però, una lacrima non tardava ogni volta a scendere. Ogni speranza di vita, sembrava essere sparita in me, e ogni volta che ci pensavo,  capivo che era inutile vivere in quel modo, perché vivere senza uno scopo non aveva senso.
Per quanto vivessi da poco a Boston, la mia vita era già diventata monotona e io ero stanca delle mie azioni monotone quotidiane. Ancora era estate e la scuola non era cominciata, quindi mi rallegrava il fatto che, uno volta ricominciata la scuola, la mia vita potesse cambiare un po’.
Comunque mi svegliavo sempre tardi, mi avviavo a spedire la lettera, e prima di arrivare alla tabaccheria in cui ogni volta compravo il francobollo e imbucavo la lettera, mi mettevo a sedere un po’ con Tim, che mi raccontava molti aneddoti, e tanti altri avvenimenti della sua vita. Spesso mi raccontava di Anita, di come fosse bella, e di come potesse essere  triste aspettarla da così tanto. Poi mi dava dei consigli sul da fare con Zayn. E per ultimo mi dava lezione di botanica, e io mi divertivo. Prima che me ne andassi mi dava la foto dei fiori da comprare e io la mettevo nella tasca. Poi continuavo per la mia strada, spedivo la lettera, e mi rifugiavo da Tommy, che mi aveva offerto un lavoretto per tutta la mattinata, dopodiché il pomeriggio sarei stata libera. Tommy e Shelly avevano cominciato ad uscire insieme, e io avevo stretto amicizia con entrambi.
All’una staccavo e mi dirigevo  dal fioraio, anzi dalla fioraia, Bet, che era sempre tanto gentile con me.
Poi tornavo a casa e o andavo in palestra, o in piscina, ma sempre prima che andassi a dormire lasciavo un post-it a mio padre e mia madre chiedendogli ogni giorno, una cosa diversa. Avevo chiesto di tutto: cuscini, sedie, creme, cosmetici, vestiti, scarpe, i-pod, i-pad, libri, accessori, foto di me vecchie, quadri, fiori, piante, borse,  mobili, occhiali… Avevo chiesto di tutto e mi accontentavano sempre.
Poi prima di andare a dormire, leggevo e osservavo le stelle dal mio balconcino, dopodiché mi addormentavo tristemente.
In tutte le cose che facevo, cercavo sempre di non guardarmi allo specchio. Non volevo vedere come fossi dimagrita ancora di più. Se prima qualcosa ingoiavo, ora ero quasi a digiuno. Bevevo solo un succo o qualcosa di energizzante, e mangiavo qualche barretta di cioccolato, per non svenire nell’arco della giornata. A volte mi sforzavo di mangiare un’insalata povera, ma a stento riuscivo a mangiare un quinto.
Ero arrivata a pesare  quarantacinque chili, e per una ragazza di diciassette anni non era molto normale.
C’erano dei periodi che ero arrivata a pesare anche quaranta chili, ma avendo raccontato tutto a Zayn, si era arrabbiato tantissimo, così mi diceva di mangiare, di fare tante cose per stancarmi e sentire il bisogno di nutrirmi. Così avevo recuperato qualche chilo, ma non sapevo per quanto potesse durare stare in quel modo. Cercavo comunque di sforzarmi.
Un giorno mio padre mi aveva portato nella mia nuova scuola. Era molto grande, e ospitava una palestra, una piscina, un campetto da baseball, uno di football e uno da tennis. La scuola aveva, oltre a una squadra di cheerleader, anche una di ginnastica ritmica, così il preside mi chiese di entrarci. Io accettai per  ottenere dei crediti in più.
Avevo anche visto la mia nuova palestra e conosciuto l’allenatrice, Eva, una mancata olimpionica russa, molto dolce nonostante il suo tono all’apparenza severo. Mi disse che avrebbe ricominciato l’allenamento a settembre, e che sarebbe stata felice che nella sua palestra si allenasse una ginnastica in procinto di entrare in federazione. Io ero più contenta di lei.
Per certi versi la vita a Boston mi piaceva, ma per altri versi la odiavo. Diciamo che i propositi per odiarla erano molti di più rispetto a quelli per amarla. Non mi andava bene quella vita, anche se spesso avevo provato a farmela piacere per forza, ma non ci sarei mai riuscita a farmela apprezzare. Tutte le piccole cose che avevo cominciato ad apprezzare per la pria volta, ora non le consideravo più, per il semplice fatto che non c’erano.
A Londra apprezzavo anche un semplice abbraccio, una piccola carezza, un sorriso sincero e a Boston non vedevo nemmeno l’ombra di semplici abbracci, piccole carezze e sorrisi sinceri. Nessuno fino ad allora, aveva saputo capirmi, nonostante con Shelly e Tommy avessi stretto amicizia. Erano molto lontani dallo essere miei amici stretti! I miei amici si divertivano a Londra e io non lo potevo accettare.
***
Ventitreesimo giorno.
Cara Phoebe,
tutti i giorni mi sveglio con la consapevolezza che tu non sei accanto a me e questo mi fa male…
Scrisse questo Zayn nella sua lettera.
Caro Zayn,
sono ventitre giorni che non provo più il piacere di trascorrere una bella serata con te
Ventiquattresimo giorno.
Cara Phoebe,
Ancora non riesco ad accettare il fatto che è quasi un mese che non ci vediamo…
Caro Zayn,
tristemente dico che sono ventiquattro giorni che non ci vediamo….
***
Venticinquesimo giorno.
Cara Phoebe,
Sono felice ogni volta che vedo la tua lettera tra la posta, ma sarei ancora più felice vedere che sei tornata…

Caro Zayn,
non posso ancora credere che sono passati venticinque giorni dall’ultima volta che ti ho visto. Semplicemente non voglio crederci….

***
Trentesimo giorno.
Cara Phoebe,
ogni giorno è più struggente in tua mancanza…

Caro Zayn,
trenta giorni. Tu ci credi? Io no…

***
Quarantaduesimo giorno.
Cara Phoebe,
Liam mi ha invitato in vacanza con lui, ma sono rimasto a casa perché so che le tue lettere arrivano qui…
Caro Zayn,
Quarantadue giorni tristemente sono passati. Ho alti e bassi…. Perdo e rimetto peso…
***
Sessantesimo giorno.
Cara Phoebe,
mi manchi tanto sai? È inutile dirti ancora che ti amo…
Caro Zayn,
sono arrivata a pesare quarantadue chili, sei in meno rispetto all’ultima volta che mi sono pesata. Aiutami… è il sessantesimo giorno senza te…
***
Sessantanovesimo giorno.
Cara Phoebe,
ho ricevuto la lettera del sessantesimo giorno. Devi rimettere peso, devi essere forte. Fallo per me!
Caro Zayn,
il foglio probabilmente sarà bagnato! Sono sessantanove giorni che mi manchi…
***
Novantesimo giorno.
Cara Phoebe,
comincio a pensare che le lettere non mi bastino più. Cazzo voglio vederti!
Caro Zayn,
domani ricomincio scuola e palestra, e oggi sono novanta giorni che non ci baciamo…
***
Novantunesimo giorno.
Scuola e palestra nuova. Un bel passo della mia nuova vita lì, che speravo non durasse tanto.
Quella mattina mi alzai presto e mi preparai.
Presi la macchina che mi aveva lasciato mio padre per raggiungere la scuola, che era molto distante  dalla mia casa.
Feci colazione a forza e poi, dopo aver preso lo zaino, salii sulla macchina e andai a scuola.
Fui presentata dalla preside della scuola, a una classe, in cui stava anche Shelly.
In quell’ora c’era la professoressa di inglese. Una donna giovane, ben curata, con tono amichevole, non severa e gentile con tutti. Le tre ore passarono molto piacevolmente e in fretta, e mi sentii subito ambientata in quella classe. Bene o male avevo conosciuto tutti.
Dopo le tre ore, come a Londra, si andava a mensa. C’era un casino di gente. Una scusa in più per non prendere niente da mangiare.
Il pomeriggio c’erano le audizioni per entrare nelle diverse squadre. Io andai a quello di ginnastica ritmica.
C’erano diverse prove. Man mano, prova per prova, si eliminavano delle ragazze, e le ultime cinque ragazze che rimanevano, dovevano fare una prova con tutti e cinque gli attrezzi. Io ero una delle cinque e feci la mia prova. La palla per prima, poi cerchio, nastro, clavette e per ultimo il mio cavallo di battaglia: la fune.
Lasciai i nominativi e poi andai via. Le risposte ci sarebbero state il giorno dopo.
Tornai a casa, senza aver prima salutato Tim, mangiai qualcosa e presi dalla cassetta della posta la lettera di Zayn. Non lo avessi mai fatto.
Cara Phoebe,
non sai quanto mi fa male dire queste parole, non ci credo nemmeno io di scriverle, ma è così.
Sono passati tre mesi dal nostro ultimo incontro, e io non so davvero da dove cominciare per dirti ciò che starò per dirti. È stata una decisione sofferta e valutata in tutte le sue parti, e nonostante cercassi sempre di trovare tutti aspetti negativi per non farlo, il mio cuore e la mia testa, mi spingono a farlo, perché non sono più emotivamente e fisicamente pronto per continuare a vivere così.
Le tue lettere sono state riposte affettuosamente in una scatola, che porterò al college con me. Comincerò dal primo semestre, lo stesso college che ho scelto dall’inizio. So che questo dovrebbe essere un proposito in più per continuare, ma non so fino a quanto saprei spingermi oltre. Sai che ti amo, alla follia, più di me stesso, ma non credo di essere all’altezza di continuare questo rapporto. Da quando te ne sei andata, qualcosa si è spento in me, e non si riaccenderà più, ma abbiamo il diritto entrambi di ricominciare qualcosa di nuovo, tu a Boston, io al college.
Fra una settimana parto, e sarò sempre più vicino a te, e questo mi fa stare felice, ma non so se ti vorrei vedere, perché altrimenti le mie parole saranno sprecate.
Voglio dirti perciò, che non servirà a niente mandare avanti questo tipo di rapporto, perché né io, né tu, riusciremo ad andare avanti per molto. È stato bello finché è durato, ma non credo di saper gestire ancora questa cosa delle lettere. Siamo divisi da tanto, e sarebbe difficile riprendere il tutto quando pensavamo di rivederci, ma in realtà, non sapevamo se ci saremmo rivisti mai. Stavamo facendo il conto senza l’oste e non ci siamo resi conto della follia che stavamo facendo. Sono stato benissimo con te, e finché stavamo bene, il tutto non sembrava una follia, ma adesso nessuno dei due sta bene, perciò perché continuare qualcosa che fa male ad entrambi. Non ha senso. Ci rincontreremo nei nostri sogni. Come hai detto tu. È stato un amore proibito in tutte le circostanze, non solo perché tuo padre ci ha proibito di vederci.
Ti dico lo stesso che ti amo, perché io ti amo veramente. Se non ti amassi, non avrei preso questa decisioni troppo triste.
Ti amo Phoebe. Non dimenticarlo. Sarei sempre nel mio cuore.
                                                                                                                                              Zayn.
 
Il mondo mi cadde addosso, e l’unica cosa che mi venne in mente di fare, era bruciare tutte le lettere di Zayn.
Le presi tutte, accesi un fuoco, e le bruciai. Tranne l’ultima. Se non aveva senso mantenere quella specie di relazione, allora tanto vale far finta di non essersi mai conosciuto.
Mi sentivo ancora di più sola, perduta, dimenticata e sconfortata.
Mi chiedevo davvero per cosa ne valesse la pena vivere.
Non toccai cibo.
Da lì, una nuova parte della mia vita cominciò. Da allora in poi, nella mia vita si intrecciarono una serie di avvenimenti che segnarono profondamente la mia vita, senza sapere mai, se ci fosse stato un lieto fine.
 
Spazio autrice.
Questo capitolo a me è piaciuto, anche se nella prima parte mi sembra un po’ noioso.
questo è stato un capitolo di “transizione” perché servirà a capire che cosa succederà successivamente. Lo si può immaginare dalla lettera di Zayn, e comunque dalla parte finale. So già il finale di questa storia, e spero di non deludere le aspettative di chi legge la mia storia.

Recensite, pleeeaseeee!  Ho bisogno delle vostre recensioni per capire com’è la mia ff! vi scongiuro!
Detto questo ringrazio ancora le ragazze che hanno messo tra le preferite/seguite/ricordate la mia storia. Per me significa molto. E in più ringrazio chi recensisce!
Grazie, baci a tutte!
  
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