Capitolo 7: Jacob Black
La mattina dopo a scuola
faticavo a tenere gli occhi aperti. Angela, attenta come sempre se ne
accorse
-Bella hai una faccia...non ha dormito ieri sera?- mi chiese premurosa
-non
molto...- risposi sbadigliando -forse dovresti andare in infermeria-
-ma non
sto male, sono solo stanca- -potresti stare qualche ora li per
riposarti, dopo
abbiamo educazione fisica-. Me ne ero completamente dimenticata,
educazione
fisica era il mio incubo fin dalle elementari, tutto per colpa della
mia goffaggine
-no, educazione fisica no....mi sa che seguo il tuo consiglio e me ne
vado a
farmi una bella dormita in infermeria- dissi sistemando le cose nella
cartella
-vai tranquilla, penso io a dire al professore che stai male- mi disse
Angela
facendomi l'occhiolino. Mentre camminavo per i corridoio vuoti, diretta
all'infermeria il mio pensiero andò come sempre ad Edward,
quella mattina non
l'avevo ancora incontrato, ne lui ne i suoi fratelli, e non so
perchè ma la
cosa mi metteva in ansia. Ero quasi davanti l'infermeria quando mi
scontrai con
qualcuno finendo a terra -ahi...scusa non ti ho visto- dissi
massaggiandomi il
fondoschiena dolorante -no scusa tu...Bella!-, alzai lo sguardo
sentendomi
chiamare per nome e mi ritrovai davanti Alice -che fai qui?- chiese
aiutandomi
ad alzarmi -stavo andando in infermeria- -perchè? stai
male?- mi domandò
preoccupata -no tranquilla, sono solo un pò stanca, mi
riposerò qualche ora-
-menomale, per un attimo mi ero preoccupata...- -Edward non
è venuto a
scuola...- sperai di avere avuto un tono indifferente, ma non ne ero
sicura
-oggi non poteva, doveva andare a fare trekking- -ma è una
fissa di famiglia il
trekking?- domandai inarcando il sopracciglio, Alice mi prese per un
braccio e
mi spinse verso gli armadietti, poi si guardò intorno come
ad accertarsi che
non ci fosse nessuno oltre a noi -Alice...- -ssh...in realtà
quando diciamo che
andiamo a fare trekking intendiamo che stiamo andando a caccia- mi
spiegò a
bassa voce -quindi Edward ora è a caccia?...non è
pericoloso?- Alice scoppiò a
ridere -si...per la fauna che verrà dimezzata- -ah...allora
posso stare
tranquilla- dissi cercando di ridere anche io. Dopo aver salutato Alice
entrai
in infermeria. -Buongiorno, ti serve qualcosa?- mi domandò
l'infermiera, una
donna alta sulla trentina con i capelli biondi legati in una crocchia.
-non mi
sento molto bene...vorrei stare qui a riposare per un po’-
dissi cercando di
assumere un espressione sofferente -ma certo cara, stenditi pure sul
letto- mi disse
l'infermiera scostando le tende. Mi stesi infilandomi sotto le coperte,
ero
cosi stanca che mi addormentai subito. Mi risveglia sentendomi
chiamare, quando
riaprii gli occhi vidi tre volti davanti a me
-Bella, come ti senti?-
riconobbi la voce di Angela -bene...- biascicai ancora assonnata
-avanti Bella
Addormentata! non vorrai restare qui fino a domani!- disse Jessica
scostandomi
le coperte, il freddo della stanza mi fece tremare e mi raggomitolai su
un
fianco -ma che ore sono?- domandai -la scuola è finita poco
fa- mi rispose
Mike. Mi tirai su di scatto -come finita?- -si Bella, dobbiamo andare a
casa-
-ma Angela!, perchè nessuno è venuto a
chiamarmi!- la mia voce uscì isterica,
ero sicura che mi avrebbero sospeso da scuola, avevo saltato un intera
giornata
di lezioni per dormire in infermeria -siamo passati prima, ma dormivi
cosi bene
che non abbiamo voluto disturbarti- si scusò Jessica
-verrò sospesa...- -ma
no!, abbiamo detto ai professori che stavi male- disse Mike. Sapendo
che i
professori erano stati avvertiti mi sentii più tranquilla,
guardai l'orologio
appeso alla parete e vidi che a quell'ora sarei dovuta già
essere a casa a
preparare il pranzo, ringrazia i ragazzi per avermi aspettato invece di
andare
a casa e velocemente raggiunsi il mio pick up. Una volta a casa trovai
una
sorpresa ad attendermi. -Ben tornata, Bella, guarda chi è
venuto a farci
visita!- mio padre era euforico, e sapevo anche il perchè,
seduti sul divano di
casa c'erano un uomo anziano e un ragazzo poco più piccoli
di me, Bill e Jacob
Black. Charlie e Bill erano amici intimi ancora prima che nascessi io,
e fin da
piccoli io e Jacob avevamo sempre giocato insieme, rivederli mi rese
davvero
felice. -che bello vedervi!- esclamai abbracciando tutte e due -Bella,
ti sei
fatta una signorina- disse Bill accarezzandomi i capelli, -grazie,
anche Jacob
è cresciuto- osservai, forse anche troppo, l'ultima volta
che ci eravamo vista
era si più alto di me, ma di pochi centimetri, mentre ora
gli arrivavo a
malapena alla spalla -visto? mi sono fatto uomo!- disse battendosi
orgogliosamente una mano sul petto. -Jacob io vado in camera, vuoi
venire?-
senza dire niente si alzò dal divano e mi seguì
al piano di sopra. -la tua
camera è sempre la stessa- disse non appena ebbe varcato la
porta -non ho mai
avuto occasione di sistemarla- risposi aprendo la finestra, mi
aspettavo di
vedermi sbucare Edward da un momento all'altro, e rimasi delusa quando
l'unica
cosa che vidi fu l'albero davanti la mia finestra -Bella va tutto
bene?- mi
chiese Jacob vedendo che ero rimasta immobile davanti la finestra
-...si tutto
a posto- risposi voltandomi e sorridendo -beata te...- lo vidi chinare
il capo
e istintivamente mi avvicinai posandogli una mano sulla spalla,
-c'è qualcosa
che non va?- lo vidi allontanarsi per andarsi a sedere sul letto, feci
lo
stesso e mi sedetti accanto a lui, prendendogli una mano tra le mie
-siamo
amici Jacob, dimmi che ti succede- le mie parole erano sincere, ero
veramente
preoccupata per lui, era sempre stato un ragazzo allegro e attivo, e
vederlo
triste mi metteva a disagio, lo vidi aprire la bocca come per parlare
ma poi si
fermò, io gli strinsi la mano, e lui con uno scatto si
girò verso di me e mi
avvolse in un abbraccio caldo e rassicurante -Jacob...- mi fermai
sentendo dei
lamenti, non mi ci volle molto per capire che era Jacob, mi scostai per
guardarlo in faccia, stava piangendo -stai piangendo...- dissi stupita
-come…come
faccio a dirtelo?- sembrava sconvolto -dirmi cosa?- -quello che sono
diventato!-
lo vidi asciugarsi gli occhi con la manica della maglietta. Non sapevo
cosa lo preoccupasse,
ma vederlo in quello stato mi faceva male, mi chinai verso di lui e lo
abbraccia poggiando la testa sulla sua spalla -dimmi quello che ti
succede
Jacob…ti prego- ero prossima anche io alle lacrime
-promettimi che mi crederai-
disse fissandomi serio - te lo prometto- risposi senza esitare. Jacob
era forse
il mio migliore amico, eravamo cresciuti insieme, qualunque problema
avesse,
avrei fatto qualsiasi cosa per aiutarlo, quello che non mi aspettavo
era che il
suo problema andava ben oltre la mia immaginazione.
-Bella…io sono un
licantropo-. No un momento, ha davvero detto quello che ho sentito?
Dalla sua
bocca è proprio uscita la parola
“licantropo”? -Bella…lo so che sei
sconvolta…-
-no che non lo sai!- esclamai scattando in piedi -Bella…-
-zitto! Da quanto…da
quanto tempo?-
-da questa estate, dopo
l’ultima
volta che ci siamo visti-
-perché…perché me lo vieni a dire solo
adesso, dopo
quasi un anno!- -cosa avrei dovuto fare? Telefonarti e dirti
“sai la novità
Bella? Sono un licantropo! Non è fantastico?”-
-io…mi dispiace Jacob, non so
che dire- -mi credi?- -si…qualche giorno fa ne ho visto
uno…- -di cosa?- -un
licantropo- -ma…che è successo?- -mi ha
aggredito- -questo è impossibile!- -e perché
scusa?- non mi piaceva le persone dubitassero di quello che dicevo - i
licantropi non attaccano gli umani li proteggono- -e da cosa?- -dai
freddi-,
non avevo idea di chi fossero questi “freddi” e
nemmeno volevo saperlo -però ti
dico che quel licantropo mi ha aggredito- -ti credo tranquilla, con la
sfortuna
che hai non mi meraviglio…- disse ridendo -ehi!- esclamai
dandogli una spinta,
non lo mossi neanche di un millimetro -ora che mi ci fai
pensare…giorni fa mi
era giunta voce di una strana malattia diffusa tra i licantropi, che li
rendeva
più aggressivi nei confronti degli umani- -credi che quello
che mi ha aggredito
fosse malato?- -non lo so, ma non lo escludo- disse pensieroso -io
conosco una
persona che forse potrebbe aiutarci, se vuoi domani possiamo andare a
trovarlo-
Jacob acconsenti, e poco dopo Bill lo chiamò - ci vediamo
domani verso le sei,
buonanotte- disse dandomi un bacio sulla guancia e poi uscendo dalla
stanza. Quando
più tardi andai a letto l’ultima cosa che pensai
prima di addormentarmi fu come
si sarebbero comportati tra di loro Jacob ed Edward
l’indomani.