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Autore: _Swacilia    01/08/2013    0 recensioni
Occhi verdi contornati da un pesante trucco nero, capelli neri tagliati da un paio di forbici rovinate, un sorriso inacidito da anni di solitudine e un corpo troppo magro e slanciato per sostenere tutti quei pensieri frullati e compressi assieme nella mente di una neo-diciottenne a cui sono stati estirpati i sogni.
Questa è la storia di Nora.
«Sono stufa di tutto, voglio solo viaggiare.»
#Enjoy.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Uno
 
Il suono della veglia mi perfora le orecchie.
"Vaffanculo!" grido, svegliandomi di soprassalto, per poi prendere la sveglia e lanciarla lontano.
No, la mattina appena sveglia non sono delle persone più socievoli. Forse nemmeno durante il resto della giornata.
Mi alzo strofinandomi gli occhi, apro l'armadio e prendo le prime cose che mi capitano in mano: degli shorts di jeans e una canotta verde con un teschio disegnato sopra.
Prendo i miei collant neri, rigorosamente bucati, e le mie amate Dr. Martens. 
Mi lavo e mi vesto con lo stesso entusiasmo di una studentessa al quarto anno di uno stupido indirizzo scolastico a cui nemmeno voleva iscriversi. I miei nonni mi hanno iscritta allo scientifico prima che io potessi dire "Ma io voglio andare all'artistico!".
Che dire, un'artista ribelle strappata dal suo ambiente, per essere messa tra un mucchio di studenti rigidi e precisi in ogni cosa. Per fortuna c'erano quelli che non erano poi così brillanti e che passavano le ore a farsi di spinelli sulle scale anti-incendio. Ammetto di essere stata lì qualche volta a fumare con loro.
Butto un'occhiata fuori dalla finestra, il sole di luglio batte forte sulle strade e sui palazzi della città. Odio il caldo, vorrà dire che come esco andrò a prendere aria condizionata giù al bar all'angolo vicino alla scuola, la proprietaria mi offre sempre qualcosa ogni volta che io, "la sua artista preferita", vado a trovarla.
Vado in bagno, mi metto davanti allo specchio e prendo la spazzola per cercare di sistemare i capelli, se così posso chiamarli quando la mattina sembrano più un cespuglio di ciuffi neri lunghi fino alle spalle, mi trucco, solito trucco nero e pesante, prendo la mia borsa ed esco. Non faccio nemmeno più colazione, quell'arpia sorda di mia nonna non è più qui e non può più dirmi che devo fare.
E' andata lassù dal nonno qualche settimana fa, ma non ne soffro più di tanto.
Credo sia stata proprio la morte del nonno ad avermi fatta cambiare. Ero in quinta elementare quando nonno Matteo ci ha lasciati. Era l'uomo della mia vita, nonno, padre e fratello; c'era sempre se avevo bisogno. E' stato lì che è avvenuto il gran salto di qualità da tenera bambina a fredda adolescente. Un cambiamento che mi ha aiutata a sopravvivere ai "Non avvicinarti alla Lupa, perchè ti sbrana!" e alle botte prese quando mi facevano incazzare e scatenavo la rissa in corridoio. Avrò rischiato la sospensione almeno otto volte solo nell'arco di un anno scolastico.
Quanto a nonna Lorenza, i ricordi non sono altrettanto piacevoli, e ringrazio il cielo che la mattina non si ripete più la tipica scenetta:
"Nonna, io esco!"
"COSA?"
"HO DETTO: NONNA, IO ESCO!"
"NON GRIDARE, IO CI SENTO BENISSIMO!"
 
Mi dirigo alla fermata del bus, grazie al cielo l'ultimo dell'anno scolastico. Oggi è l'ultimo giorno, il mio ultimo anno, ed è anche il mio compleanno.
Ho finalmente 18 anni, sono "una donna". Anche se, a dire la verità, io mi sento esattamente come ieri, con la sola differenza che se vado in discoteca con "la banda dei fattoni" e mi ubriaco, lo faccio senza chiedere "Claudio, me lo vai a prendere un bicchiere di vodka lemon?".
Non mi interessa se sono solo al quarto anno, se non ho ancora un diploma in mano, io con la scuola ho chiuso. Sono finalmente maggiorenne, e ormai faccio quel che voglio.
Ho un sacco di soldi da parte, i miei amati nonni mi hanno lasciato una sostanziosa eredità, tra un grazioso appartamento in centro, gioielli della nonna e una discreta somma di soldi.
(I gioielli li ho venduti, non me ne faccio nulla di collane di perle e orecchini con pietre preziose. A me piacciono i piercing, non i bracciali d'oro e diamanti.)
Che dire, ci sono anche i pro nell'essere orfana e nel vivere coi propri nonni. 
I miei? Mai visti, mai sentiti, e i miei nonni non me ne hanno mai parlato. Ho vissuto con i vecchietti fin da quando ero alta un metro e uno sputo, evidentemente sono il tipico "aborto", la cosiddetta "figlia di nessuno", quella che nasce e poi viene abbandonata nello scatolone in mezzo alla strada esattamente come si fa coi cani. 
Ma una cosa buona me l'avevano insegnata, i nonni: la passione per l'estero e per i viaggi. 
Mi ero completamente stufata dell'Italia, del cielo grigio e pieno di smog di Milano, della metropolitana affollata e dei bus sempre troppo pieni per farmi sedere in un posto come un degno essere umano.
Sono stufa di tutto, voglio solo viaggiare.

Nota dell'autrice: Ok, come primo capitolo è un po' corto... prometto che il prossimo sarà più lungo :') Grazie per le 3 recensioni, mi sono sentita davvero una bulla HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH ok no. (?) Ancora grazie a Gaia che ha pubblicato il prologo e aggiunto la storia, perchè al mare da me la connessione fa i capricci. 
   
 
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