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Autore: ShadowsOfBrokenGirl    01/08/2013    2 recensioni
"Qui nulla è quello che sembra!"
"Ma il mio amore per te, quello non cambierà mai"
"In realtà questa sarà la prima cosa a mutare."pensai angosciato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Oh…non è finito nulla!-dissi digrignando i denti. 
Il mio servitore cercò di fermarmi immaginando quello che mi accingevo a fare, ma non vi riuscì.
In piedi sul cornicione della finestra lo udii dirmi: - Mi avevi promesso che l’avresti lasciata andare se lei lo avesse voluto.-
Tuttavia ero già entrato nello stato in cui non comprendevo più nulla. Ero ormai fuori controllo.
Volai il più velocemente possibile e raggiunsi mia moglie che fluttuava sulla sua scopa nel cielo scuro. Mi misi davanti a lei e le bloccai. In un’altra occasione lei mi avrebbe spinto via, colpito, insultato in ogni modo possibile, ma allora non lo fece. Mi fissò negli occhi e restò paralizzata dal mio sguardo che era ancora più terrificante del solito. Le afferrai un braccio e sentii che tremava. 
Lasciò cadere la sua valigia che precitò nella foresta sotto di noi. Le tirai il braccio e la riportai con la forza nuovamente nella mia camera. Dato che la ragazza si ribellava e cercava di scappare, la presi in braccio e le coprii la bocca con la mia mano. Avevo compiuto spesso quel gesto, ma con un’ intenzione diversa. Mi chiesi se ci sarebbero stati nuovamente momenti teneri tra di noi o se fosse tutto finito per sempre. Ebbi l’impressione che stessi tornando lucido e padrone delle mie azioni, ma dopo qualche secondo risprofondai nel baratro. Un solo pensiero rimbombava nella mia testa, che lei non doveva andarsene! Doveva restare con me per sempre…anche controvoglia!! Ero disposto a tutto pur di raggiungere il mio scopo!
La strinsi più forte ed entrai attraverso la finestra ancora aperta nella mia camera. Sylvette aveva in mano la boccetta che avrebbe calmato i miei nervi e mi avrebbe fatto dormire il tempo necessario per riprendere il controllo di me stesso. Dissi a me stesso che dovevo berla, lo ordinai.
Tuttavia si sa che è inutile dare ordini ad un pazzo perché lui mai darà ascolto al suo buon senso!
Infatti presa tra le mani la boccetta la gettai sul pavimento provocandone la rottura.
Sylvette mi fissò con uno sguardo carico di rimprovero ed esclamò che aveva intenzione di andare al piano di sotto a prenderne un’altra e quella l’avrei bevuta a forza!
Uscì di corsa dalla porta e scese le scale con molta velocità. Appena fu uscito sigillai bene la porta e la finestra per fare in modo che non avesse via di scampo. 
-Quale è il tuo obiettivo?-mi chiese la mia parte razionale.
“Se farò in modo che lei abbia paura di me, non avrà il coraggio di scappare mai più!”.
Questa frase racchiudeva in breve tutto il mio piano malefico. La parte razionale avrebbe voluto ribellarsi ed esporre delle obiezioni, ma venne presto aggiogata. 
-Io non ho paura di te-esclamò Chocola in piedi nella stanza cercando di mascherare il suo timore.
-A questo rimediamo subito.-
Mi avvicinai a lei lentamente e la presi dolcemente tra le braccia. Questa volta stranamente non si ribellò ed io potei appoggiare la  sua schiena al mio petto. Per qualche secondo la cullai sussurrandole all’orecchio una dolce ninnananna e feci diventare il suo respiro nuovamente regolare.
Quando la lepre è di nuovo tranquilla è allora che bisogna catturarla!
Appoggiai la mia mano sul suo collo e dentro vi feci apparire una piccola lama che adagiai sulla sua pelle. La ragazza smise di respirare e sussurrò a denti stretti: -Vuoi uccidermi?-
-No…soltanto farti capire cosa rischi se osi scappare di nuovo.- 
Strofinai la lama e sulla sua pelle diafana comparve un graffio dai contorni rossastri.
-Tu sei pazzo!-sussurrò a denti stretti.
Sentire quelle parole, nonostante dicessero la verità, mi fece uscire dai gangheri. La afferrai e cominciai a scuoterla per le spalle e poi la spinsi forte contro il letto. Il suo corpo si fece lanciare senza opporre resistenza. Improvvisamente Sylvette bussò con violenza alla porta facendo risvegliare la parte razionale che era in me. Mi fermai e fissai Chocola il cui collo coperto dai capelli rossi cominciava a sanguinare. 
Il mio servitore stava per forzare la serratura quando gli aprii la porta. Una volta entrato capì cosa era accaduto e mi consigliò di lasciarla andare perché presto avrei potuto fare qualcosa di cui mi sarei pentito. 
-No…ormai ho cominciato e andrò fino in fondo.- 
Uscimmo fuori e chiusi a chiave la serratura che avrebbe “custodito” la mia prigioniera.
 
I hate you don’t leave me
I hate…please love me
-Devono pagarla…-
-Chi?-
-Devono pagarla tutti- ripetei con più enfasi.- Tutti gli abitanti di Extramondo che con il loro odio e disprezzo mi hanno reso così!-  
  
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