Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: _keys_    01/08/2013    2 recensioni
-"Ma io ti amo Phoebe!"- mi disse Zayn.
-"Ti amo anche io Zayn, ma il nostro è un amore proibito!"-.
-"E come faremo?"- disse stringendomi le mani e guardando verso il basso.
-"Ci rincontreremo un giorno. Ci rincontreremo nei nostri sogni!"-.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ogni giorno, nonostante quella lettera, tutti i miei pensieri erano rivolti ad una sola e unica persona, sempre la stessa: Zayn.
Da quando mi aveva mandato quella lettera, non ci eravamo sentiti più, a parte averci scambiato mezza conversazione su face book, del tipo: “Ciao” “Ciao””Che fai?” “Niente tu?” “Niente”.
Avevo sempre quella maledetta voglia di dirgli che per me non era ancora finita, ma poi ripensavo a quella lettera, e pensavo che fosse meglio non dirgli niente. Era stata una scelta sofferta, come diceva lui, ma io non avevo scelto un bel niente, aveva fatto tutto lui. D’altronde se a lui andava bene così, anche io ci stavo, tristemente ma ci stavo.
Sinceramente avevo provato ad uscire con qualcun altro, ma ogni volta che stava scattando qualcosa in più, vedevo gli occhi di Zayn, così scappavo via e ai messaggi non rispondevo. Il suo pensiero era fisso e nessuna storia avrebbe potuto scacciarlo via. Mi avevano tolto tutto, dovevo almeno lasciare il suo pensiero nella mia testa, la sua influenza nel mio cuore, e la sensazione nello stomaco. Tutte cose che a pensarci bene non servivano a niente, dato che per lui non facevano la differenza. Di certo, forse lui era troppo impegnato con le ragazze del college, e io ero diventata solo una storia passata, da raccontare a chi sa chi, e farci una risata sopra, pensando “Forse è stato meglio così”. Di certo per me, a differenza di come la pensava lui, non era ancora una storia finita! Credevo nel destino e se mi voleva bene, allora doveva farci rincontrare.
La scuola andava bene, anzi benissimo. Il mio quarto anno stava procedendo benissimo e avevo accumulato dei crediti grazie alla squadra di ritmica. Non ero il capitano, ma mi piaceva stare lì, anche se alle mie compagne non stavo molto simpatica, perché dicevano che ero una raccomandata. Io soffocavo i loro pensieri, e le divergenze sparivano quando ci trovavamo ad esibirci. Non mi era affiatata con nessuna delle componenti, così mentre loro andavano a mangiare la pizza insieme di sabato, io mi ritrovavo a casa, sola come sempre, ma mi andava “bene” così.
Le difficoltà del terzo anno sembravano essere sparite, ed infatti avevo ottimi voti in tutte le materie.
A casa non ci furono novità, ero sempre sola, e continuavo  fare richieste, a volta anche assurde, come chiedere cioccolatini farciti di robe strane, che tanto non mangiavo nemmeno. La piscina l’avevo abbellita con tante cose, dato che avevo chiesto, materassini, ciambelle, piante acquatiche, scivoli, rocce e chi ne ha più ne metta. La mia camera era piena di roba, che tuttavia non usavo. Il mio piano continuava, anche se non sarebbe servito a niente, dato che Zayn aveva stroncato.
Il destino giocava giusto in alcuni aspetti, ma per altri mi voleva male. Ero dimagrita vertiginosamente, dopo che Zayn aveva deciso di non scriverci lettere. A scuola mi avevano consigliato di andare dallo psicologo della scuola. Sentendomi compatita, rifiutai dicendo che meglio di così si moriva. Ma in realtà non stavo bene. Pesavo quaranta chili. Ero pelle e ossa. Un giorno mi guardai allo specchio e mi dissi che non mi piacevo così, e con questo, cercai in tutti i modi di recuperare peso, ma non ci riuscii più di tanto, perché il mio metabolismo non reggeva e così vomitavo spesso quel che avevo appena mangiato.
Inizialmente Eva mi aveva mandato via dalla palestra, dicendo che prima o poi il mio fisico avrebbe crollato, ma io giurai di mangiare di più, così mi prescrisse una dieta da seguire, che per certi versi e per un po’, funzionò, facendomi arrivare a quarantasei chili. Il mio peso oscillava comunque tra i quaranta e quarantasei e ero comunque troppo magra.
Un giorno il destino mi volle bene, e chiamatelo voi, caso o coincidenza, ma io credesti davvero che fosse caso.
Era domenica, e c’erano le vacanze di Halloween, e io decisi di andare a visitare New York con Shelly. Presi la macchina, e dato che non c’era traffico, ci misi soltanto, più o meno tre ore e qualcosa.
Non so per quale motivo scelsi New York, ma in un modo o nell’altro, speravo di vedere Zayn, almeno da lontano.
Affittai una camera d’albergo per due notti, poi sarei ripartita. Shelly e io andavamo molto d’accordo, ma non per questo era la mia migliore amica. Avevamo in programma di andare la sera di Halloween alla statua della libertà, dove ci sarebbe stato uno spettacolo pirotecnico. Amavo da sempre i fuochi d’artificio, avevano l’aria divertente e simpatica.
Uscimmo verso le undici di sera, intenzionate a fare baldoria tutta la sera. C’era tantissima gente, tutta a festeggiare la stessa festa. Tra la folla persi Shelly, e stanca di quella festa, dove mi pentii di essere andata, andai a sedermi lontano da tutti. Odiavo le feste, e non sapevo perché mi ero imbattuta in una così. Potevo vedere i fuochi d’artificio, anche dalla mia camera.
Presi il telefono e chiamai Shelly, che non mi rispose dato che non l’aveva nemmeno sentito in mezzo a quella folla.
Tirava un po’ di vento, e le mie spalle erano scoperte.
Dopo un po’ passarono davanti a me un gruppo di ragazzi.
La sua voce, sentii la sua voce, era la sua, la potevo riconoscere tra mille. E poi quel ragazzo si girò, e riconobbi il suo sguardo.
Aprii la bocca stupita. Era lui, era Zayn in compagnia di altri suoi amici.
In lontananza sentii la sua voce che diceva “Ragazzi torno subito”.
Poi si avvicinò verso di me. Per un attimo pensai di andarmene, sarebbe stato deluso nel vedermi in quello stato.
-“Phoebe? Ma sei tu?”- mi chiese stupito.
-“Ciao Zayn, si sono io!”- dissi abbassando lo sguardo.
-“Da quanti giorno è che non ci vediamo?”- chiese.
-“Centoquarantotto giorni!”- affermai rialzando lo sguardo.
-“Li hai contati?”- chiese stupito.
-“Ho sempre tutto in mente Zayn!”- continuai tristemente.
-“È uno dei tuoi pregi!”- disse guardandomi dolcemente.
Abbassai di nuovo lo sguardo.
-“Ti vedo cambiata sai?”- disse.
-“Non puoi sapere quante cose sono cambiate … hai deciso tu di non volerle sapere”- dissi con voce rotta. Girai a destra la testa per cercare di trattenere le lacrime.
-“Phoebe non potevamo continuare in quel modo!”- disse cercando di avvicinarsi a me ma io mi scansai.
-“Sono passati centoquarantotto giorni. Cinquantasette da quando non ci siamo più scritti. Tu non ti puoi nemmeno immaginare quanto io sia stata male. E quanto male stia ancora”- dissi piangendo.
-“Non piangere Phoebe, ti prego!”-.
-“Continuo a dire che non mi piace essere fragile, ma quando si tratta di te, immancabilmente devo sempre soffrire!”-.
-“Non ti volevo far soffrire…”- disse.
-“Beh non è che ci sia riuscito poi tanto bene Zayn!”- lo interruppi.
-“Lo so!”-.
-“Me l’avevi promesso. Ti saresti preso cura di me Zayn. Avevi detto che niente e nessuno ci poteva dividere. Mi avevi promesso che ci saremmo rincontrati in un modo o nell’altro. Ma non mi apsettavo che fosse in questo, di modo!”- dissi continuai a piangere.
-“Questo deve essere un sogno allora!”- esclamò.
-“Che cosa vuoi dire con questo?”- incalzai scocciata.
-“Tu avevi detto che ci saremmo rincontrati nei nostri sogni!”-.
-“Allora più che un sogno questo deve essere un incubo, perché mi aspettavo di rivederti e baciarti, non di rivederti e soffrire ancora di più!”-.
Mi baciò. Mi mancavano tanto i suo baci. Cazzo erano centoquarantotto giorni che non toccavo le sue labbra candide. Ma nonostante mi fosse piaciuto, non capivo perché l’avesse fatto.
-“Prima mi scrivi una lettera per dirmi che non ne vale la pena continuare, e poi mi baci? A che gioco stai giocando?”- dissi stizzita.
-“Sto facendo diventare un incubo un sogno!”- esclamò sorridendomi.
-“Ora per me non è più lo stesso!”- dissi raggiungendo la folla.
-“Phoebe….”-.
-“Perché non mi hai scritto più? Perché?”- urlai.
-“Phoebe non è stata una scelta facile da prendere. Ed ora che ti rivedo dopo tanti giorni”-.
-“Sono centoquarantotto diamine! Perché hai aspettato così tanto? Perché non mi hai riscritto? Perché?”- dissi singhiozzando e ingoiando le lacrime.
-“Perché avevo paura ecco perché!”- urlò.
Mi tranquillizzai.
-“Paura di cosa?”- chiesi.
-“Paura di tuo padre che avrebbe potuto leggere le lettere, paura che tu ti dimenticassi di me, paura che col fatto che stavi per ricominciare la scuola, avessi avuto sempre meno tempo per scrivermi, paura che pian piano sarei potuto diventare un semplice pensiero passeggero! Ecco perché. Io non volevo scriverti tutto quello, ma ho avuto paura!”- dissi avvicinandomi verso me e prendendomi le mani, fissandomi negli occhi.
-“Ho avuto paura!”- ripeté sussurrando.
-“E perché mi hai fatto aspettare centoquarantotto giorni per dirmelo. Lo sai quanto peso?”- chiesi.
Non rispose.
-“Peso quarantadue chili. Pesavo quarantacinque chili prima di incontrarti. Poi mi hai fatto recuperare sei chili. Mi sentivo una gioia. Da cinquantuno chili, ne ho persi nove chili. Nove chili”- dissi allontanandomi piano piano.
-“Mi spiace!”-.
-“È troppo tardi per scusarsi! Per me non era finita Zayn. Ma tu non l’hai capito”- ripresi a piangere-“Non era finita per me Zayn. Continuavo ad amarti nonostante le sei ore di volo che ci dividevano. Nonostante quel cazzo di Oceano che c’era in mezzo. Nonostante quelle dannate cinque ore di fuso orario. Per me non era finita!”- proseguii piangendo.
-“Nemmeno per me era finita! E non voglio che finisca!”- disse vendendo verso me, posando le sue labbra sulle mie, in un bacio passionale, che a me mancava tanto.
-“Zayn, io sono venuta qui per un fine settimana!”- sussurrai staccandomi.
-“Phoebe io non voglio perderti di nuovo! Torna qui alle vacanze di Natale, e nei giorni che hai liberi. Vieni anche il sabato e la domenica. Ti prego Phoebe, torna da me!”- mi accarezzò la mia guancia zuppa di lacrime.
-“Zayn, non ti prometto niente, perché so che le promesse sono fatte per essere infrante, ma magari, ti verrò a trovare, potremmo sentirci su facebook, per messaggi e magari vederci su skype! Voglio tornare da te! E voglio che tu torni da me! Non ti ho mai dimenticato, ti prego continuiamo ciò che è stato interrotto”-.
-“Si Phoebe!”- esclamò per poi baciarmi.
Cercai Shelly in mezzo alla folla aiutata da Zayn, che mi teneva per mano per non perdere anche me. Tra la confusione generale, riuscii a sentire il telefono che squillava. Era un messaggio da Shelly.
“Pho, dove sei?”.
“Tu dove sei, ti sto cercando”.
“Sono tra la folla”.
“Dove ci vediamo?”.
“Vediamoci a Manhattan!”
“Affare fatto!”
Raggiunsi con difficoltà, facendomi largo tra la gente, Manhattan, dove Shelly era già arrivata. Zayn era con me.
-“Shelly lui è il famoso Zayn!”- dissi.
-“Cosa? Zayn? Non sai quanto mi ha parlato di te! Finalmente vi siete ritrovati!”- disse stupita.
Con Shelly tornai a casa, dopo aver salutato Zayn. Ci saremmo rivisti il giorno dopo. Guardammo i fuochi d’artificio da casa alla fine.
-“Cos’hai deciso di fare con Zayn?”- mi chiese Shelly, una volta a casa, sul divano mentre sorseggiava una tazza di latte caldo.
-“Lo rivedrò durante le vacanze, e non finirà così!”-.
-“Sei sicura che potrà funzionare?”- chiese.
-“No, ma voglio convincermi di si”- dissi.
Andai a mettermi in pigiama, dopodiché mi infilai sotto le coperte.
Finalmente lo avevo ritrovato. L’importante era non perderlo più.
Il giorno dopo feci un giro con lui per New York, poi lui doveva rientrare a scuola. Ci salutammo ribadendo quel che avevamo deciso. Poi il giorno dopo ripartii.
Pensai che dopo aver ritrovato Zayn, niente poteva mettere i bastoni tra le ruote alla mia vita, ma evidentemente avevo sbagliato nettamente.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _keys_