Through
The Night
I Want To Break Free
Tenebroso e
ostile il Lago Nero, più del solito. Enormi
segreti celati sotto quella vasta distesa d’acqua, dalla
gelida brezza, dal
confortevole candore. Quella distesa d’acqua dolce e
salmastra, così familiare,
ora così estranea.
Ricordava ancora le avventurose nottate in riva a quel lago insieme a
James,
Lily, Remus e, purtroppo, quel traditore di Minus.
Dodici anni ad Azkaban, dodici anni lontano dal suo Harry, dodici anni
in cui
avrebbe potuto garantirgli certamente una vita migliore, improntata
sulla
conoscenza dei più infimi segreti del mondo magico.
Questi ed altri
pensieri tormentavano Sirius mentre volava
in groppa a Fierobecco, oltrepassando le deserte distese di terre
inglesi
incolte, le copiose vallate irte e spinose, attraversando il freddo
gelido
delle montagne.
Forte la pioggia
che, pian piano, bagnava ogni cosa.
Potente e veloce, l’atmosfera evidentemente sconvolta dalla
longeva presenza
dei dissennatori. Le ginestre fulgenti di fiori incolti si ripiegavano
su se
stesse, purificate dall’acqua pura ed incontaminata da
desideri ostili. La
natura favorevole alla propria progenie per la prima volta dopo mesi.
In fuga verso
luoghi sconosciuti, Sirius pensava a come
desideri ardenti possano dissolversi in un secondo. Tanto
più una cosa vale,
tanto più la si perde facilmente, come se,
involontariamente, sfuggisse al
nostro controllo, pur tenendola stretta con forza immane.
La sua
condizione mutata da prigioniero a fuggitivo… il
Ministero non avrebbe mai creduto alla sua innocenza, non dopo la fuga
di quel
topo traditore.
Nonostante gli enormi sforzi, le parole di tre piccoli eroi tredicenni
non
possedevano alcun valore davanti alla legge.
Agli occhi di
Sirius poco importava: HARRY SAPEVA LA
VERITÁ, questa la vera cosa importante.
Sfuggito come nuvole di polvere il sogno di vivere insieme, se la
sarebbe
cavata bene, e il rapporto che ben presto avrebbero instaurato era
destinato ad
essere forte come le antiche rocce roventi del tempo che fugge
indomabile.
Una debole
foschia accarezzava la cupa notte avventurosa.
Le luci di Londra sempre più vivide, pur volando tanto in
alto da non esser
visti dai babbani. Che vita la loro… beata ed estranea alle
insidie più
misteriose del mondo.
I capelli lunghi e bagnati svolazzanti al vento gli coprivano il viso,
quasi
potessero spazzar via profondi pensieri.
Dodici anni ad Azkaban, un solo desiderio, un piano ben congeniato, una
forza
innata… tutto in frantumi.
Le speranze di vita felice, di gioia terrena, alla mercé di
un folle criminale,
un mangiamorte al succube servizio di Voldemort.
Eterna agonia, un’irreparabile tormento. Speranze disattese,
felicità caduta a
precipizio, brutale lo scontro col terreno.
La foresta di
Dean. Forse una delle più antiche foreste
inglesi.
Un riparo sicuro, almeno per il momento. Senza poter fare incantesimi
per paura
di esser rintracciato, il pensiero tornava a Harry, il suo piccolo
Harry, il
suo bimbo.
Così identico a James, fisicamente, caratterialmente, con
gli stessi occhi e lo
stesso coraggio di sua madre. Un POTTER a tutti gli effetti.
Quelle promesse fatte… fiaccole che alimentavano
l’anima e il coraggio di
andare avanti sempre.
Potente il battito del suo cuore: la determinazione di una vita
migliore, il
desiderio di rendere reali sogni infranti.
Appoggiato con
la schiena sulla roccia, Sirius contemplava
l’unica foto rimastagli del suo migliore amico, mentre nella
mente continuava a
balenargli il volto e l’esile corpicino del suo figlioccio. I
suoi occhi gravi
e sgranati di fronte all’amara verità, la voglia
di farla regnare non uccidendo
colui che ha reso così infelice la sua vita.
Un sorriso fiero
sconvolgeva i suoi tratti cupi e scavati
per le intemperie del tempo e del suo stesso essere.
Attendeva con
ansia il giorno in cui avrebbe potuto
riabbracciare il suo piccolo amico e, nel frattempo, avrebbe fatto in
modo di
essere presente in qualunque modo per lui, per dargli il sostegno e la
forza
necessari.
Distese le
gambe, Fierobecco si accoccolò dolcemente nella
grotta in un sonno profondo e tormentato.
Non avrebbe chiuso occhio quella notte Sirius, tanti i pensieri e la
felicità
di aver rivelato la verità a Harry, al suo povero amico
Ramoso. La loro fiducia
e lealtà valgono più di ogni altra cosa.
Ammirando le
stelle e la luna rientrare nel suo cantuccio,
Sirius faceva scivolare la foto magica nella tasca del suo giaccone,
attendendo
l’alba di domani.