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Autore: Palmeras Celestiales    01/08/2013    2 recensioni
La foresta di Dean. Forse una delle più antiche foreste inglesi.
Un riparo sicuro, almeno per il momento. Senza poter fare incantesimi per paura di esser rintracciato, il pensiero tornava a Harry, il suo piccolo Harry, il suo bimbo.
Così identico a James, fisicamente, caratterialmente, con gli stessi occhi e lo stesso coraggio di sua madre. Un POTTER a tutti gli effetti.
Quelle promesse fatte… fiaccole che alimentano l’anima e il coraggio di andare avanti sempre.
Potente il battito del suo cuore: la determinazione di una vita migliore, il desiderio di rendere reali sogni infranti.
Appoggiato con la schiena sulla roccia, Sirius contemplava l’unica foto rimastagli del suo migliore amico, mentre nella mente continuava a balenargli il volto e l’esile corpicino del suo figlioccio. I suoi occhi gravi e sgranati difronte all’amara verità, la voglia di farla regnare non uccidendo colui che ha reso così infelice la sua vita.
Un sorriso fiero sconvolgeva i suoi tratti cupi e scavati per le intemperie del tempo e del suo stesso essere.
Genere: Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Through The Night
I Want To Break Free

 

 

Tenebroso e ostile il Lago Nero, più del solito. Enormi segreti celati sotto quella vasta distesa d’acqua, dalla gelida brezza, dal confortevole candore. Quella distesa d’acqua dolce e salmastra, così familiare, ora così estranea.
Ricordava ancora le avventurose nottate in riva a quel lago insieme a James, Lily, Remus e, purtroppo, quel traditore di Minus.
Dodici anni ad Azkaban, dodici anni lontano dal suo Harry, dodici anni in cui avrebbe potuto garantirgli certamente una vita migliore, improntata sulla conoscenza dei più infimi segreti del mondo magico.

Questi ed altri pensieri tormentavano Sirius mentre volava in groppa a Fierobecco, oltrepassando le deserte distese di terre inglesi incolte, le copiose vallate irte e spinose, attraversando il freddo gelido delle montagne.

Forte la pioggia che, pian piano, bagnava ogni cosa. Potente e veloce, l’atmosfera evidentemente sconvolta dalla longeva presenza dei dissennatori. Le ginestre fulgenti di fiori incolti si ripiegavano su se stesse, purificate dall’acqua pura ed incontaminata da desideri ostili. La natura favorevole alla propria progenie per la prima volta dopo mesi.

In fuga verso luoghi sconosciuti, Sirius pensava a come desideri ardenti possano dissolversi in un secondo. Tanto più una cosa vale, tanto più la si perde facilmente, come se, involontariamente, sfuggisse al nostro controllo, pur tenendola stretta con forza immane.

La sua condizione mutata da prigioniero a fuggitivo… il Ministero non avrebbe mai creduto alla sua innocenza, non dopo la fuga di quel topo traditore.
Nonostante gli enormi sforzi, le parole di tre piccoli eroi tredicenni non possedevano alcun valore davanti alla legge.

Agli occhi di Sirius poco importava: HARRY SAPEVA LA VERITÁ, questa la vera cosa importante.
Sfuggito come nuvole di polvere il sogno di vivere insieme, se la sarebbe cavata bene, e il rapporto che ben presto avrebbero instaurato era destinato ad essere forte come le antiche rocce roventi del tempo che fugge indomabile.

Una debole foschia accarezzava la cupa notte avventurosa. Le luci di Londra sempre più vivide, pur volando tanto in alto da non esser visti dai babbani. Che vita la loro… beata ed estranea alle insidie più misteriose del mondo.
I capelli lunghi e bagnati svolazzanti al vento gli coprivano il viso, quasi potessero spazzar via profondi pensieri.
Dodici anni ad Azkaban, un solo desiderio, un piano ben congeniato, una forza innata… tutto in frantumi.
Le speranze di vita felice, di gioia terrena, alla mercé di un folle criminale, un mangiamorte al succube servizio di Voldemort.
Eterna agonia, un’irreparabile tormento. Speranze disattese, felicità caduta a precipizio, brutale lo scontro col terreno.

La foresta di Dean. Forse una delle più antiche foreste inglesi.
Un riparo sicuro, almeno per il momento. Senza poter fare incantesimi per paura di esser rintracciato, il pensiero tornava a Harry, il suo piccolo Harry, il suo bimbo.
Così identico a James, fisicamente, caratterialmente, con gli stessi occhi e lo stesso coraggio di sua madre. Un POTTER a tutti gli effetti.
Quelle promesse fatte… fiaccole che alimentavano l’anima e il coraggio di andare avanti sempre.
Potente il battito del suo cuore: la determinazione di una vita migliore, il desiderio di rendere reali sogni infranti.

Appoggiato con la schiena sulla roccia, Sirius contemplava l’unica foto rimastagli del suo migliore amico, mentre nella mente continuava a balenargli il volto e l’esile corpicino del suo figlioccio. I suoi occhi gravi e sgranati di fronte all’amara verità, la voglia di farla regnare non uccidendo colui che ha reso così infelice la sua vita.

Un sorriso fiero sconvolgeva i suoi tratti cupi e scavati per le intemperie del tempo e del suo stesso essere.

Attendeva con ansia il giorno in cui avrebbe potuto riabbracciare il suo piccolo amico e, nel frattempo, avrebbe fatto in modo di essere presente in qualunque modo per lui, per dargli il sostegno e la forza necessari.

Distese le gambe, Fierobecco si accoccolò dolcemente nella grotta in un sonno profondo e tormentato.
Non avrebbe chiuso occhio quella notte Sirius, tanti i pensieri e la felicità di aver rivelato la verità a Harry, al suo povero amico Ramoso. La loro fiducia e lealtà valgono più di ogni altra cosa.

Ammirando le stelle e la luna rientrare nel suo cantuccio, Sirius faceva scivolare la foto magica nella tasca del suo giaccone, attendendo l’alba di domani.

 

  
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