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Autore: _cupcake_99    01/08/2013    16 recensioni
Niall è Niall. Lui è il mio vicino di casa nonché il mio migliore amico. Avevamo entrambi gli occhi azzurri e i capelli biondi. A volte ci scambiavano per fratelli, ma il legame che ci unisce è molto più forte. E' un'amicizia che non si scioglierà mai. Ci conosciamo da una vita. Tutti i ricordi che possiedo riguardano anche lui. Siamo cresciuti insieme, sempre nella stessa classe. Ci siamo sempre sostenuti nei momenti difficili. Come quando i suoi si separarono. Io fui la prima a saperlo.
Ormai qui in città ci conoscono tutti come i BF. Siamo sempre insieme. Se cerchi Niall stai sicuro di trovare anche e me e viceversa. Abbiamo combinato anche tanti casini insieme. Come quella volta in cui avevamo rotto la finestra della casa del custode. Come punizione non potemmo più vederci per un mese. Per una settimana non ebbi sue notizie, ma poi trovammo il modo per incontrarci. La sera quando tutti dormivano lui usciva dal retro della casa e si arrampicava fino alla mia finestra (come nei film) e poi stavamo insieme per qualche ora.
Diciamo che non c'è Niall senza Jesy e non c'è Jesy senza Niall.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20. Sorpresa...

 

 

 

 

 

 

 

Ancora assonnata mi trascinai dalla parte opposta della stanza passando accanto alla finestra. Tanto per cambiare il cielo era di un colore grigio scuro che non prometteva niente di buono. Aprendo la finestra un'ondata di aria fredda mi investì facendomi venire la pelle d'oca. Nonostante quello, però, rimasi lì, ferma immobile, annusando l'aria primaverile. Ero curiosa di sapere dove mi avrebbe portato Greg. Non capitava spesso che facesse sorprese, ma quando le faceva era il migliore.

Mi vestii velocemente indossando un paio di jeans lunghi di colore blu scuro, una maglia bianca semplice e una felpa bordeaux con una scritta bianca al centro.

Guardandomi allo specchio non potei non notare quelle brutte occhiaie, ma ormai ci avevo fatto l'abitudine, era da mesi che andavo avanti così.

Estrassi dalla mia bustina il correttore che applicai abbondantemente sui segni viola, messi ancora più in risalto dalla mia carnagione chiara. Misi un filo di matita nera e del mascara. Infilai le mia all star bianche e misi il cellulare in tasca. Stavo per uscire quando "Le chiavi" sussurrai tornando nella mia stanza "Dove le ho messe?"

Cercai in tutte le giacche e i maglioni appesi, ma niente. Mi sedetti sul letto iniziando ad aprire i cassetti del comodino. Nel primo trovai solo vecchi fogli bianchi e matite mangiucchiate. Nel secondo delle cianfrusaglie che, a dir la verità, non avevo mai visto. E poi aprii l'ultimo.

"Eccole" dissi afferrandole e tirandole fuori. Ad uno dei portachiavi si era incastrato qualcosa. Era una collana. Presi la catenella argentata tra le dita e districai il nodo che aveva formata intorno ad una chiave, solo allora la guardai attentamente.

Appoggiai le chiavi sul materasso senza staccare lo sguardo dal ciondolo. Un cuore con all'intero un infinito.

"E' per simboleggiare la nostra amicizia"

Sentii gli occhi riempirsi di lacrime, ma non volevo farle scappare, non quella volta.

Ero lì seduta sul letto, ma la mia mente era tornata a quel giorno: il tredici agosto, il mio compleanno. Sentivo la sua voce: "Sei la mia migliore amica Jesy" così aveva detto. Mi ricordavo quanto avevo desiderato che mi dicesse che per lui ero più di un'amica, ma in quel momento volevo solo che tornasse da me. Non mi interessava come, se come amico o qualcosa di più. Volevo solo che tornasse da me. Volevo solo un sua abbraccio. Ne avevo bisogno.

Rigirai la collane tra le dita. L'argento era freddo, al contrario della mia pelle. Feci scorrere le dita lungo tutta la catenella, poi guardai il cassetto ancora aperto. Dopo che avevamo litigato mi ero tolta la collana buttandola nell'ultimo cassetto. Avevo scelto quello più lontano perchè non volevo più vederla, non volevo più soffrire, e quello era il simbolo della nostra amicizia. E visto che noi ci eravamo allontanati avevo allontanato da me anche quello che stava a simboleggiare noi.

Non mi ricordavo di averla messa lì.

Spostai lo sguardo dal cassetto alla collana e viceversa quando sentii il telefono vibrare. Era un messaggio da parte di Greg: Sono sotto casa tua. Scendi?

Risposi velocemente con un semplice "Arrivo" e poi lo rinfilai in tasca. Presi le chiavi e mi alzai da letto con la collana ancora in mano. La guardai per alcuni secondi poi la arrotolai e la misi in tasca.

Scesi le scale rendendomi conto che la casa era immersa nel silenzio più totale. Tutti i rumori che, di solito, sentivo al mio risveglio non c'erano. Niente televisione accesa, nessuna padella sul fuoco, niente macchina del caffè in funzione. Nemmeno il canticchiare frenetico di mia mamma. Era strano non sentire niente, solo il rumore dei miei passi che rimbombavano sulle piastrelle bianche. Oltre a quello niente. Presi le chiavi, che avevo precedentemente messo nella tasca della felpa, e aprii la porta, in parte curiosa e in parte spaventata, dalla sorpresa che mi attendeva.

Nel vialetto si trovava la macchina blu di Greg. Quando mi vide mi salutò con un cenno della mano io feci lo stesso. Salii nel posto vicino al suo allacciandomi la cintura. Poco dopo partimmo.

 

 

"Allora, mi vuoi dire dove andiamo?" gli chiesi per l'ennesima volta. Era da circa mezzora che eravamo in macchina e ogni minuto, circa, gli rivolgevo la stessa domanda...

"Non te lo posso dire" ... e ottenevo sempre la stessa risposta.

"Stai lì buona. Guarda fuori, dormi ma fai qualcosa" disse esasperato "Sei una pressa!"

Lo guardavo ridendo sotto i baffi. Il mio piano era quello di farlo impazzire rivolgendogli la stessa domanda, così non aveva scampo, doveva rispondere.

Stavo per iniziare a parlare ma mi fermò.

"Qualcosa che non sia stressare me, grazie" disse puntandomi l'indice contro.

"Va bene, va bene" dissi girandomi e guardando fuori dal finestrino. Un po' di tregua poteva andare bene.

Restai a guardare gli alberi verdi sfrecciarci accanto. Ogni tanto scorgevo qualche cespuglio di fiori colorati o qualche ruscello.

Ero tormentata dalla curiosità. Non avevo la più pallida idea di dove stavamo andando. Era una strada che non avevo mai fatto. Non che mi fossi spostata tanto da Mullingar, però quei posti che scorgevo guardando dal finestrino non li avevo mai visti, neanche in foto.

"Senti Greg" iniziai "Io non ce la faccio. Devi dirmi dove stiamo andando"

"Adesso ti strozzo" disse ridendo "Stai li buona. Mancano solo venti minuti"

"Venti minuti?" chiesi sgranando gli occhi "Dici poco! Come faccio a stare zitta per così tanto"

"Ce la puoi fare Jesy. Conto su di te" disse prendendomi in giro.

"Ma come sei simpatico!" sussurrai girandomi dall'altra parte e chiudendo gli occhi. Lo sentii ridere poi più niente. Mi addormentai e sognai lui. Bhe, come al solito. Anche se cercavo di dimenticarlo tornava sempre a tormentarmi nei sogni.

Sognai di vederlo affacciato ad un balcone di un palazzo. Cercai di salutarlo ma lui non mi vedeva, così entrai e iniziai a salire la scale seguendo i cartelli con il suo nome. I gradini sembravano non finire mai, e la fatica aumentava sempre di più ma quando stavo per tornare indietro lo sentii chiamarmi.

"Jesy? Jesy, sei tu?"

Mi girai a guardarlo sorridendo e salii gli ultimi gradini. Stavo per lanciarmi tra la sua braccia quando...

"SEI UN DEFICENTE!!!! DOVREBBERO RITIRARTI LA PATENTE!" urlò Greg.

Sobbalzai sul sedile sbattendo accidentalmente la testa sul finestrino.

"SI, DICO A TE. PIRLA!!!"

Aprii gli occhi e mi ritrovai davanti un Greg furioso (come avrete già capito) che gesticolava verso un signore nella macchina davanti alla nostra, il quale gli rispondeva con altri gesti e gestacci.

"Greg, piantala" dissi strofinandomi gli occhi.

"CORNUTO A ME, MA VAFFANCULO"

"PIANTALA" urlai. Finalmente si girò a guardarmi con la bocca aperta, infatti, lo avevo interroto primi che urlasse di nuovo.

"Ti ho svegliato?" chiese.

"Tu che dici?" chiese in risposta indicandomi.

"Scusa"

"Almeno quello" sussurrai mentre riappoggiavo la testa sul finestrino.

"Comunque siamo arrivati" disse girando in una via sulla nostra sinistra.

Mi misi a sedere guardandomi intorno. Era una vietta piccola, sia da una parte che dall'altra c'erano delle case con tanto di balcone ornato di fiori. Poco distante da dove si era fermato Greg c'era una palazzina di colore grigio scuro che stonava con i colori pallidi delle villette li vicino.

"Figo" dissi tornando a guardare lui "Che cos'è?"

Lui si guardò intorno. "Bhe, credo siano case"

Lo guardai in modo interrogativo "E....?"

"E, cosa?"

"Perchè siamo venuti qui?" chiesi continuando a guardarlo.

Abbassò lo sguardo sul telefono che teneva in mano.

"Mi rispondi?"

"Ti prego Jesy non ti arrabbiare..." disse alzando lo sguardo nuovamente su di me.

Che cosa voleva dire? Perchè mi sarei dovuta arrabbiare? Stavo per chiedergli spiegazioni ma mi anticipò.

"Vedi quello?" chiese indicando la palazzina grigia di fronte a noi. Annuii.

"Ecco. Niall ti aveva detto che si era iscritto ad X-factor?"

"Si certo. Ma cosa centra adesso?" feci una pausa. Lui mi guardava senza rispondere alla mia domanda, nella speranza che ci arrivassi da sola.

"Aspetta un attimo" dissi "Vuoi dire che oggi... cioè lui... lì?" terminai indicando il palazzo. Non riuscii a formulare una domanda di senso compiuto, ma lui aveva capito.

"Sì" disse "Oggi ha i provino lì dentro"

Rimasi a guardarlo per alcuni secondi senza dire niente.

"E io perchè sarei qui?" chiesi. Sapevo già la risposta, purtroppo.

"Lo sai perchè sei qui" rispose semplicemente.

"Non ci voglio venire lì dentro. Scordatelo, è fuori discussione" disse in tono deciso girandomi e guardando davanti a me.

"Andiamo Jesy" cercò di farmi cambiare idea "Ci tenevi così tanto, ci tenevate così tanto"

"Hai detto bene: ci tenevamo. E' un tempo passato" risposi continuando a guardare davanti a me.

"Jesy..."

Lo interruppi "Te l'ha chiesto lui, di portarmi qui intendo?" chiesi.

"Jesy..."

"Rispondimi"

Ci furono alcuni secondi di silenzio.

"No" rispose.

"Non te l'ha chiesto perchè non vuole che venga. Non è così difficile da capire"

"Perchè non vuoi entrarci? Tu ci tieni a lui..." iniziò.

Certo che ci tengo a lui. Lo amo. E questo vale molto di più. Ma qui il problema non sono io. Mi girai di scatto verso di lui.

"E' LUI CHE NON TIENE A ME!"

Glielo gridai in faccia, lasciando anche che le lacrime inondassero il mio viso. Ero stanca di nascondere tutto a tutti. Loro non capivano come mi sentivo.

"Non è vero." iniziò "Lui ci tiene a te"

"ALLORA SPIEGAMI PERCHE' MI HA LASCIATA DA SOLA PER COSI' TANTO. SE CI TENEVA A ME PERCHE' NON HA CERCATO DI CHIARIRE. PERCHE'?"

Mi guardava come se gli facessi pena. Come se davanti a se avesse un cucciolo bastonato, non una persona e mi dave estremamente fastidio.

"Questo non lo so. So solo che ci tiene a te" disse mentre mi asciugava le lacrime. "Adesso scendiamo da questa macchina e andiamo lì dentro così chiarite"

"Non ci voglio parlare con lui" dissi spostandomi.

"Sai anche tu che è una bugia. Non sai mentire Jesy" disse sorridendo e scendendo dalla macchina.

Non sai mentire Jesy. Chissà com'è che invece suo fratello la pensava diversamente...

Rimase fermo fuori dalla mia portiera aspettando che io scendessi e così feci.

Greg sorrise scompigliandomi i capelli che misi immediatamente a posto borbottando.

"Si vede che ho pianto?" chiesi indicando il mio volto.

"No, sei bellissima nana"

"Smettila di chiamarmi così" dissi tirando su col naso.

Quando arrivammo davanti al palazzo Greg spalancò una porta di colore rosso ed entrammo.

Ci trovavamo in una stanza dalle pareti scure del tutto spoglia. C'era solo una lampada al neon che illuminava tutto con una luce fredda.

"Tu aspetta qui" disse allontanandosi "Lo vado a chiamare"

Lo vidi andare verso un'altra porta poco lontano. Prima che l'aprisse lo chiamai.

"Greg?"

Lui si girò aspettando che dicessi qualcosa.

"Grazie"

Lo vidi sorridere e poi sparire nella stanza vicina.

 

 

#NIALL POV

 

 

"Greg" dissi guardando mio fratello entrare "Finalmente. Pensavo che non saresti venuto"

"Ma ti pare? Non mi perdo mica la tua audizione" rispose sorridendo.

"Come mai ci hai messo così tanto?" gli chiesi avvicinandomi a lui.

Non rispose.

"C'è una persona che vorrebbe vederti di là" disse indicando la porta blu alle sue spalle.

"Chi?" chiesi curioso. Lui sorrise.

"Vai di là e scoprilo. Io non te lo dico"

Lo guardai in modo strano per poi dirigermi verso la stanza che mi aveva indicato.

Mi girai a guardarlo prima di spingere la porta blu di ferro pesante. Lo vidi sorridere poi la porta si chiuse.

Mi girai a guardare la stanza in cui mi trovavo e dall'altra parte vidi qualcuno. Una ragazza. Piccolina, capelli biondi, occhi azzurri e quel viso tanto familiare.

Jesy.

"Ciao Niall" disse.

 

 

 

 

 

 

#SPAZIO AUTRICE

Hello pipol

Visto che non ho aggiornato per un bel po' di tempo ho deciso di mettermi al lavoro e scrivere, scrivere, scrivere. Ed ecco che dopo poco pubblico già un altro capitolo c:

Allora come vi sembra? Cosa pensate che succederà?

Voglio vedere cosa pensate che succederà nel prossimo capitolo. Pace o ancora litigi? Amici o di più?? Sono proprio curiosa c:

Ah e poi avete visto il banner c: Fatto da me, ancora non sono molto brava ma è carino

Le domande di qualcuno riguardo alla collana hanno trovato una risposta :) ahahahah

Poi, qualcuno mi ha consigliato di mettere una foto della nostra Jesy. Eccola, io me la sono immaginata più o meno così, che poi è la ragazza nel banner. c:

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