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Autore: blacknroll    01/08/2013    3 recensioni
"Gli inglesi dicono "fall in love" e credo non esista termine più adatto. Fall, cadere. Quando ti innamori non è semplice, ti ribalti, non ti addormenti senza pensare a lei. Quando ti innamori passi le giornate a sperare di sentirla. Quando ami faresti pazzie, davvero. Amore è cadere. E' cadere e sperare che ci sia qualcuno li a prenderti. E' una strana consapevolezza quella dell'essere innamorati. Ti colpisce in un giorno qualunque, forse senza un apparente motivo. Ed è strano. Come quando,all'improvviso, ascoltando una canzone in un'altra lingua ti rendi conto di capirne le parole."
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Otto
The other side.


Abby_s © 2013
I One Direction (Louis Tomlinson, Liam Payne, Zayn Malik, Harry Styles e Niall Horan) sono una delle pop band internazionali più conosciute.
L’autrice di questa fanfiction non intrattiene con i citati artisti alcuna relazione di tipo economico-collaborativo.
Questo racconto descrive eventi di pura fantasia, destinati all’intrattenimento di altri fan e non persegue alcun intento diffamatorio (né pretende di dare informazioni veritiere sulle persone di cui tratta) o finalità lucrativa. L’intreccio qui descritto rappresenta, invece, copyright dell’autrice (Abby_s).


“Tu brutto maniaco, figlio di puttana, cosa diamine hai combinato al mio supermegastrafigo vestito?!”
Il mio vestito, che avevo accuratamente lavato e stirato per la serata, era stato brutalmente macchiato dal gel per capelli che mio fratello aveva rovesciato sul letto.
“Scusa..” provò lui spaventato.
Se non fosse stato per Mag che lo aspettava ero convinta che lo avrei di sicuro ucciso.
E poi come se non bastasse aveva anche preteso di occupare il bagno per più di mezz’ora, facendomi fare ancora più tardi del previsto e rovinandomi tutta la serata.
Finalmente con soli tre quarti d’ora di ritardo, ero riuscita ad avviarmi verso il luogo dell’appuntamento.
Correvo a perdifiato con un paio di tacchi altissimi, e più che una ragazza che sta per andare ad un appuntamento galante, sembravo un bradipo zoppo che ha appena vinto Miss trucco sbavato duemilaventordici, e diciamo che tutto questo non era aiutato dal fatto che il mio vestito rosso fiammante, aveva una macchia bluastra nella parte centrale.
Ma poco importa perché come sappiamo tutti, io ero la regina delle imperfezioni.
Nella mia mente frullavano le immagini degli ultimi nostri incontri.
Il bacio che mi aveva lasciato poco prima di andare via, la promessa che mi aveva fatto. Erano tutte mie illusioni o qualcosa di reale c’era?  
Forse posso anche io ricominciare a vivere.
Perché si, Louis me l’aveva promesso, quella era la mia serata.
Ma come ormai sappiamo tutti le favole non esistono, e non si vive di illusioni, infatti ciò che non avrei mai potuto immaginare apparve davanti a miei occhi.
Louis era li, per l’occasione vestiva di tutto punto con i capelli all’indietro, e stava accompagnando una ragazza dentro, a prima vista sconosciuta, verso quello che doveva essere il nostro tavolo.
Senti qualcosa rompersi all’altezza del petto.
Un’altra delusione.
Qualcuno mi spiega perché ogni volta che mi aspetto qualcosa alla fin fine succede sempre l'esatto contrario?
Il problema è che anche se ci sono passata mille volte, ogni volta la ferita si riapre e ricomincia a bruciare.
Perché dovremo tutti capire che le promesse si rompono, e i gesti, perfino quelli non valgono più.
Esistono persone che si dimenticano di tutto, non ammettono spiegazioni e buttano tutto all’aria, perché è più semplice così. Ed anche se ci riprovi mille e mille volte, quelle persone sapranno solo guardare i tuoi sbagli.
Il volto di Louis era preoccupato e quel solito sorrisetto furbo era completamente scomparso, la ragazza in questione lo salutò per un tempo che a me risultò troppo, lui l’aiutò sedersi, e dopo essersi seduto anche lui la ragazza cominciò a stringergli la mano che aveva poggiato sul tavolo, ma lui la ritrasse frettolosamente.
Stavano discutendo e io mi ero avvicinata al vetro del locale per osservare meglio la scena, e non so neanche io, forse perché quella giornata non voleva proprio andare bene, ma delle lacrime cominciarono a rigarmi il viso.
Ad un tratto Louis alzò gli occhi, evidentemente non risultavo troppo nascosta perché subito riuscì a vedermi, si alzò di scatto per venirmi incontro, ma io corsi via, non avrei sopportato altre bugie.
Lo sentivo chiamarmi da lontano e sapevo anche che se avesse voluto mi avrebbe raggiunto in poco tempo.
Ma le mie preghiere furono esaudite visto che mi ritrovavo completamente sola, con il viso coperto di lacrime distesa sulla sabbia fredda.
E quello che accade a quelli come noi, quelli per cui il lieto fine non è ancora stato inventato, quelli che continuano ad illudersi, pur sapendo che non arriveranno mai a nulla.
Mi accesi una sigaretta visto che sapevo che quella sarebbe stata la mia unica consolazione.
Eppure ci avevo sperato, avevo detto ‘ Vai Abby che questa è la volta buona’, ma come al solito io non ero stata abbastanza, Louis si era subito stancato di me, come tutti gli altri del resto, e infondo perché dare loro torto se quella era la pura e semplice verità.
Mi aveva illusa, si era preso subito gioco di me. Sapeva come ero fatta, conosceva i miei punti deboli, e ha subito puntato su quelli, per farmi sprofondare ancora più in basso.
Osservavo le stelle, come facevano ad essere così maledettamente lucenti?
Se ne stavano li in alto e sembrava quasi che ti prendessero in giro.
“Guarda questa” dicevano “ nessuno ti vuole, potresti anche rassegnarti”.
Ah certo, perché poi siete meglio voi.
Tirai un sassolino in aria, convinta che le avrei colpite ma questo mi ricadde in fronte.
‘Aha sfigata’ dissero in coro.
Tanto prima o poi viene il giorno e ve ne andate, e poi vediamo chi è la sfigata.
“Ci speravi non è così?” una ragazzina dal volto pallido mi si avvicinò piano.
“Invece non è successo. Meglio abituartici subito alle delusioni.”  Si sedette al mio fianco, e cominciò ad osservare l’orizzonte.
Aveva l’aspetto di una ragazzina, ma degli occhioni verdi ti facevano pensare ad una persona che la vita la conosce meglio di chiunque altro.
“ Vieni” mi disse “ passeggiamo insieme sulla riva, devo raccontarti una storia”.
Come quella melodia che non riuscirai mai a dimenticare, le sue parole mi penetravano dentro e viaggiavano tra i meandri più profondi della mia mente. Risvegliavano vecchie sensazioni e riportavano a galla vecchi ricordi.
Senza neanche accorgermene ero arrivata davanti casa mia, mi girai per ringraziare la ragazzina, ma era misteriosamente scomparsa.
Mi sembrava di conoscere perfettamente quella ragazzina, i suoi lineamenti, la pelle pallida, aveva qualcosa di estremamente familiare. Di sicuro avrebbe fatto parte di quegli incontri che non si dimenticano.
 
SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE E ANCORA SCUSATE. Dovreste picchiarmi a sangue, e penso che dopo tutto questo tempo non vi ricorderete neanche di me cwc. Alloooora questo capitolo l’ho riscritto ben 5 volte, ed è per questo che ci ho messo tutto sto tempo, beh considerando che ho avuto tantissimissimi impegni in questo ultimo periodo. Spero vi piaccia, e che non sia uno delle mie solite cagate, per la fretta non l’ho riletto e perdonatemi pure tutti gli errori grammaticali e non che ho fatto. Però mi sono già portata avanti con il nove, e spero vivamente di non fare la stessa fine di questo, altrimenti penso che mi ucciderete. Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione mi raccomando.
Byeeee love u all c:
  
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