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Autore: xoxo g    01/08/2013    4 recensioni
-E' tornato...- dice lugubre.
-Non dovresti essere felice che il tuo ragazzo sia qui il giorno di San Valentino?- lei ama alla follia Jasper, forse si è ammalata oggi.
-Non parlo di Jazz, ritorna venerdì dal viaggio di lavoro a Denver, e poi abbiamo festeggiato San Valentino prima che partisse...- mi spiega in modo apatico.
Poi alzo gli occhi e la fisso. E in questo momento noto che i suoi grandi occhi neri mi fissano con dispiacere e nervosismo. Ha i capelli corti spettinati, non è da lei. Porta una tuta gialla canarino, lei odia le tute e il giallo. Questo vuol dire che non ha prestato la minima attenzione mentre stamattina si vestiva. Non odora neppure del suo adorato Hypnotic Poison che di solito sento da isolati.
Chi potrebbe essere tornato da farla arrivare da me in questo stato? E da guardarmi così?
Oh... Oh... Oh... Non ci credo.
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Capitolo 3




-“As I write this letter, send my love to you…”- canticchio mentre sono intenta a farcire un’altra torta nuziale, è incredibile la quantità di persone che si sposano tutti i giorni…
Poi sento afferrarmi da dietro e qualcuno che mi lascia un bacio sotto l’orecchio.
Mi giro e con un sorriso smagliante mi trovo Edward con la sua giacca da chef… Elle ferma gli ormoni. Prendo un respiro profondo, mi ero dimenticata quanto fosse bello e mi eccitasse vestito così.
-Cullen, sei a lavoro ora. Non a casa mia. Qui non puoi spuntarmi da dietro e farmi gli agguati sei un dipendete come tutti.- lui continua a sorridere anche se io per tutto il tempo l’ho fulminato con gli occhi.
Sbuffo – Peter dagli qualcosa da fare, sa quasi tutte le ricette, quelle che non sa gliele dai. Entro venerdì le deve sapere. Per domani avrai una giacca tua-
E ricomincio da dove avevo lasciato la torta.
Sono qui da mezzora a contemplare la ricetta di una gateau au chocolat con un semifreddo alle arance.
-Tutto ok?- mi chiede Edward che è di fianco a me a farcire cupcake.
-Mmm…-
Si allunga verso la ricetta che ho in mano, mi guarda e inarca un sopracciglio.
-Non mi sembra tanto complicata visto le tue capacità…-
-Non mi convince… E’ un dolce da servire al ristorante, non si può servire questo dolce senza il semifreddo di accompagnamento… Ne farò una rivisitazione.- concludo.
-Chef! Chef! Chef! È successo un disastro!- sbuffo, mi metto le mani in faccia.
-Cosa è successo questa volta?- esclamo esasperata.
-La torta per la festa di compleanno per il figlio di Grey è sbagliata! È stata confusa con quella del figlio del presidente della Nike!- risponde Tanya.
-In sostanza cosa è accaduto?- chiedo al limite della pazienza.
Tutto il mio staff mi osserva preoccupato, lo sa che io pretendo sempre il massimo, e sbagliare in questo laboratorio è raro.
-La farcia è stata invertita, ma ormai le torte sono del tutto ricoperte con il cioccolato plastico e in più si è confusa la crema di nocciole con la crema al cioccolato…- sussurra alla fine Tanya.
-Chi è stato?- e mentre pronuncio queste parole passo in rassegna uno a uno le facce dei miei dipendenti.
-Bella veramente te ne stavi occupando te fino a mezz’ora fa…- borbotta Edward.
Mi siedo e poi mi metto le mani tra i capelli. Sospiro profondamente. Forse era meglio se mi avessi preso tre giorni di riposo invece di uno. Sono un disastro!
-Portatemi un buscofen! E un moment! Le rifarò… Edward preparare un pan di spagna al cioccolato e uno aromatizzato alle nocciole-
Dopo diverse ore, urla isteriche e tisane al timo con l’aiuto di metà del mio staff ho finito le torte.
Ora sono seduta con un fazzoletto bagnato in testa e un bignè al cioccolato in mano.
-Mi puoi dire chi è questo cazzo di Grey?! Le sue torte sono sempre le più complicate, le vuole in tempi brevi e in più rompe i coglioni…- domando a Maggie, una delle mie dipendenti più giovani.
Lei ridacchia –Chef, Mr.Grey ha metà Seattle. È il fratello della sua amica Mia.- mentre penso le faccio cenno di passarmi un altro bignè.
-Mmm… si credo di averlo visto una volta… Uno strafigo della paura, si è sposato qualche anno fa con una tizia carina, se non lo avesse fatto avrei continuato a pensare che fosse gay…- borbotto ingoiando un altro bignè.
-Bella, Maggie sta farcendo quei bignè per la clientela, non per te che te li stai facendo fuori tutti…- mi rimprovera Edward.
-Cullen non rompere! La pasticceria è mia! E posso mangiarmi tutti i bignè al cioccolato che voglio!- rispondo sbuffando.
-E io sono Chef, non Bella!-
Sorride strafottente –Si, scusa Chef, ma lo sai mi è difficile a posizioni invertite…-
Sorrido ironica e mi avvicino al suo viso, ha il primo bottone della giacca sbottonato e si nota il succhiotto che gli ho fatto.
-Bhe’ Cullen… Se vuoi rimanere qui ancora per un po’ ti dovrai abituare.- gli sussurro a poca distanza dalle labbra.
-E poi che ne sai… Magari a posizioni invertite è meglio…- finisco per mormorare, sono davanti alle sue labbra. Elle resisti… Sei a lavoro.
Lui si avvicina pericolosamente alla mia bocca, ma all’ultimo secondo mi giro così finisce sulla mia guancia.
Mi allontano. –Siamo a lavoro Cullen-
 
-Ma stai mangiando?-
-Lo sai benissimo che quando ho il ciclo mangio sempre…-
-Si lo so… Cosa stai mangiando?-
-Uno dei cupcake che mi ha fatto tuo fratello, alternati dalla mia torta preferita fatta da tua fratello, e innaffio il tutto con una tisana alla melissa…-
-A proposito di mio fratello, come vanno le cose?-
-Mmm… Stanno progredendo…- borbotto ingoiando un pezzo di delizia al cioccolato.
-In che senso?- domanda quella curiosa della mia migliore amica.
-In tutti i sensi…- ammetto
-Ma hai il ciclo…- mormora fra se’
-Lo so-
-Oh…-
-Eh… Buongiorno Alice! Ma tu e Jasper cosa fatte di notte? Convivete pure!-
-Scusa sono un po’ stanca… Ho avuto una giornata faticosa…-
-Sarte incompetenti?-
-Anche dei stagisti… Tu?-
-Ho sbagliato a farcire due torte, e sono stata in laboratorio fino a mezz’ora fa’…. Adesso sono le 10 di sera e devo ancora cenare!-
-Ma non stavi mangiando cupcake e torta?-
-Si! Ma non è la mia cena!-
Sbuffa esasperata.
-Devo andare Jasper è tornato…-
-Perché dov’era andato?- le chiedo perplessa.
-Avevo voglia del gelato della gelateria che c’è nel West Upper Side- in quel momento suona il campanello.
-Hanno suonato…-
-Chissà chi è!- esclama ironica.
Non guardo neppure dallo spioncino. Apro la porta e mi trovo il volto sorridente del fratello della persona con cui sto parlando al telefono.
-Salutamelo! E digli che dovete venire a mangiare fuori con me e Jasper! Il prima possibile… Magari prima che tu finisca il ciclo, così non vi rinchiuderete per giorni in casa…-
-Mmm… Certo dopodomani?-
-Sabato? Certo! Ci vediamo domani Belly!-
-Ciao Ali!-
Intanto Edward si è seduto sul divano e sta guardando cosa contengono i contenitori sopra il tavolino.
-Tua sorella ti saluta… Dobbiamo uscire con lei e Jasper sabato…- lo informo sedendomi di fianco a lui.
-Lo sospettavo che prima o poi avremmo dovuto farlo…- risponde annoiato.
-Cosa ti porta qui?- gli domando
-Giusto! Vestiti! Ti porto fuori a cena. Ho intenzione di provare tutti i ristoranti di Seattle- risponde euforico.
Sbuffo –Ma non ti basta aver pubblicato già due guide e aver provato tutti i ristoranti di N.Y?-
-Oh… Le hai comprate?- chiede sorpreso, ma so che sta cercando di nascondere un sorrisino.
-Solo quella in cui ero esplicitamente citata-
-Quella sui migliori ristoranti che un newyorkese dovrebbe provare a N.Y-
-Dio… Gli abbiamo provati tutti… E’ stato un incubo! Per tutti i mercoledì nei quattro anni che ho trascorso lì!-
-Ammetti che ti sei divertita!- sorride pizzicandomi un fianco.
-Ok… Un po’…- ammetto –Vuoi scrivere un'altra guida?-
-No, credo che scriverò le recensioni sul mio sito. Adesso alzati pigrona, hai mezz’ora di tempo.-
Alla fine Edward mi ha portato in un ristorantino italiano, carino a conduzione familiare.
-E’ stata una buona scelta- mormoro.
-Mmm… Sembra un posto molto agréable…- commenta pensieroso.
Poi ad un certo punto come se gli fosse ritornata in mente un cosa incomincia a fissarmi.
-Ho visto che sei in Pottermore- deglutisco agitata.
-Mmm…-
-Traditrice !-
-Non incominciare con questa storia !- borbotto.
-Non pensavo ci facessi questo torto !-
Mi metto le mani in testa –Non sono serpreverde Edward ! Sono semplicemente corvonero !-
-Ma all’inizio eri grifondoro!-
-Ho sbagliato a cliccare con il mouse! Ma sbaglio o non eri tu che all’inizio era capitato sui serpreverde!-
-Ho sbagliato a cliccare con il mouse!-
-Signori siete pronti a ordinare?- ci chiede una gentile signora sulla cinquantina. Mi ricorda mia mamma.
-Si, io vorrei dei ravioli con i funghi, e una tagliata di manzo. Grazie- ordino.
-Io invece dei ravioli con ricotta e spinaci e delle costolette di agnello in crosta di pistacchi.- ordina serio Edward.
-Da bere?- chiede sorridente la signora.
-Del vino rosso. Scelga lei quale, per noi non fa differenza- rispondo.
Quando la signora se ne va’ incomincio a parlare.
-Non dovevi prendere piatti simili ai miei, non avremmo un buon metro di giudizio. Non potevi variare un po’-
-Avevo voglia di quelle cose! E poi mi ispira fiducia questo posto. Per me cucinano bene.-
-Non sai mai abbastanza severo!- sbotto
-E tu lo sei troppo-
Quando arrivano i piatti li guardo con diffidenza, Edward sembra soddisfatto.
-Si presentano bene, e sono buonissimi non puoi dire il contrario!- incomincio anch’io a mangiare e devo dire che questa volta aveva ragione.
-Mmm…-
-Lo sapevo che mi avresti dato ragione! Tu e il tuo essere di origine italiana! Per te sembra quasi che chi cucina italiano in America faccia schifezze-
-La maggior parte si spacciano per italiani… E poi c’è chi lo sa cucinare, ma non parlare. Dimmi che senso ha!-
Alla fine abbiamo appurato che il ristorantino tanto agréable faceva da mangiare anche in modo divino e che i proprietari lo sapevano anche parlare l’italiano.
 
Sto farcendo bignè, e con un occhio controllo anche la situazione tra i miei pasticceri; ma ad un certo punto mi sento trascinare via, qualcuno mi tappa la bocca e mi rinchiude nella dispensa sbattendomi alla porta.
-Resto via per, quanto tre giorni?! Per andare a trovare i miei a Rochester e trovo che come pasticcere per sostituisce Peter c’è il ragazzo a cui vai dietro dalla scuola di cucina e vengo pure a sapere che finalmente vi siete messi insieme! Tutto questo mentre IO ero via! Perché le novità avvengono quando IO sono via!- sbotta Rose piagnucolando.
-Rose! Dio santo! Pensavo che fossi Edward che carca di farmi violare la mia etica lavorativa!-
-Bhe’… Ovvio… Tu ed Edward che scopate come criceti nella dispensa sarebbe stato sicuramente meglio che nel trovarti qui con la tua migliore amica in seconda che ti urla addosso! Se non ci fosse Alice a informami non saprei nulla!!!!-
-Come va Rose? I tuoi come hanno trovato Emmett? Sono sicura che l’adorano!- le chiedo per cambiare argomento. Sono felice che Rose sia tornata,e forse dovevo tenerla aggiornata conoscendola.
-A loro piace il suo conto in banca, diciamo che dopo aver capito che il padre di Emmett era quel Carlisle Cullen, ero più felice- sbotta irritata.
Rose non ha mai avuto un buon rapporto con i suoi genitori, appena finito il liceo è letteralmente scappata da Rochester, Stato di New York, per trasferirsi dai suoi zii a Seattle. L’ho conosciuta perché partecipava a un corso di cucina di una mia amica, e la suddetta amica un giorno mi ha chiamato per tenere delle lezioni sulla pasticceria, e quando ho visto Rose destreggiarsi tra creme, pan di spagna, glassa e sac à poche ho capito che avevo trovato un valido elemento per la mia pasticceria.
-Mi dispiace non averti tenuta informata, ma sono stati i tre giorni più emotivamente stressanti, complicati della mia vita.-
-Oh Belly! Sono così felice per te!- esclama stringendomi in un abbraccio.
Poi sento qualcuno bussare alla porta, e spunta la testa del mio ragazzo.
-Tesoro! Sei viva allora! Mi ero preoccupato quando ho visto che Rosalie ti stava trascinando via!-
-La tua ragazza è viva Cullen! Non preoccuparti…- ridacchia uscendo.
 
 
-Odio questo cazzo di programma!- sbotto guardando un bambino che prepara un filetto alla Wellington.
Edward ridacchiando si siede di fianco a me nel divano.
-A me diverte…- dice porgendomi il piatto con i spaghetti di soia con i gamberi.
-Perché secondo te un bambino di quanti…? 9 anni? Sa cucinare perfettamente un filetto alla Wellington? O la un crubble di mele? O le capesante? Un risotto? Io ho imparato a fare un risotto perfetto a 16 anni- esclamo incazzata e prendendo una forchettata di spaghetti.
-Mmm… Non credi nei bambini prodigio?-
-In questi bambini prodigio no… In un bambino prodigio che a 5 anni sa tutti i numeri primi, si-
-Se incredibile… Non sei tu che a 11 anni facevi una torta di mele squisita?- mi chiede inarcando le sopracciglia e mangiando i suoi spaghetti di soia piccanti.
-E’ un altro discorso! Sai quante parlocce ho detto guardando questo stupido programma!?-
-Allora perché lo guardi?- mi guarda confuso
-Perché mi piace vedere quando sbagliano!-
-Sei assurda! Oh aspetta! Quello lì ha appena sbagliato la cottura del filetto alla Wellington!- esclama, lo so che se sarebbe lì, eguaglierebbe Gordon Ramsey, o Cracco o peggio! Bastianich!
-Non so…- mormoro
Mi guarda di sottecchi riporta lo sguardo su questa puntata merdosa di Masterchef Junior Australia, e poi lo riporta su di me.
-Non hai mai preparato un filetto alla Wellington?- urla sbigottito.
-Credo una volta alla scuola di cucina…- borbotto dubbiosa.
 Lui mi fissa esterrefatto.
-Le mie migliore amiche al liceo erano una giapponese e una messicana, e in più lavoravo nel ristorante indiano dei miei vicini di casa, indiani… Non mi interessa se non so fare in filetto alla Wellington…-
-Non me l’hai mai detto… Adesso capisco perché fai un chili così buono…!-
-Non me l’hai mai chiesto…- gli rispondo prendendo il telecomando e cercando un programma che non mi faccia incazzare.
 
Ero in pasticceria a lavorare, ovviamente, e come ogni mattina spunta Alice tutta spumeggiante e allegra.
-Ciao tesoro! Come stai? Come sta fratellone? State recuperando gli anni che avete stupidamente sprecato?-
-Ciao Alice, si sto bene, si tuo fratello sta bene e potresti chiederlo a lui visto che fra mezz’ora arriva e diciamo che ci stiamo lavorando…- l’ultima parte la borbotto.
-Vuoi dire che tutte queste notti hai dormito? Non vi siete saltati addosso come dei criceti?- urla.
-Alice non urlare, sto cercando di lavorare… Ti potrebbe sentire qualcuno!-
-Ma se i tuoi dipendenti arrivano sempre alle 7.30! Ora sono solo le 7!- mi fa notare. La solita puntigliosa.
-Parlami Bells! Com’è che tu e il mio adorato fratello non avete ancora raggiunto la terza base? Non credo che sia impotente! E neppure non attratto da te! Lo abbiamo appurato con la missione “Fattore T- Le gemelle in attacco-“
-Dio per piacere non ricordamelo…-
E con la mente torno alla fatidica sera dove Alice ha voluto attuare il piano “Fattore T”
 
-Ti dico che mio fratello è attratto da te! Testona!-
-Alice lo pensi solo perché ci vorresti vedere insieme!-
-Non lo vorresti anche te?-
-Questo non centra!-
-Allora se io avessi ragione cosa che ho, tu verrai con me a fare shopping! Non riesco a capire perché io e Jasper non abbiamo ancora fatto sesso! Cazzo lui e i suoi modi del sud… Ma comunque questo ora non centra!
Se invece avessi ragione tu, andremmo a vedere quella mostra d’arte che ti interessa tanto a Toronto…-
-E come facciamo a capire chi vince?!- le chiedo irritata
-Lo capiremo perché tu sarai andata a letto con mio fratello!-
-Ma Alice!-
-Dai cazzo! Non dirmi che non vuoi?!-
-Ma si che voglio! E che lui non verrà mai a letto con me, non da consenziente almeno!-
-Bingo!!!!-
-Cos’è? Lo devo stuprare?!-
-Ma no! Solo farlo ubriacare!-
-Di solito se si ubriaca lui lo faccio anch’io!- le faccio notare
-E tu trova un modo per non farlo!-
Avrei tanto voluto rifiutare ma ormai Alice aveva organizzato tutto nei minimi dettagli. Quella sera Edward sarebbe venuto da noi, come ogni venerdì sera, e come ogni venerdì sera saremmo andati in giro per locali… Solo che questa volta Alice si sarebbe finta ammalata e io avrei indossato in vestito per mettesse in risalto le mie tette, e come lo chiamava Alice il mio “Fattore T”.
Alice infatti era convinta che Edward fosse attratto da me e che non mi vedesse invece come una semplice sorella, e in particolare che gli interessate il mio fattore T. Era matta.
Dlin Dlon
-Bella! Sei pronta? Il “Fattore T” è apposto! Mi raccomando è fondamentale! E cerca di non ubriacarti!- Alice mi fa le ultime raccomandazioni prima di mettersi sotto una coperta di pail con tazza di the in mano e film comico alla tv.
Io apro la porta e mi trovo davanti un Edward assolutamente stupendo, come sempre d’altro. Camicia blu notte con jeans neri e capelli ovviamente spettinati.
Lui quando apro la porta si ferma diversi secondi a radiografarmi. Alice mi fa fatto mettere un vestito color blu, dice che sono favolosa con questo colore, che secondo lei mette in risalto le ragazze, ovvero le tette.
-Pasticcino sei stupenda, però questo vestito non è troppo corto e scollato?- mi chiede cercando in tutti i modi di non fissare più del dovuto la scollatura.
Io scoppio a ridere e Alice dal divano ammonisce io fratello dicendo che il vestito è perfetto. In quel momento però il suddetto fratello si accorge che la sorella non è in ghingheri come al solito ma al divano con il suo pigiama da malattia.
-Alice tutto bene? Stai male? O quel essere che ti viene dietro ti fa fatto soffrire? O Male?-
Alice trattiene una risata –Magari Jasper mi avesse fatto qualcosa! Quando cerco ti prendere l’iniziativa mi ferma perché vuole aspettare il momento giusto! Neppure fossi vergine, cazzo!- si mette ad urlare incazzata.
-Alice calmati così si alzerà la febbre!-
-Si Belly, hai ragione… Ragazzi andate e divertitevi anche per me!-
-Sei sicura Alice?- gli chiede preoccupato Edward.
-Si, si! Forza andate…-
Quella sera io ed Edward andammo a spasso per locali al Village, e al terzo locale presi coraggio e misi in pratica la seconda parte del piano.
-Facciamo una scommessa!- gli proposi sedendoci al nostro tavolo dopo aver ballato per un po’.
-Su parla…- lo sapevo, Ed non sa resistere alle scommesse.
-Per me non riesci a bere un drink per ogni colore dell’arcobaleno senza ubriacarti!-
-Dio Bella! Ma come ti vengono certe cose! Ma accetto! E se vinco mi dovrai dare la tua ricetta segreta della Gateau au chocolat!-
-Ci sto!- anche se non gliel’avrai mai data, almeno non giusta.
Con un cenno chiamai il cameriere che non appena arrivò punto subito gli occhi sulle ragazze. Sbuffai, uomini.
Quando il cameriere porta le ordinazioni metto in ordine i colori.
-Allora: per incominciare un negroni, che è rosso; un mai tai, arancione; un apple martini, giallo; un japanese slipper, verde; un luisita, blu, un grog ai mirtilli, viola e in mancanza di un indaco ho ordinato il tuo preferito: mojito!- concludo.
 
Della serata alla fine ho ricordi sfocati, mi ricordo solo che alla fine ne’ io, ne’ Alice abbiamo vinto la scommessa. Alice il mattino dopo ci ha trovati addormentati sul divano, con la faccia di Edward sulle ragazze e un vistosa erezione, quando si è svegliato infatti è scappato, letteralmente in bagno.
-Ma alla fine sono felice di come siano andate a finire le cose…- esclama.
-Io e tuo fratello comunque stiamo solo aspettando il momento giusto… Ci siamo messi insieme solo una settimana fa… Succederà prima o poi, e sai la prima a saperlo non ti preoccupare…- mugugno allungandole la colazione.
 
 
 
 
Dopo 5 mesi
 
Sono ormai cinque mesi che io ed Edward stiamo insieme. I cinque mesi più belli della mia vita.
Edward non è rimasto molto al Parfum du Sucre, un paio di mesi, giusto il tempo di trovare un altro pasticcere. Lo sapevo che non sarebbe rimasto, lui se non ha una brigata di cuochi da comandare non è felice. Così ha deciso di aprire un altro suo ristorante, questo si chiama La Pêche du Printemps, questo nome gli è venuto in mente in una sera di primavera dopo aver finito di fare l’amore, quando mi ha detto che quello sarebbe stato il nome sono diventata rossa come una ciliegia, tanto per rimanere in tema di frutta.
Ha avuta anche la fortuna di trovare un locale per il suo ristorante a due passi, letteralmente della pasticceria. E ha voluto che fornissi io i dolci al ristorante, nessuno potrebbe reggere il confronto con me disse.
Ovviamente io non sono di questa opinione, ma qualche volta bisogna far pensare ai maschi che abbiano ragione loro; mamma dice che così si sentono a capo della situazione.
In questi mesi Alice a Jasper hanno anche adottato una bambina. Una lontana cugina di Jasper è prematuramente morta in un incidente aereo insieme a suo marito, lasciando orfana un piccola angelo biondo di sette anni. Jasper essendo l’unico suo parente in vita e non volendo affidare una bambina a una casa famiglia, dopo essersi consultato con Alice hanno deciso di mettere su famiglia. Lucy, così si chiama la bambina, dopo qualche mese di difficoltà è riuscita ad ambientarsi nella sua nuova famiglia, per fortuna vedeva spesso Jasper, e adora già Alice.
Io ed Edward invece conviviamo, gliel’ho proposto io. E poi non era una novità per noi, avendolo già fatto in passato, ma una volta c’era Alice, adesso solo noi due, questo vuol dire che lui se ne gira tranquillo per casa nudo.
 
Ultimamente la pasticceria è sempre piena, o almeno più del solito.
Oggi Jasper mi ha chiesto se Lucy poteva rimanere da me un po’ perché lui doveva andare a fare una commissione importante. Cioè andare a comprare l’anello di fidanzamento per Alice, sono così emozionata, con lui ovviamente c’è Edward, ha detto che doveva assolutamente controllare cosa volava prendere Jasper e vedere se l’anello fosse all’altezza per sua sorella. È sempre il solito iperprotettivo, mi ricordo ancora come ha preso a pungi Jasper quando sua sorella gli ha detto che stavano ufficialmente insieme.
Prendendomi mezz’ora di pausa vado a sedermi vicino a Lucy che sta disegnando su un tavolino nella zona della pasticceria adibita a bar.
-Ehy piccola cosa disegni? Vuoi che ti porti qualcosa da mangiare o da bere?-
Lei alza i suoi occhini blu, come quelli di Jasper. È adorabile con quel vestitino verde acqua e le traccine.
-No grazie, Bella. Prima Bree mi ha portato una fetta di torta con le mele e cannella e del succo.- mi risponde timida
-E come ti sembra la torta?- le chiedo sorridendo, l’opinione dei bambini è sempre la più sincera e a volte possono essere anche brutali, lo so a mie spese.
-Buonissima, anche se preferisco e tuoi cupcake al cioccolato- dice con un sorriso.
-Qual è il tuo preferito?-
-Quello al cioccolato al latte e mirtilli
-E anche uno dei miei preferiti! Che ne dice se ce ne facciamo portare uno?-
Lei annuisce con forza tutta contenta. Mentre mangiamo lei mi pone una domanda.
-Cos’è l’amore?- oddio. Cos’è l’incarnazione di Socrate? Io odio Socrate e la sua politica di non scrivere nulla, infatti ha fatto solo aumentare la mia antipatia per Platone. Anche se alla fine in filosofia avevo 9.
Ma concentriamoci sulla domanda. Cos’è l’amore? Ecco,cos’è per te Bella?
-E’ come respirare, si l’amore è come respirare. È essenziale, e non puoi negare di non provarlo, perché lo provi sempre. L’amore può stare anche nelle piccole cose, come dedicare un cupcake alla persona che si ama, oppure amare il modo in cui una persona ti fa sentire, amare il suono di una risata, amare gli occhi o il profumo di una persona. Si ama sempre, tipo io da piccola amavo cucinare cosa che amo ancora. Amavo il tramonto al mare, amavo guardare le farfalle che volavano. Amare è qualcosa che ti fa sentire felice, ma a volte può anche farti sentire triste. È una sensazione che ti avvolge. E non si può reprimere l’amore, perché non c’è nessuno che non ami nulla nella sua vita.
È triste dire di non amare nulla, anche perché non è vero.
Non credo però che si sia una vera definizione di amore, perché per ogni persona può significare qualcosa di diverso.- finisco il mio discorso imbarazzata anche perché molte persone che erano in pasticceria si erano messe ad ascoltare. Lucy mi fissa assorta.
-Dopo il tuo discorso qualsiasi cosa che io dica non gli renderà giustizia, e hai anche rovinato i miei piani-
Sentendo la voce di Edward mi giro, lo trovo dietro di me con Jasper al suo fianco.
-Ma so anche che tu odi in modo spaventoso i clichè, e hai anche ammesso apertamente che se il tuo ragazzo ti facesse la proposta di matrimonio in riva al mare con il tramonto e magari con una rosa in mano lo affogheresti. Ma io ti conosco quindi mi hai anche facilitato il compito.- a quel punto lo vedo inginocchiarsi, e io incomincio a sudare.
-Isabella Marie Swan, ti amo da quando in una tranquilla giornata alla scuola di cucina mi cadesti addosso, ora mi faresti il grande onore di diventare mia moglie?-
Io incomincio a piangere, avevo giurato a me stessa di non farlo perché mi sembrava un altro clichè, ma come sempre da il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
-Lo sai vero che organizzo questo giorno da quando avevo 14 anni? Che sarò un incubo? Che mi dovrai sopportare sempre?-
Lui a quel punto si alza –So benissimo a cosa vado incontro non preoccuparti- mi dice facendo il suo solito sorriso sghembo.
-Mi sposi?- sussurra impaziente
-Ti sposo- dico sorridendo.
A quel punto in pasticceria esplode un applauso, ma intanto io non ci presto attenzione perché sono occupata a baciare quello che sarà il mio marito.
Poi lui mi allontana e mi porte un cupcake alla cioccolata con glassa alla menta, quelli che lui a dedicato a me, con sopra appoggiato un solitario.
-E’ semplice ma prezioso come te, è stato utile accompagnare Jasper- dice sorridendo sulle mie labbra.
-Ti amo- gli mormoro tra le lacrime,  prendendo un morso di quel dolcino, leccare via la glassa dall’anello e infilandomelo nell’anulare.
-Anch’io- risponde baciandomi.
Credo che se a dieci anni per vincere la noia io non abbia incominciato a cucinare, sicuramente non mi sarei iscritta alla scuola di cucina, ma molto probabilmente sarei andata in qualche prestigiosa università a studiare filosofia, anche se con filosofia non si fa carriera.
Ma non è andata così, perché io alla scuola di cucina ci sono andata e il primo giorno sono caduta addosso a quello che diventerà mio marito, ma allora non lo sapevo. E dal primo momento in cui i miei occhi incontrarono i suoi capii di essermi innamorata; fino ad allora non credevo nei colpi di fulmine. E stavo quasi perdendo la speranza finchè lui non capitò in casa mia in un giorno di pioggia con dei cupcake, ispirati a me. Tutti alla cioccolata. Allora compresi che forse c’era speranza. E adesso ne ho la certezza.



Buonasera a tutti!
Siamo arrivati alla fine di questa mini-long!
Mi dispiace un po', credo che fra le fanfiction che ho scritto questa sia la mia preferita :') Se certe parti vi sembravano strane è perchè mi sono venute in mente nel cuore della notte.
Della fine non sono molto convinta, l'avevo pensata in un altro modo, ma ho aspettato così tanto a scriverla che alla fine non mi ricordavo più la mia idea iniziale... Per fortuna che la mia carissima migliore amica mi ha detto che per lei era ok... Grazie Pati :)
Bene! Spero che questa piccola avventura vi sia piaciuta!
Per ora vi saluto

p.s ringrazio tutti quello che hanno messo CC fra i seguiti, preferiti e ricordate! :)

xoxo g
   
 
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