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Autore: LucySA    01/08/2013    4 recensioni
Tutto ebbe inizio quando nostro Fratello, Emmett, chiese la mano di Rosalie Cullen, nostro amica da sempre praticamente, e ovviamente Carlisle, il padre ha acconsentito, come la moglie, Esme, sempre molto disponibile con noi.
Da quel giorno le nostre vite cambiarono...
Se volete, venite a scoprire, come ogni singola delle nostre vite sono cambiate...
Come da titolo, ogni nostra storia è da raccontare...
Un bacio Lucy
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Carlisle Cullen, Charlie Swan, Edward Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun libro/film
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Buon pomeriggio dolcezze, finalmente sono riuscita a finire questo capitolo concludendo la storia.
Personalmente sono felice del risultato, spero di aver emozionato qualcuno con la mia storia, ringrazio tutte coloro che mi hanno seguita, sostenuta e recensita.

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Vi mando un grandissimo BACIO, Lucy <3

Buona lettura

Bella

Erano passati ben 6 mesi dalla sera della festa in maschera.
Le cose tra me ed Edward andavano a gonfie vele. Pranzavamo quasi ogni giorno insieme, facevamo lunghe passeggiate mano nella mano, cenavamo ogni sera insieme, ma come ogni notte c’era il bacio della buonanotte purtroppo.
Ma ancora per poco, ci saremmo sposati a breve, per l’esattezza mancavano due giorni. E in questi due giorni, in entrambe le case, Casa Cullen e Casa Swan, regnava il caos più totale.
Sia mia madre che la mia futura suocera erano in crisi, ma come non capirle, volevano in tutti i modi che il matrimonio fosse unico e senza alcuna pecca. Rosalie ed Alice tentavano di starle dietro, ma senza risultati, anzi uscivano pazze anche loro.
Rosalie aveva dato alla luce un bellissimo maschietto, e come tradizione delle nostre famiglie prese il nome di mio padre, Charlie, il quale si commosse fin troppo quando ebbe la notizia che il suo primo nipotino si sarebbe chiamato proprio come lui, Charlie Swan.
Mentre Alice era incinta di cinque mesi, tutti la coccolavano e tutti cercavano il modo di non farla arrabbiare, perché se questo succedeva, la mia cara sorellina diventava peggio di una strega, e noi ne sapevamo qualcosa.
E mentre loro erano impegnatissime con il lieto evento io rimanevo in disparte da tutto il mondo, eccetto per il mio futuro maritino…infatti eccolo li mentre mi veniva incontro sorridendo e con una rosa rossa in mano.
Ormai era una specie di tradizione. Ogni giorno, dopo il giorno della festa, me ne portava una, ed io amavo quel piccolo ma importante gesto.
«Ehi sconosciuta, mi posso presentare? Edward Cullen, e credo che mi sto innamorando della qui presente donna» mi disse venendomi vicino
«Mi spiace Signor Cullen, ma io sono già impegnata, anzi sono fidanzata, e tra 2 giorni mi sposerò con l’unico uomo che io abbia mai amato. Mi scusi se sono scortese ma ora vado dal mio futuro marito» dissi voltandomi e mi allontanai, mentre una risata si stava facendo strada in me. Ma il mio tragitto fu breve perché finii tra le braccia di Edward
«Dove credi andare piccola peste?» mi chiese facendomi ridere
«Dal mio fidanzato ve l’ho detto» risposi tra le risate
«Smettiamola di giocare e baciami» mi disse guardandomi negli occhi.
Due istanti dopo avevamo le labbra incollate, e ci staccammo soltanto per mancanza di ossigeno.
«Buongiorno signorina» mi disse sorridendomi e porgendomi la rosa
«Buongiorno mio cavaliere. Come ogni giorno è bellissima» risposi baciandogli una guancia
«Per la mia sposa…» lo interruppi
«Futura» lo corressi
«Si certo…comunque per la mia futura sposa questo ed altro» lo abbracciai e gli risposi
«Ti amo» Edward mi strinse a se
«Ti amo anch’io mia piccola peste».
Passeggiammo fino al nostro giardino segreto, e ci stendemmo sul quel prato incantevole e pieno di colori.
«Edward?» lo chiamai appoggiandomi sul suo petto
«Si amore?» mi strinse a lui
«Ho paura» gli confessai
«E di cosa amore mio?» mi chiese preoccupato
«Che ti potresti, un giorno, scocciare di me…io poi che farei?» chiesi stringendomi di più a lui
«Amore mio non dire più sciocchezze. Non potrei mai farlo» lo guardai
«Ne sei tanto sicuro? E se ti innamorerai un giorno?» gli chiesi imbronciandomi
«Si, amore ne sono sicuro. E credimi mi innamorerò sicuramente di un’altra donna» mi rispose ridendo, gli diedi un pugno e mi alzai da lui prima che mi potesse riprendere
«TI ODIO!» urlai iniziando a correre
«BELLA…BELLA» urlò Edward raggiungendomi
«Che vuoi ancora Edward?» dissi tra le lacrime, Edward mi strinse
«Sei proprio una stupida! Quando vuoi capire che amo solo te?» lo guardai e dissi
«Hai detto che amerai un’altra donna!» lo allontanai
«Potrò amare anche un uomo, l’importante è che abbia i tuoi occhi e il tuo carattere ribelle» lo guardai sconvolta, ma capii all’istante il significato delle sue parole
 «Sei un vero cretino!!!» lo presi a sberle e iniziammo a ridere «Potevi dirmelo prima di farmi arrabbiare che parlava dei nostri futuri figli»
«Tu non mi dai mai il tempo. Sei una peste!» mi prese in braccio e iniziò a baciarmi.
 
Due mattine dopo…


Mi svegliai di buon’ora quella mattina, ero nervosa. Chi non è nervosa il giorno del proprio matrimonio?
Andai in bagno e mi feci una bella e lunga doccia rilassante. Si! Rilassante per modo di dire, perché ero talmente tesa che forse le corde di un violino erano meno tese di me al momento.
Mentre ero intenta ad asciugare i miei capelli davanti alla mia specchiera mia madre fece il suo ingresso sorridendomi e dandomi il bacio del buongiorno.
«Tesa tesoro?» mi chiese asciugandomi i capelli mentre aspettavamo la parrucchiera
«Tesa forse non è il termine adatto in questo momento, perché sono più che tesa!» le dissi dando quasi i numeri, mia madre rise invece
«Ti capisco sai? Quando ho sposato tuo padre quella mattina ero intoccabile e guai a chi mi contraddica!» risi anch’io con lei «Ma Bella se siete sicuri del vostro amore non devi temere nulla, e se la festa va male, fregatene, l’importante è che ti sposi l’uomo che ami» sorrisi
«Grazie mamma. Ti voglio bene» le dissi sincera
«Ti voglio bene anch’io amore mio» mi rispose regalandomi il più bel sorriso che una mamma potesse regalare ad una figlia.
Poco dopo entrò la parrucchiera e si mise all’opera. Nel frattempo arrivarono anche Alice e Rosalie, che mi diedero un forte abbraccio e un bacione enorme per rassicurarmi e per non farmi sentire troppo tesa, ma il risultato? Non cambiò nulla.
«Bella è ora del vestito!» esultò Alice, ovviamente era stato scelto da lei, mica da me?!
Mi aiutarono ad indossarlo e quando mi guardai allo specchio sorrisi, ero perfetta nel mio piccolo
«Sei bellissima» esclamarono mia madre, mia sorella e mia cognata.
«Bellissima? Mia sorella è uno schianto da far paura oggi!» esclamò Emmett entrando in camera mia seguito da mio padre che disse
«Sei davvero bellissima piccola mia» sorrisi e corsi ad abbracciarlo
«Grazie papà, Grazie!» gli dissi stringendolo
«Una cosa nella vita ho fatto di buono, voi tre, e ora vederti così felice mi fa capire quanto sono felice anch’io oggi vedendoti diventare la Signora Cullen» sorrisi
«Ancora non lo sono papà» dissi quasi ridendo
«Ripensamenti per caso Bella?» mi chiese Emmett, scossi la testa divertita «No perché, abbiamo uno sposo in Chiesa che per quanto freme sta facendo un buco nel pavimento con i piedi!» scoppiammo a ridere e uscimmo dalla mia camera.
Entrai in macchina con mio padre e mia madre e ci dirigemmo in Chiesa.
Ero nervosa, troppo nervosa, e tremavo troppo. Mio padre accorgendosi di quel mio nervosismo, mi prese una mano e sorrise
«Andrà tutto bene amore mio» sorrisi e cercai di tranquillizzarmi.
Arrivati a destinazione mia madre mi aiutò a scendere, sistemandomi poi il vestito, dopo di che ci superò ed entrò in Chiesa.
Mio padre mi prese sotto braccio e iniziammo a salire le scale della Chiesa.
Quando giungemmo davanti alle porte mi strinsi di più a mio padre
«Sei pronta?» mi chiese prima di iniziare a camminare per la navata della Chiesa
«Si» risposi, presi un gran respiro e dissi «Solo non farmi cadere»
«Questo mai» mi rispose sorridendomi.
Ero un fascio di nervi e non riuscivo a calmarmi, ma quando i miei occhi incontrarono i suoi, e quando sul viso del mio futuro sposo comparve un sorriso fantastico dimenticai tutto.
Il mio nervosismo si andò a far benedire e al suo posto comparve sicurezza e felicità.
Quando arrivai davanti a lui mio padre mi diede nelle mani di Edward dicendo
«Tu sai come amarla, trattala bene Edward» Edward sorrise
«Sarà fatto Signore» gli rispose.
La cerimonia iniziò e il mio cervello andò in standby.
E non perché non volevo seguire la mia cerimonia, ma perché piccoli flashback si impossessarono di me.
La prima volta che vidi Edward a casa dei Cullen quando Emmett chiese a Carlisle di poter sposare sua figlia Rosalie.
La prima volta che lo vidi in quel raduna così bella e perfetta.
La prima volta che mi ha detto che mi sarei innamorata di lui in mese e così fu.
La prima volta che mi baciò.
La prima volta che mi promise di amarmi per sempre.
La volta in cui gli dissi addio.
La volta in cui lo vidi e gli urlai in faccia di non amarlo più.
La volta in cui lo vidi con Irina facendo si che il mio cuore si spezzasse in tanti miliardi di pezzettini.
La volta in cui al ballo in maschera ci perdonammo.
La volta in cui dissi di si alla sua proposta di matrimonio.
Era tutto così bello, così unico, così pieno di noi. Era la mia vita, e sapevo che volevo passarla con lui. Con Edward, che avevo amato dal primo momento in cui i nostri occhi si erano incontrati. Avevo sempre saputo, e sperato, che un giorno, questo giorno, sarebbe arrivato.
Mi ripresi dai miei flashback soltanto quando sentii le parole di Don Rocco dire
«Edward Cullen, vuoi tu prendere questa donna, Isabella Swan, come tua  sposa e proteggerla e amarla, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi?»
«Lo voglio» rispose Edward sorridendomi
«Isabella Swan, vuoi tu prendere questo uomo, Edward Cullen, come tuo sposo e proteggerlo e amarlo, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi?»
«Lo voglio» dissi sorridendo
«Con il potere conferitomi dalla Chiesa, oggi, vi dichiaro marito e moglie. Lo sposo può baciare lo sposo» Edward mi sorrise e mi baciò.
Percorremmo la navata insieme cercando di evitare il più possibile il riso, ma fu quasi impossibile.
Quando entrammo in macchina Edward sorrise e mi abbracciò
«Ti amo Signora Cullen» lo baciai
«Ti amo Signor Cullen, ma non prenderci il vizio di chiamarmi Signora Cullen, voglio essere chiamata anche con il mio cognome» dissi sorridendo
«Con me preparati ad ascoltare soltanto Signora Cullen, suona divinamente» mi rispose prima di tuffarsi sulle mie labbra.
 
Sei anni dopo…

«Mamma quando torna papà?» mi chiese mio figlio
«Tra poco amore, lo sai che sta lavorando» gli risposi
«Ma aveva promesso che avrebbe giocato con me oggi» disse deluso
«Ed io non voglio che il mio ometto sia triste quindi eccomi qua» disse Edward facendo il suo ingresso in salotto.
Alex, era il nostro primogenito di 6 anni, era nato 9 mesi il nostro matrimonio, Edward aveva mirato bene la prima volta!
Quasi ridevo ripensandoci.
«PAPA’» urlò Alex appena lo vidi, correndogli incontro per andargli in braccio «Sei tornato presto allora»
«Si, avevo promesso al mio ometto di giocare con lui oggi, quindi ho lasciato lo zio Jasper a lavorare» rispose Edward baciando il figlio e poi baciando me «Ciao Signora Cullen» sorrisi
«Bentornato a casa Signor Cullen»
«Papà!» gridò Lucy entrando correndo in salotto seguita da mia madre che cercava di impedirle di cadere
«Amore mio!» esclamò Edward prendendo in braccio anche Lucy baciandola subito dopo «Hai fatto la brava con la nonna?» le chiese mio marito
«Ti» le rispose Lucy.
Lucy era la nostra secondogenita ed aveva quasi 3 anni.
Avevamo chiamato così i nostri figli, perché erano i nomi del mio primo libro. Quello che raccontava praticamente la storia mia e di Edward.
Era stata un’idea di Edward ed io ero stata più che contenta di accettare.
«Andiamo tutti a giocare fuori» disse Edward facendo scendere i nostri figli a terra
«Ma la mamma non può giocare dice lei» disse Alex
«Lo so, lei guarderà gli amore della sua vita divertirsi» mi fece alzare dalla poltrona, baciò prima me, poi mi accarezzò il ventre ben pronunciato baciandolo
«Ciao piccolino» disse prendendomi poi in braccio
«Che ne sai che è maschio?» gli chiesi stringendomi a lui
«Sesto senso, e poi due femmine in questa casa sono troppe, poi divento pazzo per via della gelosia, e solo io e Alex non ce la faremo mai, abbiamo bisogno di rinforzi in famiglia» scossi la testa ridendo.
Quel pomeriggio ci divertimmo tantissimo.
Edward era un papà perfetto, e con l’arrivo del terzogenito sarebbe stato ancora più bello.
Edward oltre ad essere un padre perfetto era anche un marito perfetto.
Le rose continuava a portarmele ogni giorno, e non solo a me, ma anche ad Alex e Lucy da quando erano nati. Ma i nostri figli non capivano il motivo, ma Lucy diceva che erano ogni giorno bellissime.
Erano ancora troppo piccoli per capire che la rosa rossa significava amore.
Questo era quello che diceva Edward, ma sapevamo entrambi che li amavamo con tutto noi stessi.
 
Due settimane dopo partorii un bel maschietto, come prevedeva Edward, e come sempre lasciai decidere lui per la scelta del nome. Lo chiamò Anthony, come il nonno da cui aveva ereditato il suo nome per intero, ovvero Edward Anthony Cullen.
Fui felicissima quando lo chiamò per nome la prima volta e lo prese in braccio.
Anzi quella sensazione l’avevo avuta anche per Alex e Lucy.
 
La nostra vita era completa ora, ed era meravigliosa.
Avevamo  nostri genitori, Emmett Rosalie con i loro figli, Charlie e Lilian, e Jasper e Alice con i loro figli Carlisle, Sarah e l’ultima arrivata Candy. Ma cosa più importante avevamo il nostro amore e i nostri figli, Alex Lucy e Anthony.
Avevamo tutto quello che volevamo. La famiglia e l’amore.
«Ti amo Signora Cullen. Per sempre» mi diede un bacio
«Ti amo Signor Cullen. Per sempre» lo baciai con amore.

  
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