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Autore: Paolyn    10/02/2008    2 recensioni
In una notte a New York in una camera d'albergo Edward ritorna misteriosamente umano. Per Bella è uno shock come lo è anche per tutta la famiglia Cullen. Ma questo è solo una parte dei problemi che succederanno in questa storia, un pericolo per Bella incombe all'orizzonte...
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Aprii gli occhi con i primi raggi del sole che entravano dalla finestra.
Vedendomi sveglia mi baciò con delicatezza la guancia.
“Buongiorno amore mio” La sua voce era più tenera dell’armonia che oscilla tra le foglie.
Sorrisi “Buongiorno anche a te”
“Vuoi mangiare qualcosa?”
Mi toccai la pancia un po’ nauseata “No, vomiterei ancora…”
“Non hai un bel colorito”
“Neanche tu” Notai che i tratti da vampiro tornavano sempre di più, le occhiaie erano più livide e il colorito pallido era ancora più evidente.
“Ovvio…sto tornando vampiro”
“Io invece aspetto un bambino” quasi mi sbalordii con quanta naturalezza aggiunsi una cosa che mi faceva tanto paura.
Sorrise “Per questo devi mangiare”
“mmm…no, prima voglio riferirti la mia decisione”
“Bene” mi sussurrò avvicinandosi “Ti sei decisa”
“Si, ho pensato molto stanotte e ho deciso…che non potrei mai uccidere o abbandonare il nostro bambino…quindi” feci un respiro profondo “Voglio lo voglio tenere”.
Cosa non si fa per amore.
“Grandioso!” mi abbracciò, notai che il suo corpo era più duro e freddo.
“Edward…” sussurrai tra le sue braccia
“Dimmi”
“Mi trasformerai lo stesso?”
Non rispose, mi liberò dal suo abbraccio e mi guardò.
“Vedremo...”
Ecco, io invecchiavo e lui rimaneva sempre giovane.
“Edward! Visto? Sei impossibile!” strillai
“Okey si, il vedremo è molto positivo”
“Si certo…” distolsi lo sguardo offesa.
“Guardami Bella, andrà tutto bene, te lo prometto, ti farò diventare come me.”
Lo abbracciai “E’ una promessa”
“Si, è una promessa, adesso partiamo per Forks”.
Annuii più serena, ora che Edward mi aveva promesso che mi avrebbe fatta diventare come lui il bambino lo potevo tenere benissimo.
Però ero abbastanza agitata, chissà come avrebbe reagito Charlie o Reneè.
Jacob.
Già, mi ero dimenticata di lui, eppure prima di partire me ne ero innamorata.
Chissà dove si trovava in questo momento…e se mi stava pensando…
“A cosa pensi?” mi sussurrò mordendomi delicatamente l’orecchio.
“A-a a niente” balbettai nervosa “Sto solo cercando un modo carino per riferire a mio padre che sono incinta prematuramente”
“Mmm…possiamo prepararci insieme”
“Non lo accetterà mai” abbassai lo sguardo mentre lui con le mani ormai non più calde mi teneva la pancia.
“Ci proveremo, male che va…possiamo cavarcela anche da soli”
Si certo, una parola.
“Si, ci proveremo…”
“Bene, prenderemo la macchina di Carlisle”
Mi alzai dal letto “E loro?”
“Loro possono andare tranquillamente a piedi”
Dopo pochi minuti eravamo già in macchina.
“Quindi Bella, devi dire tutto con più tranquillità, se ti trema la voce sarà tutto più difficile”
“Non ce la faccio Edward, sto tremando mi sento male…”
“Vuoi che andiamo in un altro posto? Magari è meglio che ti prendi qualche settimana di pausa…”
Feci un respiro profondo. “No” risposi “Meglio affrontare il problema ora che è fresco.”
“Okay” continuava a tenere gli occhi puntati sulla strada.
Dopo ore di viaggio arrivammo a Forks.
Ormai era buio, il cielo era coperto da nuvole nere, coprendo l’intenso cielo stellato che offriva ogni anno il giorno di San Lorenzo.
Come sempre la macchina della polizia era parcheggiata al suo posto e la luce della veranda era accesa.
“Ci siamo” mi informò Edward
Deglutii a fatica “Si...sono pronta”
Mi aprì lo sportello e mi aiutò a scendere porgendomi la mano.
Non sapevo ancora cosa dirgli, però mi ero auto convinta che le parole sarebbero usciti da sole mentre lo affrontavo.
Camminammo mano nella mano fino al campanello, mi presi di coraggio e suonai.
Dopo pochi secondi aprì la porta Sam.
Strabuzzai gli occhi.
“Sam! Cosa ci fai a casa…mia”
“Oh ciao Bella! Hey Charlie, c’è Bella!”
“Bella?” corse alla porta “Si sei proprio tu mio dolce tesoro” Mi abbracciò forte.
“Da quanto tempo non ti vedevo!” guardò Edward e mi lasciò entrare.
Dentro casa c’erano tutti i miei amici licantropi.
Ma ne mancava uno.
Dov’era il mio Jake?
Li salutai un po’ delusa “Ciao ragazzi”
“Ciao Bella” mi accorsi che guardavano Edward con disgusto.
“Emm…papà ero venuta per parlarti di una cosa…ma vedo che non è il momento adatto, state vedendo una partita, come al solito”
“Puoi dirmela anche ora tesoro” mi disse tornando a sedersi vicino a Billy guardando la tv.
“Beh ecco, veramente…è un po’ intima, non voglio coinvolgere tutti questi bravi ragazzi” che ne frattempo morivano dalla voglia di attaccare il mio Edward.
“Tranquilla Bella la partita sta per finire” mi avvisò Embry gentilmente.
“Okay” mi limitai a rispondere
Edward si mise in un angolo remoto della casa con le mani conserte, pronto a qualche attacco se qualcuno di loro avrebbe osato torcermi un capello.
Sospirai e mi sedetti in cucina dove Emily stava cucinando.
“Bella, come va?”
“Bene” risposi nervosa.
“Jacob ormai non si fa sentire da 2 mesi” la guardai torva, non le avevo chiesto niente.
“Ah…ma non sai dov’è?”
Scosse la testa “Non lo sa nessuno, è scappato dopo che tu sei andata via con lui.”
Povero Jake…chissà cosa stava provando, cercai di non pensarlo nascondendomi la testa tra le braccia.
“Vuoi dei muffin?”
Stavo per vomitare “No, grazie…”
“Non hai una bella cera”
“Si in effetti non sto molto bene”
Sentii i ragazzi gridare dall’altra parte della stanza, la partita era finita, e la loro squadra aveva vinto, si avvicinava il momento della verità.
  
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