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Autore: Ma_AiLing    02/08/2013    2 recensioni
Questa non è “La storia dei Malandrini„ ma la storia di una loro avventura. Perché un giorno, al loro quinto anno, una parola spunta nelle vite dei quattro amici, di Severus Piton e di Lily Evans. Una parola che provocherà malintesi, scherzi e risate. Una parola che riecheggerà ancora per i corridoi di Hogwarts: Waddiwasi!
***
Dal capitolo 1:
«Oh Mocciosus, vaa...» ma James si interruppe, vedendo che alle spalle di Piton si stava avvicinando il professor Vitious.
«Va... Cosa?» gli chiese il ragazzo dai capelli unticci, uno strano brillio negli occhi. «Cosa c'è? Il coraggioso Grifondoro ha paura di dire una parolaccia?» lo prese in giro Piton, recuperando la sua arroganza. «Credevo che tu fossi sprezzante verso le regole».
«Va... Va... Vaddivasi!» sbottò allora James, punto sul vivo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Remus Lupin, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Giuro solennemente di non avere buone intenzioni'
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Pedinare è un'arte...


Mezz'ora dopo, quando Sirius arrivò con le vettovaglie, Remus e Peter erano intenti a finire il tema, mentre James mescolava la pozione.

«Peter, è meglio se vai a parlare con Mirtilla: sembrava scocciata di stare lì fuori. Si è lamentata che chiunque passi fa commenti sul suo aspetto» disse Sirius.

«Ce ne hai messo di tempo!» disse James sbucando dalla porta. «Per caso tutti gli studenti erano in cucina anziché in Sala Grande?»

«Spiritoso! Ho fatto una sosta al quarto piano e… Continua a mescolare! Non bisogna smettere per sette ore di seguito!» strillò Sirius.

«Mi sono ricordato l'incantesimo che usa mia mamma per far girare il mestolo» rispose James facendo spallucce.

«Dopo cinque ore? Un po' prima no, eh?» gli chiese Sirius sarcastico.

«Cosa stavi dicendo a proposito della sosta al quarto piano?» chiese Remus incuriosito. Un gran sorriso si allargò sul viso di Sirius.

«Voi sapete che la mia è una mente avanzata...»

«Sì, certo, vieni al dunque!» lo interruppe Remus, guadagnandosi un'occhiata fintamente torva.

«Ho allungato il giro di ritorno passando per il quarto piano, e indovinate chi c'era?»

«Mocciosus!» dissero in coro Remus e Peter.

«E Lily» aggiunse James a mezza voce. Sirius scosse la testa sorridendo.

«Ramoso, stasera non ne azzecchi una! Era lui da solo». Tali parole risollevarono il morale dell'altro ragazzo, che di nuovo allegro pescò un panino dalla borsa dell'amico e lo addentò, per poi ricordarsi di passarne uno pure a Peter e Remus, i quali fecero volentieri una pausa.

«Comunque, dovremmo rivedere la nostra teoria» disse Sirius. «Gli studenti di Hogwarts non sono così pigri! Ragazzi, avreste dovuto vedere la scena!» esclamò, e iniziò a ridere.

«E' stato comico, davvero! Era così stupito… Non vedo l'ora che legga altri significati!» ghignò.

«E noi non vediamo l'ora che ci racconti per filo e per segno cosa è successo!» lo pregò Peter, impaziente di ascoltare l’aneddoto.

«Dunque, immaginatevelo in mezzo al corridoio mentre cammina con la sua solita flemma» iniziò a narrare Sirius. «Si avvicinava lentamente all'arazzo, ma dico io, poteva anche camminare spedito, non c'era quasi nessuno! Comunque, si accosta alla scatola, lancia una mezza occhiata attorno a sé per controllare che nessuno lo veda e… "Ehi, tu! Lontano da noi, che ci siamo già lavati, e stasera abbiamo una partita importante!"

Giuro che quando ho sentito il baro sgridarlo mi sarei volentieri sbellicato dalle risate!» esclamò Sirius sghignazzando.

«Immagino!» esclamò Remus ridendo.

«E Mocciosus borbotta: "Taci, ammasso di fili!”. Al che gli altri bari si sono infervorati e hanno iniziato a gridare, richiamando l'attenzione dei personaggi nei quadri vicini, i quali hanno cominciato a prendersela con Mocciosus per la sua sgarbatezza, cito testuali parole, e inappropriatezza di aspetto. Ma soprattutto per la maleducazione. E allora lui, tra i risolini degli studenti che passavano, è stato obbligato a chiedere scusa

«Stai scherzando? Che sfigato!» commentò James ridendo.

«Davvero, è stata una scena memorabile, epica, fantastica!» si ritrovò a gridare Sirius. «Per non parlare della sua espressione assurda!». Il ragazzo parlava in maniera concitata, ansioso di descrivere tutta la scena, per permettere anche agli amici di farsi quattro risate.

«Quando i tizi degli altri quadri se ne sono andati, ha aperto la scatola e preso i due pezzi di pergamena che c'erano… O, avreste dovuto vederlo!» gongolò il ragazzo.

«E' impossibile descrivere la sua faccia. Credo che la sua espressione mi rimarrà per sempre stampata in testa!»

«Di quali materie ha trovato le definizioni?» chiese Peter tra un boccone e l'altro.

«Erbologia e Trasfigurazione. Che scena, che scena!» ululò ricominciò a ridere. Gli altri tre, vedendolo in quello stato iniziarono a ridere di riflesso e continuarono fino a trovarsi piegati in due dalle risate. Sirius si sarebbe volentieri disteso a terra, se non si fosse trovato in un bagno.

A interrompere gli schiamazzi fu Mirtilla, che cercò invano di zittirli. Alla fine ci riuscì passando loro attraverso: l'efficacia di una doccia fredda.

«Ma insomma! Perché ridete tanto?»

«Mirtilla, sai quanto è sgradevole essere attraversati da un fantasma?» la aggredì Sirius.

«Non è piacevole neanche essere attraversati dai vivi, cosa credi?» replicò lei a tono.

«Ma se sei stata tu a passarci attraverso!» la accusò Sirius.

«Voi non smettevate di ridere, vi si sentiva da fuori, e io sono stufa di starmene in corridoio dove chiunque passi mi prende in giro!» piagnucolò il fantasma.

«Peter, consolala!» sussurrò Remus all'orecchio dell'amico. Peter iniziò a balbettare parole insensate, poi, una volta spinto in avanti da James si schiarì la voce e si avvicinò al fantasma della ragazza.

«Mirtilla, ti va di parlare?» le chiese fissando il pavimento.

«A che serve parlare? Non cambia niente, tutti mi prendono comunque in giro. Anche voi, stavate ridendo di me, cosa credete, che non lo sappia?» disse, tra una lacrima e l'altra.

«No, non stavamo ridendo di te! Mi conosci, sai che non lo farei» si affrettò a dirle Peter, avvicinandosi ancora e guardandola negli occhi pieni di lacrime. Lo colse un brivido. Di freddo, sicuramente. «Pariamo, ti va?».

Peter si girò verso gli amici, che gli fecero un cenno vistoso che significava solo "Vai!". Il ragazzo entrò nel gabinetto preferito di Mirtilla, quello in cui gli aveva confidato fosse morta, e da fuori gli altri tre sentivano solo bisbigli incomprensibili.

«Ancora convinto che non ci sia niente tra quei due?» sussurrò Sirius a Remus, il quale alzò le spalle, arreso all'evidenza.

Quando furono passate le sette ore, il contenuto del calderone era di un azzurro fosforescente. Sirius aggiunse le sette appendici di Murtlap che avevano precedentemente tritato, dopodiché uscì dal gabinetto.

«Ora non ci resta che attendere l'innamorato» disse stiracchiandosi.

Poco dopo Peter uscì affiancato da Mirtilla, di nuovo serena.

«Verrete a trovarmi di nuovo, vero? Tu e...»

«Sì, certo» la interruppe Peter.

«Noi ora andiamo. Mi raccomando, nessuno deve avvicinarsi a quel gabinetto!» disse James.

«Ma certo!» gli rispose Mirtilla sorridendo.

I quattro uscirono dal bagno controllando che nessuno li vedesse, dato che James preferiva mantenere il segreto del Mantello anche con Mirtilla.

«James Potter!» si sentì chiamare il ragazzo una volta giunto in Sala Comune. Era Brian, il Capitano della squadra di Quidditch.

«L'allenamento!» esclamò il ragazzo sbiancando, ricordandosene solo in quel momento.

«Dove sei stato tutto il pomeriggio?! C'era l'allenamento, la prossima partita è contro i Tassorosso, che sono in testa alla classifica! Che scusa hai? No, non voglio neanche sentirla! Vedi di esserci a tutti i prossimi allenamenti, chiaro?» ruggì Brian.

«Scusami, è stata un'emergenza, non capiterà più, vedrai!» si affrettò a scusarsi James.

«Un'emergenza? Di che tipo?» chiese l'altro ragazzo, fissandolo torvo.

«Una storia lunga e noiosa. Tu hai bisogno di una doccia, amico, non voglio trattenerti oltre. Ci vediamo!» e lo salutò filandosela sulle poltrone, vicino agli amici. L'altro ragazzo lo mandò a quel paese e andò a lavarsi.

«Cavolo, con tutta la faccenda della pozione me n'ero dimenticato!» confidò agli amici. «Certo che anche lui, ricordarcelo la mattina no, eh! L'ha fissato una settimana fa, ce l'ha detto, e poi più niente!»

«Mica ti ha tolto dalla squadra. Per un allenamento saltato non mi pare il caso di fare tante storie!» disse Remus.

«E' più per il fatto che devo conoscere tutti gli schemi per non intralciarli mentre cerco il Boccino» spiegò James.

«L'importante è che vinciate! Abbiamo già perso contro i Corvonero, non possiamo permetterci di perdere anche questa!» esclamò Sirius.

«Felpato, sei peggio di Brian!» lo prese in giro James.

Continuarono a scherzare e parlare di Quidditch, per poi vertere sull'argomento "fantasma-amica-di-Peter-ma-forse-di-più".

«Sei pronto a rivelarci un segreto che ci hai tenuto nascosto per cinque anni?» domandò James col sorriso.

Peter si sentiva circondato. Davanti a lui sedeva Remus, che sorrideva cercando di rassicurarlo (aveva vissuto un'esperienza simile quando gli avevano rivelato di sapere che era un Lupo Mannaro, dopotutto); ai lati c'erano Sirius da una parte, e James dall'altra, entrambi con un sorriso caparbio sul volto.

«È previsto il "no" come risposta?» pigolò Peter, cercando di farsi piccolo piccolo, ma sapendo già che avrebbe dovuto parlare.

«Dai, Peter, non farti pregare!» lo spronò infatti Sirius.

«Siamo amici, solo amici. E poi non potrebbe essere altrimenti, è un fantasma!» disse Peter.

Dirglielo? Non dirglielo? Guardò James negli occhi. Doveva nasconderglielo? Perché gli dava così fastidio?! Era seccante, davvero una situazione esasperante!

«In ogni caso, Ramoso, credo che abbia una cotta per te» sputò infine. Maledetta lingua lunga!

«È questo il problema allora!» esclamò James mettendosi a ridere, sorprendendo Peter.

«Dille che sono un arrogante, un pallone gonfiato o chessoio! Chiedi alla Evans, lei ti darà un sacco di aggettivi utili. Fammi fare brutta figura, che problema c'è? Dille che sono un balordo!»

«Ma... Tu non sei affatto un balordo, in più sei mio amico!» disse Peter. Certe volte Ramoso parlava o agiva in maniera incomprensibile.

«E in quanto tuo amico ti consento di dire questo di me. Solo a lei però!» aggiunse preoccupato. Come se a Peter interessasse parlar male di lui!

«Io... No, James, non avrebbe senso. Siamo solo amici».

«Ma tu non provi qualcosa per lei?» gli chiese Remus.

«Io... A me va bene così; sul serio, ci ho pensato. Siamo solo amici, va benissimo. Insomma, non è che ora o in altri momenti senta la sua mancanza, perciò deduco che quello che provo sia solo affetto. Siamo amici, amici e basta. Un po' come te e Lily, Remus».

«Sei sicuro?» chiese Sirius, questa volta serio.

Peter ci pensò ancora una volta, prima di rispondere. Era sicuro? «Sì».

«E sei sicuro anche che io le piaccia?» chiese James preoccupato. Gli altri tre risero alla sua faccia impaurita.

«Ma come, Ramoso, hai paura dei fantasmi?» lo prese in giro Sirius.

«Io non ho paura dei fantasmi! Ho paura degli sguardi che mi lanciava quella là! Ma avete visto come mi fissava? Sembrava non vedesse un ragazzo da anni!»

«In effetti» disse Remus «non credo abbia visto molti altri ragazzi da quando è morta, dato che sta nel bagno femminile! A parte Peter, naturalmente».

«Proprio dagli sguardi che ti lanciava si capisce che sei il suo tipo» disse Peter. «E poi, non hai idea di quanto abbia parlato di te dopo che l'ho consolata; continuava con James di qui e James di là!». Ridacchiarono sommessamente tutti e quattro.

Peter non era geloso. No, non invidiava le attenzioni di Mirtilla per James. Ci aveva riflettuto, perché non voleva essere invidioso di un amico. Gli aveva dato un po' fastidio che all'unica amica che avesse piacesse un suo amico, ma, si diceva, il colpo di fulmine non esisteva, quella di Mirtilla era solo un'infatuazione. Che poi, non è che gli interessasse molto; Mirtilla poteva anche essere innamorata di un altro fantasma, per quel che lo concerneva. Lui voleva esserle amico, niente di più, e lui e Mirtilla erano amici.

Si ricordava ancora dei primi giorni di scuola, quando lui, James, Sirius e Remus non erano ancora gli affiatati Malandrini. I Serpeverde lo prendevano in giro perché era cicciottello e impacciato; già il primo giorno aveva le lacrime agli occhi e gli mancava casa, così si era rifugiato in bagno per poter piangere in pace e lì aveva incontrato Mirtilla, che gli aveva chiesto cosa non andasse. Le aveva raccontato tutto, e lei per consolarlo gli aveva confidato che veniva presa in giro pure lei per il suo aspetto e per il suo carattere; Mirtilla Malcontenta, veniva chiamata, e lei ne aveva sofferto tanto, esattamente come era successo a Peter.

Non che ora fosse più magro o più disinvolto, ma semplicemente non gli importava più: i suoi amici lo sostenevano e incoraggiavano, e tanto bastava.

 


Angolino di AiLing:

La situazione qua è grave: mi sto affezionando a Peter! Non l'avrei mai detto... Il traditore, mi sta simpatico il traditore! Ok, non ha ancora tradito tutti, ma se penso che lo farà... Ma perchè?!

Comunque, ho una domanda per voi: nei libri c'è scritto se qualche altro Malandrino faceva parte della squadra di Quidditch? A me non pare, ma non vorrei sbagliarmi. E poi, cosa pensate del fatto che James dimentichi un allenamento? È possibile? Forse, preso dalla foga di fare la pozione. Non sapevo fino all'ultimo se lasciare o togliere quel pezzo.

E Peter? I suoi pensieri? Sì, insomma, un sacco di dubbi su questo capitolo!

Che altro volevo dirvi? Ah sì: non so se riuscirò a pubblicare un nuovo capitolo prima di settembre. Sapete com'è, io spero di sì, ma sarò via senza computer e internet, quindi sono poche le probabilità! In ogni caso, continuerò a scrivere, e chissà che non finisca la storia, in modo da poterla poi aggiornare con un po' di puntualità (sono un caso disperato, lo so).

Alla prossima! ^_^

AiLing

P.s: come probabilmente avrete notato, non ho messo il riassuntivo a inizio capitolo. C'è un motivo: è troppo deprimente dover riassumere in cinque righe ciò che si è scritto con impegno.

I PERSONAGGI NON MI APPARTENGONO!!!

... Ma tanto voi lo sapevate già, no? ;)

   
 
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