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Autore: Winry977    02/08/2013    4 recensioni
-Credo che andrò da Ellis.- continuo, auto incoraggiandomi.
Mia sorella minore azzarda a guardarmi, ma resta in silenzio.
-Tanto ho diciotto anni, posso viaggiare da sola. E ho dei soldi da parte, e ...[...] ..l'unica cosa che mi preoccupa è che dovrò scendere più al Sud prima di poter andare dove desideriamo.
-Layra...
-Sapete, noi desideriamo andare in Inghilterra, ma abbiamo preso in considerazione ancora di più la California.
-Ora basta!- mio padre sbatte le mani callose sul tavolo e si alza in piedi, fissandomi, già paonazzo.
-California baby!
Genere: Fluff, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andy Biersack, Ashley Purdy, Cristian Coma, Jinxx, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Okay, facciamo il punto della situazione.- ci sediamo tutti attorno al mio letto, ed io sto appoggiata al muro con le gambe incrociate. Sono un po' imbarazzata, ora che mi sono resa conto di chi sono questi cinque tizi non so se fare finta di non aver notato chi sono oppure... oppure boh, perché non so nemmeno io cosa fare o come comportarmi.

Mi guardo attorno, e decido che guardare Ellis è la scelta migliore. Ma lei non sa bene a chi dare attenzioni: nello spazio di pochi secondi guarda Jinxx e subito dopo sposta lo sguardo su di me.

-Ellis...- richiamo la sua attenzione. -... tu vorresti andartene, no? Cioè, non credo che tu voglia restare qui...- lei annuisce subito con convinzione. -E... dove andremo?- domanda che mi pongo da qualche ora a questa parte. Cala il silenzio e ragioniamo, giocherellando con le pieghe delle lenzuola del mio letto.

-Beh...- comincia lei. -Ricordi, no? Volevamo andare sia in Inghilterra che negli USA... ma... per questi ultimi, se non vogliamo sborsare soldi per la Green Card, qualcuno deve garantire per noi...- abbassa lo sguardo. -Io ho a stento i soldi per un'università che non sono sicura di voler cominciare.

-Io avevo quelli per l'accademia di belle arti... ma non ci tengo a sborsarli.-getto un'occhiata al pacchetto di sigarette sul mio comodino, e quando sto per allungare una mano su di queste...

-Allora venite a stare da noi.

Io ed Ellis facciamo un salto, tocchiamo il tetto con la testa e torniamo con le stelline che ci girano attorno agli occhi.

-Cosa?- inizio io, che già stavo valutando la fresca Inghilterra. Guardiamo Jinxx, che ha fatto la proposta, mentre gli altri quattro lo guardano facendo diversi cenni di assenso.

-Si, dai, ci conosciamo da poche ore, ma sembrate affidabili... e di certo, l'America è un posto accogliente.- alza le spalle Jake.

Io non so cosa dire e guardo Ellis, che già spruzza scintille da tutti i pori, ma non dice nulla, agitandosi sulla sedia.

-El, tu che dici?- cerco il suo sguardo.

Lei si gira e annuisce con gli occhi che le brillano.

Adoro quello sguardo.

-Allora è deciso.- sorrido. -Però... con le tue cose come facciamo?

-Oh, per quello non è un problema.- sventola su e giù una mano. -Domani i miei sono fuori per lavoro, quindi ho la casa libera. Abbiamo tutto il tempo per mettere le cose in valigia e tagliare la corda.

-Perfetto!- Andy getta le braccia al cielo facendoci ridere.

 

Appena apro gli occhi, seppur goffamente, vedo il visetto addormentato di Ellis, e mi spiace così tanto svegliarla che sgattaiolo in bagno in punta di piedi. Anche i ragazzi dormono come sassi, ed io mi farò una doccia veloce e silenziosa. Però...

Voglio vedere i loro visi da addormentati.

E' una fissa che ho sin da quando ero piccola, e quando i ragazzi dormono io adoro vedere le loro espressioni calme e riposate, che saranno sicuramente tutto l'opposto di quando apriranno gli occhi.

Mi avvicino e guardo Jinxx e Christian che dormono quasi abbracciati, testa contro testa, come due bambini. Passo ad Ashley, che sta per cadere dal letto, mentre Andy occupa tre quarti di letto. Però... il viso di questi due è proprio angelico... fanno intenerire. Alzo gli occhi e vedo che Jake si sta per svegliare. Meglio filare in bagno!

Mi ci chiudo e quando finisco e apro la porta mi ritrovo con la faccia di Jake in modalità zombie che mi fissa, mentre lui sta appoggiato allo stipite della porta.

-Mmm... meno male che abbiamo due bagni negli USA.

-Oh... ehm.. si. Vado... vado a svegliare Ellis...- e fuggo in camera mia rossa in viso.

Mah...

Trovo Ellis che si è appena svegliata, seduta sul letto a gambe incrociate, che si stropiccia gli occhi ancora assonnata. Si gira e mi sorride stancamente.

-Buongiorno...

-Ehilà.- mi illumino io, poi il mio stomaco gorgoglia e lei scoppia a ridere. -Non ho fame.- e lo stomaco emette di nuovo quella specie di suono gutturale, e lei ride ancora di più. Beh, questo significa cominciare bene la giornata.

 

Il piano è: prendere tutto ciò che ci sembra utile, non lasciare tracce e andarcene. Ellis ha riflettuto tutta la notte su cosa prendere e cosa no, pure mentre sognava a quanto pare. Ed io dico che se ci teniamo a prendere l'aereo dobbiamo darci una mossa.

Davanti la casa di Ellis sono un po' irrequieta. E se ci beccano?

Entriamo. Non c'è nemmeno un fruscio.

-Sono a caaaaaasaaaaa!- strilla Ellis ma non si sente nulla. -Bene,- mi tranquillizza. -Non c'è nessuno. Di solito mi rispondono.- sorride e saliamo in camera sua. Abbiamo lasciato i ragazzi in hotel a prepararsi, in modo che quando arriviamo mangiamo e partiamo.

La sua stanza è piccola e accogliente. Ha qualche foto appesa ad una parete, è ordinata ed emette un buon profumo di legno fresco.

-Doveva essere la soffitta, ma alla fine è diventata la mia stanza, ed io l'ho arredata come più mi piaceva, anche se limitandomi un po'.- sfiora con le dita un acchiappa sogni e fa tentennare delle conchiglie appese al soffitto. Poi, tira da sotto il letto una valigia, apre diversi cassetti, prende vestiti, intimo, calzini e glieli butta tutti dentro. Spazzolino, dentifricio, saponi... poi passa agli effetti personali. Da accessori, a libri, a CD e qualche foto. Prende anche un album probabilmente di foto e indossa un ciondolo con un bracciale.

-Okay, mi cambio i vestiti e poi andiamo.- sorride e si avvia per il bagno.

Torna con addosso dei pantaloncini, una maglietta nera larga con al centro un teschio bianco e le converse. -Okay, ci siamo.- sorride, mentre io mi aggiusto il collare borchiato al collo. Chiudiamo con un po' di difficoltà la valigia... in pratica, io ci salgo sopra mentre lei cerca di chiudere cerniere e lucchetti; lei scribacchia qualcosa sul muro con una penna indelebile e poi usciamo in fretta e furia.

-Ehi, senti, poi mi presti qualche CD?

-Certo- si illumina lei. -Se vuoi li ascoltiamo insieme.- sorride.

-Più che volentieri.- faccio un piccolo inchino, facendola ridacchiare.

Sulla strada verso l'albergo, la vedo serena, con un sorriso dipinto sulle labbra. Ecco. Questa è l'immagine della tranquillità.

Poi il mio stomaco emette un altro dei suoi suoni gutturali...

  
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