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Autore: topstiel    02/08/2013    3 recensioni
[ZombieApocalypse!AU, Destiel.]
«Samandriel è stato il primo a morire. E' successo perché un qualche pazzo squilibrato l'ha morso.
Ed ecco quindi che accade, che tutto questo incubo diventa reale, ed è proprio in certe situazioni che sei fottuto. Mio caro amico nulla, cos'ho da perdere?
Le mie pistole? Questi disgustosi fagioli in scatola? Il terrore di essere sbranato nella notte? O, forse, la pazzia che si sta lentamente insinuando in me, costringendomi a monologare la mia vita con un ponte? No grazie, ma io non me ne faccio nulla di tutto ciò. E allora mi butto».
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nessuna stagione
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«Non posso credere che tu stia dicendo sul serio», Michael è certo di non aver mai sentito Gabriel usare un tono tanto frustrato contro di lui. Lo guarda con un'espressione calma, un sopracciglio leggermente inarcato e le braccia incrociate. E' appoggiato contro la rete che li divide dal mondo esterno e continua a fissare il vuoto come se nulla fosse.
Il fratello lo esamina con lo sguardo, si liscia la giacca verde, ormai scolorita, e si inumidisce le labbra, cercando di darsi una calmata. «Non possiamo abbandonare Castiel in questo modo» dice con tono quasi disperato e trattiene il respiro aspettando una risposta che tarda a giungere. 
Michael scuote appena il capo e fa un gesto negativo con due dita. Le azioni sono limitate, ma bastano quei pochi gesti per far infuriare Gabe, il quale s'irridisce completamente e gonfia il petto. 
«E' nostro fratello» inizia con decisione e indica, facendo roteare il polso, l'area attorno a loro. «E non m'importa cosa pensi, non posso starmene qui-», con un'altra breve pausa, va a indicarsi, premendo insieme le labbra in una smorfia quasi minacciosa, seguito dagli occhi che si sgranano appena. «E fare finta di nulla. Non sappiamo dove diavolo siano Luci e Anna e, nonostante il tuo rapporto con entrambi, non posso permettermi che altri Shurley stiano in mezzo a tutta questa merda». 
Con quelle parole gli dà le spalle, avviandosi con passi infuriati verso la stalla di quel campo rifugiati nel South Dakota. Dietro di lui, la voce di Michael lo chiama per un'utlima volta, persuasivo, ma eventualmente il fratello maggiore ci rinuncia, sbottandogli contro un semplice "Naomi non la prenderà bene". 
Ma Gabriel non lo ascolta mentre striglia con cura il cavallo migliore che riesce a trovare e non ascolta nemmeno le lamentele di Zaccaria quando si fa aprire il cancello e lascia il campo.
Si limita a sistemarsi la fascia del fucile in modo da averlo pronto in ogni eventualità e, con sguardo attento, si guarda intorno nella foresta.
Gabriel è veramente stanco di cercare di aggiustare tutto nella famiglia, stanco di stare dietro a Michael e le sue manie di comando, stanco di essere una silenziosa ombra e, sopratutto, stanco di temere per la vita dei suoi fratelli. Non gli importa se dovrà farsi la metà degli Stati Uniti a cavallo, troverà Castiel e magari anche gli altri e li porterà da Naomi, mettendosi l'animo in pace. 
 
 
Castiel osserva l'apparente sconosciuto con la fronte aggrottata. Lascia cadere a terra lo zaino e infila il tubo al proprio posto, rivolgendo a Dean un'occhiata confusa. 
«Figlio di puttana» è l'unica cosa che esce dalle labbra del Winchester, le quali però si piegano in un sorriso entusiasta. Così, dopo essersi tirato su gli occhiali ed esserseli sistemati tra i capelli scompigliati, lascia cadere la pistola a terra e si avvia verso l'omaccione che continuava a ghignare con aria soddisfatta. 
Dean lo abbraccia e gli dà una pacca alla schiena, iniziando a ridere. «Sei veramente un figlio di puttana, Benny» continua a ripetere e gli sfila dal capo il berretto nero che fin'ora ha indossato. 
Castiel non può altro fare che osservarli con un espressione scocciata, la testa leggermente inclinata ad un lato. Quando finalmente l'attenzione viene attirata su di lui, Cas storce le labbra ed assottiglia gli occhi alla domanda di Benny. «E quello chi è? Il tuo ragazzo, Dean? Devo dire che te lo sei scelto proprio bene».
A quella domanda Dean si limita a roteare gli occhi al cielo grigio e ridacchiare, scuotendo il capo. «Castiel, lui è Benny Lafitte, il Daryl Dixon della situazione. Agli inizi dell'apocalisse è stato lui a salvarmi il culo ed aiutarmi a sopravvivere i primi mesi, gli devo la vita» dice quasi con orgoglio, puntando un dito verso Benny, il quale risponde subito con una smorfia. «Daryl Dixon, sul serio? Non fare il nerd». Dopo un momento di esitazione, Castiel fa un passo in avanti, ispezionando la mano che l'uomo ha allungato, quindi gliela stringe con un gesto poco deciso e borbotta un "Piacere di conoscerti". «Ah, ed hey-» fa per parlare Benny, ma Castiel lo mette subito a tacere. «Prima che tu possa chiederlo, sì, mi chiamo Castiel» dice, sbuffando, e recupera il suo zaino, mettendoselo sulle spalle. Dean osserva la scena con un sopracciglio sollevato, non riuscendo ad evitare di sorridere divertito nel vedere il comportamento di Castiel di fronte a una nuova persona. Se deve ammetterlo, gli interessa studiare il ragazzo, vedere le sfaccettature della sua personalità. Come da ragazzino imbranato riesce ad assumere quella figura minacciosa e fiera, quasi comparabile a un soldato, un fiero angelo del Signore di cui si parla nella Bibbia. Dean deve essersi perso nei proprio pensieri fissando Castiel, perché quando sente due dita tambureggiare insistenti contro la sua spalla, sobbalza e si volta a guardare Benny, il quale lo sta guardando pensieroso. «Allora?» domanda, ed è Cas a rispondere: «Non siamo diretti da nessuna parte di preciso. L'ideale sarebbe lo Iowa, ma non mi sembra di vedere alcun modo per passare il fiume».
Dean rimane in silenzio ad osservarli, recuperando la revolver a terra e infilandosela nella tasca posteriore dei jeans.
«Lo Iowa? Avete sentito anche voi parlare del Rifugio?» domanda Benny dopo essersi grattato il mento ricoperto di barba con aria pensierosa, e Dean e Cas si scambiano un'occhiata curiosa. «Il Rifugio?».
«Ma sì, quell'enorme prigione che è stata ripulita da un gruppo di sopravvissuti e che accoglie praticamente tutti. Ora che ci penso, non dev'essere molto lontana dall'altra sponda del fiume» spiega, esponendo a Castiel un marcato accento del sud. Ecco che il moro inizia ad esaminarlo a mo' di deduzioni alla Sherlock Holmes.
«Dici sul serio? E' grandioso!» è la risposta immediata di Dean che, però, dopo essersi fermato a riflettere, muta la sua espressione felice in una dubbiosa e insicura. «Però seriamente? Prendono chiunque?».
Benny arriccia le labbra e scrolla le spalle, voltandosi a guardare lo specchio del fiume. «Non lo so, fratello, non si ha alcuna notizia del luogo. Potrebbero essere tutti morti». 
«O peggio» replica Castiel, «cannibali».
 
 
Sam si guarda attorno, esaminando la cella che gli è stata affidata. Il luogo, seppur si tratta di una prigione, è accogliente. Durante il tragitto verso il blocco, ha incrociato lo sguardo sorridente di qualche abitante del luogo e, soddisfatto, si è calmato. 
Non che la sua situazione si possa definire proprio calma. Sam sente perennemente un peso al petto e sa benissimo a cosa è dovuto. Dean. 
E' da davvero molto tempo che non sente il fratello, dall'inizio dell'epidemia, in realtà. Lo aveva chiamato una volta iniziato tutto e l'aveva avvisato che attualmente si stava dirigendo nel Kansas. Non ebbe più notizia di lui. 
A dire il vero una delle motivazioni che lo hanno spinto in quel luogo, è la speranza che Dean sia lì o che eventualmente si aggiunga al gruppo di sopravvissuti. Sam sa che Dean è un osso duro e che probabilmente in quel momento potrebbe trovarsi in uno degli altri blocchi della prigione.
Devono essere almeno cento persone, ha calcolato Sam, anche se è quasi sicuro ci siano più persone. 
Sta di fatto che la sua cella non è male. Dopo mesi e mesi che ha passato dormendo su materassi ammuffiti, luoghi ancora più imporbabili o, semplicemente, le notti che ha passato insonni con la costante paura di diventare cibo per infetti, un letto e delle lenzuola pulite sono più che perfette. 
Quindi, dopo aver sistemato quel poco di roba che si è portato dietro, Sam decide di dare un'occhiata al blocco in cui d'ora in avanti vivrà e, magari, conoscere qualcuno del luogo. Così, non appena uscito, s'inbatte in un ragazzo mingherlino che, a quanto pare, abita insieme a lui. 
«Oh, tu devi essere quello nuovo» afferma con tono contento e gli sorride, mutando poi in una smorfia sarcastica. «Amico, le docce non sono molto distanti da qui, te ne consiglio una». Sam alza un sopracciglio al suo tono di voce e china appena il viso, leggermente imbarazzato. 
«Scherzavo. Ad ogni caso, il mio nome è Ian, piacere di averti qui» dice con una risata il ragazzo e gli dà una pacca sulla spalla, per poi guardarsi intorno e fargli cenno di seguirlo dentro la cella. 
«Oh-- io sono Sam-» fa per presentarsi il Winchester, ma Ian si porta un dito sulle labbra, sporgendosi per potergli parlare a bassa voce.
«Temo la nostra incolumità».
 
 
 
Nuovi personaggi, arcobaleni e crani sfracellati.
CHIEDO PERDONO PER LA LUNGA ATTESA.
... Come se qualcuno seguisse questa storia, sto sbagliando qualcosa? Dai, fatemi sapere cosa ne pensate çvvç /piange e rotola per terra. Ah e sì, quello è Ian da It's a Terrible Life, perché lo adoro e lo avrei voluto in altre puntate.
Vorrei ringraziare la carissima Melina che ha fatto un disegno ispirato a questa schifezza e mi ha fatto riprendere la voglia di scrivere, sì. Vorrei inoltre farvi sapere che la mia mente sta lavorando ad altre diverse AU. EHHHH. 
   
 
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