CAPITOLO 5: Alone in the rain
La serata passò piuttosto
velocemente per Jack, ma la notte fu ben peggiore. Non riuscì ad addormentarsi
prima delle tre e il suo sonno, per qualche strana ragione, fu piuttosto
agitato. Si sentiva emozionato pensando al giorno successivo, quando avrebbe
potuto trascorrere l’intera giornata con la ragazza che più desiderava al
momento. Si era ripromesso che Luna sarebbe stata sua. Era un giuramento
personale: lei lo attirava, e lui l’avrebbe conquistata, a qualunque
costo.
Ma Jack non sapeva ancora quale
prezzo avrebbe dovuto pagare in realtà…
Dato che durante la nottata aveva
dormito poco Jack si alzò piuttosto tardi, maledicendosi per aver dormito così
tanto. Erano le nove passate e il castello si stava già svuotando. Fece
colazione praticamente da solo al suo tavolo,e quando uscì dalla sala grande
scoprì che non c’era quasi più nessuno in giro. Erano rimasti al castello
solamente i ragazzini dei primi due anni (che però si erano rinchiusi nei
dormitori) e pochi studenti degli anni successivi. Tra questi c’era proprio
Jack.
Dopo colazione si incamminò verso il
giardino posteriore, dove era matematicamente certo di trovare Luna. Aveva
capito che alla ragazza piaceva di più stare all’aperto, respirare aria fresca e
non avere costrizioni attorno. E infatti la intravide quasi subito.
Era seduta su una panchina di pietra
sotto a un grande albero quasi completamente spoglio. Era intenta a leggere una
rivista intitolata “Il cavillo” e ogni tanto sfogliava le pagine interessata
dalla lettura. Era davvero carina in quel momento, con i capelli biondi e
lunghissimi che le cadevano scomposti sulle spalle e la pelle chiarissima che
brillava al sole autunnale. Jack non riuscì a trattenere un sorriso di
apprezzamento e con passo leggero e furtivo la raggiunse.
In un secondo le si sedette accanto
e le domandò – Cosa leggi?-. La ragazza alzò si scatto gli occhi e sussultò, non
immaginandosi una sorpresa del genere. Arrossì all’istante e iniziò a balbettare
qualcosa come – Io…ehm…st…stavo leggendo il giornale…-. Lui le sorrise divertito
dalla sua confusione e accarezzandole una guancia le avvicinò il viso al
proprio. Si abbassò maggiormente su di lei e sussurrò sulle labbra rosate della
ragazza – Buongiorno, Luna…-. Annullò il divario tra di loro in un secondo e
la baciò con trasporto e tenerezza.
Quando si staccarono lui le avvolse
un braccio attorno alle spalle fragili e abbassò lo sguardo sulla rivista che
Luna teneva ancora in mano – Che giornale è questo? Non l’ho mai visto…-. Luna
si illuminò e disse allegramente – è il giornale di mio padre! Io lo leggo
sempre! È molto più interessante rispetto ai comuni quotidiani!-. Continuò a
parlare a lungo del giornale, e poi di tutto quello che le veniva in mente,
stretta in quel dolce abbraccio. Un abbraccio tenero e caldo, ma non possessivo
o pressante. Un semplicissimo abbraccio che le scioglieva il cuore e la faceva
sentire felice e a suo agio.
Quando si fermò arrossì nuovamente e
disse – Oh, scusa….forse ho parlato troppo!-. Jack scosse la testa e le sussurrò
– Mi piace sentirti parlare…e mi piace quello che dici!-. La strinse di più a se
e alzò lo sguardo verso il cielo nuvoloso e grigio. –Allora…- le disse
sorridendo - … cosa vuoi fare, mia ormai esperta guida di Hogwarts?-. La
biondina alzò le spalle e mormorò – Non lo so! Tutto ciò che vuoi! Che ne dici
di una passeggiata attorno al Lago?-. Immediatamente Jack scattò in piedi e le
tese una mano – Ok! In marcia!-. Lei gli afferrò la mano ridacchiando e insieme,
vicini e sorridenti, si incamminarono verso la riva del lago. Passeggiarono a
lungo sulla riva del lago, e non tornarono nemmeno indietro per l’ora di pranzo.
Stavano davvero troppo bene così…solo loro due, nella natura a parlare del più e
del meno. Si tenevano la mano senza imbarazzo, qualche volta si abbracciavano,
altre si scambiavano un breve bacio…ma soprattutto imparavano a
conoscersi.
Luna gli raccontò tutto quello che
le era successo negli ultimi due anni, cosa che non aveva mai fatto con nessuno.
Non le piaceva parlare della guerra, di quando aveva dovuto combattere, di
quello che aveva fatto e aveva visto…eppure con Jack si trovava bene. Non aveva
paura di parlare troppo, o di impressionarlo con storie che altri giudicavano
assurde. Qualcosa le diceva che lui non avrebbe mai riso di lei…. Ecco come
stavano le cose: lui non rideva di lei, ma CON lei. E questo cambiava
tutto!
Lo stesso valeva per Jack,
naturalmente. Con lei scherzava, rideva, si appassionava…col passare delle ore
sentiva crescere qualcosa tra di loro, una strana affinità che non sapeva come
spiegarsi.
Aveva ormai terminato il secondo
giro del lago quando qualche piccola goccia di pioggia iniziò a colpirli.
Alzarono nello stesso istante gli occhi al cielo e iniziarono a correre verso il
castello.
Fortunatamente arrivarono pochi
secondi prima che si abbattesse sul castello un vero e proprio diluvio.
Nell’atrio del castello rimasero in contemplazione del cielo scuro e tempestoso
per qualche istante. Infine Luna sussurrò a bassa voce – Quanta pioggia!
Speriamo non si allaghi nulla..-. Jack alzò le spalle e borbottò – ma no…se le
finestre sono tutte chiuse non dovrebbe…-. Le parole gli morirono in gola. Le
finestre! Si era dimenticato di aver lasciato la finestra della sua stanza
aperta prima di scendere a far colazione! Che sciocco! Se non la chiudeva al più
presto si sarebbe allagata tutta la stanza! Così il moro sbarrò gli occhi e si
voltò verso Luna – Accidenti! La finestra di camera mia è aperta! Devo correre a
chiuderla!-. Luna si mostrò subito preoccupata e gli disse velocemente – Allora
vai! Sembra che debba piovere ancora a lungo…-. Jack annuì e poi chiese
innocentemente, senza rifletterci troppo – Dai, vieni anche tu! Faremo in un
attimo!-. La ragazza rimase a bocca aperta, ma lo seguì mentre correva al piano
superiore.
Si fermarono di fronte a un grande
quadro con la cornice dorata e con raffigurata una cornucopia ricca di delizie.
Jack le prese la mano senza riflettere e pronunciò la parola d’ordine.
Immediatamente il quadro si dissolse e apparve invece una sala dietro al buco.
Vi entrarono e Luna poté vedere per la prima volta la sala comune dei
Tassorosso. Era una grande stanza piuttosto spartana ma molto accogliente. Non
ebbe tempo di osservarla con cura, poiché Jack la trascinò per un breve
corridoio sulla destra. Spalancò una porta in legno rosso ed entrarono in una
stanzetta più piccola. Era molto semplice, con quattro letti a baldacchino con
tendaggi dorati. Jack corse rapidamente verso una grande finestra posta di
fronte a loro e la chiuse con un colpo secco. Poi si guardò attorno avvilito.
Erano arrivati troppo tardi e attorno a loro c’era già qualche pozzanghera
d’acqua. – uffa…adesso dovrò asciugare tutto!- si lamentò Jack tirando fuori la
bacchetta. _ Ti aiuto io, se vuoi!- si propose entusiasta la biondina
avvicinandosi. Il moro la guardò sorridendo per ringraziarla, ma scosse la
testa. – No, non fare nulla…è colpa mia, ci penso io…ci metto un attimo!- le
disse e iniziò a pronunciare qualche breve incantesimo. Luna intanto si guardò
attorno curiosa. Non era mai stata nella stanza di un ragazzo, e tutto le
sembrava nuovo e interessante. Si sedette sul letto che doveva appartenere a
Jack e cercò di memorizzare ogni minimo dettaglio.
Non si accorse nemmeno che Jack
aveva finito e la stava osservando con sguardo malizioso.
Il moro si avvicinò a lei e le si
inginocchiò di fronte, in modo da portare i visi alla stessa altezza. La guardò
con sguardo accattivante e passionale, non più dolce e ingenuo. Lei rimase
leggermente intimidita da ciò, ma non si scostò e nemmeno parlò. Fu Jack ad
avvicinarsi al suo viso e a sussurrarle – Luna…posso baciarti?-. La ragazza
sgranò gli occhi, e ci impiegò qualche secondo a capire cosa implicasse la
domanda. Erano soli, in una stanza da letto, nessuno li poteva interrompere…non
era un semplice bacio quello che intendeva Jack, ma forse qualcosa di
più.
Luna trattenne il fiato e si perse
negli occhi scuri e profondi del ragazzo. Annuì solo con un breve cenno del
capo.
Lui sorrise e la baciò sulle labbra
con passione e ardore. Le loro lingue si intrecciarono, giocarono tra di loro a
lungo. Ogni tanto Jack le mordeva un labbro, per poi succhiarlo con maggiore
delicatezza.
Con un movimento silenzioso e fluido
si alzò e la fece distendere completamente sul letto. Le si sdraiò accanto e
riprese a baciarla. Lentamente anche le mani si unirono al gioco iniziato dalle
loro bocche. Iniziarono ad accarezzarsi ovunque riuscissero ad arrivare, con
movimenti caldi e lenti.
Poi Jack prese a baciarle il collo
niveo. Da prima, semplici baci a fior di labbra, e dopo aver intuito dai gemiti
soffusi della ragazza il piacere che provocavano, approfondì il contatto. Le
lecco e mordicchiò la pelle, trovandola estremamente dolce e
soffice.
I loro respiri si fecero più pesanti
e affannati, mentre si stringevano l’uno all’altra. Tutto il loro corpo era a
stretto contatto con quello del compagno, e ogni carezza, ogni bacio era una
sensazione unica.
Senza riuscire a fermarsi Jack fece
scivolare la mano sotto la maglietta della biondina, e con un unico movimento
arrivò ad accarezzarle il seno piccolo e sodo. I baci si fecero istintivamente
più roventi, i cuori cominciarono a battere decisamente più veloci, e il
cervello andava a spasso…
La mano di Jack scese dal seno della ragazza fino a raggiungere il ventre piatto. Lo accarezzo gentilmente e giocherellò per un po’ con l’ombelico di Luna. Poi scese ancora verso il basso e le dita si intrufolarono nei jeans stretti, fino a sfiorare il bordo delle mutandine. La sentì sussultare e la baciò con più passione. Tirò fuori le dita da sotto i pantaloni e le portò alla cerniera, intenzionato ad abbassarla. Ma lei lo fermò. Interruppe affannata e contro voglia il bacio e con la mano libera afferrò quella molto più grande ed esperta di Jack. Lui la guardò attentamente negli occhi e le sussurrò intimorito –Scusami, non volevo…-. Lei si alzò sui gomiti e scosse la testa –No, è colpa mia. Scusami ma…non so se sono pronta…non lo so davvero!-. Lui le sorrise con una dolcezza infinita e le accarezzò col dorso della mano una guancia arrossata. – Va bene lo stesso…non voglio sforzarti a far nulla se non vuoi!-. Lei arrossì maggiormente ma con voce ferma disse – Ma io…penso di volerlo…cioè, non ne sono sicura… ho bisogno di tempo per capirlo!-. Lui le baciò la fronte e le mormorò – Tutto il tempo che vuoi, piccola…-.
Ciao! Scusate per il piccolo
ritardo, ma anche io sono stata piuttosto impegnata in questi ultimi giorni!
Grazie a chi ha la pazienza di aspettare e di leggere!
I vostri commenti mi fanno sempre
molto piacere, davvero! E se sbaglio qualcosa fatemelo pure notare,
ok?
Un bacio…
(becky)