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Autore: gemellina    11/02/2008    16 recensioni
Il professor Paroceti era un uomo dall’aria piuttosto burbera e non faceva presagire nulla di positivo, tranne l’idea del suicidio visto come l’unica via d’uscita. Draco prese posto vicino al collega e ciò che vide non gli piacque per niente: il testo di Romeo e Giulietta troneggiava sul banchetto, ma fu quello che udì poco dopo che lo portò ad un’istantanea voglia di scagliarsi un’Avada Kedavra. “Giulietta era una puttana!” La storia sembrava ripetersi.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Perché era una troia!

 

                            Draco Malfoy

 

 

Alessio Ganelli aveva avuto qualche problema con quel piccolo foglio di pergamena che lo aveva decisamente debilitato.

Stefania era altamente erotico e non riusciva a comprendere come potesse esistere al mondo un uomo capace di resisterle.

Draco Malfoy soprattutto.

Alessio aveva i suoi informatori, e sapeva che quel ragazzo dal viso angelico era stato una specie di calamità sessuale.

Riusciva a scatenare tempeste ormonali con la sola forza dello sguardo, ed era risaputo che la sua passione erano le donne.

Com’era possibile che fosse talmente fedele alla sua ragazza in Gran Bretagna quando aveva una gnocca come Stefania a portata di mano?

Era alquanto sconvolto, tanto che decise che l’unica cosa da fare era darci dentro con una delle ottime bottiglie di vino che troneggiavano sul suo tavolino in cristallo al centro esatto del suo lussuoso salone.

 

                                                                           ***

 

Erano le 4 del mattino e Theo fu svegliato da un fastidioso ronzare che lo accompagnava da quando aveva messo piede nella dimora italiana del suo amico psicotico.

La televisione stava diventando una sorta di minaccia, sia per il sonno di Theo che per la sanità mentale di Draco. Soprattutto per quella.

Draco Malfoy aveva ben deciso di diventare un tuttuno con il suo adorato divano e i suoi plaid.

Si alzava solo per andare a espletare le sue funzioni fisiologiche, per il resto non si muoveva di un millimetro.

Dormiva, fumava, mangiava, beveva, leggeva… insomma… era anche da troppi giorni che non si cambiava quei jeans e quella felpa e faceva un bagno rilassante e cercare di non puzzare.

La barba cresceva inesorabile, ma anche l’avergli messo uno specchio in mano aveva fatto desistere il vanitoso Draco di un tempo dall’andare a rinchiudersi in bagno e starci fin quando non sarebbe tornato quello di una volta.

Lo splendente anello di congiunzione tra i Black ed i Malfoy.

Quando Theo mise piede nel magico regno di Draco, la visione non lo sconvolse più di tanto.

La solita posa, le solite birre con le solite sigarette e la solita scatola nera che trasmetteva qualcosa… e a giudicare dal sottofondo, molto rumorosa.

“Draco?”

“Uh?”

“Non ti andrebbe una sana dormita? Magari nel tuo letto?”, sperava in una risposta positiva, ovviamente.

Draco sospirò, forse allettato dalla proposta dell'amico, ma con un cenno negativo del capo rifiutò.

A Theodore Nott sembrava d’impazzire.

“Cosa stai guardando?”, domandò afferrando una delle birre e accomodandosi sul bracciolo dello sterminato divano.

“Un film… in pratica devono riuscire a sopravvivere a quei mostri sotterranei…”

“Figo”, disse portandosi la bottiglia alla bocca.

“Già”

La filosofia di Theo era semplice: sapeva che Draco aveva bisogno dei suoi tempi, e sapeva anche che per riprendersi aveva bisogno di un miracolo… era per quello che cercava di stargli accanto anche alle 4 del mattino guardando un film di mostri sotterranei.

Non era niente male, dopotutto.

 

                                                                                     ***

 

Quattro ore dopo anche Theo aveva perso le sue sembianze umane.

“E questo cos’è?”

“A dire il vero non l’ho mai capito…”

“Ti va qualcosa per colazione?”, chiese Theo, poiché sapeva che Draco non avrebbe potuto sopravvivere se continuava a nutrirsi di birra e nachos.

Il ragazzo stranamente gli sorrise, e fu sorprendente quando Theo si sentì chiamare con voce sommessa… come se si vergognasse di ciò che stava per dire.

“Dimmi”

Trasse un lungo respiro.

“Grazie, Theo”

Sorrise.

“E di cosa?”

“Per essere stato con me a delirare per questi giorni, grazie semplicemente per esserci stato e per non avermi fatto morire…non so davvero come sdebitarmi.”

Le labbra di Theo si deformarono in un ghigno; “A dire il vero un modo ci sarebbe…”

“E qual è?”, chiese quasi contento.

“Vatti a fare un bagno…puzzi di vecchio!”

 

                                                                                              ***

 

 

A Londra la situazione era tesa.

Hermione lo era più della situazione.

Più cercava di trovare un nesso logico che la portasse a dire che quello che aveva sbagliato era Draco, più il nesso logico diventava illogico… ma forse lo diventava per il semplice fatto che quella situazione di logico non aveva un bel niente.

Aveva trovato la sua procace segretaria nell’appartamento ed era quasi subito giunta ad una conclusione sbagliata.

Il gufo non era stato preso in considerazione.

Si era costruita un film nella testa, e quando s’era sfogata… avrebbe dovuto saltargli al collo e baciarlo… non avrebbe dovuto fare altro.

E invece aveva fatto tutto tranne quello che le avrebbe salvato la sanità mentale.

Le sembrava d’impazzire.

“Hermione, ti va di fare colazione?”, domandò Harry facendo capolino nella stanza da dov’era rinchiusa dal pomeriggio del giorno precedente.

Scosse la testa.

“Ma qualcosa dovrai pur mangiarla! Non ti sentirai meglio se muori, sai?”

Harry, aveva l’assoluta convinzione che con quella frase avrebbe centrato in pieno l’orgoglio smisurato che albergava nella sua migliore amica, ma il sorriso che lei gli regalò fece crollare miserevolmente le sue stupide convinzioni.

“Vado a Firenze”, disse semplicemente alzandosi dal letto e prendendo una maglietta e un paio di jeans dell'’armadio in noce.

“A Firenze?”, ripetè sbigottito.

“Sì, Harry! Il telefono squilla sempre due volte…”

“Cosa?”

“Dovresti leggere di più, Harry!”

Hermione si ravvivò con le mani i capelli e afferrò la borsa.

“Vai così? Morirai di freddo, sai?”

Hermione gli sorrise. Si stava preoccupando per il freddo toscano.

“Quella è la stanza di Draco! Non troverai lì i tuoi maglioni!”

“Lo so, voglio una sua felpa!”

Harry sorrise e dopo averla stritolata per bene, la vide smaterializzarsi tra le sue braccia pronta a riprendersi ciò che era suo e che sapeva lo sarebbe stato per sempre.

 

___________________________________________________________

 

 

Ok, scusate il ritardo con il quale sto postando.

Mi dispiace davvero tanto, ma purtroppo tra esami e ispirazione quasi redente il terreno…non so riuscita a combinare molto con questa fan fiction!

Quindi… perdonatemi davvero tanto, ma vado di fretta!

Riuscirete mai a perdonarmi?

 

Kisses

 

  
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