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Autore: Conte    11/02/2008    0 recensioni
Si narra di 10 killers spietati privi di qualsiasi sentimento che non fosse l'odio. questa è la loro vera storia. Ho messo "non per stomaci delicati" per il semplice fatto che in certi punti le scene sono un pò sanguinose
Genere: Generale, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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la ghigliottina, il folletto e la domatrice I quattro mercenari uscirono dal covo con le loro armi in mano. Solo allora si accorsero che anche Kenya e Arien si erano tolti i cappucci e i lunghi mantelli. Questo aveva dei grandi occhi azzurri e dei capelli verdi pettinati in modo da farli convergere sulla testa a formare un grande e folto ciuffo.
Arman strinse i pugni sui manici delle sue quattro asce a doppia lama
- Conn, cosa sai su di loro?- domandò con un tono tra il divertito e lo spaventato
- Assolutamente niente- rispose tranquillo l’elfo
- Ma prima li hai riconosciuti come gli altri componenti del Quintetto!- esclamò stupito il demone
- Vero, ma solo perchè li avevo già visti, ma non ho altre informazioni su di loro- rispose con un tono talmente calmo da far venire il nervoso
- Ho io tutte le informazioni che vi servono- disse il vampiro dalla piattaforma sul tetto dove vi erano anche gli altri, per poi saltare giù
- Allora, il più alto si chiama Rosh, decapita le persone con i suoi avambracci, per questo è soprannominato “la ghigliottina”, la mora è Kenya, detta “la domatrice” visto che combatte richiamando alcuni animali demoniaci, il verde è Arien soprannominato “il folletto” a causa dei suoi poteri magici, infine vi è Sakina, il loro capo, detta “la premonitrice”, ma di lei non so altro- concluse saltando nuovamente sul tetto.
L’elfo osservò gli avversari
- Bene. Arman!- chiamò facendo girare il demone – Tu sei quello fisicamente più forte, quindi sarebbe meglio che tu affrontassi Kenya, non dovresti avere problemi a combattere con delle bestie- concluse, aspettando la risposta del compagno
- Nessun problema- sorrise facendo scrocchiare le dita delle mani libere
- Borak, tu affronterai Arien: sei l’unico che può combattere con uno dotato di poteri magici-
- D’accordo- confermò il mago
- Tu, Ferron, affronterai Rosh, la tua arma è la più adatta a combattere con lui-
- Il Destino ha deciso- disse convinto l’uomo
- Bene, non ci resta che sopravvivere-.

Rosh era impaziente, non vedeva l’ora di vendicare il suo migliore amico
- Cosa aspettiamo? Attacchiamo, no?- disse nervoso rivolto a Sakina
- Si stanno mettendo d’accordo. Voi avete qualche preferenza a combattere con qualcuno?- domandò tranquilla la donna
- Non me ne frega niente, tanto li ucciderò tutti e dieci-
Arien toccò la spalla di Sakina, per poi indicarle i quattro mercenari che avevano smesso di parlare
- Bene, possiamo cominciare-
Non fece neanche in tempo a finire la frase, che Rosh era partito a raso terra verso i suoi nemici.
Ferron gli corse incontro per poi deviare all’ultimo momento verso il folto del bosco. Rosh lo seguì.
Subito dopo fu Borak ad attaccare, lanciando una saetta verso Arien, il quale creò una sfera protettiva attorno a sé, in questo modo riuscì a non subire danni, ma il colpo lo proiettò all’indietro nel bosco. Dopo che anche Borak fu entrato nella foresta, Kenya usò uno dei suoi fischietti per richiamare un enorme cane bianco a macchie nere, dai denti affilati e gli occhi rossi. Arman si preparò ad affrontarlo  non appena la donna vi salì sopra.
- Bel cagnetto- commentò Hasan
- Insomma, fortuna che Arman lo sta conducendo in un altro posto, altrimenti qui rischiamo di perdere la casa- commentò Edon.
A quel punto davanti al covo erano rimasti solo Sakina e Conn
“ Meglio spostarci, altrimenti rischieremo di danneggiare la casa” pensò l’elfo
- Sono d’accordo- disse Sakina, cominciando ad avviarsi verso il bosco. Conn, leggermente stupito, la seguì.
Gli altri sei erano rimasti fermi ad osservare il piazzale vuoto
- Ma così ci perderemo tutti gli scontri- si lamentò Styr
- È per questo che Borak ci ha dato queste quattro sfere, adesso vieni qui e fai silenzio- disse Oral
Il capo obbedì e si sedette assieme agli altri
- Sapete, trovo strano che in cinque anni non abbiamo mai incontrato quei cinque- rifletté il capo
- A me non sembra così strano, in fondo loro lavoravano già da molto per i reali o comunque per persone di alto rango. Noi solo ultimamente siamo entrati in quel mondo, inizialmente ci assoldavano solo contadini o gente povera- spiegò Edon con il tono di chi la sa lunga
- Accidenti, tu sei davvero intelligente- lo ammirò Styr
- Lo avrebbe capito anche un idiota, imbecille- gli urlò dietro il vampiro.

Ferron si fermò di colpo in un luogo in cui gli alberi creavano uno spazio abbastanza largo per combattere
- Finalmente ti sei fermato, hai scelto l’avversario sbagliato, caro il mio mister maschera- lo sbeffeggiò Rosh atterrando sull’erba
- Il Destino ha deciso che io sarei stato il tuo avversario, quindi fatti sotto- disse puntandogli contro la sua enorme arma.
Rosh sogghignò, per poi partire a tutta velocità e tentando di colpire l’unica parte del volto scoperta con la mano.

Arien lanciò l’ennesimo incantesimo acido verso Borak che si difendeva egregiamente con le sue cupole e barriere. Il folletto rimase in silenzio ad osservarlo, per poi incrociare le braccia la di sopra della testa. Il mago rimase a guardarlo: i suoi incantesimi dovevano essere una dote naturale, dato che non pronunciava alcuna formula e non possedeva nessun oggetto in cui incanalare l’energia magica. Improvvisamente dalle mani di Arien partì una freccia di fuoco che si tramutò in un enorme volatile. Il rosso fece appena in tempo a schivarlo, per vedere la devastazione che causò.
- Accidenti, se mi avesse colpito sarei morto, non è un avversario da sottovalutare- si disse, non accorgendosi che il suo avversario gli era dietro. Appena se ne accorse aveva già tutto il corpo immobilizzato di fili d’erba che avevano formato una corda.
- Ma che ca…- si bloccò, notando che Arien aveva posizionato nuovamente le braccia sopra la testa
- Merda!-.

Il cane cadde a terra morto con la gola tagliata
- Complimenti, nessuno era mai riuscito ad abbatterlo- disse la donna dal ramo di un albero – Sei stato furbo a venire in questa radura, se avessi avuto poco spazio in cui muoverti saresti già morto-
- Non sarò intelligente come Conn, ma non sono neanche stupido- disse spavaldo
- Bene, vediamo come te la cavi con i rettili- commentò per poi soffiare all’interno di un fischietto.
Il suono era impercettibile, ma improvvisamente la terra sotto i piedi del demone cominciò a tremare e subito ne uscì un enorme serpente con cinque occhi rossi
- Ecco, questo sarà più complicato- disse bloccando con le mani libere i denti del rettile che si era lanciato a fauci spalancate verso di lui-.

Fortunatamente per Ferron, era stato abbastanza veloce a parare il colpo con la sua mannaia, stupendosi del fatto che la mano di Rosh fosse ancora attaccata al braccio
- Mi sembri sorpreso, non lo sapevi che le ulne delle mie braccia sono più resistenti di una spada?- domandò disarmando Ferron e colpendolo sulla testa con l’altro braccio. Il fendente si fermò sulla maschera senza danneggiarla. Rosh non credette ai suoi occhi: nessuna armatura e nessuna corazza avevano mai resistito ai suoi colpi, eppure quella maschera non aveva neanche una scalfittura. Il demone si allontanò con un balzo, massaggiandosi la mano dolorante.
- Ti sei fatto male? Forse avrei dovuto avvertirti che questa maschera è stata fatta da un fabbro semidivino e semidemonio, quindi non può essere distrutta. La forgiò per me prima di morire- spiegò Ferron tranquillamente e riprendendo l’arma caduta ai suoi piedi
- A chi vuoi darla a bere? Perchè mai avrebbe dovuto farlo?-
- Destino volle che salvassi sua figlia, quindi me la fece per sdebitarsi- concluse – Ma non credo che ti interessi
- Esatto- disse volando più in alto delle cime arboree – Ti ucciderò lo stesso- minacciò partendo in picchiata.

- Buco infernale- gridò Borak, provocando una voragine sotto di sé che gli permise di evitare la fenice.
Arien rimase sorpreso, ma subito dovette cominciare a scappare dai tentacoli neri che provenivano del buco nel terreno.
- I Tentacoli di Odio non ti lasceranno mai, seguono le persone che nutrono odio o rancore nel cuore fino a quando non la prendono- spiegò Borak uscendo dal terreno.
Il folletto fu preso alla caviglia per poi essere immobilizzato completamente. Borak si avvicinò per attuare il suo incantesimo finale, ma fu bloccato ai piedi da delle mani di terra
- Cosa?!- esclamò, per poi notare che i palmi delle mani di Arien erano appoggiati al terreno. In pochi secondi la terra aveva rinchiuso il mago all’interno di un bozzolo marrone. A quel punto erano entrambi intrappolati.

Il serpente aveva avvolto tra le sue spire il grosso demone e stava cominciando a stritolarlo
- Dimmi, come ci si sente a essere sul punto di morire? Avete fatto provare la stessa cosa a Lion, non è vero?- disse spavalda la donna
“ Cacchio! Questa biscia è più problematica di quel che pensassi” pensò, cominciando a sentire le proprie ossa scricchiolare. A quel punto la donna volle vedere da vicino la morte del suo avversario e saltò sul corpo enorme del serpente, non calcolando la vischiosità della sua pelle. Kenya scivolò non appena poggiò il piede sull’animale, e tentando di mantenere l’equilibrio le cadde il fischietto per terra. Finì per distruggerlo cadendoci sopra. L’enorme rettile parve confuso, e dopo aver lasciato Arman, riconobbe nella donna colei che lo aveva manipolato. Adirato l’attaccò.



  
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