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Autore: Ortceps    03/08/2013    3 recensioni
Ed era bianco come la neve e gli occhi come il ghiaccio, quando il suo cavaliere scese si accorse che anche i suoi occhi erano bianchi, tornando al normale colore nocciola lui riuscì a concentrarsi sul resto del viso contornato dai capelli corti e scompigliati. Il riflesso che la luce colpendo il suo drago proiettava sul suo viso la rendeva ancora più bella.
Quando ruggì allora capii che aveva ragione sarei andato con loro per poter vivere ancora la vita che mi apparteneva e mi sarebbe sempre appartenuta.
STORIA CONCLUSA
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il dipinto del drago
IL DIPINTO DEL DRAGO
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Il dipinto del drago

6° Capitolo

SIL
Pietra scolpita, il materiale che spiccava più di tutti da quella piccola città, Saphira ruggisce gioiosa mentre Spectro mi sembra più accorto, “Non capisco perché lo dobbiamo accompagnare in questa terra, me ne hai sempre parlato così male; qui hai perso la tua famigli”, un ricordo triste si fa strada nella mia testa ma lo scaccio subito, “Alagaesia è una terra magnifica sono i suoi abitanti ad essere corrotti” “è per questo che preferirei stargli lontano, potrebbe corrompere anche noi; non voglio che succeda” “Non preoccuparti non succederà mai” sbuffa non del tutto convinto ma non ribatte, giungiamo sulla rupe che circonda la citta: una pietra molto alta che si affaccia direttamente sulla città, la parte interna è completamente verticale, Saphira scende nella piazza principale formando una spirale mentre noi ci posiamo sulla cima della rupe; “Bene è ora di fare ritorno” sospiro per poi aggiungere entusiasta “Facciamogli vedere come si vola” , ruggisce e si tuffa in picchiata verso la città, ha le ali rannicchiate per prendere più velocità, il vento mi sferza la faccia, sento che potrei lasciarmi e volare via trasportata dalla corrente, urlo ogni cosa che ho dentro ma sembra un bisbiglio nel vento; solo pochi secondi prima di raggiungere la prima casa Spectro apre le ali e in quel momento sento tutto il peso del cielo su di me, la corrente ci trasporta veloci fino alla piazza dove atterriamo con grazia innaturale: con la coda Spectro distrugge una fontana che inizia a zampillare incontrollata, Eragon mi guarda con un misto di rimprovero e divertimento, negli artigli il mio drago stringe ancora un camino che aveva staccato durante il nostro precedente volo; gli rivolgo un sorriso di scuse e insieme scendiamo dalle nostre cavalcature; intorno a noi si è formata una folla numerosa di persone : nani.

“Eragon Ammazzaspettri non ti aspettavamo” urla un nano scortato da alcune guardie in uniforme, indossa la stessa casacca solo più arricchita con dei gioielli, “Sono Fellin comandante della guardia cittadina e attuale reggente di questa citta”, “Chiediamo di sostare per questa notte nella città” “Sostare? Sarete i nostri ospiti d’onore! Faremo allestire un banchetto e avvertiremo il nostro re Orik” “Vi ringrazio ma preferiremmo qualcosa di più discreto e riguardo ad avvertire il re preferirei fargli una sorpresa; mi capite non è vero?” “Come comandate sarà fatto”, fa un piccolo inchino che risulta molto ridicolo, Spectro si avvicina alla folla per scrutarli meglio, essa però si retrae allarmata e così fa anche Spectro indignato ed emette un piccolo sbuffo di fumo, subito Fellin riporta l’ordine “Sono sicuro che il drago non ha intenzione di nuocerci, credo che sia solo curioso” Eragon si intromette: “Sì, non ha mai visto un nano e com’è normale vuole saperne di più”, “Sentito non abbiate paura”, in quel momento un gruppetto di bambini si fa largo tra la folla e quando arrivano d’avanti si fermano ed alcuni di loro spingono avanti una bambina che guardandosi i piedi, fa qualche passo avanti per fermarsi proprio di fronte a Spectro che abbassa il muso per annusarla, da prima la bambina resta immobile tremante poi quando capisce che il drago non ha intenzione di mangiarla o bruciarla alza lo sguardo e sorride; “Ci … stavamo chiedendo s-se … potevamo accarezzare i draghi” Eragon sorride e le risponde “Non dovete chiederlo a me ma a loro” e indica i draghi subito Saphira abbassa la testa e prende la parola “Non devi avere paura di me “ avvicina la testa alla bambina che allunga la mano e l’accarezza; in pochi minuti tutti sono attorno ai draghi a festeggiare, solo dopo un’ora riusciamo a entrare nel modesto palazzo, giunti nella sala dei ricevimenti ci sistemiamo ai tavoli ed Fellin prende la parola: “Siamo immensamente felici di avervi qui” “Ne siamo onorati” rispondo ed Eragon annuisce, “Avete notizie delle due uova di drago che vi ho lasciato più di tre mesi fa?” “Purtroppo non si sono ancora schiuse ma c’è speranza”; “Capisco, comunque non sono qui per questo” non dice altro sul motivo della nostra visita; “Se posso chiedere: come siete riuscito a trovare un altro cavaliere?” Passano due ore mentre Eragon spiega come sono diventata cavaliere; “A ….. capisco, mi congratulo con te per la tua investitura” “Grazie”; “Bene esauriti i convenevoli credo che abbiate fame ormai è quasi ora di cena; vi faccio portare della carne o preferite altri tipi di cibo?” “Non mangiamo carne”; in pochi minuti il tavolo è allestito con pietanze di ogni genere, ci mettiamo un’ora per assaggiare tutto, “Volevo informarvi che c’è un problema con le vostre stanze, non riceviamo molti umani qui quindi abbiamo solamente un letto delle vostre … dimensioni; ma abbiamo rimediato con una branda … mi dispiace per l’inconveniente”, “Non è un problema visto che dormiamo nello stesso letto”, a quella frase divento paonazza e lo guardo accigliata, lui deve accorgersene: “L’ho detto ad alta voce?” “Si!”, diventa paonazzo anche lui, ma la faccia più divertente è quella di Fellin che sembra sinceramente stupito, imbarazzato e senza parole, poco dopo riesce a dire: “Farò rimuovere la brandina”, quando è ora di ritirarci in stanza Fellin ci mostra la nostra camera e ci augura la buona notte per poi sparire nel corridoio buio. “Ma come ti salta in mente!” Esclamo appena dentro la stanza, “Non pensavo di averlo detto a voce alta” si scusa e ci mettiamo a ridere entrambi “Credo di aver bevuto troppo” dico “Così sarà più facile farti fare stupidate” ribatte lui e ci mettiamo a ridere nuovamente, “Che genere di stupidate?” Ci pensa un attimo “Non so… tipo andare a fare un bagno nel fiume” “Sono sotto il tuo completo controllo Ammazzaspettri, basta che non mi fai annegare”, in poco tempo ci troviamo vicino a un piccolo laghetto formato da una curva del fiume, ci tuffiamo senza vestiti, l’acqua è gelida e l’unico calore proviene dal suo corpo, mi avvinghio ancora di più a lui e non capisco più niente: un po’ per l’alcol e un po’ per colpa sua; “In 5 giorni abbiamo fatto l’amore 2 volte” considera mentre ci sdraiamo a letto, tirandoci le coperte fin sulla testa, ci guardiamo nel buio creato dalle coperte e mi addormento così con i suoi occhi nella testa.

ERAGON
Nel lago l’acqua ci fluisce addosso, non ho freddo, una passione incontrollata mi fluisce dentro, ansimiamo quasi contemporaneamente, la sollevo appena e sento il suo petto che contro il mio si contra e si rilassa, si contrae e si rilassa; per qualche secondo resta più a lungo contratto e intanto emette un piccolo gridolino strozzato, sorrido a quella manifestazione di piacere; “Eragon … ho caldo” mi scosto leggermente e l’acqua scorre in mezzo a noi, rabbrividisco.
La mattina dopo mi sveglio presto e resto a osservarla dormire; quando si sveglia sono quasi dispiaciuto, facciamo colazione nello stesso tavolo della cena con Fellin che ci fornisce alcune provviste per il viaggio e ci accompagna fuori dalle mura della città dove ci aspettano i draghi; salgo su Saphira e spicco il volo seguito da Sil; ero rimasto sbalordito dalla trasformazione di Hedarth da poche case di legno si era trasformato in roggia; molto più bello e grande.

In tre giorni raggiungiamo il lago Ardwen, sostiamo sempre nella foresta senza farci vedere da nessuno, le provviste bastano per una settimana quindi non abbiamo bisogno di fermarci in agglomerati urbani, i tre giorni passano tra battute e lunghe notti (che poi passano fin troppo in fretta),il secondo giorno Sil mi chiede com’è stata la guerra per sconfiggere il tiranno, le racconto tutto: di mio padre, di mio fratello, di Orik, Nasuada , di mio cugino e di mio zio; Mi ascolta in silenzio, non commenta nemmeno alla fine, lo apprezzo (non vado fiero di quello che ho fatto).
La Du Weldenvarden è più splendida che mai, il quarto giorno arriviamo ai confini di Ellesmera, col pensiero cerco il guardiano che mi riconosce ma chiede chi mi accompagna, gli assicuro che sono amici, anzi sono drago e cavaliere i primi del nuovo ordine; ci lascia passare e così ci addentriamo in Ellesmera; ho lo stomaco in subbuglio, è da più di tre mesi che non visito quella città e l’ultima volta non è stata una delle più piacevoli; ho aperto un nuovo capitolo della mia vita ma non so se quello che c’è scritto mi piacerà.

NOTE DELL’AUTRICE: Spero che questo capitolo piaccia, ma non ho idee per il prossimo, se volete suggerirmi qualcosa lo accetto volentieri. Ciao Chiara!

   
 
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