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Autore: _keys_    03/08/2013    1 recensioni
-"Ma io ti amo Phoebe!"- mi disse Zayn.
-"Ti amo anche io Zayn, ma il nostro è un amore proibito!"-.
-"E come faremo?"- disse stringendomi le mani e guardando verso il basso.
-"Ci rincontreremo un giorno. Ci rincontreremo nei nostri sogni!"-.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai con un profumo di brioche ripiena di marmellata alla ciliegia. Adoravo le ciliegie.
Aprii gli occhi, e vidi Zayn accanto a me, che mi stava lasciando un bigliettino sul vassoio con la colazione.
-“Non volevo svegliarti, scusa!”- si scusò.
Mi stropicciai gli occhi.
-“Non importa!”- risposi accarezzandogli il viso e dandogli un bacio.
-“Stavo per lasciarti un bigliettino, ma dato che ti sei svegliata, credo che non servirà più!”- proseguì mentre mi misi seduta.
-“Devo uscire con Liam!”- esclamò poi.
-“Che cosa dovete fare?”-.
-“Ehi impicciona, fatti i cavoli tuoi!”- disse imitandomi dicendo la stessa cosa che io gli avevo detto il giorno prima.
Risi.
-“Ti dispiace?”-.
-“Nono tranquillo, ne approfitterò per vedere Clare!”- continuai.
-“Perfetto!”- mi stampò un bacio-“A casa non c’è nessuno. Ultime compere! Ci vediamo dopo!”-.
-“Fai il bravo!”- mi raccomandai.
Mi sorrise per poi chiudersi la porta alle spalle.
Mangiai metà brioche, e bevvi un po’ di caffè latte.
Poi mi stiracchiai e andai in bagno.
Feci una doccia veloce per riscaldarmi, e poi mi asciugai i capelli, che raccolsi in una treccia di lato.
Mi sedetti sul letto e chiamai Clare. Ci furono pochi squilli e poi rispose subito.
-“Phoebe! Sono contenta di sentirti!”- disse appena risposto.
-“Clare, non ci crederai mai, ma sono venuta a Londra a trascorrere le vacanze di Natale, insieme alla famiglia di Zayn!”- esclamai.
-“Ok basta scherzi. Boston è bella?”-.
-“Non ti prendo in giro! Londra è bellissima tutta addobbata, non so se anche Boston lo è, ma sicuramente Londra è molto più bella!”-.
-“Ma dai non prendermi in giro!”-.
-“Te lo dimostro. Ce la fai a stare fra mezz’ora al London Eye?”-.
-“Bella sfida. Ci sto! A dopo!”- attaccò.
Ero quasi pronta, dovevo solo vestirmi e truccarmi. Misi una leggera matita celestina chiara, e rimmel a volontà. Poi  misi un pantacollant nero, una canottiera nera a spalline fine, un maglioncino sopra beige con una spalla di fuori, dei stivaletti, il cappotto, sciarpa e cappello.
Presi infine la mia borsa, con il telefono, l’i-pod, portafoglio e poi uscii puntuale.

 
Andai a piedi tanto non era molto lontano e così mi sarei goduta molto di più Londra. Arrivai in anticipo, così mi sedetti e ne approfittai per chiamare Mary.
-“Buongiorno tesoro!”- dissi.
-“Buongiorno cucciola!”- rispose con voce stanca.
-“Stai bene?”- chiesi.
-“Non ho chiuso occhio. Sono più che sicura che il risultato delle analisi sia positivo, sono stata tutta la notte sveglia a causa della nausea!”- disse moribonda.
-“Pensa che ne varrà la pena per quando stringerai quel piccolo bambino tra le tue braccia. Tutte le pene saranno ripagate da quando ti sorriderà la prima volta, e quando pian piano riuscirà a dire mamma!”- dissi compiaciuta.
-“Sai, non so se voglio davvero un figlio. Avevo altri progetti e non mi aspettavo di certo che a diciott’anni avrei avuto un figlio. No non era nei miei calcoli, e sicuramente nemmeno in quelli di Liam, che a vent’anni vorrebbe godersi la vita credo? No?”- continuò.
-“Mary la scelta è solo tua e di Liam. Ma pensateci bene prima di uccidere quell’esserino!”-.
-“No, di certo non abortirò, ma lo darò in adozione se proprio, è tutto da vedere!”- continuò lei.
-“Senti pomeriggio ti va se vengo da te, e ci facciamo un po’ di coccole?”- proposi.
-“Si, grazie tesoro. Sai sempre capirmi. Sai ora che ci penso, avrei tanta voglia di gelato!”-.
-“Con questo freddo?!?”-.
-“Le voglie del bambino non le decido io!”- disse convinta di essere incinta.
-“Hai ragione! Ti porterò del gelato!”-.
-“Menta e cioccolato!”-.
-“Menta e cioccolato? L’hai sempre odiato!”-.
-“Si lo so … ho voglia di quello!”-.
-“Esaudirò il tuo desiderio!”-.
-“Ci vediamo dopo tesoro!”- disse lei.
-“Sisi ciao!”-.
Attaccai.
Dopo cinque minuti arrivò Clare piuttosto stupita alla mia vista.
-“Allora sei davvero tu!”- disse affettuosamente abbracciandomi.
-“Te l’avevo detto! Sono felice di vederti!”- esclamai stringendola.
-“Anche io!”-.
Andammo a farci un giro chiacchierando del più e del meno. Parlare con lei, e passeggiare per le vie di Londra, non mi fece rimpiangere affatto Boston. Rivivendo le mie vecchie emozioni, non sarei voluta più partire.  Londra era sempre stata bella, ma con il suo spirito natalizio ancora di più credo che nessun altra città avesse il suo stesso spirito. Nessuno poteva essere triste in quel periodo. I bambini felici di stare in vacanza, correvano per i vicoletti rincorrendosi, e alle vecchiette, alle quali di solito lo scorrazzare dei bambini dava fastidio, ridevano compiaciute alla vista di questi. Il profumo di panettoni e pandori ti invadeva le narici in qualunque alimentari o supermercato, ti fossi imbattuta. Nel periodo di Natale, i grandi magazzini erano assaliti dalla gente, desiderosa di trovare cose a basso prezzo. Nei vivai per passare, si dovevano dare gomitate, perché le famiglie con i propri bambini, erano in preda al panico a decidere quale fosse l’albero più bello, quello più folto, più alto e più verde. Era fantastico che quel clima potesse cambiare in poco tempo, l’umore delle persone. E anche io, pur avendo addosso quella perenne tristezza, sorridevo animamente.
-“Come va a scuola Clare?”- chiesi mentre passeggiavamo.
-“Bene bene! Solo che non mi aspettavo che il programma di quarto fosse così complicato!”- sospirò-“A te?”- chiede poi.
-“Anche a me molto bene, e poi facendo parte della squadra di ginnastica ritmica, sto guadagnando dei crediti in più, solo che non è facile lavorare con delle ragazze che mi odiano!”-.
-“Odiare te? E per quale motivo?”- chiese.
-“Dato che sono arrivata prima alla gara per essere convocati in federazione, pensano che sia entrata in quella squadra solo per quello!”-.
-“Sono gelose che loro non sono in procinto di gareggiare con la squadra nazionale come farai tu!”-.
-“Io non farò un bel niente. Non è sicuro che io sia entrata, nonostante si arrivata prima. Non è stata una gara nazionale, ma ogni parte aveva la sua gara, e quindi non è detto che con tante ginnaste che hanno gareggiato ognuna in una parte diversa, io abbia totalizzato il punteggio più alto di tutte. È anche vero che ne verranno scelte cinque, ma con la fortuna che ho, non credo proprio che io sia una di quelle cinque!”- finii.
-“Se non ti prendono, avranno perso l’occasione di vincere tutte le olimpiadi e mondiali!”- esclamò lusingandomi.
Io risi dandole una leggera spinta.
Dopo un po’, Clare dovette tornare a casa, così io sbrigai le ultime cose prima di tornare a casa.
Comprai un centro tavola come regalo alla mamma di Zayn, uno simile per la nonna, dei cioccolatini da portare a casa di Liam, un cappello per Liam, una sciarpa tutta colorata per Clare, e dei guanti per Carl. Volevo tanto rivederlo. Lo avrei cercato. Passai infine dal fotografo a ritirare la foto. Era venuta benissimo. Fantastico avevo il regalo per tutti. Passai per ultimo a prendere delle bustine natalizie per incartare i regali. Poi tornai a casa. Era quasi ora di pranzo.
Andai in camera, e piegai tutto per bene, e li misi sul letto. Il regalo di Zayn, lo incartai subito e lo nascosi, e così feci anche per quello di sua nonna e di sua mamma. Per ultimo piegai la maglietta di Mary. Avevo fatto davvero un bell’acquisto. Mi chiamò Zayn.
-“A pranzo siamo solo io e te vuoi andare da qualche parte?”- mi disse.
-“Non so, decidi tu!”-.
-“Se mangiamo qual cosina da soli io e te, a casa?”-.
-“È perfetto preparo io!”-.
Scesi in cucina, lasciando tutti i regali sul letto, e preparai la pasta, condita semplicemente con il pomodoro. Poi condii un’insalata! Dopo poco arrivò Zayn che salì in camera per cambiarsi. Per fortuna che avevo nascosto il suo regalo.
Sentii i suoi passi scendere di corsa giù per le scale e spaventata mi girai. Aveva in mano la maglietta per Mary e le lacrime agli occhi.
-“Sei incinta?”- mi chiese quasi piangendo.
Cazzo.
-“Cazzo!”- dissi.
-“Sei incinta?”- ripeté.
Stavo cercando le parole.
-“Di quanti mesi è? Sono io il padre? Non posso essere io. Chissà che facevi a Boston mentre io non c’ero!”- disse imboccando le scale.
-“Zayn!”- urlai.
Corsi su per le scale raggiungendolo.
-“Ora prendi i tuoi bagagli e te ne vai!”- disse buttando tutti i regali giù dal letto.
Io risi.
-“E che cazzo ti ridi?”- disse arrabbiato.
-“Zayn, hai capito male. Anzi malissimo!”- dissi-“ Siediti che ti spiego!”-.
Ci sedemmo sul letto.
-“Non sono incinta! Rilassati!”-.
-“Se lo fossi stata mi sarebbe piaciuto, ma devo essere io il padre!”-.
Quasi mi commossi.
-“No tesoro, non sono io quella incinta. Se io ti dico questa cosa, mi devi promettere di non dirlo a nessuno perché la so solo io, e perché non è nemmeno sicuro. Cioè secondo me si, ma bisogna aspettare l’analisi. Mary è incinta, solo che ancora non l’ha detto a Liam. Vuole essere sicura prima!”-.
-“Mary è incinta?”- disse sbalordito.
-“Quasi sicuramente, le risposte le ha domani. Ma ti prego non dire niente a Liam ok?”-.
-“Ok! Va bene! Mi hai fatto spaventare!”-.
Per istinto e per volere lo baciai.
-“Ti dirò sempre tutto Zayn. Tutto!”- dissi.
Scendemmo in cucina e mangiammo. Mangiai solo un po’ di pasta.  
Nel pomeriggio ci riposammo un po’, e poi Zayn mi aiutò ad impacchettare i regali.
Poi verso le cinque uscii. Era già notte e faceva davvero freddo. Cercai il gelato che mi aveva chiesto Mary. Lo trovai dopo averlo cercato per tutti i negozi del mondo. Il negoziante mi prese per matta quando vide che stavo comprando il gelato con quel freddo. Mi sentivo pazza anche io.
Poi raggiunsi casa di Mary. Era da sola.
Ci sedemmo sul divano e dopo aver mangiato il gelato chiacchierammo.
-“Allora domani hai le risposte!”-.
-“Già!”- sussurrò-“Vieni con me vero?”- chiese.
-“Certo!”-.
-“Però le aprirò la sera con Liam. Voglio vedere insieme a lui la risposta!”- disse.
-“Certo tesoro lo capisco!”-.
Abbassò lo sguardo sconfortata.
-“Cos’hai?”- chiesi stupidamente.
Scrollò in un pianto.
-“È che … io amo follemente Liam, e il fatto di aspettare un figlio da lui, mi rende felice, ma quando immaginavo il mio futuro, mi vedevo a studiare a un college in America, no con un bambino in braccio mentre l’allatto. È stato un errore!”- disse tra i singhiozzi.
-“Un bambino non è mai un errore. Si, ammetto che magari è stata una cazzata, ma come ti ho già detto, ti sentirai la persona più felice al mondo, quando terrai quel bambino in braccio, e avrai la sensazione di averne stretto uno da sempre. Avrai paura che qualcuno gli possa far del male, e sarai meravigliata quando lo porterai al parco a giocare, o quando farà il suo primo bagnetto, o quando cadrà e verrà a piangere da te, e tu con voce pacata e affettuosa gli dirai che il giorno dopo sarà passato tutto. Ti verrà un brivido alla schiena, quando vedrai Liam insegnargli a giocare a pallone, ti sentirai al settimo cielo quando ti abbraccerà dicendoti che la festa di compleanno che gli hai organizzato è stata la più bella di tutte!”- dissi come se il figlio fosse mio.
-“Il fatto che il solo pensiero di tenere in braccio un essere così piccolo, mi mette paura. Non so se sono pronta davvero. Ho solo diciotto anni. Liam probabilmente non si prenderà le sue responsabilità, e io mi troverò da sola, a mantenere un figlio a vedere le ragazze della mia età diventare medici, veterinarie, infermiere, avvocati, giudici … capisci che questo non era programmato? Ho tanta paura Phoebe!”- disse piangendo.
La abbracciai forte. Capivo il suo stato d’animo.
-“Sono sicura che sarai una mamma fantastica, e Liam un padre innamorato di te e affettuoso con suo figlio!”- la rassicurai.
-“Grazie Phoebe! Ti voglio bene!”-.
Tutta quella vita mi era mancata e sarebbe stata una vera sofferenza abbandonare tutto per tornare in una città in cui non sarei voluta mai stare. Quello era quello che avevo da sempre desiderato.
Tornai a casa per l’ora di cena, e quella casa era di nuovo inondata da familiari allegri. Zayn stava facendo gli scherzi a sua madre, che rideva compiaciuta, mentre suo padre appoggiava il figlio a fare dispetti a sua moglie. La nonna faceva l’uncinetto vicino al fuoco e prendeva le difese della figlia, senza distogliere, tuttavia, lo sguardo sul lavoro che stava facendo. Sfinita, la mamma di Zayn, prese una forchetta e glie la puntò contro scherzando, minacciandolo! Lui si arrese e diede un bacio alla guancia a sua mamma che baciò il marito. Io rimasi in disparte sorridendo di quel che avevo davanti agli occhi, mentre le lacrime mi scendevano lungo le guancie. Ecco che mi mancava. Mi mancava tutto questo. Non avevo mai visto una famiglia così felice e contenta. Non avevo mai visto, due genitori così affettuosi con il figlio, una madre di famiglia ad occuparsi della cena per la famiglia, un padre tornato da lavoro stanco, che bacia sua moglie.
-“Perché piangi cara?”- mi chiese la madre di Zayn vedendomi in quello stato.
-“Mi manca una famiglia!”- dissi tra le lacrime.
-“Tesoro tu ce l’ahi una famiglia. Siamo noi!”- disse per poi abbracciarmi come una vera mamma sapeva fare.  
  
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