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Autore: harrehs    03/08/2013    9 recensioni
Harry Styles, ragazzo di un piccolo paesino, sedici anni, un sogno nel cassetto, tenta in tutti i modi di farsi notare dalla sorella del suo migliore amico, Allison Morris.
Lei, la ragazza che gli spezzò il cuore.
Quasi tre anni dopo, quando Harry è ormai una superstar internazionale ed è convinto di aver dimenticato il suo amore del liceo, un imprevisto li farà incontrare di nuovo.
Harry si ricorderà di avere con lei un conto in sospeso.
***
Appoggiò i palmi delle mani ai lati della mia testa, e piegò i gomiti in modo da avvicinarsi ancora di più.
La sua bocca sfiorò maliziosamente il lobo del mio orecchio, mentre i ricci ricadevano ormai sulla mia guancia, pungenti ed eccitanti al tempo stesso.
- Sai, mi fa impazzire...- mi soffiò sul collo, per poi poggiarci sopra le labbra.
Ci lasciò un bacio umido, che sembrò durare un'eternità.
Passò poi dall'altro lato.
- ... L'effetto che ora ho su di te.- finì,  ridendo lievemente. Era soddisfatto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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11. Falling out



I'm falling out the windows locking up my heart
It's like everytime the wind blows I feel it tearing us apart
Everytime he smiles, I'd let him in again,
everything is fine when you're standing in the
eye of the hurricane.


-Bridgit Mendler, Hurricane


Allison's pov.

Aprii gli occhi svogliatamente. Avevo la bocca secca, e la testa pesante. Così tanto pesante che ebbi difficoltà addirittura a tirarmi su, appoggiandomi sui gomiti.
Battei le palpebre un paio di volte, ma questo non fece altro che provocare l'ennesimo giramento di testa.
Lo stomaco mi sembrava come stretto da due potenti mani.
Cercai di respirare, ma appena presi fiato, fui costretta a chinarmi di lato per rimettere.
Sporcai le bianche lenzuola di quel letto enorme, e un pensiero mi travolse subito: lo avrei anche dovuto pulire.
Poi mi misi esausta una mano sulla faccia, cercando di svegliarmi.
Solo allora mi guardai intorno, e focalizzai quella stanza. Enorme. E sconosciuta.
Cercando di ignorare il vomito accanto a me, mi misi a sedere, dopo aver trovato l'equilibrio.
Provai a ricordare.
Come ci ero finita lì?
Che posto era?
Cominciai dalle cose più banali.
Mi chiamo Allison Morris. Studio scienze della comunicazione. Voglio fare la giornalista. Sono una ragazza. Vivo a Londra. Pago l'affitto a un uomo che si chiama Adam. Lui vive con me, insieme a Amy e Logan. Mio fratello si chiama Haydn. La mia migliore amica Maya. Ieri sono uscita con un tipo che si chiama Bradley. Siamo andati a una festa. Alla festa c'era Harry Styles. Ci siamo baciati. Gli ho urlato in faccia. Mi sono ubriacata.
Tutto cominciava ad avere un senso.
E capii che in nessun modo mi sarei ricordata come avevo fatto a finire in quella stanza, in quel letto.
Avevo ancora i vestiti della sera precedente, e accanto al letto erano adagiate ordinatamente le mie scarpe, il mio telefono cellulare, e la mia borsetta.
Mentre continuavo a riprendere conoscenza, quella stanza cominciava a mettersi a fuoco nella mia testa.
Deglutii.
Stanza grande.
Mobili ordinati secondo uno stile inconfondibile.
La risposta poteva essere solo una.
Che ci facevo a casa di Harry Styles?

 
Cercai di riprendermi, e feci lo sforzo di poggiare i miei piedi scalzi sul lucido pavimento.
Tutto era surreale.
Soprattutto, se io ero a casa Styles, dov'era Harry?
Alzarmi in piedi fu molto più complicato, e quando pensai di avercela fatta, vomitai nuovamente sulle coperte.
Alzai meccanicamente gli occhi al cielo, ma questo provocò l'ennesimo giramento di testa, e quasi persi l'equilibrio.
Quando mi assicurai di avere tutto sotto controllo cominciai a camminare lentamente per quella camera, in cerca di qualcosa, e per osservarne ogni particolare.
Nonostante Harry fosse cresciuto e diventato una superstar internazionale, il suo stile era rimasto semplice, con qualche ridicolo e inutile fronzolo, ma non mi sarebbe mai sfuggito.
Mi muovevo a malapena con quel vestito, ma non avevo alternative.
Passai poi davanti un enorme specchio, che rifletté la mia stanca immagine.
Il trucco era colato, e avevo anche le mani nere, sporche di mascara. Probabilmente avevo passato la notte a sfregarmi gli occhi.
I capelli erano schiacciati sulla cute, ed ero anche abbastanza sudata. Gli occhi quasi chiusi e due profonde occhiaie, avevo avuto momenti migliori.
Troppo presa dall'inquietante immagine, ci misi un po' a notare un bigliettino, scritto a mano e posato sul comò sotto lo specchio.
Lo presi tra le mani, che ancora tremavano, e cercai di mettere a fuoco le lettere.

Non sono in casa. Usa tutto quello che ti serve, prendi tutto quello che vuoi.
Fa come se fossi a casa tua. Ci vediamo presto.
xxx H.


Scrivere il suo nome per intero sarebbe stato troppo faticoso?
Sbuffai automaticamente, ed ecco che la testa girò un'altra volta, e sentii il pavimento abbandonare i miei piedi.
Caddi a terra, e svogliatamente mi rialzai.
Non solo mi ero inaspettatamente ritrovata a casa di Harry, ma gli avevo anche vomitato per ben due volte sulle lenzuola pulite.
Respirai profondamente, cercando di avere il pieno controllo su me stessa, e poi decisi che era il momento di agire.
Se potevo fare come se fossi a casa mia, avrei cominciato con una doccia.
Ma prima, avrei dovuto cercare il bagno.
Con mia sorpresa, trovai la stanza desiderata aprendo la prima porta. C'era una gigantesca vasca a idromassaggio, e la doccia non era da meno; all'interno del sanitario c'erano una decina di pulsanti elettronici, per le varie opzioni della doccia.
Non ne fui sbalordita; tutto questo, era tipico di Harry.
Senza indugi mi sfilai i vestiti e entrai dentro la doccia. Premetti qualche pulsante a caso, ma il risultato fu più che rilassante.
Mi lavai i capelli; a casa di Harry, i prodotti per capelli non mancavano di certo.
Rimasi per molto tempo sotto la doccia, perché stavo immensamente bene lì sotto.
Alla fine uscii, e mi asciugai con il primo accappatoio che trovai. Solo dopo essermi asciugata per bene ogni parte del corpo realizzai che probabilmente quel capo apparteneva ad Harry.
Allontanai da me l'idea del corpo nudo del riccio avvolto da quell'indumento, e andai alla ricerca di qualcosa da indossare.
Tornai nella stanza, ma notai che non c'era un armadio. Aprii una porta, e trovai un corridoio. Poi ne aprii un'altra, e ne restai sbalordita.
Un'intera stanza completamente dedicata ai vestiti del cantante.
-Qualcuno ci potrebbe anche dormire qui.- commentai.
Cercai di convincermi che tutto questo fosse normale per una persona con molti soldi, e mi misi alla ricerca di qualcosa da indossare.
Trovai una maglia bianca, con il logo dei Rolling Stones sopra. Ecco che mi tornò alla mente Will: lui aveva sempre invidiato lo stile di Jagger, e il modo di scrivere di Richards. Mio fratello e lui erano convinti che un giorno sarebbero diventati come loro.
Afferrai la maglia e la indossai, cercando di allontanare ogni pensiero.
Poi cercai dei pantaloni, e trovai dei bermuda abbastanza larghi, ma non troppo: Harry aveva sempre avuto delle gambe molto magre.
Finito di vestirmi, decisi di andare ad ispezionare quella gigantesca casa.
Dopo una ventina di minuti ero riuscita a girare per tutte le stanze. Ero curiosa, tutto qui.
A parte la vastità di quella casa, era abbastanza semplice. L'arredamento era moderno, e non mancavano le numerose novità elettroniche del momento.
Trovai addirittura un cassetto, nel salone, pieno zeppo di telefonini.
Mi chiesi poi che cosa potesse farsene un ragazzo diciannovenne di tutte quelle cose. Da solo.
Insomma, a me sarebbe bastato anche un decimo di quella casa per vivere.
Decisi alla fine di aspettare Harry. Mi sdraiai sul divano.
Cercando di smaltire ancora la sbornia della sera prima, mi addormentai all'istante.


Mi risvegliai a causa dell'estremo caldo. Solo dopo mi accorsi che ero io a sudare, a causa dei troppi divertimenti della sera prima.
Non mi sentivo affatto bene, ma me l'ero andata a cercare.
Harry a quanto pare non era ancora tornato.
Diedi uno sguardo al grande e moderno orologio da parete: le tre e mezza, di pomeriggio.
Scossi la testa, non era possibile.
Dov'era Harry?
Stufa di aspettarlo, decisi di racimolare le mie cose, e di andarmene.
Presi tutto e, furiosa, mi diressi verso la porta principale.
Abbassai la maniglia.
Nulla.
Riprovai.
Nulla.
Cercai delle chiavi, ovunque.
Nulla.
Allora provai con la porta finestra che dava sul giardino.
Neanche quella.
Solo allora realizzai il piano di Harry: chiudermi dentro casa sua, come una prigione.


Non poteva essere vero. Perché?
Ma la colpa era mia.
Se non mi fossi mai ubriacata, se non mi fossi mai abbandonata ad Harry, ora non sarei stata in questa situazione.
In realtà ero io che me l'ero andata a cercare. Io cercavo Harry. Io andavo da lui.
Inutile che gli continuassi a dire di uscire dalla mia vita, quando io mi rifiutavo di uscire dalla sua.
Stufa di tentare di aprire la porta tornai sul divano, e cominciai a fare zapping con il telecomando dell'enorme televisore di fronte a me.
Era strano comportarsi davvero come se fossi stata a casa mia. Ma mi sentivo a mio agio.
E poi, ero troppo arrabbiata con me stessa per farmi scrupoli.
Dopo una quindicina di minuti, il telefono squillò, interrompendo quella monotonia.
-Pronto?- mi catapultai a rispondere, menefreghista del fatto che quel telefono non fosse mio.
-Tu. Non. Sei. Harry.- scandì bene una voce, sorpresa e delusa.
Inutile dire che la riconobbi subito. Il suo tono di voce era inconfondibile.
-No Louis, perspicace.- commentai subito.
Cominciò a ridere istericamente.
-Bene, potresti passarmi Harry?- chiese subito. -O siete troppo impegnati a...?- aggiunse maliziosamente.
-Louis.- lo ammonii subito, alzando la voce. Scoppiò a ridere, il che mi rese ancora più nervosa. -Lui non è qui. Non è mai stato qui.- dissi furiosa.
Lo sentii boccheggiare.
-E allora dov'è?- domandò esasperato.
-Non è con voi?-
-No, ha detto che sarebbe rimasto a casa a badare a te.-
-Badare a me?- chiesi stupefatta. Perché voleva badare a me?
-Certo, lui ha chiesto di portarti a casa, e ha preteso che fosse lui a farlo. Ma ora non capisco dove possa essere.- aggiunse.
Harry quindi si era preso la mia responsabilità?
-Prova a chiamarlo al cellulare.- suggerii, cominciando a preoccuparmi seriamente.
Scoccò la lingua sul palato.
-E' staccato. E lui non lo stacca mai.-
-Pensi sia successo qualcosa di grave?- mi affrettai a chiedere, rivelando la mia paura.
-Sì.- disse subito. -Nella sua testa.-
-Che intendi?-
-Lo sai.-
Lo sapevo?
Sì, forse sì. Ma di certo non ero io la causa. Stava facendo tutto da solo.
-Che cosa intendi fare ora?- chiesi, cercando di cambiare argomento.
Sospirò.
-Aspetterò.- ammise.
Poi seguì un lungo silenzio.
-Scusa, Lou- cominciai. -Ma come faccio ad uscire di qui?- domandai.
Scoppiò a ridere, di nuovo.
-Se non riesci ad aprire la porta rinunciaci. Harry ha un sistema di antifurto impeccabile. Se ha chiuso la porta, nessuno entra o esce senza le chiavi. Tu sarai costretta ad aspettarlo, quando tornerà.-
Fui presa da panico.
-Lou, domani ho lezione, e lavoro, non posso stare qui a vita.-
-Tranquilla, lui tornerà. Non è un incosciente.-
Poi ci salutammo, promettendo che ci saremmo chiamati se mai avessimo avuto novità.
Sperai con tutta me stessa che Harry riflettesse, e capisse che scappare non era un'alternativa valida. E che doveva tornare a casa. Assolutamente.
Mi misi in testa che ormai la mia unica opzione era quella di aspettare il riccio.
Andai in cucina e mi rimediai qualcosa da mangiare.
Guardai altra televisione.
Feci qualche altro giro della casa.
Si fecero le sei.
Di Harry ancora nessuna traccia.
Allora decisi di guardarmi un film, e cercai tra lo scaffale dei dvd sopra la televisione.
Aprii anche qualche sportello. Poi, ne trovai uno colmo di roba interessante.
C'era un'etichetta sopra che diceva ''Harry's memories''.
Ne fui subito affascinata.
C'erano decine di dvd, con la copertina bianca, e una scritta con pennarello blu su ognuna.
Su alcune potevi trovare un ''Harry, 3/5 years'' su altre nomi come ''13rd birthday''.
Ma una, ovviamente, mi attirò più delle altre: ''White Eskimo's esibitions and secrets''.
Non riuscii a resistere alla voglia di prendere il video, infilarlo nel videoregistratore, e farlo partire.
Sapevo che era sbagliato, ma tecnicamente Harry mi aveva detto di prendere ogni cosa di cui avevo bisogno, e di fare come se stessi a casa mia. E così feci.
Tornai ad accomodarmi sul divano lì di fronte, aspettando che il video cominciasse, emozionata.

Partì una prima sequenza.
Quattro ragazzi, che avevano su per giù tredici anni, suonavano una canzone rock. Se la cavavano, ma nulla di eccezionale.
Il batterista sbagliava ogni nota, il chitarrista non riusciva a far funzionare l'amplificatore, il bassista doveva ancora capire come impugnare un basso, e il cantante non era in grado di raggiungere le tonalità più alte.
Alla fine della canzone i ragazzi scoppiarono a ridere e si abbracciarono, speranzosi e fiduciosi nel loro futuro.
Erano felici, e sapevano che avrebbero fatto grandi cose un giorno.
Lo schermo divenne nero, e un'altra sequenza partì, simile alla prima.
I ragazzi stavano crescendo, e pian piano diventavano sempre più bravi.
Erano più seri ora mentre suonavano, ma si divertivano da pazzi. Perché erano amici, uniti dalla musica.
Finì anche la seconda e cominciò la terza.
Di nuovo i ragazzi che suonavano.
Di certo ora avevano all'incirca quindici anni.
Il chitarrista si fermò nel bel mezzo della canzone e azzittì gli altri.
-Che hai?- gli chiese il cantante riccio.
-Aspettate- spiegò l'interruzione l'altro. -Allie?- urlò a gran voce.
-Dai ti prego, no.- lo supplicò il riccio, ma l'altro scoppiò a ridere.
Si intromise anche il bassista. -Avanti Haydn, lo sai che poi Harry si emoziona.- scherzò.
-Falla finita.-
-Avanti Harry, è solo mia sorella.- continuò Haydn, e la richiamò.
Dopo qualche secondo, una ragazza apparve.
Indossava un paio di occhiali da lettura, ed era vestita da casa, con una larga tuta. Capelli sciolti e arruffati, e una penna ancora in mano.
-Che c'è?- domandò irritata.
-Ascolta questo e dacci un parere.- spiegò il fratello.
-Dai Haydn, sto studiando.-
-Come se fosse una novità.- incalzò il fratello.
-Non litigate.- si intromise il bassista.
La ragazza alzò gli occhi al cielo e fece cenno alla band di cominciare a suonare.
Suonarono un vecchio pezzo. Stavolta però ci fu qualcosa di diverso.
Il cantante prese ogni nota, e sorrideva mentre cantava. E teneva i pugni serrati, come se fosse sotto pressione. Non aveva mai cantato così bene.
Finirono, e tutti si voltarono verso la ragazza, aspettando un verdetto.
Lei prese un respiro. -Diciamo che se vi iscriveste ad un talent show, io voterei per voi.- ammise.
Tutti sorrisero, compreso il cantante.
-Dirci che siamo bravi e basta no?- incalzò divertito il batterista, che prima di allora non aveva ancora preso parola.
-No, Will. Poi vi montereste la testa.- spiegò la ragazza, arrossendo leggermente. Il batterista le sorrise dolcemente, e lei distolse subito lo sguardo imbarazzata.
Poi portò lo sguardo alla telecamera.
-Ma state registrando?- chiese stupita.
Il bassista annuì e le mise un braccio attorno al collo, fiero. -Questi video sono per i posteri. Quando noi saremo stelle di fama internazionale tutti pagheranno oro per averli.- spiegò con la voce sognante.
La ragazza scoppiò a ridere. -Torno a studiare.- disse, e si dileguò.
-Come se fosse una novità.- le urlò dietro il fratello.
Una volta rimasti soli, Will guardò Haydn, interessato. -Carina tua sorella.-
-Vero Harry?- incalzò Nick divertito.
Harry arrossì. -Torniamo a suonare dai.-
Risero tutti e suonarono di nuovo, tornando a ridere e scherzare come prima.
Finì anche questa sequenza e ne iniziò un'altra.
Stavolta però l'atmosfera era diversa.
I ragazzi non stavano più suonando. Erano in una camera, abbastanza scura. In pigiama.
Il riccio, Harry, teneva in mano la videocamera, e accanto a lui stava il suo migliore amico, Will Sweeney.
-Ciao a tutti- disse Harry.
-Siamo i White Eskimo!- urlò Nick da dietro, ma Harry lo azzittì con un volgare gesto, ridendo.
-Non fate caso a lui- aggiunse Will. -Noi due siamo gli unici sani del gruppo.- aggiunse alla videocamera, indicando l'amico.
-E anche i più belli- disse divertito l'altro.
Quei due si volevano bene, si vedeva da come ridevano e scherzavano davanti l'obiettivo, senza mai dire nulla di concreto e reale.
Poi si avvicinarono alla videocamera e cominciarono a sussurrare.
-Non lo dite a nessuno.- disse per primo Will.
-Ma lui è quello che preferisco.- ammise Harry, indicando il ragazzo accanto. Ed ecco che scoppiarono a ridere, di nuovo.
-Ehi, figli di puttana, vi sentiamo.- urlò Haydn.
Poi la telecamera fu spenta, e si cambiò nuovamente sequenza.
Questo era un concerto, e c'era il pubblico.
La band suonava Summer of '69.
Alla fine della canzone, la sorella del chitarrista fu invitata sul palco.
Il batterista ammise di essere innamorato di lei.
Ci furono urla e incoraggiamenti dal pubblico.
Lei salì sul palco.
I due si baciarono.


Il televisore tornò scuro, e capii che il video era finito. Quell'esibizione, che ricordavo perfettamente, era stata l'ultima dei White Eskimo.
L'ultima volta che quei ragazzi così uniti avevano suonato insieme.
Quello fu uno dei giorni più belli della mia vita.
Ma vedere quel video, aveva solo peggiorato le cose.
Il modo in cui Will si era rivolto a me, con la malizia di sempre.
E il modo in cui Harry evitava il mio sguardo, mentre ora non faceva altro che cercarlo, scrutarlo, leggerlo.
Ma una cosa mi colpì più delle altre; Will e Harry erano migliori amici, e non riuscivo a togliermi dalla testa l'idea che fosse stata tutta colpa mia.
Che avessi messo fine a una spettacolare amicizia.
Erano uniti dalla passione per la musica, e da un unico sogno. Erano convinti che avrebbero conquistato il mondo, insieme.
Harry ce l'aveva fatta; ma come aveva potuto dimenticarsi di tutti gli altri?
Tutte queste domande continuavano ad assalirmi, mentre non facevo altro che sentirmi in colpa.
Mi alzai e spensi il televisore e il videoregistratore, e riposi ogni cosa al suo posto, e pensavo al passato. A come mi sarebbe piaciuto tornare indietro e cambiare alcune scelte.
Comportarmi in modo diverso.
Mi addormentai.


Sentii dei passi sul vialetto e mi svegliai di scatto.
Una voce di sottofondo.
Harry doveva essere tornato.
La porta si aprì, e io mi diressi furiosa a grandi passi verso di essa, e verso il nuovo arrivato.
-Ma ti pare il modo?- urlai, incolpandolo di avermi lasciato lì, e sfogando la mia rabbia.
Lui rimase sulla soglia. A guardare il basso. Colpevole. Come se aspettasse la solita ramanzina. Mi faceva parlare, ma non mi ascoltava davvero.
Era come se volesse dirmi qualcosa, qualcosa di tanto spiacevole.
-Mi chiudi in casa tua, e non ti fai vedere tutta la giornata? Eravamo tutti preoccupati.- continuai a dire.
E lui stava zitto. -Non dici nulla?- incalzai.
Teneva la porta aperta.
-Ora puoi andare.- disse e basta, scandendo ogni parola.
Non dandomi il via libera, ma bensì un ordine.
Lo guardai confusa.
Poi capii; sporgendomi di più a guardare dietro di lui, nascosta in un angolo, c'era una ragazza.
Bionda, che mai avevo visto prima.
E che ora aspettava di entrare nella casa del riccio.
Lo guardai sorpresa.
-Congratulazioni, Harry. Hai vinto il premio per il miglior stronzo d'Inghilterra.- affermai delusa.
Deglutì.
-Mi dispiace.- sussurrò.
Scossi la testa, incredula. Lo scavalcai, cercando una via d'uscita, e lui mi lasciò uscire.
Stavo dimenticando tutto a casa sua, ma me lo sarei ricordato solo in seguito.
Poi mi ricordai una cosa, e mi voltai nuovamente verso di lui. -Ah, una cosa- cominciai. -Buon compleanno, Harry.- augurai, e me ne andai, furiosa.

Solo un pensiero riusciva a rallegrarmi in quel momento: nessuno aveva ancora pulito il mio vomito sulle lenzuola linde del riccio.


***
Okay,
il capitolo è di passaggio.

E fa schifo.
Ma dovevo mettervelo prima che partissi.
E serviva all'interno della storia.
Spero vi sia piaciuto, davvero.
Il prossimo purtroppo arriverà molto più in là.
Probabilmente o l'11 o il 12.

Passando alla storia
Harry sta facendo lo stronzo.
Decisamente.
Però sta tentando di dimenticare Allison.

Nel prossimo capitolo le cose non saranno molto movimentate,
quindi non aspettatevi niente di che.

Ora vado a scrivere anche l'altra ff,
mi farebbe piacere avere un vostro parere.
Mi dileguo.

Su twitter sono:
@taysmuffjn

XXX
harrehs


 

  
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