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Autore: I Fiori del Male    03/08/2013    2 recensioni
Di tutte le cose create dall'uomo capaci di scuotere l'anima forse la più efficace è la musica. Attraverso essa nascono sentimenti, pensieri, azioni. Eppure spesso avviene il processo contrario, e dalla gamma di sentimenti, pensieri, azioni che ciascuno è in grado di essere può nascere una melodia. Oscar e André e tanti altri che noi conosciamo, immersi in un mondo fatto di note. Questo è quel che leggerete.
AVVISO: al momento, la storia è a rating verde e priva di particolari note, ma dato che non si sa mai dove può andare a parare un autore, sappiate che potrei decidere di cambiare entrambe le cose, in base a dove mi porterà la storia. :)
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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D’AMORE E DI MUSICA

-2-

 

Oscar camminava per il corridoio il più velocemente possibile, rigida come un manico di scopa, chiedendosi come fosse possibile che il corridoio si fosse riempito proprio a quell'ora in cui non c'era mai nessuno.

Non poteva piangere. Quello era un collegio maschile, dove i ragazzi imparavano a essere uomini, acculturandosi, esercitandosi nel combattimento e nella caccia, doti fondamentali per un nobile rispettabile e ancor più necessarie per lei, che secondo i desideri del padre avrebbe un giorno dovuto prendere il posto di generale delle guardie reali. Non c’era spazio per le lacrime, una debolezza esclusivamente femminile.

Represse il pianto fin quando non si chiuse la porta della camera alle spalle, poi crollò sopra di essa accasciandosi a terra, e si abbandonò ai singhiozzi. Perché lui la stava guardando proprio come quella volta, come si guardava una ragazza, e lei se n’era accorta. Anche se le faceva piacere essere vista per quel che era davvero, sapeva che non doveva accadere, le avrebbe dato solo qualche illusione in più per alimentare quell’amore che non le era concesso vivere. E lei non voleva soffrire ancora, era già abbastanza vivere la vita di un uomo col cuore di una donna.

 
André non sapeva che fare. Restò lì impietrito per qualche secondo, tentando di capire cosa fosse accaduto, fin quando si rese conto che una risposta non c’era, perché lui non stava nella testa di Oscar, i suoi veri pensieri li conosceva solo lei. Mosse qualche passo, avvicinandosi al pianoforte, anzi a quello spartito abbandonato su di esso. Malgrado quanto accaduto, proprio non voleva saperne di lasciarla perdere,  e quei pochi fogli avevano su scritta una melodia che quasi certamente era sua e che quindi parlava di lei. Un’altra cosa da scoprire.

Si sedette di fronte alla tastiera, accomodando i fogli sul leggio, e prese a suonare seguendo il testo.

Non era bravo quanto lei, lo sapeva. Malgrado la musica fosse una disciplina scolastica del collegio, in pochi riuscivano ad accostarvisi con naturale bravura come Oscar. I più eccellevano nell’arte della spada o della pistola, lui stesso tirava di scherma con sorprendente abilità, ma il foglio che aveva di fronte era stato scritto da lei e questo era sufficiente perché lui decidesse quantomeno di tentare.

All’inizio, i suoni vennero fuori un po’ stentati. Suonò l’intero spartito una prima volta, cercando di assimilarlo per poterlo suonare in maniera più scorrevole, per poi riprovare un’altra volta, e poi di nuovo fin quando non si sentì abbastanza sicuro di aver mandato a memoria tutte le note. Infine, decise di provare a suonare sul serio e ciò che ne venne fuori lo sconvolse: non era solo una bella melodia, scritta con abilità. C’era qualcosa di più che lo catturava, che rendeva suo quell’incrocio di note, allegro e al tempo stesso calmo, d’un tratto felice e poi ancora triste, in un’altalena di emozioni che sentiva sua perché lo accompagnava ogni giorno, ogni momento passato a tentare di raccogliere un barlume del suo sorriso, perché lei sorrideva a stento e solo in solitudine.

Inseguire il suo sorriso era come ... inseguire un miraggio, dopo averlo visto una prima volta, sperando che si ripresenti portando con se le medesime, meravigliose emozioni che ha suscitato in noi. Difficile, faticoso, anche se da qualche parte dentro di noi sappiamo che non è impossibile,  e per questo andiamo avanti. Ecco, cercare il suo sorriso era così, un miraggio che si presentava solo al tramonto, in una sala vuota arredata di musica. Ma quello spartito sapeva di lei, e poteva immaginarla, vedere con chiarezza il suo viso mutare a ogni nota come faceva sempre, e sorridere e poi piangere e sorridere ancora, e chiudere gli occhi e riaprirli e scorrerli sulla tastiera, sullo spartito, nella sala attorno, senza rendersi conto che lui stava facendo la stessa cosa.

D’un tratto finì. André si accasciò per un attimo sulla tastiera, come svuotato di ogni energia, chiedendosi ancora una volta il perché di quella reazione gelida alla sua presenza, un perché che non fosse solo una sua congettura. Era necessario perché potesse capirla e starle vicino. Un desiderio che aveva avuto fin da quando ...

Settembre 1773

La campagna parigina è certamente più fresca, ma nulla lascia presagire l’arrivo della stagione fredda lì, ad Arras, dove sorge il collegio maschile La Victoire, poiché ancora si possono vedere fiori dappertutto. È un trionfo di luce e colori che mette davvero poca voglia di studiare, e André non è certo diverso dagli altri. D’altronde, è sempre stato un tipo piuttosto socievole, e l’idea di studiare da solo in casa lo ha sempre ripugnato, al punto di chiedere lui stesso, al padre, di iscriverlo in quella scuola, a quindici anni. 

Ovunque si giri, c’è qualcuno che lo saluta sorridendo, agitando le mani con energia, chiedendogli di come ha passato le vacanze, se è riuscito a conquistare qualche bella ragazza, se qualcun altro ha osato sfidarlo a colpi di spada, considerando la sua bravura divenuta più che celebre ... e lui risponde, con altrettanto entusiasmo, fino a quando qualcosa non cattura la sua attenzione.
O meglio, qualcuno.

Perché quel ragazzo è davvero strano. Nessuno gli parla. Nessuno gli chiede come sta, come ha passato le vacanze, eppure tutti lo guardano e anziché trovare il disprezzo negli sguardi che gli vengono rivolti, come ci si aspetterebbe da un simile atteggiamento, tutto quello che vi si legge è curiosità. André lo conosce già. Tutti lo conoscono, Oscar François de Jarjayes, e d’altronde la sua famiglia è una delle più rinomate di Francia, suo padre è nientemeno che il generale delle guardie di Sua Maestà, ma non è certo la sua posizione sociale a destare curiosità, anche perché per frequentare quel collegio è necessario appartenere ad una famiglia d’alto rango.

Quello che lascia tutti senza parole è il suo aspetto. Chiunque definirebbe Oscar “bello”, considerando quel complimento allo stesso tempo riduttivo. Ha una grazia nel muoversi e nel rapportarsi con gli altri senza pari, da far sembrare tutti gli altri dei maiali rivestiti, dei bifolchi che giocano a fare i nobili. Suscita ammirazione, rispetto e anche una certa dose di paura, quando ti punta addosso i suoi occhi azzurri come il mare e taglienti come lame, senza proferire parola, quasi a studiarti, a soppesarti. In più, eccelle in tutte le discipline trattate in collegio, si tratti di semplice cultura o di scherma o di caccia o di equitazione. Quel che più sconvolge però delle sue abilità è l’affinità con  la musica ... insomma, un vero genio.

André, come tutti gli altri, scopre il suo sguardo inspiegabilmente attratto da quella figura, ma a differenza di tutti gli altri vede la sua occhiata ricambiata. In un attimo, Oscar si volta verso di lui, come disturbata dal suo modo di fissarlo in particolare, e gli punta gli occhi addosso. È solo un momento, ma André sente il sangue gelarsi nelle vene. Solo qualche mese dopo, a gennaio, si renderà conto di chi ha di fronte, capitando per caso di fronte alla sua musica. Solo allora ricomincerà a cercare il suo sguardo e il suo sorriso, il suo volto e il suo corpo, di volta in volta anelando a qualcosa di sempre maggiore, impossibile da compiersi  con altre se non con lei.

Il sole era ormai tramontato, quando André decise di lasciare l’aula di musica, determinato a fare qualcosa, anche se non sapeva ancora di preciso cosa.

La luna era appena sorta quando Oscar, per quanto sconvolta, si lasciò scivolare nel mondo dei sogni, l’unico dove il suo sentimento esisteva, dove il suo amore viveva alla luce del sole.
   
 
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