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Autore: Shine_    04/08/2013    18 recensioni
Zayn Malik insegna nella scuola elementare di Bradford, è il maestro più giovane ed ha soli ventun'anni.
Ogni fine mese gli vengono recapitati dei fiori con un biglietto anonimo in cui è riportato un pezzo di ogni sua poesia preferita.
Liam Payne ha un sogno nel cassetto, frequenta la facoltà di musicologia al King's College di Londra.
Ogni fine mese torna a casa dalla sua famiglia e non manca mai di passare dal fioraio per comprare un mazzo di fiori allegando l'indirizzo di una scuola, un nome ed un messaggio anonimo.
[Ziam, ovviamente.]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

 

 

 

Ventiquattresimo capitolo:

 

 

 

 

 

Liam cercò di prendere dei grossi respiri per calmarsi, il pacco tra le sue mani che sembrava pesare come piombo.

Era il primo di febbraio, era tornato a casa e ci aveva pensato tutta la notte al discorso di Louis e al fatto che si stava “fasciando la testa prima di rompersela”. La mattina si era svegliato deciso e prima che potessero iniziare le sue paturnie era corso a prendere quella cosa importante che ora stringeva tra le mani.

Suonò il campanello sentendo il cuore in gola al: - Arrivo.-  gridato dal padrone di casa, spostò il peso del corpo da un piede all’altro arrossendo nel momento in cui la porta si aprì rivelando uno Zayn assonnato con una maglietta a maniche corte e dei pantaloni della tuta che gli andavano larghi.

- Oh.- lo vide sbarrare gli occhi e spostarsi invitandolo ad entrare.

- Devo.. devo parlarti.- mormorò tenendo lo sguardo sul pacco ancora troppo nervoso per incontrare gli occhi nocciola del moro.

- V-Va bene.. quel.. quel pacco.. vuoi darlo.. a me?- annuì porgendoglielo con un sorriso tirato mentre l’altro sussurrava tra sé e sé: - Dobbiamo sederci assolutamente. Non riuscirò a reggermi in piedi.-

Lo seguì nel salotto osservando meravigliato il tavolino che non aveva mai avuto occasione di vedere, la rosa color lavanda al centro di tutto. Il primo fiore che gli aveva regalato come Liam e non come anonimo che sembrava risaltare su tutti gli altri.

Spostò lo sguardo su Zayn che metteva il pacco sul tavolino senza aprirlo e appoggiava la testa contro la spalliera del divano chiudendo gli occhi.

- Ho.. credo di aver bisogno di.. un momento per..- annuì slacciandosi il giubbino per posarlo sulla poltrona. - No, non importa. Ho aspettato troppo.- si morse le labbra fissando gli occhi quasi lucidi dell’altro che aspettava le sue parole.

- Io.. non so.. da dove cominciare..- mormorò spostando lo sguardo su uno strano soprammobile.

- Dimmi quello che..- mosse una mano interrompendolo e borbottò: - Non m’interrompere o non riuscirò a concludere nulla.-

Quando il moro annuì prese un altro respiro e si decise a parlare: - è una storia davvero molto lunga. Andavamo a scuola insieme, e questo ormai l’hai capito.- ridacchiò nervoso passandosi una mano nei capelli corti. - Sei entrato con due minuti di ritardo durante la prima lezione di matematica, e ti sei seduto nell’unico posto rimasto libero davanti alla cattedra.-

- Come fai a ric..-

- Ed è stupido, è la cosa più stupida di questo universo ma la stanza si è.. illuminata quando sei entrato tu.- si passò una mano sul viso completamente rosso e continuò: - Ho una cotta per te da quando sei entrato in quell’aula con due minuti di ritardo, tutto affannato per la corsa, perché avevi perso l’autobus.-

Fissò la rosa color lavanda con un sorriso e riprese a parlare non riuscendo più a fermarsi: - Ti ho osservato in silenzio per anni, Zayn. Solo al quarto ho deciso di fare qualcosa perché.. volevo vederti sorridere.. non.. non so cos’era successo ma eri.. spento. E io volevo solo vedere quel sorriso che mi aveva fatto innamorare di te. Sono innamorato di te, sono completamente innamorato di te.- si avvicinò a lui inginocchiandosi tra le sue gambe sorridendo tra le lacrime.

- D-Davvero?- annuì stringendogli le mani e rispose: - Mi dispiace di averti fatto aspettare tutto questo tempo, mi dispiace di non aver trovato il coraggio prima, mi dis..- si bloccò perché Zayn si era lasciato scivolare giù dal divano per essere di fronte a lui e lo stava abbracciando.

- Sei tu che mi hai riempito l’armadietto di bigliettini?- lo guardò negli occhi passandogli una mano sulla guancia bagnata.

- Sì, Zayn.-

- Sei tu che mi hai mandato fiori tutto lo scorso anno e questo?- strinse le dita tra i suoi capelli neri appoggiando la fronte contro la sua.

- Sì, sono io.- sussurrò contro le sue labbra accarezzandogliele dolcemente con le sue.

Lo osservò mentre si staccava e si cancellava le lacrime con il pugno indicando il pacco sul tavolino.

- E quello cos’è?- si allungò prendendolo e porgendoglielo con un sorriso.

- Aprilo e lo scoprirai.- lo guardò attentamente mentre annuiva indeciso scartandolo.

- Potrei avere una.. strana reazione.. quando.. scoprirò cosa.. cosa c’è dentro..- mosse le dita tra i suoi capelli sedendosi sul tappeto subito seguito dall’altro che tolse il coperchio saltandogli nel momento successivo tra le braccia.

- Ti piacciono?- chiese sentendolo annuire velocemente contro il suo petto e singhiozzare: - I bucaneve.-

Gli prese il mento tra le dita obbligandolo a staccarsi dalla sua spalla, gli cancellò le lacrime con una manica e gli baciò le palpebre.

- Non devi piangere, Zayn.-  sussurrò muovendo il pollice sulla sua mascella.

- Non ci riesco.. tu sei.. sei la persona che..sto aspettando da tutta la vita e..- lo abbracciò forte lasciandolo piangere e bagnargli tutta la maglietta mentre gli accarezzava dolcemente la schiena per calmarlo.

 

 

 

Dopo una mezz’ora di pianto erano accoccolati sul divano, Zayn che continuava a parlare sdraiato sopra a Liam che soffocava le risate contro i suoi capelli.

- La professoressa Dover non era male, però..- scosse la testa accarezzando il petto del moro che guardò oltre la sua spalla con un’espressione confusa.

- Perché tu amavi disegnare e lei amava te.- spiegò baciandogli il collo sentendolo agitarsi tra le sue braccia trovandolo subito dopo con il petto contro il suo.

- Ed eri anche in quell’aula.- annuì nonostante il ragazzo non l’avesse posta come domanda ma come semplice affermazione. - E io non ti ho mai visto. Perché non ti ho mai visto?- fece spallucce lasciandosi accarezzare le guance dall’ormai ventiduenne che sorrideva felice.

- Mi sono sempre nascosto anch’io.. la colpa è di entrambi.- strinse le braccia attorno al collo di quello che iniziò a succhiargli il mento strusciandosi.

- Vogliamo recuperare?- sorrise divertito quando l’altro sgusciò via dalle sue braccia facendogli l’occhiolino.

- Qui?- lo osservò mentre scuoteva la testa indicando le scale alle sue spalle: - C’è un letto che non sa più di te.-

Scosse la testa quando lo vide salire velocemente i gradini, lo raggiunse sedendosi a cavalcioni su di lui baciandogli dolcemente il collo sentendolo sospirare ed aggrapparsi alle sue spalle mentre lo spingeva a sdraiarsi.

- Però questa volta..- lo zittì con un bacio staccandosi ed annuendo: - Faccio io.-

Gli sfilò la maglietta lasciandosi togliere la sua e gli abbassò i pantaloni mentre l’altro lo aiutava sollevando il bacino.

- Però io non sono..- lo interruppe succhiandogli il labbro inferiore e seguì con la lingua la fila di denti.

Si slacciò i jeans spingendoli fino alle caviglie, si tolse le scarpe e lo sentì ridacchiare quando iniziò ad ondeggiare su una gamba perdendo quasi l’equilibrio.

Aprì lo stesso cassetto del mese prima prendendo il lubrificante e un pacchetto di preservativi vedendo l’occhiata confusa del moro a cui rispose con un semplice: - Dobbiamo recuperare.-

Gli tolse i boxer bianchi liberandosi velocemente anche dei suoi, lo penetrò direttamente con due dita fredde ottenendo delle grida e dei graffi sulle spalle.

- Liam! Sono anni che non faccio passivo!- sorrise soddisfatto quando spingendo le dita in profondità riuscì a colpirgli il punto che lo lasciò con la bocca spalancata e un gemito spezzato.

Scartò un preservativo infilandoselo ed allargando le gambe del ragazzo che iniziò a lamentarsi non appena tolse le dita. Entrò in lui subito dopo sentendolo stringersi attorno a lui e gemere sprofondando la testa nei cuscini.

Si mosse lentamente dentro di lui, lo sguardo sul suo membro che veniva accolto dal moro che si lasciava sfuggire gemiti sempre più rochi mentre muoveva il bacino per seguire il ritmo delle spinte.

Sospirò estasiato quando raggiunse l’orgasmo, uscì lentamente da lui sfilandosi il preservativo e buttandolo nel cestino accanto al letto.

- è stato.. intenso e.. intimo.- lo sentì ridacchiare mentre gli leccava il petto per pulirlo.

- Ti direi di esser pronto per il round due e tre ma.. credo tu mi abbia appena fottuto il cervello per sempre.- sorrise puntando le braccia accanto alla sua testa baciandolo teneramente.

- Puoi dormire, se vuoi.- mormorò spostando le sue attenzioni sul collo.

- Tu non scappi?- scosse la testa strofinando il naso contro la sua guancia e sussurrò: - Non me ne vado mai più.-

Non riuscì a smettere di sorridere quando Zayn si addormentò stringendogli un braccio.

 

 

 

 

Zayn si stiracchiò nel letto guardando la radiosveglia, era pomeriggio tardi ed era nudo e appiccicoso nel suo letto.

Si voltò verso il lato vuoto del letto sorridendo quando trovò un foglio con quella scrittura troppo famigliare.

« Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.

T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno. »

La finì di leggere con gli occhi lucidi, si trascinò fin nella doccia non riuscendo a smettere di sorridere nonostante gli fosse finito dello shampoo in bocca.

S’infilò un paio di boxer puliti e un paio di pantaloni della tuta che aveva rubato ad Harry anni prima e gli andavano ancora larghi e scese le scale raggiungendo la cucina.

Si avvicinò al ragazzo che stava trafficando tra i fornelli a petto nudo con solo le mutande addosso e strinse le braccia attorno al suo collo lasciandogli dei piccoli baci gongolando felice quando sentì il profumo del suo bagnoschiuma su quel ragazzo perfetto e suo.

- Non volevo svegliarti.- annuì spostando le braccia sullo stomaco del castano appoggiando le labbra sulla sua schiena muscolosa.

- Ti amo anch’io.- sussurrò contro la sua pelle riprendendo subito dopo a baciarla.

Allentò la stretta sentendolo girarsi tra le sue braccia e: - Mi dispiace di aver aspettato tutto questo tempo.-

Sorrise scuotendo la testa replicando sicuro: - Ora sei qui, è questo che conta.-

- E non me ne vado.- si alzò sulle punte ricambiando il bacio e in poco tempo si trovò seduto sul bancone della cucina con Liam che gli riempiva il petto di succhiotti e morsi mentre lui si aggrappava ai suoi capelli corti.

- Lo sapevo!- si staccarono velocemente trovandosi davanti un Harry tutto sorridente che li indicava ghignando: - Louis aveva ragione!-

Sentì Liam sbuffare e nascondere il viso contro il suo petto mormorando: - Deve per forza stare qui?-

Ridacchiò appoggiando le braccia sulle sue spalle accarezzandogli la schiena, sorrise al suo migliore amico e gli fece un cenno per invitarlo a lasciarli soli.

- Va bene, me ne vado.- baciò una spalla del castano quando lo sentì borbottare contro  la sua clavicola. - Però volevo solo complimentarmi con Liam che dopo.. all’incirca dieci anni si è deciso a..- prese un cucchiaio di legno lanciandolo al riccio che si ritirò velocemente lamentandosi.

- Liam?- sussurrò contro i suoi capelli sentendo un verso come invito a continuare. - Come hai fatto a trovare il coraggio?-

- Io..- lo guardò negli occhi curioso quando si staccò arrossendo e guardando le piastrelle. -.. ho capito che sei tu il mio coraggio.- strinse le braccia attorno al suo collo avvicinandolo di nuovo al suo corpo.

- Ti amo.- confessò contro il suo collo. - E ti ho aspettato per anni, e sono felice che tu sia qui.-

 

 

 

 

Angolo Shine:

Mi scuso dal profondo del mio cuore ziam per non aver aggiornato ieri.

Poi spero Liam si sia fatto perdonare, e la poesia che gli dedica questa volta è il sonetto XVII di  Neruda.

Il prossimo è l’epilogo.. çmç

Oh, e i bucaneve sono simbolo di speranza

Ci sentiamo mercoledì çmç

   
 
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