Le
parole che non ti ho detto
Ventiquattresimo
capitolo:
Liam
cercò di prendere dei
grossi respiri per calmarsi, il pacco tra le sue mani che sembrava
pesare come
piombo.
Era
il primo di febbraio, era
tornato a casa e ci aveva pensato tutta la notte al discorso di Louis e
al
fatto che si stava “fasciando la testa prima di
rompersela”. La mattina si era
svegliato deciso e prima che potessero iniziare le sue paturnie era
corso a
prendere quella cosa importante che ora stringeva tra le mani.
Suonò
il campanello sentendo il
cuore in gola al: - Arrivo.- gridato
dal
padrone di casa, spostò il peso del corpo da un piede
all’altro arrossendo nel
momento in cui la porta si aprì rivelando uno Zayn assonnato
con una maglietta
a maniche corte e dei pantaloni della tuta che gli andavano larghi.
-
Oh.- lo vide sbarrare gli
occhi e spostarsi invitandolo ad entrare.
-
Devo.. devo parlarti.- mormorò
tenendo lo sguardo sul pacco ancora troppo nervoso per incontrare gli
occhi
nocciola del moro.
-
V-Va bene.. quel.. quel
pacco.. vuoi darlo.. a me?- annuì porgendoglielo con un
sorriso tirato mentre
l’altro sussurrava tra sé e sé: -
Dobbiamo sederci assolutamente. Non riuscirò
a reggermi in piedi.-
Lo
seguì nel salotto osservando
meravigliato il tavolino che non aveva mai avuto occasione di vedere,
la rosa
color lavanda al centro di tutto. Il primo fiore che gli aveva regalato
come
Liam e non come anonimo che sembrava risaltare su tutti gli altri.
Spostò
lo sguardo su Zayn che
metteva il pacco sul tavolino senza aprirlo e appoggiava la testa
contro la
spalliera del divano chiudendo gli occhi.
-
Ho.. credo di aver bisogno
di.. un momento per..- annuì slacciandosi il giubbino per
posarlo sulla poltrona.
- No, non importa. Ho aspettato troppo.- si morse le labbra fissando
gli occhi
quasi lucidi dell’altro che aspettava le sue parole.
-
Io.. non so.. da dove
cominciare..- mormorò spostando lo sguardo su uno strano
soprammobile.
-
Dimmi quello che..- mosse una
mano interrompendolo e borbottò: - Non
m’interrompere o non riuscirò a
concludere nulla.-
Quando
il moro annuì prese un
altro respiro e si decise a parlare: - è una storia davvero
molto lunga.
Andavamo a scuola insieme, e questo ormai l’hai capito.-
ridacchiò nervoso
passandosi una mano nei capelli corti. - Sei entrato con due minuti di
ritardo
durante la prima lezione di matematica, e ti sei seduto
nell’unico posto
rimasto libero davanti alla cattedra.-
-
Come fai a ric..-
-
Ed è stupido, è la cosa più
stupida di questo universo ma la stanza si è.. illuminata
quando sei entrato
tu.- si passò una mano sul viso completamente rosso e
continuò: - Ho una cotta
per te da quando sei entrato in quell’aula con due minuti di
ritardo, tutto
affannato per la corsa, perché avevi perso
l’autobus.-
Fissò
la rosa color lavanda con
un sorriso e riprese a parlare non riuscendo più a fermarsi:
- Ti ho osservato
in silenzio per anni, Zayn. Solo al quarto ho deciso di fare qualcosa
perché..
volevo vederti sorridere.. non.. non so cos’era successo ma
eri.. spento. E io
volevo solo vedere quel sorriso che mi aveva fatto innamorare di te.
Sono
innamorato di te, sono completamente innamorato di te.- si
avvicinò a lui
inginocchiandosi tra le sue gambe sorridendo tra le lacrime.
-
D-Davvero?- annuì
stringendogli le mani e rispose: - Mi dispiace di averti fatto
aspettare tutto
questo tempo, mi dispiace di non aver trovato il coraggio prima, mi
dis..- si
bloccò perché Zayn si era lasciato scivolare
giù dal divano per essere di fronte
a lui e lo stava abbracciando.
-
Sei tu che mi hai riempito
l’armadietto di bigliettini?- lo guardò negli
occhi passandogli una mano sulla
guancia bagnata.
-
Sì, Zayn.-
-
Sei tu che mi hai mandato
fiori tutto lo scorso anno e questo?- strinse le dita tra i suoi
capelli neri
appoggiando la fronte contro la sua.
-
Sì, sono io.- sussurrò contro
le sue labbra accarezzandogliele dolcemente con le sue.
Lo
osservò mentre si staccava e
si cancellava le lacrime con il pugno indicando il pacco sul tavolino.
- E
quello cos’è?- si allungò
prendendolo e porgendoglielo con un sorriso.
-
Aprilo e lo scoprirai.- lo
guardò attentamente mentre annuiva indeciso scartandolo.
-
Potrei avere una.. strana
reazione.. quando.. scoprirò cosa.. cosa
c’è dentro..- mosse le dita tra i suoi
capelli sedendosi sul tappeto subito seguito dall’altro che
tolse il coperchio
saltandogli nel momento successivo tra le braccia.
-
Ti piacciono?- chiese
sentendolo annuire velocemente contro il suo petto e singhiozzare: - I
bucaneve.-
Gli
prese il mento tra le dita
obbligandolo a staccarsi dalla sua spalla, gli cancellò le
lacrime con una
manica e gli baciò le palpebre.
-
Non devi piangere, Zayn.- sussurrò
muovendo il pollice sulla sua
mascella.
-
Non ci riesco.. tu sei.. sei
la persona che..sto aspettando da tutta la vita e..- lo
abbracciò forte
lasciandolo piangere e bagnargli tutta la maglietta mentre gli
accarezzava
dolcemente la schiena per calmarlo.
Dopo
una mezz’ora di pianto
erano accoccolati sul divano, Zayn che continuava a parlare sdraiato
sopra a
Liam che soffocava le risate contro i suoi capelli.
-
La professoressa Dover non era
male, però..- scosse la testa accarezzando il petto del moro
che guardò oltre
la sua spalla con un’espressione confusa.
-
Perché tu amavi disegnare e
lei amava te.- spiegò baciandogli il collo sentendolo
agitarsi tra le sue
braccia trovandolo subito dopo con il petto contro il suo.
-
Ed eri anche in quell’aula.-
annuì nonostante il ragazzo non l’avesse posta
come domanda ma come semplice
affermazione. - E io non ti ho mai visto. Perché non ti ho
mai visto?- fece
spallucce lasciandosi accarezzare le guance dall’ormai
ventiduenne che
sorrideva felice.
-
Mi sono sempre nascosto anch’io..
la colpa è di entrambi.- strinse le braccia attorno al collo
di quello che
iniziò a succhiargli il mento strusciandosi.
-
Vogliamo recuperare?- sorrise
divertito quando l’altro sgusciò via dalle sue
braccia facendogli l’occhiolino.
-
Qui?- lo osservò mentre
scuoteva la testa indicando le scale alle sue spalle: -
C’è un letto che non sa
più di te.-
Scosse
la testa quando lo vide
salire velocemente i gradini, lo raggiunse sedendosi a cavalcioni su di
lui
baciandogli dolcemente il collo sentendolo sospirare ed aggrapparsi
alle sue
spalle mentre lo spingeva a sdraiarsi.
-
Però questa volta..- lo zittì
con un bacio staccandosi ed annuendo: - Faccio io.-
Gli
sfilò la maglietta
lasciandosi togliere la sua e gli abbassò i pantaloni mentre
l’altro lo aiutava
sollevando il bacino.
-
Però io non sono..- lo
interruppe succhiandogli il labbro inferiore e seguì con la
lingua la fila di
denti.
Si
slacciò i jeans spingendoli
fino alle caviglie, si tolse le scarpe e lo sentì
ridacchiare quando iniziò ad
ondeggiare su una gamba perdendo quasi l’equilibrio.
Aprì
lo stesso cassetto del mese
prima prendendo il lubrificante e un pacchetto di preservativi vedendo
l’occhiata confusa del moro a cui rispose con un semplice: -
Dobbiamo
recuperare.-
Gli
tolse i boxer bianchi liberandosi
velocemente anche dei suoi, lo penetrò direttamente con due
dita fredde
ottenendo delle grida e dei graffi sulle spalle.
-
Liam! Sono anni che non faccio
passivo!- sorrise soddisfatto quando spingendo le dita in
profondità riuscì a
colpirgli il punto che lo lasciò con la bocca spalancata e
un gemito spezzato.
Scartò
un preservativo
infilandoselo ed allargando le gambe del ragazzo che iniziò
a lamentarsi non
appena tolse le dita. Entrò in lui subito dopo sentendolo
stringersi attorno a
lui e gemere sprofondando la testa nei cuscini.
Si
mosse lentamente dentro di
lui, lo sguardo sul suo membro che veniva accolto dal moro che si
lasciava
sfuggire gemiti sempre più rochi mentre muoveva il bacino
per seguire il ritmo
delle spinte.
Sospirò
estasiato quando
raggiunse l’orgasmo, uscì lentamente da lui
sfilandosi il preservativo e
buttandolo nel cestino accanto al letto.
-
è stato.. intenso e.. intimo.-
lo sentì ridacchiare mentre gli leccava il petto per pulirlo.
-
Ti direi di esser pronto per
il round due e tre ma.. credo tu mi abbia appena fottuto il cervello
per
sempre.- sorrise puntando le braccia accanto alla sua testa baciandolo
teneramente.
-
Puoi dormire, se vuoi.-
mormorò spostando le sue attenzioni sul collo.
-
Tu non scappi?- scosse la
testa strofinando il naso contro la sua guancia e sussurrò:
- Non me ne vado
mai più.-
Non
riuscì a smettere di
sorridere quando Zayn si addormentò stringendogli un braccio.
Zayn
si stiracchiò nel letto
guardando la radiosveglia, era pomeriggio tardi ed era nudo e
appiccicoso nel
suo letto.
Si
voltò verso il lato vuoto del
letto sorridendo quando trovò un foglio con quella scrittura
troppo famigliare.
«
Non t'amo come se fossi rosa
di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.
T'amo
come la pianta che non
fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T'amo
senza sapere come, né
quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
»
La
finì di leggere con gli occhi
lucidi, si trascinò fin nella doccia non riuscendo a
smettere di sorridere
nonostante gli fosse finito dello shampoo in bocca.
S’infilò
un paio di boxer puliti
e un paio di pantaloni della tuta che aveva rubato ad Harry anni prima
e gli
andavano ancora larghi e scese le scale raggiungendo la cucina.
Si
avvicinò al ragazzo che stava
trafficando tra i fornelli a petto nudo con solo le mutande addosso e
strinse
le braccia attorno al suo collo lasciandogli dei piccoli baci
gongolando felice
quando sentì il profumo del suo bagnoschiuma su quel ragazzo
perfetto e suo.
-
Non volevo svegliarti.- annuì
spostando le braccia sullo stomaco del castano appoggiando le labbra
sulla sua
schiena muscolosa.
-
Ti amo anch’io.- sussurrò
contro la sua pelle riprendendo subito dopo a baciarla.
Allentò
la stretta sentendolo
girarsi tra le sue braccia e: - Mi dispiace di aver aspettato tutto
questo
tempo.-
Sorrise
scuotendo la testa
replicando sicuro: - Ora sei qui, è questo che conta.-
- E
non me ne vado.- si alzò
sulle punte ricambiando il bacio e in poco tempo si trovò
seduto sul bancone
della cucina con Liam che gli riempiva il petto di succhiotti e morsi
mentre
lui si aggrappava ai suoi capelli corti.
-
Lo sapevo!- si staccarono
velocemente trovandosi davanti un Harry tutto sorridente che li
indicava
ghignando: - Louis aveva ragione!-
Sentì
Liam sbuffare e nascondere
il viso contro il suo petto mormorando: - Deve per forza stare qui?-
Ridacchiò
appoggiando le braccia
sulle sue spalle accarezzandogli la schiena, sorrise al suo migliore
amico e
gli fece un cenno per invitarlo a lasciarli soli.
-
Va bene, me ne vado.- baciò
una spalla del castano quando lo sentì borbottare contro la sua clavicola. -
Però volevo solo
complimentarmi con Liam che dopo.. all’incirca dieci anni si
è deciso a..-
prese un cucchiaio di legno lanciandolo al riccio che si
ritirò velocemente
lamentandosi.
-
Liam?- sussurrò contro i suoi
capelli sentendo un verso come invito a continuare. - Come hai fatto a
trovare
il coraggio?-
-
Io..- lo guardò negli occhi
curioso quando si staccò arrossendo e guardando le
piastrelle. -.. ho capito
che sei tu il mio coraggio.- strinse le braccia attorno al suo collo
avvicinandolo di nuovo al suo corpo.
-
Ti amo.- confessò contro il
suo collo. - E ti ho aspettato per anni, e sono felice che tu sia qui.-
Angolo
Shine:
Mi
scuso dal profondo del mio
cuore ziam per non aver aggiornato ieri.
Poi
spero Liam si sia fatto
perdonare, e la poesia che gli dedica questa volta è il
sonetto XVII di Neruda.
Il
prossimo è l’epilogo.. çmç
Oh,
e i bucaneve
sono simbolo di
speranza
Ci
sentiamo mercoledì çmç