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Autore: Balthier_Kun    04/08/2013    2 recensioni
Salve a tutti! Questa è la mia prima fan fiction e spero che vi piaccia, sperando che siate in molti. ^-^
La storia è ambientata in Ivalice, mondo del famoso videogioco Final Fantasy XII. I nostri protagonisti potrebbero incontrarsi di nuovo per combattere una nuova minaccia? Non mancheranno scontri e sentimenti. Spero che il mio modo di scrivere sarà gradito da tutti. Buona lettura! E recensite, anche con critiche, sono sempre costruttive! :3
Ci saranno multi rating, e nel caso ci siano rossi, avvertirò all'inizio di ogni capitolo!
Ps. I fatti sono ambientati dopo gli eventi dei due videogiochi.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Balthier, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! E benvenuti! ^-^ Grazie per essere qui a leggere la mia storia!
Questo capitolo è un prologo molto generico incentrato sul ritrovare i protagonisti dopo tutti gli avvenimenti passati e nello spiegare cosa stiano facendo ora.
Recensite, anche con critiche. E, qualora, ci fossero degli errori grammaticali (di battitura e anche della vera a propria scrittura della parola) sarei lieto se me li faceste presenti!
Buona lettura ^^


 

-“Cara regina,
è con gioia che vi dedico il mio tempo scrivendovi questa lettera. Spero che a Rabanastre vada tutto bene, dopo la cerimonia di incoronazione non ho più avuto vostre notizie, non vorrei che i festeggiamenti vi abbiano stremata.Ma arrivando al punto, non ho molto tempo, e non vorrei scordarmi della vera motivazione per cui vi scrivo. Quando eravamo ancora impegnati nella guerra contro l'impero vi feci un invito, a cui, purtroppo, non ho mai ricevuto risposta. Dunque ho deciso, in via ufficiale, di riporvi il medesimo invito: fatemi visita, per qualche giorno, qui a Rozaria, potrete godervi i suggestivi paesaggi che tanto desidero mostrarvi e di cui la mia terra gode, tra cui la rinomata Valle Ambrata e, inoltre, potrete anche permettervi un meritato riposo e relax. 
Ne rimarrei molto felice se decidesse di accettare e in questo caso le riserverò molte sorprese, mentre nell'altro non sapete cosa vi perdete.
Un Bacio da Rozaria.

Vostro, Al-Cid Margrace. “-
 


Ashe poggiò la busta con impresso il sigillo reale di Rozaria, ormai infranto, nella scrivania di fronte a lei.


”Non rispondete vostra maestà?” Chiese una serva mentre era intenta a versare del tè alla regina.


”uh?” Ashe si voltò nella direzione della giovane guardandola.

La ragazza chinò subito lo sguardo.

” M.. Mi scusi non volevo essere invadente , il vostro tè è pronto se necessitate di altro non dovete che chiamare. Con permesso.”

La giovane si congedò mentre Ashe la fissava scomparire dietro la porta per poi, quando ancora era assorta nei suoi pensieri, avvicinarsi alla tazza appena riempita mettendosi a girare il cucchiaino di acciaio che era immerso nella bevanda.

” Se il nostro caro principe Rozariano ha aspettato fin'ora , resisterà anche due giorni in più.” Disse lasciandosi sfuggire un timido sorriso.
 

 

***

 


Nel frattempo ad Archades Larsa era divenuto il legittimo imperatore, il senato fu ricostituito e la tranquillità sembrava regnare.

”Dobbiamo agire vostra maestà, dobbiamo prendere una decisione.”

”Non possiamo rischiare una stretta alleanza tra Rozaria e Dalmasca.”

“Calma mie cari senatori, vi prego, conosco di persona sua maestà, Lady Ashe e vi posso assicurare che a lei non interessa un'alleanza con Rozaria, ha a cura la pace di tutta Ivalice, e anch'io 'io.” Prese la parola il giovane imperatore ormai stanco delle continue discussioni dei senatori in quella lunga seduta.

“Ma vostra eccellenza delle voci parlano di alleanza stipulata con un matrimonio, a quanto pare il legittimo erede di Rozaria, Al-Cid Margrace, starebbe solo aspettando il momento opportuno per..”

Il senatore però non fece in tempo a finire il proprio discorso che venne interrotto bruscamente.

“Allora, forse, potremmo precederlo.. In fondo se arrivasse la nostra proposta per prima e da cui la regina ne possa trarre vantaggio sarebbe pazzia rifiutare e allo stesso tempo Arcadia acquisterebbe potere agli occhi dei nostri nemici.”

L'idea di quest'ultimo sembrò compiacere gli altri senatori anche se vi era qualcuno che non approvava pienamente, anzi, quasi odiava questa idea.

“E dunque che vantaggio potremmo proporre alla nostra cara Regina?”

“Ho già pensato a questo, potremmo.. “

L'imperatore lo interruppe in modo brusco, era visibilmente arrabbiato.
“Ora basta. Ve ne prego. Dobbiamo pensare al bene del popolo e della terra che ci rende ospiti. Tutto ciò di cui state discutendo scatenerebbe un'ennesima guerra e l'ultima cosa che dobbiamo fare è puntare gli altri con sguardi di guerra e potere.”

“Ma eccellenza, lo sanno tutti che Rozaria non ha mai deposto l'ascia di guerra nei nostri confronti.”


Larsa si alzò in piedi sbattendo i palmi delle proprie mani nella rotonda tavola alla quale sedevano tutti i senatori.
“E allora saremo noi a farlo!”
Non appena finì la frase si accorse del suo istintivo gesto, così ri ricompose e si schiarì la voce per continuare il discorso.
“Comunque sia, dai fatti emersi in questa seduta, ritengo sia di principale e unico interesse contribuire alla realizzazione di un trattato di pace tra i tre regni.”

“Bene. La seduta è ufficialmente sciolta.”
Disse il capo del senato mentre si accarezzava la folta barba bianca.

Il giovane imperatore lasciò la stanza e, appena fuori, incontrò Gabranth intento ad aspettarlo.

“Tutto bene maestà?”

“Si Gabranth, nonostante le loro soffocanti insistenze sembra che io me la sia cavata, speriamo bene.”




***



Era una bella giornata, il sole splendeva alto nel cielo che era percorso da poche nuvole, una brezza leggera alzava delicatamente i granelli di sabbia del Deserto est di Dalmasca.

Nonostante ciò c'era chi era costretto a letto a suo malgrado.

“Vaan! Stai fermo o mi arrabbio e sarò costretta a darti un sedativo! Detesto quando fai il bambino, finiscila!”
Penelo stava sbraitando da qualche minuto inutilmente mentre Vaan si agitava nella sua branda un po' per il dolore, un po' per la voglia di scappare.

“Penelo, lasciami! Non voglio stare a letto!”

“E dove pensi di andare ridotto cosi?!”


“A vedere come sta Balthier!” Il tono di Vann si fece cupo e insieme ad esso la sua testa si chinò. “Quel cocciuto! Vuole sempre fare tutto da solo! Fa che me lo ritrovo davanti, almeno mi sente!” l'inesperto aviopirata strinse i pugni mentre la sua compagna era pronta a fargli una bella ramanzina.

“Comprendo la tua preoccupazione, ma dovresti pensare a te stesso Vaan! Balthier sa cavarsela e anche se stesse male c'è sempre Fran con lui..”
Penelo abbassò lo sguardo pensando al rapporto tra i loro due amici che l'aveva sempre affascinata. Un giorno sperava anche lei di poterne raggiungere uno simile con Vaan.

“Pen? Tutto bene?”Chiese Vaan chinando il capo in cerca dei suoi occhi.

“ah.. Eh.. Si certo.. Cioè no! Tu parli di cocciutaggine! Sei più cocciuto di un chocobo impuntato! Lui ha più esperienza di te, non lo capisci? Quindi ora stai a letto e riprenditi così, dopo, potrai andare da lui, altrimenti penso che andando conciato così da lui lo faresti solamente ridere.”

Vaan sbuffò mentre Penelo riuscì, a stento, a trattenere una risata provocatoria.

“Ora riposa io vado a prepararti una bella zuppa calda e a vedere come stanno tutti gli altri, a dopo Vaan.”


Sul viso di Vaan si formò una smorfia contrariata, non adorava le zuppe di Penelo anche se l'aveva sempre sostenuta nell'allenarsi in cucina la sua giovane compagna era una frana in quel campo; così, per non pensare a quello che avrebbe dovuto mangiare poco dopo, Vaan decise di riordinare i ricordi di quell'avventura che lo aveva ridotto così ma erano confusi, sfocati. Voleva sapere ma non avrebbe risolto niente stando lì, così decise che non appena si fosse ripreso si sarebbero diretti, di nuovo, nel luogo dell'accaduto.

 

 

***

 


La notte era calata alle Gole di Paramina, era una sera tranquilla con un cielo limpido dove la luna, assieme alle stelle, creava un'atmosfera magica, che però venne interrotta da un agitato zampettare avanti e dietro per i corridoi della Strahl.

“Kupòòòòòòòò! Finalmente ti ho trovata! Almeno tu!” Nono sembrava vistosamente agitato così attirò su di sé l'attenzione di Fran.

“Che succede Nono?” Chiese la Viera sempre impassibile.

“I motori stanno gelando! E quell'incosciente del nostro capitano non è più nel suo letto! Kupò!”


Fran sospirò. “Ora calmati, e non offenderlo, se fosse nei paraggi sai la ramanzina che ti farebbe. Però, evidentemente non c'è. Tu occupati dei motori, mettici degli stracci bagnati io mi occupo di Balthier, ho immaginato dove possa essere.”

“Va bene Kupò! Stai attenta!”

Il piccolo Moguri corse come un fulmine verso la sala motori mentre la Viera prese una coperta e, aprendo il portellone, si diresse fuori dove il freddo sembrava regnare.
Poco lontano, seduto a terra c'era Balthier coperto solo con le bende che, qualche ora prima, la compagna aveva usato per medicarlo, sentendo dei passi riconoscibili in ogni dove avvicinarsi verso di sé il giovane prese la parola.

“Sai sempre dove trovarmi.” Disse ironicamente.

“Già, sei prevedibile. E per giunta, ti trovo sei nei luoghi sbagliati.” Ribatté lei restando in piedi dietro di lui.

“Non è prevedibilità, lo sai. Poi, ora come ora, ti trovi anche tu nel posto sbagliato. Dovresti essere qui, seduta vicino a me a guardare le stelle come d'abitudine. “ Disse il giovane sicuro di sé.

“Scordatelo.”

“Ah già, a te piace guardarle solo dal tetto della Strahl.” Sorrise.

“Comunque sia sono dell'opinione che la bella coperta su cui sei seduto dovrebbe stare sulle tue spalle.”


“Ma così mi bagnerei i pantaloni, sai.. la neve.”

“I tuoi adorati pantaloni sono più importanti della tua salute. Lo sai anche tu che con solo quelle bende indosso ti prenderai un malanno. Ma forse è meglio così, almeno imparerai a darmi ascolto e a startene a letto.” Fran si voltò verso l'aeronave preparandosi per andare via.

“Come siamo burberi stasera eh, Fran. Facciamo così, tu metti la tua bella coperta sulle mie spalle e io ti faccio posto in questa dove sono seduto. “ Disse Balthier scegliendo con accuratezza ogni parola come sempre faceva.

“Ho già detto scordatelo.” Girandosi nuovamente verso Balthier, gli scagliò la coperta addosso che gli rimase intorno al collo. “Stai pure qua fuori ma se ti ammali ancora non venirti a lamentare da me. Dovresti cercare di riprenderti invece di fare sempre come ti pare.”

“Pazienza Fran, significa che se mi ammalerò ci prenderemo due giorni in più di vacanza.” Disse Balthier scherzando mentre la sua compagna si dirigeva verso l'aeronave.

Anche se voleva fare sempre di testa sua era consapevole che Fran aveva ragione e anche se era turbato non tardò ad andare dentro al caldo.

  
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