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Autore: zaynsnote    04/08/2013    9 recensioni
“Dovresti prendere qualcosa di più sostanzioso.” Disse ferma una voce maschile dietro di me. Non la riconobbi e mi voltai verso il ragazzo che aveva parlato.
“Prendo ciò che mi pare.” Dissi mostrando un sorriso sfacciatamente malizioso che lui ricambiò al più presto.
“Mmh… sei nuovo?” Chiesi addentando la mela in modo sensuale.
“Sì, è il primo giorno e già mi sono scocciato di questa prigione.” Ridacchiai e il suono della mia risata poteva essere facilmente ricordato come quello di un’oca. Era ciò che faceva impazzire i ragazzi. Una piccola risatina anche finta, per fargli capire che la loro battuta ti era ‘piaciuta’.
Presi a disegnare rette verticali immaginarie sulla sua spalla destra con il mio indice.
“Che ne dici se ti faccio fare un giro come guida in questa prigione?” Mi morsi il labbro inferiore cercando di persuaderlo.
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Let her go away. 


“In ogni caso,  ho detto che puoi tenerla.”  Sorrise dolce facendomi sentire le gambe di gelatina e lo stomaco attorcigliarsi.
Gli sorrisi riconoscente ed iniziammo a parlare del più e del meno.
Da ciò che disse, non era di qui, ma veniva da Wolverhampton, aveva due sorelle e frequentava una scuola statale. Si era ritrovato a Londra l’anno scorso e si era iscritto in un istituto poco più lontano dal mio per poter, oltre studiare le solite materie, seguire delle lezioni di canto e di chitarra. Non l’avevo mai visto prima, forse perché la città era grande o perché ho sempre avuto altri pensieri nella testa, poco avvicinabili a ragazzi semplici e genuini come lui. Una cosa che avevamo in comune era la passione per la musica. Prima che morisse mio fratello, quando ancora non abitavo qui, mi piaceva comporre brani da suonare a scuola, durante gli spettacoli.
Il pomeriggio, Austin ed io, prendevamo la mia chitarra regalatami da mio padre, ed andavamo al parco a suonarla sotto un ciliegio. 
Mi confidai con Liam, anche se non scesi nei minimi particolare, perché ero certa che non l’avrei più visto e approfittai della sua disponibilità ad ascoltarmi per parlare, cosa che non facevo spesso dato che non avevo amici, né una vera e propria famiglia.
Tra una parola e l’altra si fece buio e l’aria si rinfrescò maggiormente avvisandoci che fosse ora di ritornare a casa.
“Posso accompagnarti io a casa.” Si offrì Liam, gentile come al solito, ma io declinai la richiesta dicendo di voler rimanere un altro po’; non avevo voglia di tornare a casa.
Anche se preoccupato, rispettò la mia richiesta e mi salutò con un semplice e caldo abbraccio prima di sparire insieme all’ultimo raggio di sole. 
Mi spostai dal tavolo e sistemai la sedia prima di entrare nel bar dove un’ondata d' aria calda m’investì scongelando le mie mani ormai di ghiaccio. Liam, infine, mi aveva convinta a tenere la felpa, così l’indossai sentendomi ancora meglio. Man mano il suo profumo svaniva, coperto dal mio ai lamponi, forte e deciso.  
Mi sedetti al bancone ed ordinai una cioccolata calda poi controllai l’orario dal cellulare, accertandomi che non fosse troppo tardi e che mia madre fosse già uscita di casa.
La cameriera mi stava servendo la bevanda bollente, quando sentimmo la porta dell’entrata sbattere.  La ragazza guardò torva colui che era entrato, ma che, strafottente, era venuto a sedersi accanto a me senza neanche salutare. Era coperto da una felpona blu ed un berretto nero, la cui visiera gli nascondeva il volto.
“E’ uno dei tanti?” Chiese questo e dalla sua voce riconobbi subito chi era, ma non capii a cosa si riferisse.
“Zayn?” Dissi perplesse, più che una domanda, quella era una conferma ai miei pensieri.
“Ho chiesto: è uno dei tanti?” Parlò a denti stretti, sembrava quasi irritato e continuava a guardare avanti, senza degnarmi di un’occhiata.
“Non capisco.” Risposi sincera.
Lui ridacchiò come a volermi prendere in giro e per un attimo pensai che così fosse, ma quando si voltò verso di me, con gli occhi freddi e privi d'ogni emozione quasi mi spaventai e, incapace di reggere il suo sguardo, presi a bere la mia cioccolata  cercando di mostrarmi il più calma possibile.
“Quel ragazzo, vuoi solo portartelo a letto?” Lo guardai sconcertata con la bocca schiusa e gli occhi spalancati. Ma come si permetteva? Cercai di dire qualcosa, boccheggiai per qualche secondo poi scossi la testa, lasciando finire dei capelli davanti ai miei occhi. Poggiai la tazza sul bancone e presi la ciocca bionda sistemandola dietro i capelli. 
Presi un grosso respiro.
“Ma chi diavolo credi d'essere tu per parlarmi così? E cosa ti fa pensare che io il voglia solo usare?”  Fu difficile per me tenere il tono della voce basso, e molti clienti si voltarono verso di noi cercando di rimproverarci con lo sguardo. 
“Il fatto che fai così con tutti.” Mi sputò questa dolorosa verità, con tutta la cattiveria che potesse tenere dentro di sé facendomi sentire uno schifo più di quando Hell mi si era presentata davanti ai miei piedi lanciando frecciatine, tutt’altro che amichevoli.
Sembrava che il mondo intero si fosse unito in una coalizione contro di me, con il solo obbiettivo di farmi stare male.
Il suo sguardo penetrante studiava i miei occhi cercando ogni emozione, sensazione, un briciolo di dispiacere provocato dalle sue pungenti parole, ma non potevo permetterglielo così lasciai lì la mia bevanda, chiusi la felpa e presi la mio borsa appoggiandola alla spalla. Cacciai qualche spicciolo e lo rimasi sull’asse di legno su cui prima tenevo i miei gomiti, cercando di non sfogare la mia rabbia sul ragazzo. Lanciai un’occhiata torva a Zayn e lasciai il locale maledicendomi per essere rimasta in quel luogo più del dovuto.
Per strada faceva molto freddo e dovetti stringermi nella felpa più volte, mentre le gambe si muovevano velocemente cercando di riscaldarsi e arrivare a casa prima.
Quando arrivai all’appartamento notai che la porta d’ingresso era spalancata e mia madre era ancora dentro, ma con delle valigie strapiene, tutte intorno a sé. 
“Cosa stai facendo?” Chiesi guardando il disordine che regnava nella stanza, mentre mia madre azzuffava le ultime cosacce per farle entrare nella borsa.
“Cosa sto facendo secondo te? Me ne sto andando di casa! Contenta?” Prese la sua giacca e l’indossò, afferrò le chiavi dalla serratura, fortuna che io n’avessi delle altre di riserva, ed uscì di casa lasciandomi senza parole. Quella giornata mi stava sconvolgendo del tutto, prima Hell e Safaa, poi Liam e Zayn ed infine lei, mia madre, che da un giorno all’altro decideva di lasciarmi sola senza neanche avvisarmi prima.
Una parte di me saltellava dalla gioia, un’altra invece stava morendo lentamente, l’ultimo membro della mia famiglia mi aveva abbandonata, anche se non ero certa che non sarebbe più ritornata.
Chiusi la porta e mi ci accasciai contro, scivolando fino a sedermi a terra. Presi la testa tra le mie mani e sospirai, convincendomi che un giorno sarebbe davvero andato tutto bene. 
Corsi in bagno e sciacquai il mio viso, togliendo ogni traccia di trucco, i segni che mi aveva lasciato mia madre svanivano poco a poco facendomi capire che non erano stati poi così forti i colpi. Legai i capelli ed indossai una tuta comoda, prima di sdraiarmi sul mio letto e cercare il cellulare, ancora chiuso nella borsa.
A:Safaa.
‘Ehy, Safaa, volevo scusarmi per averti lasciata in malo modo questo pomeriggio. Ti va di venire da me questa sera e parlarne?’ 
Sotto lasciai il mio indirizzo e, prima di inviare, aspettai una decina di minuti meditando su quello che sarebbe potuto accadere dopo che le avrei svelato tutto, ma poi mi feci coraggio; stando zitta e tenendo tutto per me non avrei concluso nulla, sarei solo scappata dai problemi da brava codarda. 
La risposta arrivò molto presto.
‘Aspettavo un tuo segno di vita da un po’, stavo incominciando a preoccuparmi, tra un quarto d’ora sono da te.’ 
Lasciai il cellulare sul mio comodino e mi ricordai del disordine c e regnava in casa così corsi in cucina, pulii le stoviglie che mia madre aveva usato per il pranzo e le sistemai nello scolapiatti, spazzai per la stanza e feci lo stesso nell’ingresso e in salotto canticchiando una melodia improvvisata al momento. Tornai nella mia camera da letto, aprii la finestra per lasciar passare dell’aria e sistemai tutti i vestiti, piegandoli e riponendoli nell’armadio, posai i libri sparsi per la stanza, su una libreria e tutti i CD sulla mensola cercando di rendere tutto il più ordinato possibile. 
Mi sedetti sul letto esausta quando il campanello suonò. Tempismo perfetto.
Corsi ad aprire con le gambe che m’imploravano di stare ferma un momento, stanche anche a causa dell’allenamento, e lasciai entrare Safaa, che intanto si stringeva nel suo cappotto tutta infreddolita. Chiusi l’uscio e presi il suo indumento appendendolo all’attaccapanni e, insieme, ci dirigemmo sul divano con il camino che riscaldava lievemente la stanza i cui ci trovavamo.
“Eccoci. Ora dovresti spiegarmi un paio di cose.”  Non sembrava offesa, né dura come il fratello, piuttosto, mi guardava compassionevole e mi strinse la mano tra le sue fredde.
“Hellen, come tanti altri studenti della scuola, mi odia per il mio comportamento. Circa sei o sette anni fa, abitavo in un paese sperduto tra le campagne, a suonare musica country con mio fratello Austin. Spesso mi esibivo a scuola cantando canzoni scritte da me stessa, parlavano delle prime cotte adolescenziali ed ai miei amici piacevano. Un pomeriggio ero rimasta in classe con la mia insegnante di musica, dovevano venirmi a prendere mio fratello e i miei genitori da scuola per portarmi a casa con l’auto, dato che era una giornata molto piovosa e rigida, ma un brutto scontro con un altro veicolo, ha…” Perché era così difficile parlare di cose accadute nel passato? Credevo di averci messo una pietra su, di aver dimenticato tutto e superato il trauma, ma tornare sull’argomento dopo anni, aveva riaperto vecchie ferite e, ad ogni parola, mi sentivo sempre più debole.
“… ha rubato la vita ad Austin e mio padre, mentre mia madre è rimasta illesa, senza neanche un graffio. Questa mi ha sempre dato la colpa dell’accaduto, è per me che erano usciti di casa quel pomeriggio, è per me che sono morti. Ci siamo trasferite qui perché restare nel vecchio paese ci faceva troppo male, ma mia madre continuava a ripetermi tutto ogni santo giorno ferendomi più di quanto già lo fossi, mi odiava, mi odia ancora e pur di non vederla mai, iniziai ad uscire da sola per locali diffamati, frequentando brutte compagnie e iniziando a dimenticare tutto con l’alcool. La notte, pur di non vedere mia madre, mi lasciavo trascinare a casa di sconosciuti che volevano solo divertirsi, hai capito in che senso, ed io accettavo sentendomi sempre più sbagliata. Per me quella era una punizione e ho continuato fino adesso.”
Una lacrima solcò il mio viso, voltai la testa cercando di non mostrarla a Safaa, ma lei capì cosa stava succedendo, non potevo trattenere le lacrime ancora, l’avevo fatto per troppi anni, mi ero fatta forte apparentemente, a dentro ero già morta da un bel po’.
Mi asciugò la lacrima e mi abbracciò forte lasciandomi sfogare.
“Ho conosciuto un ragazzo dolcissimo qualche giorno fa, per la prima volta dopo anni sono stata trattata come un vero essere umano, volevo solo vedere come ci si sentiva ad essere amati, ma tuo fratello ci h visti e ha frainteso.” Continuai con la voce smorzata dalle lacrime, sempre tra le braccia della mora.
“Crede che io voglia usare anche lui, ma semplicemente sento il bisogno di essere amata.”
Safaa si staccò da me ed iniziò a ridere, lasciandomi perplessa.
Tirai su con il naso e con la manica della felpa asciugai le lacrime mentre la ragazza continuava a ridere.
“Proprio lui ti viene a fare la predica? Non devi ascoltarlo, non ora che hai trovato qualcuno che possa renderti felice. Zayn è solo geloso perché tu hai trovato un’ancora di salvezza, mente lui è solo come un cane. Nella vecchia scuola era uno dei più temuti a causa delle sue risse e di ciò che faceva nelle sue serate. Per questo motivo l’hanno sospeso e abbiamo deciso di trasferirci qui. Per ricominciare da capo senza distrazioni. Credevo stesse migliorando, ma a quanto pare fa schifo come prima.” La sua era una risata sarcastica, le dava fastidio che il fratello si comportasse così.
“Mia madre ha lasciato la casa, ti va di farmi compagni questa notte?”
Cercai di regalarle il sorriso più bello che avessi, nonostante qualche lacrima continuasse a scendere sulle mie guance, ma lei non ci fece caso annuendo contenta e abbracciandomi ancora, come per darmi tutto l’appoggio di cui avevo bisogno.
Avevo finalmente trovato un’amica, qualcuna che lasciasse da parte tutti i miei difetti e mi aiutasse a superare gli ostacoli della vita. Forse avrei dovuto richiamare Liam, o aspettare che lui si facesse vivo, magari avrei ritrovato, in parte, la felicità, ora che mia madre non era più d’intralcio.
Con il telefono fisso, chiamai una pizzeria vicino casa mia, che aveva aperto da poco, ed ordinai delle pizze per cena, dato che ero negata ai fornelli, e mi avvicini allo scaffale dei dvd cercando qualche film da guardare sotto le coperte con Safaa. Ne trovai uno abbastanza vecchio, ma che mi piaceva molto: ‘Ghost’.
Non era un film di paura, parlava di una coppia di cui il ragazzo era morto e si era trasformato in un fantasma e, grazie ad una maga un po’ bizzarra, riusciva a tenersi in contatto con la sua ragazza. Il finale era triste, perché lui fu costretto ad abbandonare la Terra e a volare in cielo, da dove non sarebbe più riuscito a restare in contatto con la fidanzata.
Era malinconico, ma molto romantico e, in certe scene, anche comico, riusciva a farti subito cambiare umore. Dopo una mezz’ora di film il campanello suonò nuovamente e mi diressi alla porta per aprirla, quando mi ritrovai il fattorino delle pizze con la sua consegna tra le mani.
“Liam?”
 
 
Ed eccomi qui che aggiorno di nuovo di domenica.lol
Come va, ragazze? Spero che stiate trascorrendo 
delle ottime vacanze estive, al contasrio di me. :')
Cosa ne pensate del capitolo?
Credete che Taylor sia stata un po' troppo patetica
o Zayn troppo geloso?
Liam, non so, lo trovo molto dolce e, caso mai
non dovesse prenderselo Tay, beh... ci sono sempre io.lol
Vi ringrazio per le recensioni al capitolo precedente,
spero di riceverne altrettante per questo. :)
 
 
  
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