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Autore: Piccolanessie    04/08/2013    0 recensioni
Ho dimenticato i tradimenti,gli occhi tristi,la sua morte.
Sono andata avanti.
Perché c’è un momento in cui devi decidere : O sei la principessa che aspetta di essere salvata,o sei la guerriera che si salva da sé.
Io credo di aver già scelto.
Io mi sono salvata da sola.
O almeno,questo era quello che credevo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Bella/Emmett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Nel frattempo che la nostra Isabella cercava di risollevarsi dallo stato in cui era stata dalla morte di Jacob,due ragazzi continuavano la loro instancabile vita.

Emmett,così si chiamava uno di loro,era grande e grosso,una montagna,così l’avevano descritto alcune ragazze in giro.
Apparentemente poteva apparire diverso da ciò che realmente era,perche per quanto grosso fosse,Emmett,era un ragazzo davvero dolce.Aveva vissuto diciotto anni di monotonia,cresciuto in una ricca famiglia di cui non si era mai sentito parte integrante,aveva una sorella Rosalie,l’unico componente della famiglia che lui considerasse tale anche se i loro rapporti non erano dei migliori.
La monotonia finì quel giorno,quando un ragazzo per sbaglio lo urtò,e tra una risata e una chiacchierata non si erano più separati.Il ragazzo in questione si chiamava Edward,che adesso era tutto solo,non vedeva la sua famiglia da anni ormai, e il perché ad Emmett era ancora un mistero,ma se non voleva parlargliene avrebbe rispettato la sua decisione,fino a quando lui non gli avrebbe raccontato tutti di sua spontanea volontà.
Emmett accorgendosi di stare stretto in quella casa,decise di trasferirsi,con il suo migliore amico ovviamente e un paio di amici,voleva cambiare radicalmente così da Los Angeles si trasferirono a Forks,una cittadina di cui gli avevano parlato tempo fa a scuola. Tutto succede nel periodo di cui stiamo parlando,dove la nostra Isabella e la nostra Alice,vivono.
 



Pov Isabella
 
Erano passati due mesi dall’arrivo di Alice,ormai passavamo tutti i giorni insieme,per una ragione o per un’altra eravamo sempre al telefono,e le nostre madri avevano legato in altrettanto modo,avevamo scoperto che Reneè ed Esme andavano al liceo insieme,dato che Esme era stata un po di anni qui nell’adolescenza.
I Mercoledì da Jacob non erano terminati,mi ero ripromessa che l’avrei fatto per sempre,e così sarebbe stato.Alice aveva insistito un paio di volte per venire,ma quello era il nostro momento intimo,il momento in cui gli parlavo,in cui gli ripetevo quanto mi mancava,quanto gli volevo bene,quanto avevo bisogno di lui e che nessuno l’avrebbe mai sostituito,anche che non importa quanto tempo sarebbe passato,io l’avrei sentito con me,sempre.
Papà era sempre più assente,le cose con mamma non andavano bene da anni ormai,mia madre era distrutta per questo,ma quando mi guardava in questi mesi sembrava tornagli il sorriso,forse perché aveva capito che ero di nuovo viva.
Si,perché da quando Jacob non c’era più,era come se fossi andata via insieme a lui.
“Ehi ciao!Ti serve una mano?” ero fuori,con due buste dell’immondizia in mano,e un ragazzo dai grandi occhi blu,alto come un grattacielo e grosso come..come un orso oserei dire,mi si avvicina.
“No,figurati,faccio da sola” cercai di sorridergli era il minimo dopo che si era offerto di darmi una mano. Sembrava grande,di sicuro più di me. Mi tolse ugualmente le buste di mano,glielo lasciai fare,infondo quelle buste pesavano proprio,le buttò nel cassonetto e mi porse la mano.
“Piacere Emmett” gliela strinsi
“Piacere” avevamo ancora le mani unite,aveva delle belle mani e una stretta salda.
“Tu sei?” No!Che figuraccia non gli avevo detto il mio nome.
“Oh,che sbadata! Sono Bella” mi presentai con il mio soprannome,Isabella era troppo lungo e formale,e poi non mi piaceva per niente.
“Bella,eh? Ti si addice proprio” Arrossii,sbaglio o mi aveva fatto un complimento?
“Sei rossa come un pomodoro!” rise,rise di me. Ma che ragazzo simpatico,pff.
“Simpatico,eh?Grazie,comunque..non ti ho mai visto da queste parti,hai parenti nei paraggi?”
Oh,oh,calma,frena,da quando sei così loquace con gli sconosciuti,Bella?
“No,in realtà volevo cambiare aria,mi sono trasferito nella casa qui accanto con degli amici” no.
Lui aveva comprato la casa di Jacob,mi rabbuiai il pensiero mi nauseava,qualcuno che stava tra quelle quattro pareti,le nostre quattro pareti,lo trovavo ingiusto,ma che sia giusto o no non importava nessuno,tantomeno ai Black.
“Qualcosa non va Bella?” sembrava confuso,solo adesso mi accorsi delle dannate lacrime che mi scivolavano velocemente sulle guance,cercai di asciugarle con le mani,mi vergognai , non piangevo da tanto e ora mi mettevo a frignare davanti ad uno sconosciuto che ha preso la casa del mio migliore amico.
“Devo andare” detto questo corsi in casa,andai in camera e tirai fuori una t-shirt consumata di Jake,la indossai,mi stesi sul letto e restai così tutta la notte, ad annusare quella maglia che sapeva di ricordi,che sapeva del mio vicino di vita,mi addormentai così.
La mattina seguente fui svegliata dall’uragano Alice,soprannome che le ho dato il terzo giorno dopo la chiacchierata,aveva le chiavi per entrare in casa mia,gliele regalai un mese dopo la nostra conoscenza,dato che in casa ci stavo solo io,non mi andava di aprire la porta ogni volta che lei voleva venire a trovarmi.
Quando mi vide,la vidi storcere il naso e calmarsi. Probabilmente ero in uno stato pietoso,avevo quel poco rimel che mettevo tutto sbavato sul viso,gli occhi incredibilmente arrossati,e il naso rosso. Tante volte mi ero vista così dopo notti del genere.
“L’hai saputo..” sussurrò,sapeva anche lei che la casa adesso era abitata.Mi strinsi ancora di più alla maglietta,singhiozzai.
“Nessuno doveva più entrarci!Quella era la sua casa,Alice,la sua” se era possibile singhiozzai ancora più forte mentre Alice si limitava a sussurrarmi dei “shh” o dei “lo so” all’orecchio.Mi sentivo come prima che lei arrivasse,ero stata presa di nuovo dalla mancanza lacerante che mi aveva lasciato. Piansi per un po’,per minuti,forse ore,ma non me ne curai,oggi sarei andata da Jacob,anche se era solo Lunedì,e Alice,mi avrebbe accompagnata.
“ti va di accompagnarmi da Jacob?” Mi guardò sorpresa
“Certo!”
 
 
Il cimitero era vuoto,come sempre,non c’era nessuno se non noi e un povero vecchietto che metteva dei fiori a quella che doveva essere la tomba di sua moglie.
Mi avvicinai a quella di Jacob,c’erano dei fiori nuovi,segno che qualcuno era passato,probabilmente la signora Black,o Leah.
A gambe incrociate mi misi davanti a lui,Alice mi segui sedendosi accanto a me,mi strinse la mano come per sussurrarmi un silenzioso “ci sono io”.
“Ciao Jake. Si,lo so che sei sorpreso perché oggi è Lunedi e non Mercoledì,ma avevo bisogno di parlarti oggi.
In primis vorrei presentarti Alice,lei si che ti sarebbe piaciuta,lei è chi mi ha salvato dal buco nero in cui ero caduta da quando tu non ci sei più. E per dirti ancora una volta che ti voglio bene,che mi manchi,e che ho un dannato bisogno di te Black! Sei il mio angelo,no? Quindi mi sei sempre vicino,ti sento.Oh,Jake? Non dimenticarti di me,lassù.”
 
FLASHBACK
 
“Bells,tu credi che ci sia una vita dopo la morte?”
Era un pomeriggio normale a casa Black,Isabella e Jacob avevano appena finito di vedere un film che Jacob doveva subirsi almeno tre volte al mese,’se solo fosse vero’. Avevano litigato mille volte per arrivare a questa conclusione,avrebbero visto tre volte quello che piaceva a lei,e tre volte quello che piaceva a lui.
“Che domande del cazzo che fai,Jake” lei rideva,era così Isabella,non le piaceva mai essere seria,lo era raramente,a scuola per esempio,no,neanche li.
“E sii seria per una volta,brutta acida!” lei le tirò una gomitata sulla pancia,era stesi sul divano,uno accanto all’altro.
“Ehi!Io non sono acida. E comunque,io credo che dopo la morte si diventi angeli delle persone a cui si tiene di più,per esempio la nonna e zia Sue sono angeli e per quanto le facevo dannare,non penso siano i miei” rise ancora della battuta triste che aveva fatto,ma poi lui la spiazzò.
“Se dovessi morire sarei il tuo,di angelo” Isabella lo strinse forte a se
“Ed io il tuo se dovessi andarmene per prima,ma non penso tu sei più vecchio di un giorno” scherzò anche adesso.
“Oddio!Di un giorno,ma ‘sta zitta. E poi ti ho detto che ce ne andremo insieme” adesso fu lui a stringerla,pensare di perdere la sua Isabella l’avrebbe divorato.
“Vicini di vita” sussurrò d un tratto lei.
“Vicini di vita e oltre”.
 
Fine FLASHBACK.
 
 
Una lacrima solitaria scivolò fuori dai miei occhi,Alice prontamente l’asciugò e non potei fare altro che sorriderle.
“Grazie Ally” mi avvicinai alla sua foto sorridente,l’accarezzai.
“Ciao Jake”.
Nel tragitto verso casa mi accorsi che il destino c’è l’aveva con me.La radio trasmetteva questa canzone.
 
                                                                                                                                Quassù il cielo,è blu,mi vedo l’anima.
                                                                                                                                Io volo!
 
 
Oh,no.

 Guardami,sentimi,sono qui.Ascoltami
                                                                                                                                Sento il freddo dell’asfalto,salvami
 
 
Una marea di ricordi mi traversò la mente,l’incidente,il suo grido d’aiuto.
Mi dispiace Jake,mi dispiace.I singhiozzi ormai erano continui,mi sentivo soffocare dal male.
Alice spense la radio,desolata.
Rientrammo in casa ma prima di farlo una voce mi fermò.
“Bella!!” Era Emmett,il ragazzo di ieri sera,mi girai e feci un cenno di saluto con la mano.Lui sorrise e si avvicinò.
“Perché ieri sei scappata?Oh,ma hai pianto?” sembrava preoccupato,come se mi conoscesse da tempo
“Oh no,ce,e una storia lunga!Mi dispiace per ieri,avevo da fare” Bugiarda.
Alice si avvicino e gli porse la mano
“Piacere Alice”
“Emmett” gliela strinse anche lui.
“Vi va di uscire con me e degli amici? Magari ci conosciamo meglio tutti quanti” Alice non se lo face ripetere due volte,mentre ancora io mi crogiolavo nel dolore.
“Stasera guardiamo un film da me,abito li” indicò casa sua “ se volete venire ci fa piacere” concluse.
“Certo,alle otto?” non ci credo,aveva accettato.
“Perfetto.”
Detto questo ci salutò con dei leggeri baci sulla guancia,quando salutò me mi spiazzò.
“Ah,si vede che pianto,qualunque sia il motivo,mi spiace” .
Tornai in casa,mi riavvolsi in una sua t-shirt,pronta a sfogarmi per l’ennesima volta,solo che improvvisamente non mi andava più di piangere.
 
 
 
 
Angolo autrice :
Taaaaa daa (: Eccoli finalmente sti due, il capito e parecchio triste,ma sono soddisfatta di come e venuto fuori ,pensavo peggio. Ovviamente il parere che conta e anche il vostro ,quindi aspetto di sapere
 
Grazie a chi legge silenziosamente,e a chi invece si prende la briga di mettere la storia tra le preferite/ricordate/seguite
Bacioni
 

 
  
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