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Autore: LolaMilka_97    04/08/2013    0 recensioni
La storia parla di un Vampiro, Raphael, figlio di due vampiri molto potenti e di Laila, un Licantropo, anch'essa figlia dei Lican più forti in assoluto. Le due razze si fanno guerra e Raphael non ha problemi a prendere parte ad una nuova guerra fino a quando non incontra Laila. Lui non rivela lei di essere un Vampiro dato che lei tiene il segreto di essere un Lican. In seguito alla loro infatuazione si presentano litigi di incompensioni e quando tutto viene chiarito scappano evitando la guerra delle due razze.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ragazzi prima che iniziate a leggere il capitolo vi conviene andare a rileggere il primo, ho dovuto cambiare una piccola cosa e se non lo facevo ciò che ho scritto qui non avrebbe senso. Grazie per il supporto ^^

Dopo pochi istanti che il mio amico pronunciò il silenzio della notte, mi resi conto che qualche cosa non andava. “Hai ragione, c’è troppo silenzio. La Casata non è mai stata così tranquilla.” Mi misi in piedi tenendomi in equilibrio sulle tegole spioventi di quel tetto malconcio. La luna era piena e prospettava guai.


A ogni notte di luna piena, i Lican, si allontanavano dal loro castello per dirigersi in città non molto lontane, per procurarsi il cibo e, lo stesso faceva il nostro Clan. Come avevo potuto dimenticare che quella sera ci sarebbe stata la caccia alla preda. Avrei dovuto rifornire le mie provviste, se avessi cercato di mantenermi con quelle che prendeva il resto del Clan avrei potuto morire di fame, per modo di dire. “Dante. La caccia alla preda, è iniziata.” Si tirò su accanto a me passandosi una mano tra i capelli ricci. “Dobbiamo andare.” Disse scivolando giù dal tetto.

Sentivamo le urla di dolore provenire da una cittadina non molto lontana.

La puzza dei Lican appestava tutta la città. Ululati impazienti provenivano da una parte della città, mentre dall’altra, dove il buio era più penetrante, c’era il silenzio più assoluto. “Dividiamoci e prendiamoci la nostra parte.” Feci segno a Dante di andare dal lato opposto delle urla, lì volevo andarci io.

Ogni angolo della città sembrava vuoto, la luce chiara della luna rifletteva sui vetri di finestre rotte. Sbirciavo in case ormai disabitate, in quel posto ormai non c’era rimasto più niente. “Aaaaah” Un urlo provenne dal lato oscuro, dove Dante sicuramente era riuscito a trovare la sua prima preda. Io ero ancora in cerca di qualcuno da mettere sotto i denti. I Lican si erano nascosti bene, non riuscivo più a sentirli da nessuna parte. Non riuscivo a sentire la presenza di nessun essere umano. Non riuscivo a sentire più nemmeno Dante. Che fosse già tornato al castello? Impossibile, aveva preso solo una preda. E se, la preda fosse stato lui?

Tornai subito al castello, ero preoccupato per Dante. Non avrei dovuto, sapeva cavarsela da solo ma, stava succedendo tutto così all’improvviso.

Il castello era di nuovo affollato. Da ogni parte corpi inermi bucati dai denti affilati di ogni membro della casata. Altri corpi pronti a riprendere vita per creare la nuova armata dei novellini, ovunque mi girassi c’era sangue e la fame aumentava sempre di più. Mi lanciai sul primo corpo ancora pulsante e iniziai a bere. Il sangue di quella donna scendeva caldo nella mia gola, per un attimo lo sentivo pulsare nelle mie vene. Tutti i miei sensi si affinarono e riuscivo a sentire il battito del cuore di una persona, una ragazzina. Sentivo il fiato corto, il sudore che le scendeva sulla fronte e i passi leggeri e svelti che correvano sulle scale del terzo piano.

“Cercavi di scappare?” La raggiunsi in un istante, le strinsi il braccio e l’attirai a me guardandola fissa negli occhi. Per un istante mi era sembrato di vedere la mia immagine riflessa nel suo sguardo perso e pieno di lacrime. Scossi la testa per tornare alla realtà, una lacrima le rigava il volto. La fissai attentamente, nessuno l’aveva morsa eppure era al castello, la sera della caccia alla preda, come poteva essere possibile? “Ti prego non uccidermi.” La sua voce era strozzata, lo sguardo spento e le gambe le tremarono. Allentai di poco la stretta al suo braccio, abbastanza da non farle più male ma ancora stretto da non farla scappare. “Perché sei ancora viva?” Non so perché le feci quella domanda. Avrei dovuto assaggiare il collo più che altro. “Un ragazzo mi ha portata in salvo, prima, dalla città. Q-quando siamo arrivati mi ha chiusa in camera sua ma, ma mi hanno trovata e, il ragazzo, li ha distratti per farmi scappare.” Era sconvolta, ovviamente non sapeva che stesse accadendo, si trovava in un mondo diverso dal suo. Quella era la preda di Dante, ero sicuro.

“Non ti muovere, io e Dante torneremo a prenderti presto.” Lasciai la ragazza sul tetto, dovevo trovare Dante. 
  
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