Capitolo 9: First kiss
Quando riaprii gli occhi,
ero sdraiata su un divano, mi toccai la guancia e la sentii gonfia -fai
piano-
disse una voce accanto a me, mi voltai e vidi Alice -che è
successo?- -Edward
ti ha colpito, per sbaglio- rispose la vampira, a quel punto mi
ritornò tutto
alla mente, mi tirai su di scatto -Jacob!- esclamai guardandomi intorno
-si sta
scannando con Edward- a parlare era stato Emmet, io mi voltai verso di
lui fissandolo
terrorizzata -ehi tranquilla! scherzavo! il tuo amichetto se ne
è andato- disse
Emmet ridendo, se solo avessi potuto gli avrei tirato qualcosa addosso.
Mi
alzai dal divano e andai verso uno specchio appeso alla parete, quando
mi vidi
riflessa pensai che avrei preferito essere cieca, un intera
metà del viso era
gonfia, avevo un occhio nero e un lungo taglio che attraversava tutta
la
guancia -oh mio dio- mormorai sfiorandomi il volto con le dita -poteva
andarti
peggio, se Edward ci avesse messo un pò più di
forza a quest'ora non saresti
qui- Jasper era comparso accanto a me, -complimenti Jasper, tu si che
sai come
tirare su il morale alle ragazze- disse Emmet dandogli una pacca sulla
spalla,
lui si limitò ad alzare le spalle, poi si andò a
sedere vicino Alice. -Dov'è
ora Edward?- chiesi voltandomi verso di loro, prima di rispondermi si
guardarono tra loro -Edward è in camera sua ma...-
iniziò Alice, non
le diedi il tempo di finire che già ero
uscita dalla stanza -credete che avremo dovuto avvertirla che Edward
è
arrabbiato con lei?- -no Emmet, sarebbe stato inutile- disse Jasper.
La camera di Edward si trovava
davanti le scale, rimasi per un po’ a fissare la porta, da
dentro si sentiva il
rumore della musica, Edward stava ascoltando la radio. Presi un bel
respiro e
spinsi la porta in avanti. Lui era li, sdraiato sul letto, con solo i
jeans
addosso, aveva le cuffie ma il volume era cosi alto che potevo sentire
chiaramente quello che stava ascoltando, gli occhi erano chiusi, ma ero
certa
che non dormisse, i vampiri non dormivano. Mossi qualche passo verso di
lui,
non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo corpo perfetto, era una
visione
celestiale, da mozzare il fiato. Ero andata li per parlargli, ma ora
tutta la
mia sicurezza era andata a farsi benedire e io me ne stavo immobile
davanti il
suo letto, doveva essersi già accorto che ero li, ma allora
perché non diceva
niente? Quel silenzio mi faceva soffrire -Edward…- la voce
mi uscì roca, lui
non disse niente, sospirai rassegnata, evidentemente quello non era il
momento
per parlare. Mi voltai e raggiunsi la porta, prima però
guardai un ultima volta
indietro, mi stupii quando vidi che Edward non era più sul
letto, mi rigirai
avanti e quasi mi venne un colpo quando me lo ritrovai davanti,
appoggiato alla
porta, le mani in tasca che mi fissava. -che vuoi?- il suo tono era
freddo -mi…mi
dispiace…- riuscii a dire, senza avere il coraggio di
guardarlo in faccia, lo
sentii muovere un passo verso di me, -ti rendi conto di quello che hai
fatto?,
mi hai deluso Bella…- aspetta…che ha detto?
L’ho deluso? Ma chi si crede di
essere? -come osi…io ti avrei deluso? Proprio tu che stavi
per picchiare un mio
amico, vieni a dire a me che ti ho deluso!- urlai -è un
licantropo Bella!-
sbottò Edward -questo lo so!, tuttavia non ti da il permesso
di alzare le mani
su di lui!- -lo stai difendendo?- sembrava incredulo -che altro dovrei
fare?,
lo conosco da molto prima che incontrassi te, siamo cresciuti
insieme…- -per te
lui è più importante di me?- quella domanda mi
lasciò spiazzata, non sapevo
cosa rispondergli, Jacob era importante per me, era un amico su cui
potevo
sempre contare, ma Edward era qualcosa di più, avevo capito
di amarlo dal primo
momento che lo avevo visto. Lo vidi fissarmi, stava ancora aspettando
una mia
risposta, mi morsi il labbro, e alla fine decisi, se non riuscivo a
dirglielo a
parole ci avrei provato con i fatti. Allungai una mano verso di lui,
che
prontamente la strinse nella sua, mi avvicinai di più a lui
e mi alzai in punta
di piedi, un attimo prima che le mie labbra si posassero sulle sue
chiusi gli
occhi. Fu un bacio semplice, ma che bastò a mandarmi in tilt
il cervello,
sentivo le gote andarmi a fuoco, feci per allontanarmi, ma lui mi
passò una
mano dietro la schiena e mi attirò nuovamente verso di lui
approfondendo il
bacio, sentivo le sue mani fredde sotto la maglietta accarezzarmi la
schiena,
rabbrividii e mi strinsi ancora di più a lui, che senza
fatica mi sollevò, si
sedette sul letto e mi sistemò a cavalcioni sulle sue gambe,
durante questa
manovra non aveva lasciato per un secondo le mie labbra. Inutile dire
che la
mia mente stava facendo dei pensieri davvero poco casti, mi allontanai
dalla
sua bocca e scesi a baciargli il collo, lo sentii sospirare e poco dopo
chiuse
gli occhi. Non avrei saputo fino a che punto ci saremo spinti, ma ad un
tratto
la porta si aprì e gli altri fratelli apparvero sulla porta,
Alice sorrise
radiosa, Jasper ridacchiò in silenzio, Rosalie sembrava
disgustata ed Emmet
proruppe in una fragorosa risata -accidenti fratellino! Si vede che eri
veramente incavolato con lei!, mi raccomando dacci dentro!-. Oddio, vi
prego
qualcuno mi dia una pala che mi scavo una fossa e mi ci sotterro!.
Senza dire
niente Edward mi fece scendere dalle sue gambe, si avvicinò
ai fratelli -cosa volete?-
si vedeva che cercava di mantenere la calma -Carlisle vuole parlare con
Bella-
disse Jasper -va bene- disse Edward mettendo una mano sulla porta
-vuole parlarci
adesso- disse Alice, Edward la fulminò con lo sguardo -ora
arriviamo- disse e
richiuse la porta sbattendola, sentii i suoi fratelli ridere mentre si
allontanavano.
-cosa
credi che voglia tuo padre da me?- -non lo so, ma è meglio
se vai da lui- -tu
non vieni con me?- -ti accompagno, ma poi entrerai solo tu, Carlisle
vuole
parlare solo con te- -va bene, allora andiamo-. Mi alzai e mi avvicinai
ad
Edward, che mi prese per mano. Ci incamminammo insieme verso lo studio
di
Carlisle. Prima di lasciarmi entrare Edward si chinò e mi
baciò nuovamente, mi
sfiorò la guancia gonfia, e il freddo delle sue dita mi
diede sollievo -scusa-
sussurrò al mio orecchio, e un attimo dopo era sparito.
Bussai alla porta -avanti-
rispose poco dopo Carlisle, spinsi in avanti la maniglia ed entrai.