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Autore: HeartSoul97    05/08/2013    3 recensioni
Eccomi qua! Dopo le poesie, mi sono cimentata in una storia originale. E' la prima storia con più capitoli che scrivo, e sinceramente non so cosa ne penserete né quanto penso di mandarla avanti. Spero che vi piacerà, se avrete il fegato di provare a leggerla. Ma passiamo alla trama. La storia è ambientata in una terra chiamata Gea, la cui unica parte abitata è Ennea. Parla di Peccati, di Vendetta e di Giustizia.
Dal Prologo:
"Lilith, Grande Dea, accetta questo tributo di sangue, affinché Tu possa esaudire le mie preghiere"
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                       Capitolo Venticinquesimo – Il prezzo della battaglia
 
Yvaine era distesa per terra, svenuta. I suoi abiti erano macchiati di rosso. L’erba intorno a lei era inzuppata dal sangue che le sgorgava da uno squarcio sul fianco destro.
«Yvaine…» disse Rick, precipitandosi accanto a lei. Le sentì il polso, che batteva debolmente. Cercò qualcosa per fasciarle la ferita, ma non trovò niente. Affranto, si coprì il volto con le mani.
Non sono riuscito a proteggerla. Non posso salvarla. Sta morendo, e io non posso fare niente.
«R..Rick…» sussurrò all’improvviso lei. Il ragazzo non credette ai propri occhi, quando la vide sveglia.
«Ci…ci sono riuscita? Abbiamo vinto?» chiese, anche se in cuor suo lo sapeva già.
«Sì, abbiamo vinto. Ma non avresti dovuto fare una cosa del genere. Perché lo hai fatto?»
«L’ho fatto per te, Rick. Così potrai vivere libero».
«Non penso di aver sentito dire una stupidaggine più grande di questa. Come potrò mai essere libero, se la mia libertà ha richiesto il tuo sacrificio?»
«Lo sarai comunque. L’ho fatto per te, e se tu sei vivo, io sono felice. Hai mantenuto la promessa».
Rick si sentì tremare.
«È giunta la mia ora. Se mi lascio andare, Lilith riprenderà il mio corpo. E allora non avrete scampo. Qualcuno deve mettere fine alla mia vita, adesso, prima che finisca da sola».
Lo capì ancora prima che finisse di parlare. Chi dovesse mettere fine alla sua vita.
«C’è un modo per liberarti di lei, io ne sono sicuro»
«No, non c’è. Non ho altra scelta, Rick». Aveva gli occhi lucidi.
«Uccidimi, ti prego. Fallo per me. Ti supplico».
Nella sua voce tremante, Rick poteva sentire tutta la sua sofferenza. Ma nei suoi occhi color cielo, scorgeva una nota di dolente saggezza.
«Non posso, Yvaine. Non posso».
«Non capisci, Rick? Sono al limite. Sarò egoista, ma non ce la faccio più. Ti prego».
Rick non voleva capire. Come un bambino che non vuole accettare la realtà, sopraffatto dalla logica inattaccabile di un adulto.
«Posso chiederlo solo a te. Se lo chiedessi ad altri, Lilith li ucciderebbe». Ora parlava a fatica. Respirava affannosamente, il petto che si alzava e abbassava velocemente, gli occhi grandi di paura che iniziavano a scurirsi, sembravano già neri come l’inchiostro.
«Perché io, Yvaine?»
«Rick, io già da quando ti incontrai nel bosco, non so quanto tempo fa, ho capito una cosa» prese un respiro profondo, mentre le lacrime le scendevano sulle tempie.
«Rick, in te c’è qualcosa di incredibilmente puro, inestimabile. Una cosa che niente può contaminare. Uno spirito di giustizia talmente bello da far venir voglia di piangere. L’unica cosa in grado di fermare un abominio di natura come Lilith»
«Non è possibile, Yvaine. Io non voglio ucciderti. Non dopo il bacio di prima. Non dopo aver capito quanto sei importante per me». Ma Yvaine non lo ascoltava.
«Anche la giustizia richiede un prezzo. E chi deve pagarlo se non io, che ho causato tanta sofferenza? Chi più di me merita la falce di Justitia?»
Le punte delle corna affiorarono dai suoi capelli.
«Quando sarà finita, distruggi quel tempio. Fa’ che nessun altro abbia il mio stesso, tremendo destino». Tossì, e le sue labbra si macchiarono di sangue.
Rick annuì piano con la testa. Poi si chinò verso di lei, baciandole dolcemente la fronte.
Lascia che sia io a guidare la tua mano. La voce saggia e profonda di Justitia lo sorprese. Yvaine aveva ragione. E allora lasciò che la dea prendesse possesso del suo animo. Come in sogno, si sentì alzarsi e prendere la spada. Solo che non era una spada, era una pesante lancia d’oro.
«Grazie, Rick. Sei stato la cosa migliore che mi sia mai capitata. È tempo che me ne vada. È giusto così». Lilith, nella sua coscienza, cominciò a gemere. Guardò per l’ultima volta ciò che aveva intorno. Il tramonto le feriva gli occhi. Vedeva Rick, e al tempo stesso non era lui, ma Justitia. In mano la sua spada ancora sporca di sangue per la battaglia che cambiava forma continuamente, divenendo una lancia d’oro. Vide quel ragazzo così coraggioso, la sua figura che si stagliava contro il cielo, e le parve così forte, bello, e grande. Capì di nuovo che quella era l’ultimo attimo. Prima della battaglia, sperava in qualche modo di riuscire a salvarsi. Adesso, era davvero la sua ultima occasione. Il suo regalo d’addio.
«Ti voglio bene» sussurrò. Poi sorrise.
E rimase così, con il sorriso sulle labbra, mentre Rick,  urlando con il volto rigato dalle lacrime, le affondava l’arma nel petto.  
  
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