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Autore: wouldbelouder    05/08/2013    3 recensioni
“E’ una bambola?” chiese ingenuamente il piccolo, mentre, seduto sulle gambe della madre, ammirava quella creaturina dagli occhioni castani.
“No, Niall. Però è tanto tanto fragile. Proprio come le bambole, quelle di porcellana.” gli spiegò dolcemente la madre.
Niall la guardò negli occhi e lei tirò su le labbra, formando un piccolo sorrisino, e allungò la piccola manina verso la sua guancia, pizzicandogliela con una delicatezza impressionante.
“Sarò il tuo angelo custode, Cassie” le disse, continuando a sorridere “per sempre”.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza prese ad osservare il cielo limpido di quella mattina, decorato da alcune nuvole che si rincorrevano lente tra di loro, ritenendo che non rispecchiasse affatto una tipica giornata di un dicembre ormai inoltrato, il ventiquattro con esattezza. 
Portò lentamente la sigaretta alle sue labbra stranamente rosse, assaporando l'ennesima boccata di fumo e guardandolo assorta mentre lo espirava a poco a poco. 
Lentamente. 
Sembrava che tutto, intorno a lei, avesse deciso di rallentare il suo corso, come a farla calmare, anche se, appurò, tutto ciò la rendeva -se possibile- sempre più nervosa. 
Tutta quella tranquillità dava ampio sfogo al suo cervello, il quale non esitava a farle ricordare, nitide, le immagini di quella sera che avrebbe tanto voluto eliminare. Proprio come in una registrazione, avrebbe voluto riavvolgere il nastro per tornare indietro premere su ‘delete’ per cancellare quei brutti ricordi, e tornare al presente. 
Sbuffò, quando si rese conto che l'ennesima sigaretta stava per giungere al termine, e stette per trarne l’ultima boccata, se solo un biondino dagli occhi limpidi come il cielo di quella giornata non le avesse tolto dalle mani ciò che in quel momento considerava il suo ‘calmante’. 
Aveva infranto la promessa.
 

 Era passata una settimana dalla fatidica sera e il biondino irlandese notava, giorno dopo giorno, che gli occhi della sua migliore amica si facessero sempre più spenti e che quella felicità che l’aveva sempre accompagnata, la stesse abbandonando a poco a poco. 
Sapeva che ciò che le aveva fatto Ricky fosse meschino, ma non pensava che Cassie potesse chiudersi così tanto in se stessa, evitando tutto e tutti -perfino il riccio-, e che potesse colpirla così tanto. In fondo -era stata lei stessa a dirlo-, il quarterback non era riuscito a portare a termine ciò che aveva in mente. 
Scrollò le spalle, come a rispondere ad un interlocutore immaginario che gli stesse ponendo delle domande a riguardo, e finì di vestirsi in fretta, intenzionato a continuare quel suo lungo monologo interiore allo stagno. 
Prese una merendina dalla credenza e, dopo averla velocemente mangiata, indossò il cappotto e si avvolse una calda sciarpa al collo, portando con sé anche un cappello di lana. Aveva constatato che il cielo era splendidamente azzurro, ma il freddo di dicembre riusciva a gelarti le ossa nonostante quel tiepido sole che timidamente si faceva largo tra le poche nuvole presenti. 
Con tutta tranquillità, si diresse verso il parco e, giuntovi, scostò quei soliti piccoli rami della siepe che gli ostacolavano il passaggio. 
Si sfregò le mani, che minacciavano di diventargli più fredde dopo il contatto con la neve, mentre si avvicinava alla grande quercia.
Dopo pochi e veloci passi, riuscì a notare la testa bionda della sua migliore amica, che se ne stava seduta a fissare il cielo, con la schiena poggiata al grande tronco, mentre infrangeva la loro promessa.
Sbuffò, avvicinandosi a Cassie a passo svelto, per poi sfilarle la sigaretta. Nervoso com’era anche lui, quel giorno, non ci pensò due volte prima di aspirare un tiro, sotto gli occhi increduli ed un sorriso divertito della bionda. Spense la sigaretta sotto la sua scarpa, per poi sedersi accanto alla ragazza.
Aprì la bocca per pronunciare delle parole che, Cassie sapeva, avrebbero formato un piccolo rimprovero, ma fu fermato prima ancora che le corde vocali del ragazzo potessero scaldarsi.

 
“Non una parola” gli disse, rivolgendogli uno sguardo nervoso “Ne avevo bisogno e, a quanto pare, anche tu” continuò, tirando fuori un sorrisetto beffardo.
Il ragazzo sbuffò ancora, portandosi nervosamente una mano ai capelli.
“Non puoi negarlo” concluse, stendendo le gambe davanti a sé e appoggiandosi tranquillamente alla quercia dietro di loro.
La presenza del ragazzo riusciva a portarle un po’ di serenità, nonostante anche lui fosse piuttosto nervoso.
 

“Quante?” chiese solo, avvicinandosi alla sua migliore amica, in cerca di un po’ di calore.
“Qualcuna” disse, facendo la vaga e scrollando le spalle. “Due, forse tre”
Niall contò mentalmente fino a tre, prima di porgere una mano in direzione della ragazza, col palmo rivolto verso l’alto.

 
Cassie si lasciò andare ad una risatina ironica, prima di poggiare il pacchetto quasi vuoto su quella mano rossa e fredda che, notò, avrebbe voluto scaldare. Si morse l’interno di una guancia per gli assurdi pensieri che stava facendo, guardando curiosa i movimenti del ragazzo che, lentamente, aprì il pacchetto e ne svuotò il contenuto sull’altra mano.
“Due, forse tre?” chiese retorico, guardando le sole due sigarette che erano uscite dal pacchetto che, una volta, ne conteneva venti.
“Non le ho mica fumate tutte oggi” rispose lei, sbuffando ed incrociando le braccia al petto.
“Davvero?” le chiese, avvicinandosi al suo volto e alzando un sopracciglio.
“Davvero” rispose con una smorfia, mentre il volto accigliato del suo migliore amico le si faceva sempre più vicino. Sbuffò “Okay, le ho fumate tutte oggi. Contento?” chiese esasperata.
“A dire il vero, no” rispose, guardandola male.
Cassie alzò le spalle, volgendo lo sguardo altrove.
Rimasero per qualche minuto così, in silenzio, prima che la ragazza prendesse parola, sviando il discorso.
 

Non avrebbe voluto risultare così brusco, non avrebbe voluto che la ragazza gli si allontanasse. Era così impegnato ad insultarsi mentalmente che ci fece appena caso quando lei cominciò a parlare. “Tu, piuttosto” dopo averle rivolto uno sguardo curioso, poté constatare di non essersi immaginato la sua voce e che lei stesse cercando le parole adatte per fare in modo che la domanda che stesse per fare non risultasse troppo inadatta.
L’aveva capito dalle sopracciglia leggermente aggrottate, dalla mano che frettolosamente si era portata ai capelli, intenta a scompigliarseli, dal labbro inferiore posto tra i denti, nell’aver ricordato -forse un po’ troppo tardi- di aver fatto una treccia quella mattina e che avrebbe potuto rovinarla. Dischiuse appena le labbra, facendone uscire una leggera condensa, causata dal respiro caldo a contatto con l’aria gelida, e si voltò a guardare il suo migliore amico, rivolgendogli ancora la parola. “Come mai così nervoso?”
Il biondo alzò appena le spalle, non sapendo realmente cosa risponderle. Perché era così nervoso? Quella sera ci sarebbe stata la cena a casa Ainsworth, con successiva festa a casa Tomlinson. Era, in un certo senso, preoccupato che la ragazza con il quale si era divertito una settimana prima, avesse frainteso le sue intenzioni e volesse di più da lui. O, forse, era più preoccupato che Cassie avrebbe potuto preferire starsene rinchiusa in casa piuttosto che andare a quella festa.
“Hai presente la ragazza di..” cominciò, cercando di trovare le parole adatte. Sbuffò, sapendo che qualunque andamento avrebbe preso il ‘racconto’, le immagini della serata erano ancora ben nitide nella mente di Cassie, e non di certo per colpa sua e di ciò che avrebbe voluto dire per sviare il discorso. “Beh, insomma. Hai presente la ragazza dell’altra sera? Quella con cui ho ballato?” chiese, grattandosi la testa.

 
La ragazza annuì, con un leggero sorrisetto. “Non ti sarai innamorato di lei, Nialler?” gli rispose divertita.
Da un lato era felice che il suo migliore amico avrebbe potuto instaurare un rapporto che andasse ben oltre l’amicizia con una ragazza. In fondo, aveva notato una leggera aria malinconica nei suoi occhi, quando Harry la prendeva per mano o la avvicinava a sé, e lo stesso pareva accadere quando Lou e Sam erano nei paraggi.
Dall’altro lato, quello probabilmente più egoista, però, era tutt’altro che felice. Non avrebbe voluto che il suo migliore amico si fosse allontanato da lei per una ragazza, non ora che aveva così bisogno di lui. Vedeva perfettamente quanto Niall fosse bello e riscuotesse successo tra le ragazze del liceo. Chi avrebbe potuto resistere ad un faccino tanto dolce? A quegli occhi tanto azzurri, a quel sorriso, a quella risata?
Cassie adorava la sua risata, le metteva allegria e le faceva nascere un sorriso spontaneo.
Si morse nuovamente l’interno di una guancia, per la strana piega che stavano prendendo i suoi pensieri e si soffermò a guardare il viso del ragazzo accanto a lei, visibilmente in imbarazzo dopo la sua affermazione.
“No, ed è questo il problema”. La ragazza lo guardò confusa, aggrottando le sopracciglia e suscitando uno sbuffo da parte del biondo. “Vorrei tanto una ragazza, Cas. E lei è bellissima, davvero, ma non è… non mi fa alcun effetto” le rispose dispiaciuto. Si morse la lingua, dandosi dello stupido mentalmente almeno un’infinità di volte. Voleva davvero rovinare tutto così? Stava davvero per dirle che non voleva avere una relazione con quella ragazza perché non era lei? Sospirò, appoggiando la testa al tronco della quercia e chiudendo gli occhi.
 
Inconsapevolmente, Cassie sorrise, per poi rannicchiarsi e poggiare la testa sulle gambe del ragazzo al suo fianco, che prese a giocare con la sua treccia, nonostante le sue continue proteste.
“Niall, piantala” disse, dandogli un pizzico sul fianco coperto dal cappotto “Così finirai per…”
“Disfartela?” chiese divertito, portando le dita alla fine della treccia.
“Non farlo, Nialler, o giuro che mi vendico nel peggiore dei modi” sibilò la ragazza, guardandolo dal basso.
“Ah sì?” le chiese con un tono di sfida, ma prima ancora che lei potesse aprire bocca, le sfilò via l’elastico e portò la mano tra i capelli della ragazza, per scioglierle del tutto l’acconciatura.
La ragazza sbuffò, passandosi una mano tra i capelli “Ti detesto con tutta me stessa, Niall Horan.”
 
 

La serata a casa Ainsworth era trascorsa velocemente e in tutta tranquillità per entrambi i ragazzi. Ogni tanto venivano tirati in ballo aneddoti imbarazzanti di quando erano ancora tutti a Mullingar, ma venivano ricordati da tutti con un sorriso sulle labbra.
Da quanto gli era stato raccontato fino ad allora, Louis era quel tipo di ragazzo da voler organizzare sempre le cose in grande, così, dopo l’abbondante cena, Niall era tornato a casa con i suoi genitori, poiché aveva intenzione di rilassarsi sotto il getto caldo della doccia, prima di passare la serata tra un’infinità di persone a casa Tomlinson.

 


Cassie richiuse la porta della camera alle sue spalle, prima di trarre un sospiro e avvicinarsi lentamente al suo letto. Si sentiva stranamente stanca e priva di forze, nonostante avesse fatto ben poco di concreto in quei giorni. Si tolse le scarpe e cercò una felpa nell’armadio, iniziando a sentire alcuni brividi di freddo risalirle per tutto il corpo. Sbuffò nuovamente, quando notò che il suo armadio era privo di felpe -evidentemente la madre aveva ben pensato di lavarle tutte insieme-, e si recò nella stanza di Thomas per prendere in prestito una delle sue. Grandi, larghe e calde.
Senza troppe cerimonie, aprì l’armadio del fratello e ne prese una a caso, infilandosela subito dopo averla rimossa dalla gruccia.
“Che stai facendo?” Thomas era appena entrato nella stanza e la stava fissando. Non era arrabbiato, era stranamente curioso.
“Avevo freddo” disse semplicemente, alzando le spalle e beandosi del calore di quella felpa così grande per lei.
“E non potevi indossare una delle tue? Credo che ti stiano decisamente meglio” le disse, con un sorriso divertito.
“Mamma deve averle messe a lavare, nel mio armadio non ce ne sono” rispose con una strana smorfia, mentre affondava sempre più il collo e le mani nella felpa. Sempre più brividi iniziavano a farle compagnia.
“Cas, stai bene?” le chiese, leggermente preoccupato. Evidentemente il suo viso doveva aver assunto un colore piuttosto pallido, dato che iniziava a sentirsi sempre più stanca e più infreddolita.
“Mmh” mugugnò in una risposta affermativa, mentre si avvicinava alla porta della stanza.
Thomas era ancora sull’uscio, per cui, quando le fu accanto, le poggiò delicatamente il dorso della mano sulla fronte per poi “Ma tu scotti!” esclamarle premuroso. “Prendo il termometro e ti porto del the, tu mettiti al caldo e…”
“Ma sto bene!” lo interruppe, per nulla intenzionata a restare a casa quella sera.
Il ragazzo le rivolse una strana occhiata, prima di lasciarla sola in stanza per andare a fare ciò che le aveva detto pochi secondi prima. Lei sbuffò, trascinando i piedi fino alla propria stanza e gettandosi poco delicatamente sul letto. Prese il cellulare dal comodino e scrisse un nuovo messaggio da inoltrare a Niall e ad Harry.
A: Nialler; Harry.
Testo messaggio:
Ehy, non credo che potrò venire stasera e, no, non sto inventando una scusa su due piedi per starmene chiusa in camera. Credo di essermi presa una febbre bella alta, Thomas non è intenzionato a farmi uscire di qui.
Cas, x.

 

Niall stava canticchiando allegramente una canzone ascoltata alla radio qualche giorno prima, quando la suoneria dei messaggi del suo cellulare lo costrinse a fare qualcosa di diverso dall’allacciarsi le scarpe.
Sbloccò il cellulare e, dopo aver letto il testo del messaggio, cercò qualcosa di carino da dire in risposta. Ma cosa avrebbe potuto scriverle? “Stammi bene”?
Si scompigliò i capelli ancora umidi, prima di iniziare a scrivere qualcosa di sensato.
“Pare che starsene tranquillamente sulla neve per tutta la mattinata non sia stata una gran bella idea, eh? Spero che ti passi in fretta, Cas. Divertiti, chiusa in camera!”
Sorrise, immaginando già cosa avrebbe potuto scrivergli in risposta, tanto che non ne fu sorpreso, quando gli arrivò il messaggio.

 
Sei uno stronzetto senza cuore, mi vendicherò.
 

Ti voglio bene anch’io.

 
Sorrise di fronte alla risposta del suo migliore amico, prima di aprire il nuovo messaggio in arrivo.
Oh, amore, sei un danno! Sono lì tra pochi minuti.
Harry, non so cosa tu abbia capito, ma io non posso muovermi da qui.
Oh, Cassie, anche a me fa piacere rivederti! Non ho voglia di andare alla festa senza di te.
Un sorriso spontaneo si fece largo sulle labbra della ragazza. Adorava da morire quei momenti in cui Harry tirava fuori la sua preoccupazione per lei, ma non le andava che rinunciasse alla festa di uno dei suoi più cari amici solo perché lei si era beccata la febbre.
Lou mi odierebbe a vita.
Tranquilla, Tommo capirà.
Grazie.
Devi avere la febbre davvero bella alta!” le scappò una breve risata, prima di rispondere.
Oh, va al diavolo!
Rimise il cellulare sul comodino, sicura che di lì a poco sarebbe arrivato e non avrebbe risposto ulteriormente.
Dopo pochi minuti passati ad osservare il soffitto, sentì la porta della sua camera cigolare. Thomas entrò cautamente, per evitare di far cadere il termometro o la bevanda, e poggiò la tazza fumante sul comodino, prima di rimuovere il cilindretto dalla custodia e passarlo alla ragazza.
Cassie si mise seduta, facendo attenzione a posizionare per bene il termometro, e rivolse un sorriso riconoscente al fratello che le si sedeva ad una certa distanza.
“Come va col freddo?” chiese, controllando l’ora sulla sveglia accanto alla tazza.
“Un po’ meglio” rispose, facendogli cenno di avvicinarsi a lei.
Thomas alzò un sopracciglio “Hei, non vorrai mica infettarmi?”.
La ragazza si lasciò andare ad una breve risata, mentre il fratello le si metteva accanto, poggiandole un braccio sulle spalle. La biondina poggiò la testa sulla sua spalla, godendosi quei pochi minuti di dolcezza di quel ragazzo che faceva tanto lo spaccone per non dimostrare quanto in realtà le volesse bene e che in quel momento stava controllando nuovamente l’orario, per poi tendere una mano nella sua direzione.
Cassie tolse il termometro e ne guardò la temperatura segnata, sbuffando contrariata e poggiandolo sul palmo del ragazzo.
Thomas fece altrettanto, rivolgendosi con un tono di rimprovero alla ragazza “Cos’hai fatto per beccarti quasi 39°, Cas? Non ti sarai mica fatta il giro del quartiere in mutande?”
La ragazza rise ancora, dandogli un leggero pugno sul torace. “Tu, piuttosto” disse, incuriosendolo “Passami quel the, prima che si freddi.”
Il ragazzo fece ciò che gli era stato chiesto, prima che il campanello suonasse suscitando altra curiosità in lui.
“Oh, deve essere Harry” disse, rispondendo alla sua tacita domanda.
“Non gli hai detto che saresti restata a casa?” le chiese.
“Sì” rispose “ma ha detto che sarebbe venuto qui a farmi visita, non aveva voglia di andare alla festa.”
Il ragazzo scrollò le spalle, prima di alzarsi “Resta qui, vado io”.
Dopo brevi chiacchiere di convenienza tra suo fratello e il suo ragazzo, Cassie poté finalmente sentire dei passi salire su per le scale e farsi sempre più vicini alla sua stanza, mentre cercava di godersi il più possibile il calore del the che tanto adorava. Sentì nuovamente la porta della sua stanza cigolare.
Dovrò dire a papà di darle un’occhiatina, pensò mentre osservava una testa riccioluta far capolino nella sua stanza.
Harry chiuse la porta dietro di sé, rivolgendo un sorriso alla biondina che lo scrutava sorseggiando tranquillamente. Le si sedette accanto imitando la precedente posizione di Thomas e le lasciò un bacio sulla fronte, sorridendo divertito. “Ci potrei cuocere del bacon qui sopra, dici che di sotto ce ne sia?” chiese, ricevendo un’occhiataccia.
Cassie, nel frattempo, aveva terminato il suo the e gli porse la tazza “Renditi utile, visto che sei qui” disse, rivolgendogli uno strano sorrisetto.
Il ragazzo si voltò a guardarla, dopo aver poggiato la tazza sul comodino “Hai intenzione di sfruttarmi per tutta la sera?”
“Forse” disse, per poi avvicinarsi al suo volto e stampargli un breve bacio sulle labbra.
“Mmh” mugugnò con disappunto, facendola sorridere ancora.
“Non vorrai che ti passi la febbre, vero?”
“Un bacio non ha mai ucciso nessuno, Cas” le disse, imbronciato “E poi se mi stai così appiccicata, potresti passarmela comunque” le pizzicò un fianco, facendola allontanare appena.
“Ma ho bisogno di calore” ribatté, stringendosi al suo petto e sporgendo il labbro inferiore, che fu catturato dalle labbra del riccio. Il bacio che ne seguì fu lento e dolce, tanto da far nascere un leggero sorriso sui volti di entrambi.
 

 

Niall era in disparte a gustarsi quello strano drink che gli era stato rifilato da Louis, quando sentì una voce femminile chiamarlo. All’inizio pensò di aver sentito male. In fondo, quale ragazza gli si sarebbe avvicinato se non Cassie e Sam? Ma la prima era a casa sua sotto le coperte, probabilmente in compagnia del riccio, visto che non l’aveva beccato da quando era lì, mentre la seconda stava allegramente ballando col festeggiato in mezzo a tutta quella calca di gente.
Portò nuovamente il bicchiere alle labbra, quando si sentì chiamare ancora, per cui si costrinse a voltarsi nella direzione verso la quale gli pareva provenisse la voce. E fu in quel momento che vide la ragazza che stranamente spuntava di tanto in tanto tra i suoi pensieri e che continuava a cercare di parlargli ovunque.
Ora che la osservava meglio, Emily -era così che gli pareva si chiamasse- non era affatto male. Non somigliava per niente a Cassie, ma aveva i suoi buoni punti a favore. Aveva i capelli ricci, non molto lunghi, ma di una bella sfumatura di castano, labbra non eccessivamente carnose e un naso proporzionato, leggermente all’insù. Ma ciò che l’aveva colpito, in quel momento, e a cui non aveva badato la settimana precedente, erano i suoi occhi: di un verde così intenso da chiedersi se ne esistessero altri di altrettanta bellezza.
Aggrottò leggermente la fronte, scoprendosi a fare apprezzamenti che prima d’ora non aveva neanche mai lontanamente fatto, per poi rivolgerle un sorriso sincero.
Si sentiva felice, perché non si sarebbe ritrovato a trascorrere la serata da solo, ma al contempo in imbarazzo, perché aveva continuato ad ignorarla fino ad allora e non aveva la più pallida idea di come si sarebbe dovuto comportare.
“Hei” le disse, quando gli fu abbastanza vicina da poterlo sentire.
Lei gli rivolse un sorriso imbarazzato. “Ti va di..” cominciò a dire, ma poi si bloccò, cercando forse le parole più adatte da utilizzare “parlare?” chiese con un sorriso incerto e timido.
Strano, pensò, eppure non la faceva un tipo tanto insicuro e timido.
Il biondo acconsentì con un cenno del capo e le poggiò una mano sulla schiena, conducendola verso la cucina. Si rinchiuse la porta alle spalle e le rivolse l’ennesimo sorriso.
“Allora..” cominciò, guardandosi un po’ intorno “Come va?”
“Bene” le rispose, scrollando appena le spalle “ A te, come va?”
La ragazza si grattò un braccio, portando lo sguardo sul suo volto “Oh, bene.”
In quel momento la situazione cadde in uno strano silenzio piacevole e spiacevole allo stesso tempo. Nessuno dei due sapeva bene come intavolare una conversazione degna di quel nome, ma stare alla larga da tutta quella massa soffocante di persone faceva star bene entrambi.
Niall stava pensando a come sembrare un po’ meno stupido, quando Emily lo riscosse dal suo monologo interiore.
“Ho provato a chiamarti in questi giorni” disse, catturando su di sé l’attenzione del ragazzo “E mi dispiace di essere stata così…invadente, ma avevo bisogno di parlare riguardo a..” si morse il labbro inferiore, guardandolo negli occhi “beh, lo sai” concluse, con un ulteriore sorriso imbarazzato.
Il biondino si passò una mano tra i capelli, avvicinandosi impercettibilmente alla ragazza “Sì e no, cioè” sbuffò “Non sei stata invadente, e mi dispiace di non aver risposto a nessuna delle tue chiamate, ma ho avuto vari problemi e ho accantonato per un po’ il cellulare.”
Pensò che un’innocente bugia non avrebbe potuto far male a nessuno. Dopotutto, aveva realmente avuto il suo bel da fare con la faccenda tra Ricky e Cassie.
“Oh, no. Tranquillo” gli sorrise, stavolta meno imbarazzata. Aveva un bel sorriso, in fondo, e le spuntava una leggera fossetta sulla guancia destra quando lo faceva. Le sorrise in risposta. “Volevo chiederti scusa, comunque” aggiunse, prima che il ragazzo potesse pensare o dire qualunque cosa “Ero…beh, ero un po’ ubriaca e non vorrei che ti fossi fatto una brutta idea di me” concluse, rivolgendogli uno sguardo che esternasse tutto il suo dispiacere prima di voltarlo verso le sue scarpe.
Niall le poggiò una mano sulla spalla, attirando la sua attenzione, e le rivolse un sorriso sincero. “Non hai nessuna colpa” la rassicurò “Le cose si fanno in due, no?” chiese, ricevendo un accenno di assenso da parte della ragazza. 












Dia duit! 
Premetto che capisco perfettamente quanto potreste odiarmi in questo momento, dopo quattro mesi dall'ultimo aggiornamento,
ma ho avuto vari imprevisti e, oltretutto, il tempo è sembrato letteralmente volare. 
Allora? Come state? Spero che abbiate concluso la scuola nel migliore dei modi e
che questi due mesi estivi siano stati divertenti (almeno per voi, ugh). Siete già state in vacanza o andrete a breve? 
Io resterò a casa come ho fatto con i due mesi precedenti, ma okay. 

Passando alla storia(della quale sono del tutto insicura, ultimamente):
-Ho deciso di cambiare l'andamento della trama, ma ve ne accorgerete solo in futuro, e ho deciso di inserire più parti riguardanti Nialler.
Dopotutto è pur sempre una fanfiction legata ai ragazzi, e incentrarla solo su Cassie risulta abbastanza noiosa e pesante. O, almeno,
questa è la mia attuale impressione.


Anyway, spero di non essermi fatta odiare troppo, soprattutto con questo schifo di capitolo,
giuto che mi rifarò e che aggiornerò più spesso!

Per chi volesse, 'Mine, Right?' è ancora qui che attende di essere letta e recensita (ve ne sarei immensamente grata)
-Ultima cosa, ma non meno importante, c'è questa fanfiction 'Lots Of Feelings' che vorrei tanto leggeste, 
credo che meriti di essere seguita e recensita



Su twitter, sono wannabelouder(se me lo chiedete, ricambio subito)
Love ya always,
G.
   
 
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