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Autore: I_am_a_liar    05/08/2013    8 recensioni
"Correva. Correva nel buio, in mezzo agli alberi. Sapeva che qualcuno la stava inseguendo. Non riusciva a scorgerne il volto ma chiunque fosse, era sempre più vicino. A un tratto sentì un dolore lancinante alla gamba destra e in pochi secondi si ritrovò stesa a terra, terrorizzata. Una figura incappucciata le fu addosso in pochi secondi: stava per scorgere il suo volto ma proprio in quel momento aprì gli occhi."
Dopo la morte di Spencer, i genitori di Aria, Hanna e Emily le mandano per due mesi nella casa in campagna della nonna di Aria. Qui A le lascia stare ma prima o poi dovranno tornare a Rosewood e allora...
TRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=_gVYrhZT4U8
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Aria Montgomery, Emily Fields, Hanna Marin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tuuuutti! Ecco il secondo capitolo della ff.
Ci ho messo un po' per scriverlo, perchè cercavo di capire i personaggi che io stessa stavo creando
e spero di averli resi bene...
Datemi i vostri pareri e recensite in tanti!
I_am_a_liar

 

“Ehi Em!”
Una voce dietro di lei attirò la sua attenzione, facendole dimenticare per qualche secondo le paure che l’avevano tormentata per tutto il viaggio di ritorno.
Emily si girò lentamente, sperando di non sbagliarsi sull’identità della figura alle sue spalle. Non appena la vide, un enorme sorriso si formò sul suo viso e gli occhi le iniziarono a brillare.
Paige.
Era così bella, proprio come l’ultima volta che l’aveva vista. Un sorriso stupendo, il più sincero che Emily avesse mai visto, dominava il suo viso. I lunghi capelli castani erano raccolti come al solito in una coda di cavallo, mostrando ancora meglio il suo volto mozzafiato. Nei suoi occhi quasi neri Emily riuscì però a scorgere un dolore, una paura che l’aveva tormentata impedendole di dormire la notte, fin da quando Spencer era stata uccisa e Emily era dovuta partire.
La piccola bugiarda sapeva molto bene che Paige non era forte quanto lei, che le era sempre stato difficile affrontare A, le bugie, le minacce, che non erano mai state infondate.
“Avevo paura che non saresti mai tornata” disse Paige con un filo di voce, mentre una lacrima rigava la sua pelle morbida. A quelle parole Emily si avvicinò velocemente alla ragazza che le stava di fronte, non riuscendo a credere di poterla finalmente abbracciare. Le asciugò dolcemente la lacrima che le rigava il viso e le stampò un piccolo bacio sulle labbra. In quel momento si sentiva al sicuro, aveva dimenticato i suoi problemi e le sue preoccupazioni, perché tutto ciò di cui aveva bisogno era davanti ai suoi occhi. Non seppero per quanto tempo rimasero l’una tra le braccia dell’altra, ma in fine Emily si allontanò controvoglia da Paige, tenendo il suo sguardo fisso negli occhi profondi di lei. “Non ti lascerei mai”
Le due ragazze si sedettero sui gradini davanti a casa di Emily; lei appoggiò la testa sul petto della sua compagna, così da poter sentire il battito del suo cuore. Quel ritmo lento e costante la rilassava, facendole provare una sensazione che non ricordava nemmeno più.
Ad un tratto gli occhi di Emily si illuminarono alla vista di un ragazzo alto, muscoloso, con i capelli castano chiaro e gli occhi come il ghiaccio. Il suo migliore amico stava lì, seduto nella veranda della sua casa, con lo sguardo perso nel vuoto. Quando Paige intuì la causa del sorriso che era apparso sul volto di Emily, dovette frenare il suo entusiasmo.
“Toby è cambiato da quando te ne sei andata. Non è più il ragazzo solare e coraggioso che conoscevi, Em. La morte di Spencer lo ha segnato più di chiunque altro. Ora non parla con nessuno, non viene più a scuola e tratta male chiunque tenti di avvicinarlo. Caleb ha provato di tutto per farlo tornare in sé, ma dopo essere arrivato a fare a botte con lui, ha dovuto rinunciare.”
La piccola bugiarda alzò la testa dal petto della compagna, guardandola negli occhi come per cercare una conferma, non volendo credere a quello che aveva sentito.
“Mi dispiace Em, so quanto tenevi a lui…” Aggiunse poi con un filo di voce.
Emily non poteva credere a quanto aveva sentito. Non voleva crederci.
Si ritrasse, ponendo una certa distanza tra lei e Paige.
“No! Non è vero, non può essere vero! Sono sicura che con me parlerà, tu non conosci il legame che ci unisce!”
Emily urlò contro colei che pochi minuti prima l’aveva fatta sentire protetta dopo moltissimo tempo. La sua voce era rotta dal pianto e una lacrima scendeva lungo la sua guancia.
Paige fece per asciugarla ma la piccola bugiarda si ritrasse, alzandosi e dirigendosi verso la casa di Toby.
 

***

 
Aria scese dalla macchina, prese la sua valigia ed entrò in casa trascinandola con fatica dietro di sé.
Attraversò il salotto, cosciente che a quell’ora non avrebbe trovato nessuno in casa, e si apprestò a salire le scale per recarsi nella sua vecchia camera. Stava per salire il primo gradino quando sentì un rumore dietro le sue spalle. Le si ghiacciò il sangue in corpo, non sapendo cosa fare. Rimase completamente immobile per qualche secondo, poi afferrò la lampada che stava su un mobiletto davanti a lei, pronta a difendersi. Si girò di scatto, e si trovò davanti un ragazzo alto e muscoloso, che si stava trattenendo per non scoppiarle a ridere in faccia. Aveva le mani in alto, fingendo che aria lo avesse spaventato davvero. La ragazza si sentì una stupida, ma dopo quello che aveva passato, come biasimarla se aveva paura di un estraneo in casa sua? Poggiò la lampada al suo posto, tornando a guardare il ragazzo.
Solo ora si accorgeva che lo sconosciuto indossava solo un paio di boxer.
Senza sapere cosa le prendesse, si avvicinò velocemente allo sconosciuto, baciandolo con foga. Ovviamente il ragazzo non oppose resistenza, restituendo il bacio. Le loro lingue cercavano un contatto, proprio come i loro corpi. Lui si staccò dalla forte presa della ragazza, cercando di prendere fiato, poi disse con un filo di voce: “Piacere RJ”
“Aria” rispose la ragazza continuando a baciarlo. RJ la prese adagiandola sotto di sé sul divano. Le sue mani si muovevano avide sul corpo della ragazza, ma quando cercarono di infilarsi sotto la sua camicetta, Aria aprì gli occhi. Come se si fosse svegliata da uno stato di trans, realizzò quello che stava facendo, allontanò il ragazzo dal suo corpo e corse in camera sua, con le lacrime agli occhi.
Cosa le era preso? Lei non era quel tipo di ragazza. Aveva sempre riflettuto prima di agire, aveva sempre rispettato e fatto rispettare il suo corpo. Eppure tutto quel pensare dove l’aveva portata? Aveva perso il più grande amore della sua vita, due delle sue migliori amiche erano morte e un pazzo che si firmava –A la perseguitava, ormai, da quasi tre anni.
–A l’aveva portata a fare quello che aveva fatto. L’aveva cambiata.
Mentre le lacrime continuavano a rigare le sue guance, la piccola bugiarda si chiedeva se in quei tre anni fosse mai stata padrona della sua vita e delle sue scelte. Ormai non sapeva più chi fosse, e non aveva più nessuno a ricordarglielo.
In quel momento il suo cellulare vibrò, e sullo schermo apparve un messaggio da un numero privato:

Ti presento RJ, il migliore amico di tuo fratello.
Attenta piccola bugiarda!
Nessuno ama le troiette, se continui così ti resterò solo io.

                                                               Kisses
                                                               -A

 
Aria scaraventò il cellulare contro l’armadio. Proprio come temeva: era rincominciato tutto. Questa volta, però, si sentiva troppo debole per affrontare un’altra guerra.
 

***
 

Anche Hanna era tornata a casa. Ora stava stesa sul suo letto; era debole e non aveva la forza di alzarsi. Non aveva ancora chiamato Caleb perché in quel momento il suo pensiero fisso era un altro: Spencer.
Continuava a pensare a lei e a immaginarsi la sua morte. Voleva sapere chi fosse quel bastardo che le aveva portato via la sua migliore amica, ma non aveva la forza di reagire, trovarlo e fargliela pagare. L’unica cosa che riusciva a fare era starsene sotto le coperte, indossando le sue vecchie tute, che però ora le andavano larghe, e piangere.
Vicino al letto vi era la cena che sua mamma le aveva preparato con amore. Dopo una visita all’ospedale di Rosewood, Hanna aveva rincominciato a mangiare, anche se pochi bocconi. Non aveva ancora riacquistato le forze, ma il solo sentire qualcosa nello stomaco, riusciva a non farle perdere i sensi ogni volta che si muoveva troppo velocemente e la faceva sentire leggermente meglio.
Dopo ore passate a piangere decise di leggere un po’. Prese la prima rivista che trovò su comodino e fece per aprirla. In quel momento qualcosa cadde dalle pagine che stava sfogliando. Era una foto che risaliva a prima della morte di Alison. Hanna non aveva mai visto quella foto, e quasi non riconosceva le ragazze sorridenti che vi erano ritratte. Sé stessa per prima.
Aria la stava abbracciando, lasciandole un bacio sulla guancia. Alison era vicina a Emily, che la guardava con uno sguardo profondo, che allora nessuna di loro poteva comprendere.
E poi c’era anche lei: Spencer.
Sorrideva felice, i libri in mano come una Hastings che si rispetti, indosso una camicetta blu e un’immancabile giacca bordò.
Nessuna di loro a quei tempi poteva immaginare quello che le avrebbe aspettate. Il pensiero di come sarebbero state messe alla prova non sfiorava minimamente le loro menti: erano spensierate, come cinque liceali qualsiasi. Adesso però Hanna lo sapeva: non erano cinque liceali qualsiasi, e non spettava loro di vivere una vita normale.
Non sopportava più la vista di quella foto, così la girò, vedendo qualcosa che aveva sperato con tutto il cuore di non vedere mai più.
Sul retro della foto era stato lasciato un messaggio, scritto con della tempera rossa:
 

Ti mancano le tue amiche?
Non rincominciare ad abbuffarti, o potrei farti rimanere del tutto sola.

                                                                         -A

 
Hanna si sentì mancare il fiato.
–A minacciava di portarle via tutti e tutto, se solo non avesse fatto come diceva. Proprio ora che aveva trovato il coraggio di rincominciare a mangiare, doveva smettere di nuovo, entrando in un vortice senza uscita, che l’avrebbe portata, lo sapeva, a fare la stessa fine di Spencer. D’altronde però, non poteva permettere che –A facesse del male alle persone che amava. Meglio lei di tutti loro.
Così Hanna si alzò, cercando di resistere al capogiro che la stava facendo cadere, prese il vassoio con la cena e lo buttò via.
Non avrebbe perso altre persone, a costo di doversi consegnare totalmente al suo peggior nemico.
  
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