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Autore: BazookaChest93    05/08/2013    3 recensioni
Ritsuko Harada è una ragazza di appena 20 anni, figlia di un operaio e una casalinga costantemente preoccupati per lei poiché essa è sempre stata considerata una calamita per i guai. Sin da piccola, infatti, Ritsuko sembrava cacciarsi in pericoli molto più grandi di lei ma, nonostante tutto, riusciva sempre a cavarsela con le sue forze. Andando avanti con il tempo, in lei venne riconosciuto il dono innato di maneggiare le Armi. Tutto ciò fece sì che la ragazza, per il suo ventesimo anno di vita, si iscrisse a un'Accademia surreale; là gli studenti avevano il compito di svolgere delle missioni per migliorare le loro tecniche e, con esse, anche di potenziare le proprie e fidate Armi.
Ritsuko dovrà ambientarsi al luogo e adattarsi alle rigide regole dell'Accademia, affrontando ogni giorno prove sempre più difficili. Non considerata dai compagni di classe, riuscirà comunque a farsi delle amicizie, anche se qualcosa di strano sta per accadere...
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le lezioni stavano per concludersi anche quel giorno e, come ogni volta, Ritsuko faceva scarabocchi sul suo foglio invece di prendere appunti. Nel banco affianco al suo sedeva Shadow, anche lei intenta a non fare un bel niente; distese le braccia sul banco e voltò la testa verso la compagna di classe. «Ehi, Lagna… ci facciamo un giro in centro oggi?» La ragazza dai capelli viola alzò lo sguardo e la osservò assonnata. «Non posso… ho la lezione.» «Ancora?! Ma quello non vuole proprio lasciarti in pace! E poi, diciamocelo… non hai fatto nessun miglioramento. Come la Missione di ieri; Dio, sei veramente impedita!» Ritsuko, abbattuta per la dura verità inflittale dall’amica, piagnucolò e si accasciò lentamente sul banco. «Non è che voi fate altro quando siete lì? Eh?!»; Shadow cominciò a sbottare la ragazza con il gomito lanciandole occhiate maliziose, credendo che il suo fosse più un appuntamento di sesso più che una Lezione Supplementare. «Ma ti sei rincoglionita?!», rispose subito Ritsuko. «Io, con quello là? Quel montato? Quello stronzo? Ma non scherziamo, per favore…! Eppure dovresti saperlo che non riesco a farmelo andare a genio.» Shadow rise di gusto, tanto che l’insegnante di turno non faceva altro che riprenderla; quando si asciugò le lacrime, la campana che segnava la fine della “tortura” suonò, lasciando dietro di sé un’eco di sospiri emessi dagli studenti. Ritsuko raccolse in fretta le sue cose: ogni volta che tardava più di 10 minuti, Kyle le dava da svolgere un allenamento molto più faticoso e noioso. Assieme a lei, però, si alzò anche la compagna, lasciandole un netto distacco di altezza. «Voglio proprio vedere cosa combinate voi due; quindi vengo con te.» Era tardi e la ragazza non poteva permettersi di perdere altro tempo, si limitò ad annuire raccomandandole di non intromettersi nell’allenamento. La rossa diede la sua parola e, tra una chiacchiera e l’atra, si trovarono all’interno della Sala degli Allenamenti. Kyle era già lì; “Ma come cavolo farà ad arrivare sempre prima di me! Eppure le lezioni si concludono alle 18:00 anche per lui…”, si disse mentre scendeva per gli spalti con l’intento di raggiungerlo; Shadow rimase a sedere in uno dei sedili più vicini al grande spiazzo in parquet, pronta a farsi delle grandissime risate, come era suo solito fare. «Vai, Lagna! Faccio il tifo per te!» Ritsuko arrossì e le sorrise leggermente, anche se la stava prendendo in giro, sapeva che le voleva bene ed era la sua unica amica o, per meglio dire, era l’unica che riusciva a sopportare la lilla! Senza perdere altro tempo e senza proferir verbo, Kyle si sistemò al di là della “Zona di Preparazione” ed evocò la sua Arma. «Vediamo di far presto oggi, ho delle cose da sbrigare.» “Ecco che ricomincia con il suo fare arrogante e con tono da superiore. Cazzo, quanto non lo sopporto!” «E cerca anche di non dimenticarti quello che finora ti ho insegnato! C’ho messo così tanto per far capire a una zucca vuota come te il segreto del giusto combattimento che se te lo dimenticassi, potrei anche ucciderti.» “BASTA!” La ragazza fece comparire Arma e tenuta da combattimento da dietro la linea nera ma, prima di poter fare qualche mossa, cercava di fare mente locale: ogni volta che gli si avvicinava, lui la immobilizzava riuscendo a farle volare via la spada; ma allora come colpirlo? “Probabilmente, se lo colpisco da dietro, non riuscirà a prevedere l’attacco… e come ci vado dietro a lui?!” «Sto invecchiando…», proferì Kyle dopo aver messo le braccia conserte sbuffando e buttando la testa all’indietro. “Ah, eccolo di nuovo! Giuro che se solamente fossi stata più forte, l’avrei ucciso. Ma chi si crede di essere?! Però… però non c’è che dire, ha un viso magnetico… e adoro quando scopre il collo così… AH, BASTA! Concentrati!” Ritsuko scattò in avanti portando con entrambe le mani la spada, Kyle la guardò con la coda dell’occhio e, con un veloce e impercepibile movimento, si trovò affianco alla ragazza, la quale aveva appena sferrato un colpo molto forte. Le bloccò il braccio e, portandolo verso l’alto, alzò da terra anche lei. Ella gemette e sobbalzò. «A potenza di colpo ci siamo, ma è il ragionamento che ti manca.», le disse il ragazzo mentre la osservava dritta negli occhi; Ritsuko avvampò e distolse lo sguardo. Appena dopo, Kyle lasciò cadere la ragazza e le diede le spalle incrociando le braccia al petto, chiuse gli occhi e attese la sua prossima ma prevedibile mossa. «Forza, Lagna! Fagli vedere di cosa sei capace!», urlò Shadow dagli spalti mentre se la rideva di gusto. L’altra ragazza venne deconcentrata dagli schiamazzi della compagna, si alzò con più calma e con più distrazione; Kyle riusciva a percepirlo, in fondo, si trattava dello studente migliore di tutta l’Accademia. Il ragazzo sospirò e si voltò di nuovo. «Non ci siamo… non ci siamo proprio! Mi sa che qui dentro ci passerò l’intero anno, e per giunta con te!», disse a Ritsuko puntandole l’indice contro. «Che cosa?! Ma se sei stato tu quello che mi ha detto di continuare a venire qui per allenarmi!» «Lo so! Lo faccio solo per dei riconoscimenti extra, che credi! E poi, se fossi stato rinchiuso qui con qualcuno di più decente, sarebbe stato sicuramente meglio.» La ragazza non rispose, si limitava a fissarlo con dolore e tristezza mentre lui continuava a sbraitare per chissà che cosa. In quel momento per lei ogni suono era ovattato ed ogni figura sfocata; abbassò leggermente il volto e fece sparire tutta la sua attrezzatura. Improvvisamente si aprì la porta e una figura alta fece il suo ingresso nello spiazzo destinato al combattimento. Era un ragazzo alto più o meno quanto lo era Kyle, portava i capelli neri a caschetto ma non erano eccessivamente lunghi, un paio di occhiali tanto da poter rendere più evidente quella sua espressione perennemente seria, ma un paio di occhiali che nascondeva due occhi azzurro cielo. «Oh. Non sapevo che lei fosse ancora qui. Ma Kyle…» gli si avvicinò appena e lo osservò con la stessa e medesima espressione che aveva sempre «…credo di aver scoperto qualcosa.» Il ragazzo, al contrario, sorrise molto e passò il suo braccio attorno al collo dell’amico. «Ehi, ragazzina! Ho un ultimo allenamento per te.» Ritsuko si bloccò e scostò appena la testa all’indietro, mantenendo lo sguardo basso per non far vedere le lacrime che aveva agli occhi. «Coma, potresti gentilmente evocare la tua Arma e farmi un tiro a distanza? Voglio vedere come se la cava a parare i colpi.» Per precauzione, però, Kyle si mise di fianco alla ragazza con la propria Arma; lei, al contrario suo, non aveva mai cambiato posizione. “Facesse ciò che vuole… non mi importa.”, pensò infine Ritsuko non muovendosi. Il moro, Coma, fece spallucce ed evocò, accompagnato da un grande bagliore verde, la propria Arma: un paio di pistole dalle pallottole magiche. Sapeva che se, nella peggiore delle ipotesi, il compagno avesse parato il colpo, avrebbe colpito la ragazza; perciò non le caricò di proiettili potenti, ma che potevano provocare solo una leggera scossa al contatto con la carne viva. Non sarebbe morta. Coma alzò entrambe le mani e prese la mira, premette il grilletto. Il proiettile non arrivò mai a destinazione: dagli spalti si poteva notare una grande fumata e Shadow avanzare lentamente verso lo spiazzo dove gli altri tre si trovavano. «Non avrei mai pensato di trovare una ragazza come te in un posto simile. Complimenti, bel colpo; hai annullato il mio sparando con la tua mitragliatrice. Hai calcolato bene la distanza e hai trovato il punto preciso in cui il tuo proiettile si sarebbe scontrato con il mio. Sono sbalordito.», esordì Coma con quello che poteva sembrare un sorriso. «Quelle sono le Beretta 92?», chiese la rossa avvicinandosi con sguardo fermo verso il ragazzo. «Vedo che la tua è una vera e propria passione per averle riconosciute da così lontano.», la ragazza si fermò e lo osservò fermamente negli occhi, inarcando leggermente la testa verso l’alto. «Temo che tu abbia ragione, sono loro.» Lo sguardò di Shadow si illuminò e prese ad ammirare le due pistole come se fossero dei giocattoli. «Non credevo che avrei mai potuto vedere delle “Sword Cutlass” così da vicino! Dimmi, sono comode? Pesanti? Leggere?» Il moro sorrise e Kyle aprì la bocca per lo stupore. «Non solo la tua amica è riuscita a evitare un colpo così a una distanza maggiore dalla nostra, MA COMA STA ANCHE SORRIDENDO?! Me lo sono giocato per sempre…» Il ragazzo si voltò pensando di aver strappato almeno un sorriso a Ritsuko, ma lei era ancora ferma in quella posizione. Lui deglutì e pensò subito che fosse stata colpa sua, abbassò la testa inarcando anche la schiena visto che lei era molto più bassa di lui. «Ehi… mi dispiace. Non stavo dicendo seriamente prima, era solo per provocarti. Te l’ho spiegato un paio di lezioni fa, no? Una volta che ti arrabbi dai il meglio di te… con qualche imperfezione, certo, ma comunque sia te la sai cavare.» Ritsuko continuò a non muoversi, nemmeno lo guardò più in volto o in corpo. Fece due passi avanti e si fermò nuovamente. «Ci vediamo domani per la lezione… ciao…» Non aggiunse altro, solo si avviò per gli spalti e, raccogliendo la sua cartella, se ne andò lentamente e sempre a testa bassa. Per la prima volta in vita sua Kyle provò una strana sensazione: era realmente dispiaciuto per quello che le aveva detto; per giustificarsi avrebbe potuto mentire, come faceva con chiunque altra ragazza, ma a lei raccontò la verità. Con la testa fra le nuvole, nemmeno si accorse che Shadow e Coma stavano continuando a parlare e si facevano sempre man mano più vicini. Prese le sue cose, sistemò appena la stanza e la lasciò.
  
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