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Autore: reallydontcare    05/08/2013    1 recensioni
Tra i sue calò silenzio, interrotto solo dalle grida dei bambini, poco distanti da loro.
«Così, lei non crede nel destino?» Chiese ancora Liam. Julie alzò lo sguardo, incrociando i suoi occhi nocciola.
Il blu dei suoi occhi incontrava il castano di quelli di Liam.
Scosse la testa, «No»
«Posso dire che sarà una sfida allora, signorina Hill» Disse Liam. Sorrisero entrambi, consapevoli che quell’incontro non sarebbe stato l’unico.
«E io accetto la sfida, Mr. Payne».
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi non vorrebbe una storia come Romeo e Giulietta? Una di quelle che ti fanno sognare. Che ti fanno capire cos’è l’amore.
Oppure, Rose e Jack, non separati nemmeno dalla morte.
O, se si vuole attualizzare il concetto di amore, possiamo basarci sulla regalità di William e Kate.
 
Ma poi, cos’è l’amore?
Questa domanda tormentava Julie Hill da tempo ormai.
Spesso rifletteva. “Posso sapere io, una ventenne di Cambridge, cos’è l’amore?” Pensava spesso.
Non si era mai data una risposta completa, e nessuno aveva intenzione di aiutarla nel suo compito di scoprire l’amore.
 
Nessuno tranne un ragazzo, un normale ragazzo.
 
Era il 27 luglio quando Julie decise di andare a prendere del sole al parco, approfittando della bella giornata. L’estate, forse, era arrivata nella fredda Inghilterra proprio quel giorno.
Il parco era calmo. I bambini giocavano, non curanti del caldo afoso. Una coppia di romantici anzianotti si godeva la bella giornata.
Quella visione fece riscaldare il cuore di Julie.
Infatti, Julie, era una ragazza molto romantica. E non voleva nasconderlo con delle inutili maschere da ‘ragazza difficile’.
Julie stese il suo asciugamano sotto l’ombra di una quercia, nel bel mezzo della collinetta sovrastante il parco. Bambini, coppie, allegria, amore.
Combinazione perfetta, pensò Julie, per buttare giù qualche idea.
Infatti Julie non si era dimenticata di portare il suo taccuino marrone regalatole dalla nonna. Quel taccuino era un ricordo della gioventù della nonna.
Sua nonna infatti, aveva tenuto quel quaderno senza mai usarlo, apposta per la nipotina che fin da piccola, sembrava aver le doti di una scrittrice.
La biondina estrasse il taccuino dalla borsa, e la penna dal taschino. Si sedette a gambe incrociate e osservò la vista che aveva davanti.
Aprì una pagina. Dovette scorrere un po’ per trovare uno spazio bianco. Ultimamente Julie scriveva molto.
La sua mano iniziò a correre, quasi non guidata dal cervello. « chi siamo noi per dare una definizione all’amore? C’è un regolamento da qualche parte? L’amore arriva e ti sconvolge, da un momento all’altro. L’amore è amore. Non si tratta di omosessualità o eterosessualità, si tratta di chimica. L’amore non è programmato da nessuno. L’amore è imprevisto.»
Julie non si accorse di aver sussurrato quelle parole a voce fin quando un tono calmo non la richiamò.
«Così, devo dedurre che tu non credi nel destino» Julie alzò gli occhi, strizzandoli leggermente, venendo improvvisamente colpita dalla luce accecante del sole.
Davanti a lei c’era un ragazzo castano, occhi castani, capelli castani, pelle chiara.
Un viso e un’espressione dolce, dolcissima.
Un sorriso si dipinse sul volto di entrambi, nessuno saprà il motivo.
Julie ingoiò la saliva, raccogliendo tutto il coraggio e «No, credo che il destino sia stupido»
Il ragazzo castano rise, mostrando di più i denti.
Aveva un sorriso bellissimo, pensò Julie, che si ritrovò a sorridere ancora.
Aveva un sorriso bellissimo, pensò il ragazzo.
«Ah si? Devo dedurre che lei non è una ragazza romantica, signorina Hill» Julie sussultò, rimanendo sconcertata dall’informazione che il ragazzo aveva su di lei.
«Come sa il mio cognome?» Il castano rise.
«Devo ricordarle io, signorina Hill, che suo padre è uno dei più famosi biologi di Cambridge?» Julie abbassò lo sguardo, ricordando la carriera del padre. «posso sedermi, o le credo disturbo?» Julie si spostò più a destra sul suo asciugamano, per far posto allo sconosciuto.
«Grazie» Disse infine, il castano.
«Di nulla» Sussurrò Julie, che si accorse, solo in quel momento, di stare condividendo un asciugamano con un estraneo.  Ma non le importava più di molto.
«Conosce la leggenda del filo rosso?» Domandò il castano. Julie annuì.
«Chi non la conosce?» Rise la biondina.
«La leggenda che dice che ognuno di noi nasce con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati, il grande amore, l’anima gemella.» Iniziò lo sconosciuto.
«Le anime unite dal filo rosso sono destinate, prima o poi, ad incontrarsi. Potranno passare anni, decenni, ma prima o poi le circostanze ci condurranno a questa persona speciale: non si può sfuggire al destino. Neanche le grandi distanze temporali o spaziali potranno impedire alle due persone di incontrarsi.» Continuò Julie.
«Il filo rosso non potrà essere tagliato o spezzato da nessuno: il legame che simboleggia è forte, indissolubile, e niente e nessuno potrà metterlo alla prova.» Concluse il castano, con un sorriso. Julie rise, per la breve conversazione avuta fino ad allora.
«Un ragazzo che conosce certe frasi. Caspita» Rise Julie. «posso chiederle come si chiama?» Julie sapeva, sapeva benissimo, che deve essere il ragazzo a compiere il primo passo. Ma chi aveva scritto quella regola? Nessuno.
«Liam» Si voltò il ragazzo. «mi chiamo Liam Payne, Julie Hill» Julie sorrise.
«Piacere» Stavano giocando a fare gli aristocratici.
 
«Lei scrive?» Chiese curioso il ragazzo, notando il taccuino che Julie stringeva tra le mani. La ragazza dai boccoli ramati agitò le mani.
«Mi diletto» Spiegò lei. «nulla di che, insomma» Prima che potesse accorgersene, Liam le sfilò il taccuino di mano, aprendolo alla pagina che aveva scritto prima.
 «No, ridammelo!» Strillò Julie, allungandosi verso il braccio teso e muscoloso di Liam. Liam rise, tendendosi il più possibile da un lato, allungando il braccio e leggendo il testo scritto da Julie.
«Niente male Hill» Julie arrossì. Non amava che qualcuno leggesse ciò che scriveva. Per lei la scrittura era personale, era un modo di sfogarsi.
«Grazie» La ragazza strinse con avarizia il taccuino tra le mani, abbassando lo sguardo.
Tra i sue calò silenzio, interrotto solo dalle grida dei bambini, poco distanti da loro.
«Così, lei non crede nel destino?» Chiese ancora Liam. Julie alzò lo sguardo, incrociando i suoi occhi nocciola.
Il blu dei suoi occhi incontrava il castano di quelli di Liam.
Scosse la testa, «No»
«Posso dire che sarà una sfida allora, signorina Hill» Disse Liam. Sorrisero entrambi, consapevoli che quell’incontro non sarebbe stato l’unico.
«E io accetto la sfida, Mr. Payne».
 
 
*Angolo autrice*
Buonasera! Ecco qui, la mia one shot, scritta precedentemente su carta e scritta tramite iPad. Perché? Semplicemente perché il computer è fuori uso *si dispera*
Questa one shot mi piace abbastanza, non per come è scritta, ma per la storia in se. Spero piaccia anche a voi. Bene, siccome mi sto impiccando per scrivere dalla stupida tastiera dell’iPad mi dissolvo, spero in qualche recensione.
Oh, dico solo questo: se la storia riceve alcune recensioni, potrei fare una seconda parte, ho già in mente un continuo.
PS: Seguitemi su Twitter, sono https://twitter.com/niallssmile___
Bacio,Sofia.
  
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