Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: vampire charme    13/02/2008    5 recensioni
Si sa, il mondo della moda è bello è affascina, ma attenti, se si parla di vmapiri, tutto si dilata ai massimi confini... il mistero e la bellezza si fondono con l'orrore e l'oblio di giovani esistenze rubate...
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ATTENZIONE: QUESTO CAPITOLO è ALTAMENTE HORROR, SE SIETE MINORENNI DI 15 ANNI O AVETE UN CUORE SOGGETTO AGLI INFARTI, NON LEGGETE!!!!












































“Allora ragazze, su la gamba, di più! Coraggio, cosa volete essere, sgraziate oche o sublimi cigni? Andiamo, andiamo, ANDIAMO!” Urlò Gioia battendo odiosamente le mani e emettendo rapidi schiocchi tonanti nell’ampia stanza a volta.
Mi fissai nello specchio di fronte a me, mentre con le mani mi reggevo all’esile sbarra e tentavo di alzare la gamba destra in un movimento fluido ed elegante, come da copione del balletto. Era da tanto tempo che non danzavo più, e l’ultima volta prima di allora che ero entrata in contatto nuovamente con una sala da ballo era stata quando James mi aveva presa, e seriamente ero rimasta traumatizzata.
Il mio viso era totalmente bianco, la pelle perfetta, gli zigomi ben delineati, il naso dritto e sensuale, le labbra piene, il mio viso a cuore esaltato dal severo chignon in cui erano legati i miei capelli neri e lunghi, setosi. Nel complesso ero splendida, uno splendido manichino nelle mani di quella perfida gente che mi aveva catturata.
Mi voltai, disgustata, mentre Gioia mi fissava con i suoi intensi occhi verdi, ghignando, passando poi a torturare un’altra ragazza. Mi ricordavo benissimo cosa era successo; era cominciato tutto più di due mesi fa, una notte in cui avrei dovuto soltanto gioire, innamorata e felice. Ma Gioia mi aveva già da tempo puntata… e quella notte ha deciso di colpire, dato che ogni Cullen era debole, aveva abbassato la guardia…. M’ha colpito nei miei sogni, mi ha stravolto la vita, e ora sono qui, in trappola.
Quando rinvenni, a fatica, mi ritrovai sul pavimento di pietra finemente inciso di una sorta di tempio, grandissimo, enorme, all’esatto centro di una piattaforma elevata, circolare. Le mani e i polsi legati da pesanti catene di ferro; ero stesa come una stella marina, a faccia in su, a fissare degli allegri angeli paffuti che volavano nel cielo tra nuvole e raggi di luce. Sorridevano tutti, nessuno reale, tutta pura illusione.
Erano comparsi proprio allora tre loschi figuri, dai visi affilati e diabolicamente belli, consumati dal tempo; erano vestiti con cappe viola intenso, e avevano drappeggiato un nastro vermiglio intorno alla spalla destra. Mi fissarono sogghignando, e io tremai, riconoscendoli. L’avevo sempre saputo che erano cattivi; regolavano l’ordine dei vampiri in tutto il mondo, ma erano malvagi, fin dentro l’anima, plagiata da millenni di sangue e depravazione.
Non mi dissero nulla, uno di loro, il capo, mi fisso intensamente, carezzandomi con una mano bianca e gelida le mie guance. Un’unghia mi ferì lo zigomo, e il dolore fitto e acuto mi fece gridare e contorcere. Si portò il dito alle labbra e succhiò avidamente, sorridendo poi estasiato, come stesse degustando un afrodisiaco alle Hawaii. Alla fine si volse ancora verso di me, gli occhi rossi d’eccitazione, e parlò: di preciso cosa disse non lo so, ho rimosso in parte il suo discorso; ormai ricordo solo che parlò di me e del mio destino, di come sarei stata sempre accanto a lui, per l’eternità, come sua regina. Non collegavo le parole ai fatti; come era possibile? L’ultima volta che l’avevo visto, quel vampiro, era stato così “gentile”, o almeno, non aveva mai accennato a un certo interesse per me. Invece ora decantava le doti del mio sangue come fosse un bardo che osannava le belle virtù di una famosa eroina della poesia epica. Avevo paura, ma credevo fosse un sogno, o meglio, un incubo, così chiusi gli occhi e attesi che smettesse: le sue ultime parole si persero nel mio inconscio, e mai più le disseppellirò. So solo che in quel preciso istante la mia vita finì, per sempre.
Un quarto volto entrò nella mia visuale, quel volto dallo sguardo verde così orribile e bello insieme; rise, poi baciò uno degli altri due, mentre ghignandomi fissava, le braccia incollate languidamente al collo del vampiro, la bocca storta in una piega sensuale e sguaiata insieme. Tremai; che mondo mai era quello? Corruzione, perversione, falsità, perdizione delle anime, erotismo senza vincoli… tante parole e fatti che fioccavano nella mia mente al solo vedere quelle facce. Li odiavo. Gli sputai ai piedi, torcendomi per liberarmi, e loro risero, come stessero osservando una misera creatura in gabbia allo zoo.
“Mia cara, non t’agitare, sarai libera tra pochissimo…” Fece quell’odioso vampiro, il capo “Ora prendi questo…” Da dentro una tasca del suo abito prese una bottiglietta trasparente con dentro un liquido verde scuro, e fece per versarmelo in bocca, ma la serrai e voltai la testa, mentre lacrime calde mi solcavano le gote.
“Oh oh oh, facciamo le difficili, eh?” Sogghignò lui “Sentimi bene, Bella, è inutile che ti opponi, tanto cederai, se non con le buone, con le cattive… io adesso ti farò bere da una via o dall’altra, questo speciale veleno, che ti trasformerà in una creatura perfetta, nella perfezione assoluta… e ti darà poteri inimmaginabili… fatalità, bellezza, eleganza… sarai la regina delle regine, la mia dea… il tuo sangue sarà il mio sangue, le tue membra le mie… vuoi capirlo o no che tu sei mia, fin da sempre? E’ scritto nel destino, il tuo sangue canta per me; ed Edward…. Ma chi è lui? Nessuno. Sono io il tuo re… tu hai facoltà inesplicabili, tante leggende del nostro antico popolo parlano di te… ti aspettavamo, ti aspettavo…. E ora tu sarai la nostra nuova imperatrice, e la mia sposa…”
Detto questo mi baciò brutalmente, e io saltai sul posto, abbattendomi violentemente sulla dura pietra, premuta da quel disgustoso essere che stava abusando di me come non fossi neanche degna di dire la mia in proposito a chi scegliermi… era un incubo, certo, non poteva essere altrimenti.
Ma quando mi azzannò la gola, succhiando languidamente, urlai, e scalciai; il sangue abbandonava il mio corpo, scorreva a fiotti dalla mia gola, bagnando la piattaforma e scorrendo nelle scanalature della pietra, inondando l’aria di un odore metallico e insopportabile.
Vidi attraverso l’appannamento della mia vista il vampiro ritrarsi soddisfatto, la bocca lorda della mia linfa vitale, ghignante, e lo vidi aprire la piccola ampolla, e versarmi il suo fetido, doloroso contenuto nella ferita aperta e palpitante.
“Da una via o dall’altra…” Fece la donna ridendo, per poi andarsene con gli altri due vampiri.
Il mio aguzzino invece rimase ancora a fissarmi a lungo, gli occhi offuscati dal desiderio soddisfatto; poi si chinò e mi sussurrò all’orecchio:
“Io e te ci vedremo presto, molto presto… sarai educata al compito che ti aspetta, e finalmente, alla fine, sarai mia… ci vediamo all’altare, tesoro.”
Mi leccò la gola e il viso, facendomi piegare dal disgusto e vomitare bile su me stessa, in una parodia assurda di un qualche rito sacrificale. Passò le dita febbricitanti sul mio corpo, che solo allora appurai fosse completamente nudo, mi fissò ancora, e poi scappò via ridendo, evidentemente perché non sapeva più controllarsi, la sua follia mi risuonò a lungo nella testa.
Le settimane che seguirono furono terribili: avevo gridato fino a scorticarmi le corde vocali, fino a sputare il poco sangue misto alla strana sostanza verde che mi era rimasto in corpo, fino a diventare muta; passai i giorni più orrendi della mia vita lì. Sentivo una strana energia rifluire in me dalle catene, ma presto mi resi conto che ero io che emanavo quella strana forza elettrica. Entro il quindicesimo giorno la piattaforma si fece rovente, e sentivo il puzzo della mia pelle bruciata invadermi le narici, i miei capelli presero fuoco, forse autocombustione, e le fiamme lambirono gli angoli del mio viso, divorandomi poi gli occhi e la lingua, inarrestabili, avevo paura, come mai nella mia vita.
Mi mangiò tutta; ogni parte del mio corpo; di me rimasero nient’altro che poche ossa rose dal fuoco. La mia anima stava sospesa sul mio corpo, faccia a faccia, cranio ghignante contro viso atterrito. I miei eterei polsi erano saldamente attaccati a catene invisibili di energia, provenienti da quello strano altare circolare gonfio del mio sangue e della mia essenza vitale.
Non so cosa cambiò; all’improvviso fu tutto molto semplice; la strana sostanza verde prese il sopravvento sui miei miseri resti e prese a costruirci sopra un nuovo corpo, le mie stesse identiche sembianze di quando ero umana, ma perfette, aggraziate, eleganti. Proprio come voleva lui. Non potevo crederci. Tutta quella sofferenza patita soltanto per cosa? Per essere come quel mostro sanguinario voleva; erotica, sensuale, languida, un corpo da favola, altamente desiderabile? Quella strana roba verde si era presa il mio sangue e il mio corpo e li aveva impastati ben bene in quella strana piattaforma, mi aveva mangiata ora dopo ora lentamente, con le sue acri fiamme, mi aveva distrutta, rimodellata e poi mi stava ricostituendo pezzo dopo pezzo, cellula dopo cellula, restituendomi sembianze identiche ma totalmente diverse dalle precedenti. Aveva anche risvegliato qualcosa che dormiente aveva sempre abitato in me, ma che mai avrei pensato di possedere; era lì, in quella grande energia che avevo in corpo e che ora mi teneva legata a quella piattaforma che risiedeva il grande mistero della mia immunità a molti poteri dei vampiri.
Alla fine fui pronta; bianca, splendida, inumana. Le catene si dissolsero come polvere e ricordo che mi alzai, come in trance. Fu allora che lo vidi di nuovo, quello schifoso. Aveva infranto i suoi propositi, ed era tornato prima del tempo. Mi era venuto incontro, e io avevo abbassato lo sguardo; non l’avrei mai più guardato negli occhi fino a che sarei vissuta. Mi afferrò per un braccio, trascinandomi di peso verso un altro punto della sala; non ricordo bene se mi fece qualcosa di particolare o se il suo tocco sulla mia carne fu disinteressato, non ero in grado di fare giudizi del genere.
Come un automa mi feci spingere davanti ad un grande specchio; lui si posizionò dietro di me, mi mise le gelide mani sulla mia pelle ancor più fredda. Mi disse che io sarei divenuta perfetta anche nell’anima, mancava solo quella ormai perché fossi degna di essere la sua regina; Gioia mi avrebbe istruito a dovere, assieme a tante altre candidate, ma ero già io la preferita, era solo una messa in scena. Doveva selezionare cinque ragazze meritevoli di essere il mio seguito reale e accompagnarmi nel mio regno accanto a lui; ma io ero destinata anche ad altre grandi cose. Non mi disse quali, ma sapevo che ormai non potevo più tornare indietro. mi alzò il viso e mi ritrovai a fissare la più bella creatura che avessi mai visto, accanto a uno schifoso verme ghignante, bello anche lui, ma selvaggio e viscido, insopportabile. Piansi, ma le lacrime non vennero; urlai, ruppi lo specchio con un pugno, una cascata di infiniti, minuscoli, scintillanti pezzi di vetro riflettente mi caddero addosso, tintinnando in modo assordante, e in quella pioggia lui rise e mi baciò di nuovo, ma stavolta io reagii, e afferrandogli il collo glielo girai dall’altra parte con un sonoro crack. Il suo corpo rimase immobile in piedi, io a fissarlo; poi lui si girò di spalle, e i suoi occhi stravolti mi fissarono, ma sorrideva, non l’avevo ucciso: era vivo, come io ero morta. Allora caddi svenuta e quando mi risvegliai ero perduta per sempre: di fronte a me c’erano i due grandi occhi verdi di Gioia.
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: vampire charme