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Autore: Hermione93    13/02/2008    9 recensioni
NaruHina.
Hinata è stata rapita e con la sua assenza Naruto decide di partire alla sua ricerca.
Ma se ci fosse un complotto dietro quel rapimento?
Ambientata in Naruto Shippuuden.
Prima fic siate buoni... bacioni, Ten
Genere: Romantico, Commedia, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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15 cap

Sono decenni che non aggiorno ormai... e penso che avreste ragione a mandarmici nelle recensioni che arriveranno... (spero arriveranno), ma... ieri che era il mio compleanno mi sono detta... bhè...
tutti i ragazzi mi aspettavano...

E perchè non fargli il regalo?... anche se piccolo ma ecco qua la mia chicca per voi.

Buona Lettura

ps. dedicata a ognuno di voi, che spende il suo tempo nel leggere le mie fic. grazie




Non mi arrenderò mai


Cap 15°  La terribile verità




Naruto si avvicinò al nemico ormai inerme a terra.

“adesso mi dirai dove l’avete portata…”

Deciso lo sollevò con due mani e se lo portò all’altezza del suo viso con il solito sguardo deciso.

Kabuto ormai si era rialzato da terra mentre Naruto con gli occhi ancora di un rosso saettante lo fissavano e la presa sul braccio si faceva sempre più stretta con fare vigile.

“portami nella giusta direzione perché non ti risparmierò ancora…”

Una lente graffiata risplendette appena coprendo la visuale di Kabuto.
Quest’ultimo si voltò con un sorrisetto falso dipinto sul volto.

Gli ricordava tanto Sai…

“Naruto-kun… va bene…”

Non si fidava ma era certo che ormai non ci fosse più nulla che lo avrebbe potuto fermare dal raggiungere la sua Hinata.

Ma forse… si sbagliava… perché forse… il problema poteva essere proprio quell’ultima…

“bene… andiamo…”

Lo spinse appena e gli lasciò andare un braccio mentre quello se lo massaggiava poco e si incamminava seguito dal biondo.

Corsero in mezzo alla foresta fitta e umida.
Quasi non sembrava mattina tra la fitta foschia che copriva la visuale dei due ninja.
Kabuto lo fermò parando un braccio davanti al suo busto e guardandosi intorno non osservando l’aria aggressiva che segnava il volto del vicino.
Poi mise quel suo solito sorriso e tirò fuori dal borsellino alla coscia un kunai affilato che risplendé quando un raggio solare che trapassava dal fogliame in cima vi battè sopra.
Naruto lo guardò e stette per scattare per parare un possibile attacco a sorpresa ma si accorse che in un colpo secco il ragazzo aveva lanciato l’arma contro un albero e con un rumore metallico si era sganciata una corda che aveva fatto cadere una pioggia di shuriken sul terreno.

“Una trappola…”

“gia…”

“allora non mi stai ingannando… siamo vicini…”

“non è mio compito non eseguire gli ordini…”

Naruto lo guardò male e stranito lo prese per il bavere tirandoselo a se.

“che ordini?!”

“eh  eh… Naruto-kun non dovevi salvare la tua bella?”

Il ragazzo infuriato sembrò ringhiare e Kabuto impallidì sentendo la paura scendergli come un liquido freddo nelle vene e congelarlo e immobilizzarlo una volta arrivato al cuore.
Quegli occhi animali sembravano perforare l’interno dell’anima sapendo gia cosa lo aspettasse.
Come se avessero visto tante di quelle volte la morte.
Come se quegli occhi rappresentassero la morte, le grida e le fiamme del dolore.

Naruto lasciò con una spinta la maglia di Kabuto che si rimise apposto gli occhialini sul naso come nulla fosse nascondendo sotto la sua maschera il terrore verso quell’inaspettato nemico.

“andiamo per di qua… la strada anche se più oscurata e fitta di vegetazione è di certo la più corta…”

La voce melliflua solleticava le orecchie infastidite di Kyuubi,
Naruto si ripeteva che non doveva agire ma tra poco il mostro avrebbe sfruttato al meglio la sua rabbia.


“bene…”



*******************************************



Orochimaru se n’era andato ormai dalla mia cella e io vaneggiavo nel mio stato comatoso.
Ero in una sorta di premorte.
Sentivo ma non vedevo.
Ombra ma pulsava in me una fiamma lucente.
Dolore che non mi apparteneva e che mi stava riducendo alle urla.

Mi piegai su me stessa.
Era passata un ora e dopo essere svenuta mi ero subito risvegliata per il troppo chiasso nella mia mente confusa e alterata.

Sentivo strane voci farsi spazio nei miei ricordi,
confondermi e corrodermi l’animo senza che io potessi reagire.

Sentivo la vista bruciare,
il Byakugan attivo pulsava con le vene vicino agli occhi che pizzicavano.

Mi lasciai sfuggire un grido mentre sentii una scarica elettrica trafiggermi alle tempie e singhiozzai di dolore mentre sentivo freddo e tremavo senza sosta appoggiando sfinita la testa al pavimento trovando conforto sul fresco del terreno che faceva contrasto con la fronte madida e bollente.

Naruto…

Tu fosti il mio ultimo pensiero, la mia ultima conferma e l’ultima immagine nitida.
E poi buio e un senso di soffocamento.
La gola che bruciava secca e le vie respiratorie sembravano essersi bloccate.

Come quando si annega…
L’acqua entra dentro non permettendoti più la vita.

Sentivo sempre più caldo e stringere i palmi delle mani conficcandone le unghie al loro interno mi regalava un strano sollievo che mi distraeva dalle fitte alla testa.

Instabile.
E così lanciai un altro urlo sentendomi come graffiare sotto i vestiti da spesse unghie che volevano spogliarmi dalla carne… il dolore aumentava e adesso scalciavo appena ad occhi chiusi ansimando per la fatica.

Sentivo i passi fuori dalla cella andare di continuo freneticamente su e giu.
Volevo solo uscir fuori non sentire più quell’aria stantia e putrida.
Volevo rivedere il sole che adoravo.
Volevo tanto cose che in quel momento non avrei mai potuto possedere.

I rumori intorno a me si andavano allontanando per poi farsi più forti e violenti creandomi delle crisi nervose.
Gli spasmi alle mani adesso aperte e sanguinanti non cessavano.
Sembravano aumentare come il mio battito cardiaco.
Lo sentivo rallentare e poi aumentare così forte da credere che da un momento all’altro il mio cuore sarebbe scoppiato.

Le pulsazioni al collo stavano diventando sempre più insopportabili e accecata dalla rabbia e dal dolore.
Una rabbia mai posseduta prima d’ora…
Quasi animale, distruttiva…

Misi la mano sul collo sentendo in superficie un simbolo a tre punti messi a cerchio, gonfio.
Rovente come il fuoco vivo.

Grattai la spalla facendomi spazio con la mano sotto al tessuto del vestito.
Digrignai i denti stringendo la morsa sulla pelle ormai non più lattea.

Era tutto confuso e stavo iniziando in qualche maniera ad apprezzare il senso di violenza.
Avevo voglia stranamente di sangue, di urla che non fossero le mie.

Feci un passo una volta in piedi anche se sempre barcollante e caddi in avanti sulle ginocchia lanciando un urlo di rabbia.
Sorrisi con un ghigno,
una smorfia che mi deformava il viso angelico,
di certo non mio.
Svenni poi riniziando a tremare sul pavimento sussurrando sempre il tuo nome.

Bianco.
Nero, e poi il vuoto totale.

Anche te sei nel vuoto ora.
Nullo.

Chiusi gli occhi.
Mi sarei vendicata…

Ormai il lavaggio del cervello che mi aveva inflitto il segno maledetto aveva fatto il suo effetto.
Sentivo solo tanta rabbia, frustrazione, dolore, tristezza e voglia di potere.

Quello non fu un sonno tranquillo ma solo l’attendere del mostro che si sarebbe sprigionato.






So che era corta ma stavolta mi prendo l'impegno di aggiornare il prima possibile.
bacioni, vostra,
Ten

Grazie ancora a tutti è incredibile ma sono arrivata a quota 199 alle recensioni.
Incredibile ma vero.
Arigatoo minna. (= grazie a tutti)




  
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