Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: _keys_    06/08/2013    2 recensioni
-"Ma io ti amo Phoebe!"- mi disse Zayn.
-"Ti amo anche io Zayn, ma il nostro è un amore proibito!"-.
-"E come faremo?"- disse stringendomi le mani e guardando verso il basso.
-"Ci rincontreremo un giorno. Ci rincontreremo nei nostri sogni!"-.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ci ritirammo tardi quella sera, tanto che la mattina dopo ci alzammo che erano quasi mezzogiorno. Tuttavia ci sbrigammo per andare in tempo al pranzo di Natale a casa della nonna di Zayn. Sta volta misi dei pantaloni blu stretti, un maglioncino bianco e dei stivaletti con il tacco bianchi. I capelli erano gli stessi del giorno precedente.
Puntuali arrivammo a casa della nonna di Zayn, dove c’erano la metà degli invitati. La tavola era molto grande, e apparecchiata deliziosamente. Leah mi aveva abbracciato forte, appena mi aveva vista. Mi divertii tantissimo, e mi piacque sempre di più quell’atmosfera che da tanto non assaporavo. Tutto era fantastico! Non sarei mai voluta ripartire.
Nei giorni seguenti, vidi Carl, gli diedi il mio regalo, lui mi diede il suo, facemmo una passeggiata, e poi gli augurai di passare delle belle vacanze insieme alla sua fidanzata. Mia madre e mio padre non mi avevano fatto nemmeno gli auguri di buon Natale, ma a me, in fondo, non importava davvero niente. Non erano la mia famiglia, e tuttavia avrei ricevuto degli auguri da persona a me poco accette. Mia nonna mi aveva chiamata e gli raccontai tutto, ma proprio tutto. Lei mi rispose che avevo fatto bene, e che non ne valeva la pena ascoltare le regole di quei due. Feci altre chiacchierate in compagnia di Clare, insieme anche a Mary, che accettava sempre di più il fatto di aspettare un bambino. Io ero più contenta di lei, perché non vedevo l’ora che avessi tra i piedi un bambino o una bambina.
Presto arrivò il mio compleanno e, nonostante le insistenze di tutti ad organizzare una festa, io rifiutai in quanto non avevo mai festeggiato il mio compleanno, e non avrei voluto farlo nemmeno in quell’occasione. Certo, facevo diciotto anni, ma in fondo, che ne avessi diciassette, o che ne avessi diciotto, non sarebbe cambiato un bel niente.  Così decisi che quella giornata sarebbe stata tale e quale a tutte le precedenti.
Il 31 dicembre. Il mio diciottesimo compleanno.
Zayn mi svegliò con il profumo di una rosa, e della colazione appena pronta, che accettai nonostante non finii tutto. Il mio peso non era migliorato un granché ma  per quanto io mi sforzassi di mangiare, il mio metabolismo non reagiva più.
Dopo essermi alzata, trovai in salotto Mary e Liam, che si precipitarono a salutarmi e ad abbracciarmi per farmi gli auguri. Che belli che erano. Più li guardavo e più pensavano che sarebbero stati due genitori fantastici!
-“Come ti senti con i tuoi diciotto anni!”- mi chiese sorridendo Mary.
-“Tale e quale a ieri!”- risposi.
-“Beh, però, è sempre il tuo compleanno, quindi ora tu ti vesti, saluti il tuo bell’amore, e gli dici che per tutto il giorno andiamo a fare shopping in giro per negozi di tutti i tipi, e che lo rivedrai stasera per festeggiare anche il Capodanno!”- disse.
-“Ma io…”- cercai di replicare.
-“No no no, vatti a vestire e muoviti che già è tardi su su!”- disse spingendomi verso il bagno.
Come una brava diciottenne ubbidii e mi preparai per uscire.
Salutai Zayn e Liam, e poi salii sulla macchina di Mary.
 
Mi portò tutta la mattinata in giro per negozi, e sfinite, decidemmo di andare a mangiare.
-“Ho una strana voglia di patatine fritte, credi che posso mangiarle?”- mi disse Mary.
-“Non so … sono fritte … non sono mai stata alle prese con una ragazza incinta!”- esclamai.
-“Le eviterò! Non voglio correre alcun rischio!”- disse toccandosi la pancia, che ancora non era cresciuta.
Mangiammo e poi continuammo ad andare in giro per negozi.
Mi fermai ad ammirare un bel vestito. Era verde smeraldo, senza spalline, di velo, lungo fino a sotto il ginocchio, con dei brillantini alla fine della gonna.
-“Guarda che bello!”- esclamai a Mary facendoglielo vedere.
-“È fantastico … si abbina perfettamente alla tua carnagione. Provalo!”- mi esortò.
Era troppo bello, così, trovata la mia taglia, lo provai. Non essendo tuttavia un’amante di vestiti, mi calzava abbastanza bene.
-“Quello è il mio regalo di compleanno!”- esclamò Mary vedendomi.
-“No …”-.
-“Si, toglilo così lo pago!”- disse.
Ubbidii di nuovo. Sarebbe stata una mamma che i figli avrebbero rispettata. Fantastica!
 
Mary pagò e stanche ci sedemmo.
-“Phoebee!”- lagnò.
-“Che c’è?”- chiesi.
-“Voglio dei sottoaceti!”- frignò.
-“Che?”-.
-“Si dei sottoaceti! Li voglio troppo! Questi li voglio mangiare. Tanto sarà solo per una volta. Ti prego, ti prego, ti pregooo!”- mi supplicò.
-“Sei più piccola del figlio che porti in grembo. Cerchiamoli!”-.
Felice si alzò e ci dirigemmo verso un supermercato.
-“Non li trovo!”- mi fece Mary.
-“Stai tranquilla ora li troviamo!”- dissi cercando tra gli scaffali.
-“Possibile che in cazzo di supermercato non abbiano dei sottoaceti per una ragazza incinta?”- si alterò.
-“Stai tranquilla!”-.
Cercammo tra gli scaffali. Ci dividemmo. Io andai per un verso e lei in un altro.
Non li trovavo così chiesi ad un commesso.
-“Scusi dove sono i sottoaceti?”-.
-“Alla corsia sei!”- mi disse indicandomela.
Stavo alla seconda, così leggendo i cartellini, andai nella corsia sei. Affacciandomi notai Mary arrampicata su una scaletta. Corsi verso di lei.
-“Mary! Cosa diavolo stai facendo?”- chiesi allibita.
-“Prendo i sottoaceti!”- disse soddisfatta con in mano un barattolo d cetriolini.
-“Dovevi proprio salire su una scaletta?”- chiesi-“E’ pericoloso!”- proseguii.
-“Nessuno era così gentile di aiutarmi!”- guardò la confezione-“Nah, forse sono meglio i carciofini, si sono decisamente meglio!”- delirò per poi risalire sulla scaletta.
-“Mary fai salire me, scendi!”- dissi esortandola a scendere.
-“Ci sono quasi!”- disse allungandosi sempre di più.
-“Mary attenta a te, e non far cadere niente!”- dissi rinunciando a salire.
-“Ci sono quasi!”- ripetè-“Ecco!”- disse  infine soddisfatta prendendo ciò che voleva.
Bum! Perfetto!
Scendendo scivolò su una scaletta, ma fu pronta a fissare i suoi piedi a terra non cadendo, ma si incollò tutti quanti i barattoli in quello scaffale, creando una reazione a catena con gli altri prodotti. Mi misi le mani sulla faccia. Che disastro. Cetriolini, carciofini, funghetti, olio, aceto, confezioni di sughi, di preparati per riso e tanti altri prodotti erano finiti a terra, con tanto di cocci.
-“Oh oh!”- riuscì a dire Mary.
-“Oh oh un cazzo Mary! Chissà quanti danni saranno da pagare!”- fu il mio unico pensiero.
 
Andammo alla cassa, e la cassiera annunciò con un ghigno.
-“Sono cinquecentocinquanta sterline per danni!”-.
Sbarrai gli occhi, mentre Mary sembrava essere tranquilla. Diede una carta di credito e saldò il conte, come se fosse naturale pagare così tanto. Non rinunciando alla sua voglia, comprò anche dei carciofini.
-“Sei incredibile!”- esclamai mentre lei mangiava disinvolta i suoi sottoaceti mentre facevamo la strada per tornare a casa.
-“Volevo i miei carciofini e lo ho ottenuti!”- disse mangiando-“Sono troppo forti!”- disse poi-“Sono piena!”- disse richiudendo il barattolo per poi infilarlo nella borsa.
Stavo per esaurirmi. Centocinquanta sterline di danni, e non aveva finito nemmeno la cosa che aveva comprato. Incinta era incredibile. Erano quasi le otto, e lei mi portò a casa sua. Ci preparammo per il Capodanno, e io misi il vestito nuovo, con dei tacchi neri. Lei un vestito delizioso, con delle ballerine. Non voleva cadere. Poi ci dirigemmo a casa di Liam, dove avremmo festeggiato l’anno nuovo.
Non si sentiva niente e le luci erano spente.
-“Sicura Mary che c’è qui la festa?”- chiesi.
-“Certo che sono sicura, non sono stupida!”- esclamò aprendo la porta.
Tutto era spento.
-“Mary, hai sicuramente sba …”-.
-“Sorpresaaa!”- urlarono.
C’erano tutti: Clare, Carl, la sua ragazza, Liam, Zayn, Leah, madri e padri di Zayn e Liam, la nonna di Zayn, altri familiari, altri ragazzi di scuola che io non conoscevo benissimo, Tommy e Shelly direttamente da Boston, Danielle, la mia vecchia squadra di ginnastica! Insomma ci saranno state cinquanta persone.
Rimasi a bocca aperta. Proprio non me lo aspettavo. C’ero caduta con tutte le scarpe!
Andai ad abbracciare tutti.
-“Chi è stato l’artefice?”- chiesi avvicinandomi verso Shelly.
-“Zayn e chi altrimenti?”- rispose.
-“Anche voi qui!”- esclamai.
-“Non potevamo mancare!”- disse Tommy.
Andai a cercare Zayn.
-“Buon compleanno amore mio!”- disse per poi baciarmi.
-“Sei incredibile!”- risi.
-“Lo so!”- rispose scherzando.
Risi di nuovo.
Ogni giorno era una nuova esperienza accanto a lui.
 
Finii di ringraziare tutti, e ognuno aveva un regalo per me. Era fantastico averli tutti lì. Chiacchierai tanto con Danielle. Mi mancava davvero tanto come allenatrice. Mi lusingò lei insieme alla mia vecchia squadra, dicendomi che senza me, non era lo stesso. C’erano tante cose da mangiare, e ognuno poteva prenderle autonomamente, ma io avevo lo stomaco chiuso. Pensavo che dopo tre giorni sarei dovuta tornare a Boston. Non volevo tornarci. Stavo bene a Londra e non la volevo lasciare a nessun costo. Dovevo godermi il presente, ma l’unica cosa a cui pensavo, era il fatto che, sarei dovuta tornare alla mia solita routine, che non comprendeva ne Zayn, ne Mary, ne Liam, ne Clare, ne Carl e nemmeno Londra. Quella città aveva una caratteristica speciale, che nessun’altra aveva. Oltre ad essere fantastica, era la mia città, dove avevo vissuto per diciassette anni e che tristemente avevo lasciato.
Presi il mio cappotto, e andai a sedermi fuori. Faceva un freddo pungente. Sentivo il mio viso raffreddarsi. Pur non vedendomi ero sicura di avere il naso rosso. Guardavo gli alberi che si muovevano mossi dal vento.
-“Non ti diverti?”- sentii dire da Zayn che mi aveva raggiunto.
-“Nono, la festa è bellissima ma ..”- abbassai lo sguardo.
-“Ma?”-. Si sedette accanto a me.
-“Ma, fra tre giorni dovremo lasciare tutto questo, e anche noi ci divideremo. So che continueremo a vederci ma … rimpiangerò i giorni passati qui!”-.
-“So che è triste lasciare tutto questo. Goditi la festa e non pensarci!”- mi accarezzò la guancia riscaldandomela.
-“Ecco … pensare è proprio il mio problema! Quando sarò a Boston ti penserò sempre, e vorrò tornare qui a Londra con te!”- continuai.
-“Bene, mi sembra il momento adatto!”- prese dalla tasca del suo cappotto una scatolina.
-“Che cos’è?”- chiesi.
-“Il regalo per il tuo compleanno!”-.
Trovai una chiave con un fiocco sopra. Non riuscivo a capire cosa fosse.
Vedendomi confusa mi spiegò.
-“Ti andrebbe di vivere con me?”- mi chiese.
Feci una smorfia.
-“Cosa?”- dissi confusa.
-“Questa è la chiave di una casa a Boston. Riprenderò il secondo semestre all’università di Boston. E dormirò a casa. Tu andrai a scuola normalmente, e so che non è Londra, ma almeno potremmo vederci molto di più e vivere accanto!”- mi spiegò.
I miei occhi erano lucidi.
-“E come farò a dirlo ai miei genitori?”-.
-“Un modo lo troveremo!”- esclamò.
-“Io già l’ho trovato!”-.
-“Cosa?”-.
-“Me ne vado semplicemente di casa!”- esclamai.
-“È una follia!”-.
-“No, non lo è! Se ci pensi ora ho diciotto anni e sono maggiorenne. Tu già lo sei da due anni, e posso essere, se io lo voglio, indipendente dai miei genitori. E beh, voglio esserlo!”- continuai.
-“Vorresti dire, che scapperesti da casa tua per me?”-.
-“Non sto scappando! Sto diventando autonoma! Mi troverò un lavoro, e riusciremo a gestirci. Magari potrà essere difficile per un primo periodo, ma poi ci riusciremo. So che ci riusciremo!”-.
-“Ti amo Phoebe!”- disse.
-“Non quanto ti amo io!”-.
Lo baciai.
Non rendendoci conto, stava nevicando.
-“Guarda!”- dissi indicando i fiocchi di neve.
-“Andiamo!”- disse prendendomi per mano.
Mi portò fin sotto la neve. Ben presto si attaccò. Era fantastico. La neve di Londra mi mancava. Tutti pian piano uscirono, e sapevano delle nostra scelta. Zayn l’aveva detto a tutti nel pomeriggio.
Tutti avevamo in mano un bicchiere di spumante sotto la neve.
-“ Cinque, quattro, tre, due, uno … Buon annoooooooo!”- urlammo tutti quanti felici e contenti.
Baciai Zayn. Lo amavo e lui mi amava niente di meglio.
La mia vita era finalmente perfetta. Ma cosa, in un secondo, la può cambiare? 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _keys_