Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: xswaghair_    06/08/2013    1 recensioni
Pronta a lavorare, Emma ritorna a Londra e rivive tutto quello che aveva visto qualche anno prima insieme alla sua famiglia. I primi mesi di lavoro non sono dei migliori, è naturale per una giovane giornalista in apprendistato. Fa già parte una redazione e il lavoro si complica: poco tempo per tante cose. Si allontana dalla famiglia, dal fidanzato, dai vecchi amici ma dai libri, ciò che le hanno insegnato a sognare, no. Fra la confusione nei sotterranei londinesi, però, comincia a ricordare. Cosa? ''Ero piccola, una ragazza appena uscita dalle medie mano nella mano con mamma e papà, proprio qui davanti questa parete. Ricordo che la fissavo felice, ma non riesco ad andare oltre...''. Ne sono passati tanti di giorni per riuscire a ricordare. Lì c'era una pubblicità, una volta. ''I miei idoli, i miei cinque ragazzi: i One Direction'' tutte incertezze che svaniscono dopo un ''vai ad intervistare questi due ragazzi, degli altri tre non ne ho notizie. Questi oggi sono ospiti nella...'' erano ospiti da Alan Carr, perché due su cinque? ''Non puoi entrare negli studi. Solo alla fine dello spettacolo...'' ripeteva il capo parlando di coloro che non si dimenticano con il cuore. Ma poi...
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


MEMORIES
Fourty-fifth chapter.


Nasce uno, muore l’altro

Nacque Logan, morì Roberto.

Cinque giorni dopo, il ventisette maggio.

Corsi in ospedale come una disperata dopo una visita a casa di Mart e Luke.

Mimma mi spiegò che avevano cercato più volte di rianimare Rob, ma niente.

Non mi facevano entrare nella stanza in cui si trovava e non potevo nemmeno vederlo a causa di quelle tendine.

Erano tutti pallidi in faccia, era arrivati anche il padre di Roberto, Sharon e due nonni.

« E’ da tanto che non ci si vede! » esclamò la ragazza che era stata con lui prima che venisse a Londra.

Sorrisi a malapena. E’ meglio così, avrei voluto dire.


Dopo due intense ore di interventi e cose varie per cercare di riprovare i tentavi falliti nel rianimarlo uscì un solo dottore.

Fissò Mimma per prima, poi il padre, me e Sharon.

Pendevamo tutti dalle sue labbra e quelle non si mossero neanche di un millimetro se non fosse stato per la sua testa che continuava a scuotersi da destra verso sinistra per qualche minuto.

Sì, per qualche minuto.

Anche io rimasi immobile, con gli occhi sgranati e le punta delle dita che sembravano più gelate che mai.

Immaginavo già il mio viso bianco macchiato di due occhiaie violacee, proprio come quello del padre di Rob, il quale, invece, aveva la punta del naso e le orecchie rossi.


Aspettai che i primi ad entrare ed uscire fossero i suoi genitori, ma Sharon non poteva entrare prima di me.

Lei poteva essergli stata accanto per un periodo in cui io non c’ero, ma io con lui avevo condiviso tanti dei miei anni, non mesi, non giorni, non ore.

Vedevo quel viso pallido, quella cute senza capelli, quegli occhi chiusi, che, una volta, erano verdi. Avevo bisogno di ritornare indietro nel tempo, forse?

No. Non era necessario soffrire un’altra volta.

« Ciao Roberto. Te ne sei andato per sempre? Devi lasciarmi di nuovo sola? Ah, scusa. E’ vero. Sono io che ti ho lasciato solo. Egoista? Prepotente? Frettolosa nel voler abbandonare tutto e aprire nuove porte? »

Emma, parli sola, Roberto è morto, dannato subconscio.

« Tu sei il mio Rob. Capito? Io voglio ritornare indietro, voglio tenerti stretto fra le mie braccia, voglio averti vicino. Adesso che faccio? Parlo pure a un corpo morto che... che non risponde! »

Sentii una stretta al cuore pronunciando quelle parole.

Volevo solo ritornare sua amica.

Volevo solo non averlo mai lasciato solo.

Quella era la mia punizione? Quella che mi era stata data da Dio per essermi comportata in quel modo?

Per averlo mollato? Solo per questo?

Eppure pensavo che ‘mio’ potevo usarlo solo sulla persona che più amavo al mondo, su Zayn.

Ed invece la usai anche per lui. E non era la prima volta.


- - -


« …insomma, non penso si possa desiderare figlio migliore di te, Roberto. » concluse Mimma.

Eravamo al suo funerale.

Il cielo non era cupo, non pioveva, non c’era vento.

C’era solo il sole che con i suoi raggi sfiorava il vetro trasparente del porta foto che stava sulla tomba color ciliegio del ragazzo.

Ricordavo che in ‘The Last Song’ c’era il raggio di sole che attraversava il vetro colorato della chiesa, come se fosse l’anima del padre di Ronnie a far visita in quel momento.

Ma non sapevo se crederci o meno.

Se credere che quel raggio di sole fosse Roberto.

Non poteva esserlo. Non dovevo credere negli angeli, anche perché, se esistessero, avrebbero potuto ascoltare i miei pianti e lo avrebbero salvato. Perché, invece, no?

Mi ero distratta tutto quel tempo che mi dimenticai che era il mio turno.

Non dovevo salire da nessuna parte, non c’erano gradini, nulla.

Dovevo solo mettermi al centro fra la tomba, la lapide e la gente che stava lì: Mimma, il papà di Roberto, Sharon, i due nonni paterni e il parroco.

Le persone giuste, non poche, né troppe, e, per fortuna mia, non c’era mio padre, né la mia madre adottiva.

« E’ stata una persona davvero fantastica. Non dimenticherò mai i suoi occhi, i suoi modi di fare e quel suo accento che usava per parlare seriamente. Quando mi dissero della sua malattia rimasi di stucco. Non potevo crederci... o meglio, non volevo. Pensavo fosse tutto uno scherzo, una messa in scena, ma no, lui stava davvero male. Ha lottato come non ho mai visto fare in vita mia. E’ venuto qui, per me. Ha continuato a volermi bene quando io stavo cercando di allontanarmi da lui, dal resto del mondo, per dedicarmi ad altro. L’ho amato, ma non so se potrei dire ‘sul serio’. Forse non so più cosa sia ‘amare’. O forse sì. Ma lui rimarrà il mio primo amore. »

Rimasi seria per tutto il tempo in cui aprii la bocca per produrre parole dopo parole.

Non me ne bastavano molte, stavo già male di mio e se avessi parlato un altro po’ sapevo che sarei svenuta.

Mi ero soffermata sui particolari più stupidi che si potessero dire di lui, ma non riuscivo ad andare oltre.


Chiesi a tutti perdono per la mia fuga dopo il discorso.

Ero andata via di fretta, sentivo l’aria soffocarmi e le guance andarmi in fumo.

Avevo paura di finire stesa per terra come all’intervista di Alan Carr, ma a distrarmi fu una donna che mi bloccò mentre varcavo i cancelli del cimitero.

« Hei, scusi, lei era... »

Mi voltai di scatto per vederla in viso, ma non riuscii ad intravedere nulla se non i capelli scuri ed un viso piuttosto chiaro.

Si bloccò proprio quando mi girai verso di lei, ma dopo qualche secondo proseguì: « ah, no, mi sono sbagliata! Vada vada, e mi perdoni per il richiamo! » mi sorrise ed io cercai di fare altrettanto.


- - -


Continuai per la mia strada.

Sapevo dove andare.

Non avevo bisogno di cambiarmi, di togliermi quella veste nera di dosso, tanto il lutto l’avevo ugualmente tatuato negli occhi, nel cuore.

Presi l’Underground, superai Marilebone e mi ritrovai lungo la strada in cui si affacciavano tante case bianche.

Era da tanto che non passavo di lì ed in quel momento sperai profondamente ci fosse qualcuno in casa.

Mi avvicinai alla porta superando il giardino, poi suonai il campanello.

« Arrivo! » urlò una voce femminile.

Aspettai qualche minuto lì fuori sentendo il viso caldo e le mani fredde, poi qualcuno aprì.

« Oh, è da tanto che non la vedo, cara, forse un anno? No, un po’ meno, vero? Si accomodi! Il ragazzo non ha più parlato di lei, ma ha passato dei momenti orrendi. »

Mi fece entrare in casa.

Zayn non aveva cambiato arredamento. C’erano i libri sulla solita libreria, il divano scomodo messo davanti al tavolino, e poi c’era quel bagno con la luce sempre spenta in cui ero entrata quando avevo sentito la voce di Liam rimproverare Zayn per avermi portata con lui.

« Vuole un po’ di tè? L’ho preparato per il ragazzo, ma non ne ha bevuto neanche un po’! Si è chiuso la porta a chiave e non esce da lì da un bel po’ d’ore! Comunque, se lo vuole posso benissimo riscaldarlo! »

Ero senza parole.

Non sapevo che dire, se accettare o meno.

« Zayn è qui? » mi uscì dalla bocca solo questo.

« Sì, non gliel’ho già detto?! Se vuole posso chiamarlo! E’ proprio in quella camera... » disse girando il collo verso la stanza in cui mi aveva portato Liam. Quella dove erano appesi tutti i disegni di Emelin.

« No, vado da sola se non ti dispiace, Jen! Non mi far sembrare Sua Maestà quando mi chiami, eh? » sorrisi e lei mi lasciò andare.


Mi bastò poco per arrivare lì davanti e dovetti prendere tanto fiato prima di aprire la porta, ma come disse Janette era chiusa a chiave.

« Non provare ad aprire! » gridò qualcuno dall’altra parte.

Così io bussai e sentii dire: « Janette, non voglio tè! ».

Bussai altre volte finché non capii che qualcuno si stava avvicinando alla porta.

Stava girando la chiave, poi vidi la maniglia abbassarsi.

Avevo di nuovo la sensazione si svenire.

Sii forte, devi parlargli, è arrivato il momento.

« Dovevo immaginare fossi tu. Che ci fai qui? Devi sempre rompermi le scatole, eh? »

« Zayn, sono venuta qua per parlare. » ero seria e lo fissai negli occhi sperando che anche lui capisse che le mie intenzioni fossero sul serio quelle di chiarire ogni cosa.

Sospirò: « Spero sia qualcosa di veloce, perché ho da fare! ».

Lo lasciai perdere: entrambi sapevamo che non era nulla di veloce ciò di cui dovevamo discutere.


Mi disse che dovevamo stare il più lontano possibile da Janette, che non voleva farsi sentire da lei e quindi fu costretto a farmi entrare nella camera in cui si era chiuso.

Erano sparite tutte cose, le pareti erano state imbiancate e alcune foto ricoperte da un leggere velo bianco.

Il pavimento era tutto sporco di polvere e vernice e poi c’era Zayn con le mani in tasca che apriva l’imposta per far passare un po’ d’aria.

« Li ho tolti tutti, non ne potevo più di vederli qui. »

Corrugai la fronte.

« So che sei stata qui, con Liam. Beh, per lo meno lui è riuscito a parlartene. In fin dei conti non so se io ci sarei riuscito. » sorrise guardando per terra e abbassandosi per raccogliere qualche disegno macchiato che era rimasto per terra, come uno straccio.

« Come l’hai conosciuta, Zayn? » forse mi ero affrettata, ma lui non si disturbò.

« L’incontrai più volte per strada. Frequentava gente strana e, una notte, quando la vidi, la chiamai. Non per nome, non sapevo come si chiamasse. Lei si avvicinò a me e notai che era sbronza, barcollava e poi si accasciò per terra, così io feci lo stesso. Ebbi la fortuna di non essere visto, di sembrare un ragazzo qualunque. Lei parlava poco, non aveva nulla da dire e l’unica cosa che fece fu offrirmi da bere. Le chiesi quanti anni aveva perché se l’avessero scovata i poliziotti l’avrebbero arrestata, ma lei non rispose, non quel giorno. »

« E tu la lasciasti bere? »

Lui scosse la testa, poi continuò: « Non volevo rimanesse con quei ragazzi di strada, poteva anche drogarsi, già era tanto tutte le bottiglie che aveva buttato giù, così la portai a casa di Janette. Lei non voleva averla in casa, diceva fosse una ladra e che prima o poi avrebbe preso tutto per poi comprarsi della droga, così l’unica cosa che potei fare fu portarla a casa mia. Non avrei dovuto farlo, ma non potevo neanche lasciarla per strada, né portarla in un posto dove avrebbero controllato il suo stato di ebrezza e poi arrestarla! »

Si fermò, poi io gli dissi di continuare. Era ora che lui mi raccontasse come stassero le cose, il suo punto di vista.

« Da quella volta sembrò che non se ne volesse più andare. E’ vero che usciva di casa presto e ritornava tardi, ma penso capì che volevo aiutarla. Poi, un giorno, le dissi che era ora che si trovasse una sistemazione ma lei disse di no, voleva stare qui, con me. Apprezzava quando ritraevo il suo volto la notte, mentre dormiva. Ed era bello vederla preparare la colazione la mattina. Avevo capito che avevamo superato la fase ‘amici’, passando direttamente a quella di coppia. L’unica cosa che non sapevo di lei era la sua età. Non voleva rivelarmela. Ma dietro tutto questo c’era un problema: i paparazzi. Ci seguivano ovunque, lei era stufa, ma cercavamo di stare insieme. Penso che il resto lo sai, no? »

Annuii: « Te la sei portata a letto, vero? ».

Si grattò la fronte.

« Non potevo immaginare avesse quattordici anni, capisci? Noi stavamo già insieme da un po’... non volevo toccarla, non le avrei mai fatto del male! » il discorso diventava sempre più vivace.

« Hai fatto sesso con una quattordicenne, lo sai? » non sapevo se mettermi a gridare o stare calma.

« Emma, io non lo sapevo, okay? Hai visto come si conciava? Hai visto il suo viso tutto truccato? Chi lo può immaginare? »

Come si permetteva a rispondermi in quel modo? « Ma dovevi impedirglielo! Non vedevi che dentro era ancora una bambina? Zayn, sai cos’hai fatto? Lo sai? Non posso crederci che tu l’hai toccata. »

« Emma, vai via da questa casa. E’ meglio per tutti e due. Hai voluto sapere tu come è andata, io te ne ho parlato. Dovevo farlo. Era tua sorella e reagirei allo stesso modo se fosse successo ad una delle mie. Sai come mi sento? Una merda. Forse sarebbe stato meglio se non fossi nato e se mi fossi buttato con lei da lì. Perché ho voluto continuare la mia storia con te? Beh, non lo so neanche io. Forse qualcuno mi aveva dato un’altra possibilità. Ma questa ‘possibilità’ mi ha ridotto uno schifo, peggio della prima. Ho sbagliato. Lo so. Ma io ho imparato dai miei errori. Io non ti ho toccata. Non ti ho mai chiesto nulla che fosse ‘sesso’ o cose varie. Penso che nella nostra relazione abbiamo avuto degli alti e bassi, ma ci siamo divertiti, Emma. Noi ci siamo amati. E tu non puoi dire il contrario. »


« E’ vero, Zayn. » dissi appena varcata la porta di casa sua.

DOPO UNA SETTIMANA, MA ECCOMI! ALLOWA, CHE MI DITE? IO SONO FELICISSIMA! FINALMENTE HANNO PARLATO! EMMA, COME SEMPRE, UN PO' SCONTROSA, MA PENSO SIA NATURALE, NO? PER LO MENO HA SENTITO IL SUO PUNTO DI VISTA!
EEEEEEH, ECCO CHE CI AVVIAMO FRA GLI ULTIMI CINQUE CAPITOLI, COME VI SENTITE? BEH, ADESSO ARRIVANO LE MIE PARTI PREFERITE!
VI DICO SOLO UNA COSA: C'E' ANCORA UN'ULTIMA SCOPERTA! UAAAAAAA!
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH, lol
ALLA PROSSIMA, E FATEMI SAPERE TUTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTO!
IN QUANTO A VOI, SCUSATE SE ANCORA NON SONO PASSATA NELLE VOSTRE FF,  NE HO UN BOTTO DA RECENSIRE E MOLTE VOLTE LEGGO MA NON LO FACCIO! STASERA MI METTO D'IMPEGNO ANCHE SU QUESTO!!
FATEMI SAPERE COME VI SEMBRA, PER FAVORE! 
GRAZIE NUOVAMENTE A CHIUNQUE LEGGESSE QUESTA FF E A TUTTI COLORO CHE LA METTONO FRA LE RICORDATE/SEGUITE/PREFERITE ED A mitchie Justice CHE CONTINUA A LEGGERE QUESTA STORIA E LA RECENSISCE!
SPERO DI AVERLO SCRITTO BENE E COME HO CHIESTO PRECEDENTEMENTE POTRESTE FARMI IL PIACERE DI COMMENTARE E SCRIVERE SE HO FATTO EVENTUALI ERRORI DI BATTITURA, SE VORRESTE SAPERE QUALCHE ANTICIPAZIONE COMPLESSIVA DEI FUTURI CAPITOLI POTETE RINTRACCIARMI QUI FACENDOMI QUALCHE DOMANDA --> http://ask.fm/xzaynsmoustache , NON SONO PRONTA A RISPONDERE A TUTTE QUELLE CHE PROBABILMENTE MI FARETE RIGUARDANTI IL TESTO, PERCHE' SINCERAMENTE NON HO GIA' PRONTI TUTTI GLI ARGOMENTI DA TRATTARE ANCHE NEI PROSSIMI CAPITOLI, TIRO TUTTO FUORI IN MODO SPONTANEO E MOMENTANEO QUINDI ADESSO NON SO COSA POTREI SCRIVERE NEGLI ALTRI CAPITOLI, lol. 
SPERO VI SIA PIACIUTO E VI RINGRAZIO IN ANTICIPO PER AVER LETTO CIO' CHE RIGUARDA DUE MIEI GRANDI SOGNI. GRAZIE, DI NUOVO
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: xswaghair_