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Autore: ciuiciui    14/02/2008    7 recensioni
Shikamaru è appena passato di grado. E gli viene affidata una missione molto particolare...
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Iruka Umino, Konohamaru, Shikamaru Nara
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Settimo- Vendetta


Alla mattina ad attendere Shikamaru c’erano sulla cattedra una pila di fotocopie ordinate. Con il libro sottobraccio, con una Temari al seguito, quella mattina si aspettava di tutto.
“Ciao Shikamaru. Lì ci sono i compiti … beh Iruka ti ha lasciato il compito, sai cosa devi fare.” Disse roteando la mano l’altra insegnante dell’Accademia.
“Tieni duro Shika, tieni duro … domani è l’ultimo giorno, domani e basta. Domani e te ne vai” si continuava a ripetere freneticamente.
La semplice idea che mancassero solamente due giorni lo terrorizzava. Mancavano ancora due quinti! Due quinti di torture.
Ancora tormentato da quei pensieri, Temari gli diede una pacca sulla spalla.”ehi stanno arrivando i tuoi pargoli. Butta via la sigaretta. Non vorrai dare il cattivo esempio.”
“Non c’è bisogno che tu mi dica quello che devo fare.”

Shikamaru gettò la sigaretta a terra e con un gesto secco degli stivaletti la spense.
Al suono della campanella esterna vide una folla disordinata e pigra di mocciosi che si smistava nelle varie classi.
“Cosa hai intenzione di fare, Tem?” chiese Shikamaru preoccupato e dal tono di voce esasperato.
“Me ne starò a vedere la lezione e dopo andremo a mangiare insieme.”

“Sveglia pigrone.”
“No mamma, ti prego.”
“C’è Temari che ti è venuta a prendere, ti accompagna all’Accademia questa mattina”
“Cosa sei diventata ma’?”
“Una sottospecie di segretaria per i miei appuntamenti con le ragazze?”
“Alle volte sei proprio sciocco Shikamaru! Temari è una cara amica! In questi giorni chi ti sopporta irascibile come sei?”

Si era alzato, ma non aveva dormito bene. Tutti quei pensieri, l’improvviso attaccamento che quella ragazza aveva manifestato all’esame dei Chuunin. I mocciosi.

“Dopo questa missione avrò bisogno di uno strizzacervelli.” Lamentò esasperato il Nara portandosi la mano destra sulla fronte.
“Quanto sei tragico, signore!”

“Buon giorno …” salutò titubante Shikamaru.
“Buon giorno, Shikamaru sensei.”salutò educatamente la classe in coretto.
Un piccolo brivido percorse nella schiena di Shikamaru. Detestava i mocciosi quando chiacchieravano, quando facevano i coretti, quando alzavano la mano per chiedere qualcosa, detestava che gli chiedessero di andare in bagno, che gli chiedessero delle spiegazioni extra.
“Oggi ci dovrebbe essere il compito … chissà se Shikamaru lo sa” sussurrò piano Konohamaru mentre sistemava la sua borsa accanto al banco.
“Certo che lo sa …” rispose sempre sussurrando la sua compagna dai capelli rossi.
“Beh, io di sicuro non glielo ricordo.”
“Nemmeno io!”

Alle otto e dieci di mattina Shikamaru si sedeva dietro alla cattedra, mentre un istante prima aveva cavallerescamente offerto una sedia a Temari.
“Quella è la sua ragazza …” i sussurri erano giunti all’orecchio di Shikamaru con suo gran disappunto.
“Bene, buon giorno.” Quando la classe era piombata nel silenzio.
“Oggi lo sapete che ci sarebbe compito.”
“Io non ho intenzione di avere dei problemi per voi con l’Hokage, non mi sembra granché difficile, perciò lo facciamo.”

Un brusio si levò mentre Shikamaru prendeva la risma di fotocopie dal tavolo verdastro.

“Per cortesia … non facciamo casino” tento di riportare ordine.
“Che palle!”si sentì una protesta fra le tante in quella classe vociare.
“Tem mi dai una mano?”chiese cortesemente il Nara porgendogli metà del plico.
“Certo …” colta alla sprovvista.

Sempre districandosi nel brusio i due shinobi si divisero nella classe.
I problemi erano piuttosto elementari proprio per non mettere in estrema difficoltà.
“Allora, avete da adesso, cioè dalle otto e mezza … due ore. Poi potrete fare ricreazione.” Esclamò Shikamaru guardando l’orologio appeso alla parete.

“Calcola la velocità di un kunai sapendo che in un secondo fa 3 metri.”
Uno dei primi problemi di una fila stava dando delle grane a Konohamaru, spostato strategicamente in prima fila per essere meglio sorvegliato.

“E’ proprio facile, a Suna sì che si faceva sul serio.” Disse sprezzante Temari facendo planare il foglio sulla sedia.
“Sì, come no. Tu e la tua Suna siete sempre i migliori.”
“Certo … voi shinobi della foglia siete dei rammolliti, in ogni senso.”
“Che seccatura che sei.”

“Comunque, caro mio Nara …”
“Non mi sorprende più di tanto che uno dei tuoi alunni abbia rappresentato me nuda.”
“Sei una ameba bella e buona. Non sai tenere minimamente la disciplina in questa classe.”
“T-tu come hai fatto a scoprirlo?”

“Beh, cosa credi, che le notizie non volino, qui a Konoha?” si mise a ridere con un risata sommessamente isterica.
“Ma ogni cosa al suo tempo … la vendetta è un piatto che va servito freddo, giusto Nara?” gli chiese mentre gli passava l’indice sulla guancia destra di Shikamaru al che diventò di un rosso violento.
“Ehi tu! Non chiacchierare” rimbrottò Shikamaru un Konohamaru, beccato girato con tutto il busto verso le file dietro.

“E’ stato lui, vero?” chiese Temari in un soffio appena percepibile.
“Sì, è un pianta grane.”
“Ho visto … assomiglia parecchio all’Uzumaki.”

“Infatti sono grandi amiconi” constatò Shikamaru con una punta d’ironia.

“Ehi, Shikamaru …” li richiamò una voce rauca, ma dolce e velata.
Il Nara l’avrebbe riconosciuta tra mille. Quella del suo primissimo sensei, che tanto aveva fatto disperare, ma a cui voleva bene quasi come un padre. Tutti lo avevano detestato, e poi amato dopo essere diventati Genin.
“Maestro Iruka!” esclamò Shikamaru con le lacrime quasi agli occhi.
“Ehi … sono passato a trovarti. Domani vorrei riprendere il mio posto se non ti spiace.”
“M-ma certo che no!” riprese il suo tono laconico e asciutto nelle risposte il moro.

“Ehi, piantatela!”si girò di nuovo il Nara riportando all’ordine la classe che stava pericolosamente piombando nel caos più totale.
Iruka guardò Temari con un sorriso, sorpreso e stupito che ci fosse anche lei ad assistere alle lezioni.
“Piacere, io sono Sabaku No Temari …” porse educatamente la mano la giovane kunoichi.
“Ah, Iruka Umino, piacere. Devi essere la sorella del Kazekage …” rimembrò lo shinobi dell’accademia.

Dopo l’intervento di Shikamaru, la classe rumoreggiava solo di un frusciare leggero di carte e del rumore di penne scivolare sui fogli.
“Allora Shikamaru, mi hanno detto che te la sei sbrigata piuttosto bene.”
“Insomma … ancora un po’ e impazzivo, ma tutto sommato non è andata tanto male.”

“Mi fa piacere, ma ho immaginato che un giorno in meno avrebbe giovato alla tua salute.” Così dicendo ammiccò in direzione del viso emaciato del giovane Nara.
“Dai Shika, puoi andare. Sono passato da Tsunade ed è tutto a posto. Qui ci penso io.” Sorrise Iruka dando una leggera pacca sulla spalla al Nara.

“Grazie Iruka sensei …”soffiò il ragazzo con una luce negli occhi. L’avrebbe volentieri baciato se non fosse stato imbarazzante.
“Dai … lo so che devi andare con la tua ragazza” soffiò Iruka ammiccando in direzione di Temari.

“Ma non è la mia ragazza!”

“Fossi in te me ne guarderei bene dalle sue intenzioni …”ridacchiò in soffio il maestro Iruka.
“E’ una tale seccatura …”sospirò Shikamaru.

***
“Cosa vi siete detti tu e l’altro?”
“Non sono affari tuoi.” Rispose secco il moro.
“Sì che lo sono. Guardava me.”

“Che seccatura che sei … “
“Lo sai che sto pensando alla tua punizione, ne sei ben consapevole?”

Shikamaru sotto la velata indifferenza rabbrividì. Temari era veramente una ragazza allucinante. Meditava una vendetta a breve. Se l’era legata al dito in modo morboso più di quanto si aspettasse.
“E dimmi un po’… chi ti ha detto di questa cosa del sexy jutsu?”
“Diciamo che io ho i miei informatori, Nara.”


“Allora qual è la mia punizione?”
Temari rimase zitta un secondo, si portò pollice e indice strusciandosi il mento e poi parlò.
“Beh devi sopportarmi una giornata. Un appuntamento galante, per farti perdonare.”

“Devi fare il romantico tutto il giorno.”

Shikamaru rimase zitto. Avvilito, ma in fondo quella idea neanche gli dispiaceva più di tanto. Temari sapeva essere estremamente violenta, all’occorrenza.

“Non sei terrorizzato, non sei paralizzato dalla paura?”
“Certo che no. Per un gentiluomo come me sarà uno scherzo. E’ solo una seccatura come tante. Ma capiti bene, oggi sono particolarmente felice.”

“Allora domani, mi raccomando.”
“Ti passerò a prendere alle dieci.”
“E mi raccomando Shikamaru … voglio inventiva. Fantasia. Non mi voglio annoiare!”


Allora ho aggiornato, ma mi è venuto un po' una schifezza. In questo periodo Miss  Isp è andata a farsi friggere, poverina.
Non ho nemmeno tempo di ringraziarvi una per una. Che screanzata che sono. Oggi è lo sgraditissimo San Valentino. -_-"
Mi sono già arrivati i fiori a casa, siccome io odio i fiori mi sembra giusto!._."
Va be', un buon san valentino a tutti e buon san faustino a tutti i fortunatissimi single domani. ^_^
Ps: per vostra fortuna, il prossimo è l'ultimo capitolo. Questa storia non ha effettivamente senso. Meglio sorvolare.
*Chiara*





  
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